BREVE CENNO STORICO

Dei Santi Martiri nostri Comprotettori

Ci fa sapere il coronato Profeta che il Signore custodisce con amorosa sollecitudine le ossa dé Servi suoi. "Custodit Dominus omnia ossa eorum (Ps.33)". L a quale sentenza, quantunque debba avere il suo pieno effetto nella vita futura, in cui i Santi tutti, anche quelli che furono scerpati dalle belve, arsi dalle fiamme, o inghiottiti dalle acque riacquisteranno gloriose e immortali quelle membra che offrirono in sacrificio al Signore, tuttavia un cotale avveramento il ricevere anche nella presente, come ci provano quelle tante e preziose Reliquie che si conservano nei templi cattolici. Si, in ogni Altare dove riposano i corpi e gli avanzi gloriosi dei Servi di Dio, avvolti in serici drappi, ornati di fiori, profumati d'incenso, circondati dalla venerazione e dalla prece dé fedeli, si può scrivere a caratteri d'oro la sentenza davidica:" Custodit Dominus omnia ossa eorum".

La nostra Città, in cui, grazie a Dio, la religione e la fede furono sempre il vanto più bello dé nostri maggiori, gode anch'essa di fornirci una prova della verità, che si racchiude nelle parole del regio Salmista. Infatti, oltre alla venerazione che presta a molte sacre Reliquie, e a molti Santi Corpi che riposano nella varie sue chiese, con particolar divozione onora e venera come suoi Comprotettori Otto Santi e gloriosi Martiri, i Corpi dé quali si conservano sotto l'altar Maggiore della sua Cattedrale.

Nel 1637, come meglio apparirà dai documenti, fu eretto nell'antica nostra chiesa un nuovo Altar Maggiore. Si procurò che riuscisse pregevole, non solo per ricchezze di marmi e pietre preziose, ma che avesse altresì il pregio più bello e più stimabile di racchiudere nel suo seno alcuni Santi Corpi di Martiri, i quali si dovessero proclamare a Patroni e Comprotettori della città.

L'Altar Maggiore che fu fatto in quel secolo sopravvisse alle rovine della vecchia Cattedrale, ed è quello che nella costruzione della nuova fu conservato e collocato nel novello Presbiterio, quantunque per le sue dimensioni non si trovi oggi molto d'accordo coll'ampia mole dell'attuale Chiesa aperta circa un secolo dopo, vale a dire nel 1721 dal Ven. Servo di Dio, Mons. Tenderini.

Dentro di questo Altare riposano adunque nella pace del Signore i corpi dei Santi martiri Marco e Timoteo, Quirino e Dionisio, Apollonio e Aureliano, Dorotea e Faustina. Com'è  che la nostra Cattedrale poté avere queste preziose ed insigni Reliquie? Quantunque la risposta a questa dimanda formi la sostanza del mio scritto, e chi desidera d'averla piena e adeguata non debba fare altro che leggere i documenti raccolti, tuttavia, perché il lettore possa averne fin da ora una qualche idea, dirò, che viveva a quei tempi un certo P. Giovanni Giovannuzzi Prete dell'Oratorio di S. Filippo Neri. Egli era cittadino Ortano e risiedeva in Roma alla Vallicella. Desideroso del vero bene del suo paese, si diede attorno per trovare le preziose spoglie che si dovevano racchiudere nel nuovo Altar Maggiore, e dopo molte ricerche e fatiche ne poté avere otto, ch'Egli spedì in Orte in tre volte.

Primieramente mandò i corpi dei Santi marco e Timoteo, i quali furono posti provvisoriamente in un armadio della sacrestia coll'idea di portarli in solenne processione per la Città e quindi collocarli nell'Altare Maggiore. Ma tal processione non essendosi potuta per vari motivi effettuare, furono privatamente e senz'alcuna pompa e solennità collocati nel detto Altare dopo vari anni ch'erano rimasti nella sacrestia. In seguito però e precisamente nel Maggio del 1674, furono compensati, dirò così, del differito onore, con una processione così solenne che emulò degnamente e forse sorpassò quelle che si fecero per onorare gli altri loro Santi Colleghi. Dico che forse sorpassò, perché i loro Corpi solamente si trovano in una bella Urna dorata, offerta dalla generosità  dell'illustre famiglia dei Conti Nuzzi, mentre gli altri si conservano tuttora nelle antiche casse venute da Roma.

Trovo registrato nell'Istrumento d'invenzione e nelle memorie della nostra Chiesa, che questi due Martiri Marco e Timoteo erano Preti ambedue, e discepoli di S. Pietro Apostolo. Non avendo agio di appurare la verità di questa notizia, lasciandola al giudizio degli eruditi, mi sto pago di riportare le parole del Martirologio che parlando di essi così esprimesi, sotto il giorno 24 Marzo in cui si celebra la loro festa. <<A Roma i Santi Martiri Marco e Timoteo, che furono coronati del Martirio sotto l'imperatore Antonino>>.

Nella seconda spedizione fatta dal lodato Padre Giovannuzzi avemmo i Corpi dé Santi Martiri Quirino e Dionisio, e per questi la traslazione si fece quasi subito e riuscì tanto solenne, che, disperando di poterla adombrare in poche parole, rimetto il lettore all'autentica descrizione che di essa abbiamo nei documenti, i quali a riguardo di questi due Martiri sono più copiosi e più dettagliati.

Di S. Quirino Martire si celebra la festa li 30 Marzo, ed ecco il bel encomio che se ne legge nel Romano Martirologio. <<A Romanella via Appia, la passione del beato Quirino Tribuno il quale, con tutta la sua famiglia , fu battezzato dal Papa S. Alessandro di cui egli avea la custodia, e condotto innanzi al giudice Aureliano sotto l'imperatore Adriano persistendo nella confessione della fede dopo aver sofferto il taglio della lingua, la sospensione nell'eculeo, l'amputazione delle mani e dé piedi consumò con la spada l'agone del Martirio.

Di S. Dionisio poi vien celebrata la festa li 12 Maggio, ed ecco le parole che di Lui si leggono nel Martirologio. <<A Roma S. Dionisio zio paterno del Beato Pancrazio>>. Nella terza spedizione il più volte nominato P. Giovannuzzi mandò i Corpi degli altri quattro S. martiri Apollonio, Aureliano, Dorotea e Faustina, ad onore dei quali si fecero parimente grandi feste e solennità, la cui memoria ci venne trasmessa anche da una iscrizione lapidaria che riporterò a suo luogo. Di S. Apollonio Senatore Romano celebriamo la festa li 18 Aprile, e il Martirologio ne fa questo bellissimo encomio. <<A Roma (1) il beato Apollonio Senatore, il quale sotto Commodo Imperatore e sotto il Prefetto Perennio denunziano come Cristiano da un servo e obligato a render conto della sua fede compose un insigne volume che lesse in Senato; ma ciò non ostante per sentenza del Senato venne decapitato per Cristo>>.

Degli altri Martiri Aureliano, Dorotea e Faustina non si celebra officio o festa particolare, ma vengono onorati insieme agli altri nella terza domenica di Maggio. Di essi non abbiamo alcun cenno nel Martirologio Romano. I loro Corpi sono certamente di Martiri, perché trovati con tutti i contrassegni onde gli antichi fedeli seppellivano i cadaveri di coloro ch'avevano subito il martirio, e specialmente colla cifra      che vuol dire - "Patì per Cristo" - Essendo stati però rinvenuti senza nome proprio, il primo fu chiamato Aureliano, e gli altri due Corpi, essendo di Sante vergini e martiri furono distinti coi nomi di Dorotea e di Faustina.

Basti questo piccolo cenno storico per avere  una idea generale delle preziose Reliquie che abbiamo la fortuna di possedere. Dire di più sarebbe un diminuire l'importanza dé documenti raccolti, e uno scemare nei lettori la più brama di svolgerli. Prego dunque gli Ortani nelle cui mani capiterà questo libretto a leggerlo tutto sino alla fine, perché non solo vi scorgeremo una bella pagina di storia patria, ma vi troveranno altresì forti stimoli a ritemprarsi in quella fede che tanto vigoriva  nei nostri maggiori, e tanto languisce in noi.

(1) - Vedi in appendice l'autodifesa fatta da S. Apollonio dinanzi al senato romano.