BREVE CENNO STORICO

  del quadro dé Santi Martiri

 

A compimento della storia dell'invenzione e traslazione delle preziose Reliquie dé nostri Santi Martiri Comprotettori, credo opportuno, come accennai nella prefazione, di dare qualche notizia del celebre Quadro che ne ritrae le auguste sembianze.Allorquando la divozione a questi Santi ebbe messo profonde radici nel cuore dei nostri maggiori pensarono essi di rappresentarli in una grande tela che dovesse collocarsi come Quadro in quell'Altar Maggiore sotto il quale riposavano i loro corpi. Si richiedeva a questo effetto una spesa non piccola. Ma, dove è grande la divozione non mettono paura le difficoltà.

Nel 1751 si volle celebrare con istraordinaria pompa, (come si è veduto al Documento XVI) il Centesim, ossia la Centenaria Commemorazione della Traslazione delle preziose Sacre Reliquie e si scelse forse quell'anno perché in esso compivasi un secolo ch'erano state deposte sotto l'Altar maggiore le sacre spoglie degli ultimi quattro Santi che nella terza spedizione mandò in Orte il più volte lodato P. Giovannuzzi.

Molti anni innanzi venne istituita una Commissione incaricata di raccogliere elemosine e di stabilire tutto ciò che potesse rendere solenne, ordinata e decorosa la centenaria commemorazione. La somma raccolta non dovette essere così piccola, se, oltre alle grandi spese sostenute per la solenne celebrazione del Centenario, si ebbe pure un vistoso avanzo che fu destinato appunto all'acquisto del celebre quadro che oggi ammiriamo nel nostro coro. Né questa è una gratuita asserzione, ma una verità trasmessaci dai libri di amministrazione, in cui si nota nel 1752, l'anno cioè immediatamente successivo al Centesimo, che le spese per l'acquisto, pel trasporto e per il collocamento del Quadro dei Santi Martiri furono fatte d'ordine di Mons. Lanucci, allora Vescovo di Orte, coi danari questuati nell'accatto del Centesimo stesso.

Bell'esempio da imitarsi ci lasciarono allora i nostri maggiori! Se in ogni festa invece di spendere e sciupare tutto il danaro in divertimenti e spettacoli, si riservasse una certa somma da impiegare in opere d'arte, o in suppellettili destinate al culto divino, o in decorazioni del Sacro Tempio, anche noi potremmo lasciare qualche prezioso ricordo ai nostri nepoti. Ma ben mi accorgo quanto siano poco disposti i moderni dal seguire questa norma. Eppure ognun vede che se non l'avessero seguita neppure i nostri maggiori, non avremmo noi da mostrare al forastiere un Quadro, di cui potrebbe gloriarsi anche una delle principali basiliche del mondo. E qui mi piace riferire la nota delle spese che furono incontrate per il suo acquisto, desumendolo dal libro di amministrazione di quel tempo.

ANNO 1752

Spese fatte per ordine dell'Ill.mo e rev.mo Sante Lanucci Vescovo di questa città di Orte, per il nuovo Quadro rappresentante li Otto S. Martiri colla S.S. Assunta, con li danari questuati per il Centesimo.

Sia lode ai nostri maggiori per l'ottimo pensiero ch'ebbero ed attuarono di abbellire la nostra chiesa con un quadro che forma l'ammirazione di quanti lo guardano, e sorga presto qualche generoso benefattore che voglia renderlo anché più decoroso coll'indorare la bella cornice di stucco che gli gira attorno. Il Quadro, e gli Ortani lo conoscono bene, è diviso in due campi. Nel superiore, in aria di salire alle stelle, rappresentata la B. Vergine Maria sollevata al cielo da un bel gruppo di Angioli. Questo soggetto è molto indicato per la nostra chiesa, che è dedicata a Maria S.S. Assunta in Cielo. Nel secondo campo sono dipinti sopra leggere nubi gli otto Santi Martiri Comprotettori, colle palme in mano, quasi in atto di ammirare l'Assunzione di Maria. Formano essi un bellissimo gruppo di figure tanto bene ordinate e tanto bene eseguite che sembrano persone vive ed animate che immagini dipinte su tela. Quantunque i due soggetti non sembrino avere alcun rapporto che li leghi insieme, pure una relazione vi è; ed è facile scorgerla nel martirio, che soffrirono, sebbene in diversa maniera - la Vergine e i Martiri.

La Vergine lo soffrì nell'anima, ma in modo così doloroso che meritò il bel titolo di regina dé Martiri. I Martiri poi lo subirono corporalmente, e versarono il loro sangue per la fede di Gesù Cristo. In premio di questo Martirio godono ora la gloria celeste, ma in diversa misura e maniera. La Vergine in anima e corpo, i Martiri solo coll'anima, sicuri però di farne parte un giorno a quei corpi che furono compagni fedeli delle loro virtù e dei loro patimenti. Ben adunque sopra uno stuolo di Martiri trionfa dei martiri la gloriosa Regina; e faccia Iddioche noi ancora dopo di aver imitato le belle loro virtù, dopo di aver tollerato pazientemente le tribolazioni di questo misero mondo siamo ammessi, pria coll'anima e poscia col corpo, agli eterni gaudii del Cielo.