Giochi dell’intervallo

 

Flakkebjerg School, classe 2°

A tutti gli alunni di seconda è permesso andare a giocare in palestra durante l’intervallo. Essi giocano a palla.

Hanno circa mezz’ora, ma all’inizio due ragazzi, Jesper e Adam, non tirano agli altri, così alcune ragazze si arrabbiano e protestano.

Il gioco si ferma per chiarire la situazione. I ragazzi suggeriscono di fare una squadra di ragazzi e una di ragazze. Ma siccome ci sono 4 ragazzi e 7 ragazze, essi vogliono una delle ragazze nella loro squadra.

Tutto l’intervallo se ne é andato nella discussione e loro sono molti arrabbiati gli uni con gli altri.

Durante il gioco spesso hanno come leader una delle ragazze, Tina. Lei e solo lei decide se gli altri ragazzi partecipano o no al gioco…

 

Oulunsalo Kirkonkylä School, classe 4°

I ragazzi dicono all’insegnante che non è bello giocare quando Tina, da sola, tiranneggia su tutto. L’insegnante invita la ragazza a recarsi da lei e le parla. Tina si rende conto che il suo comportamento non é corretto e promette di cambiarlo.

Tina è imbarazzata quando va dagli altri per scusarsi. Ma, coraggiosamente va da loro e dopo è proprio contenta per tutta la giornata scolastica. E non dà più ordini agli altri.

Le ragazze dicono anche a Jesper e a Adam che non é giusto quando si titano la palla solo tra di loro. Anche i ragazzi si scusano.

I ragazzi di seconda decidono con l’insegnante le regole per i giochi dell’intervallo. E dopo ciò stanno bene quando giocano insieme senza litigare.

 

 

Mikko che si dondola

 

Flakkebjerg School, classe 5°

Siamo in classe e un ragazzo si sta dondolando sulla sedia. L’insegnante gli dice di smettere e lo ammonisce. Egli smette per un momento e poi lo fa di nuovo. L’insegnante si arrabbia e lo manda dal preside. Il ragazzo piange...

 

Oulunsalo Kirkonkylä School, classe

In presidenza Mikko sta ancora piangendo e il preside chiede: "Che cosa hai fatto?" Mikko risponde: "Mi stavo dondolando sulla sedia e l’insegnante mi ha mandato qui." Quando Mikko si calma, il preside dice: "Avrai una nota e starai a scuola mezz’ora in più. Va bene?" Mikko dice: "Sì, va bene." Quando esce dalla presidenza è ancora infelice, ma non piange più.

Quando Mikko arriva a casa, dice alla mamma: "Mamma, il preside mi ha dato una nota e una punizione, perché mi sono dondolato sulla sedia." La madre chiede: "perché lo hai fatto?" "Perché anche Visa si stava dondolando" risponde Mikko. La mamma dice: "Mikko, se qualcuno a scuola si comporta stupidamente, non significa che tu debba fare lo stesso." Poi Mikko dice: "E’ stata una cosa stupida, perché quando l’insegnante ha detto a Visa di smettere, egli ha smesso. Ma io non l’ho fatto, così mi ha mandato dal preside. La mamma dice: "Questa volta firmo la nota. Ma se ne porti ancora una a casa, ti tolgo il cellulare. Hai capito?" "Sì, ho capito", risponde. Poi va da sua mamma, l’abbraccia e dice: "Mi dispiace veramente."

 

 

Il disobbediente Michael

 

Oulunsalo Kirkonkylä School , classe 6B

C’era la lezione di matematica. Michael non voleva assolutamente fare matematica. In quel momento odiava la matematica. Cominciò a disegnare sul suo banco. L’insegnante si accorse di quello che stava facendo e gli chiese di cancellare i disegni. Michael obbedì. Mentre l’insegnante lavorava con la classe, Michael cominciò di nuovo a disegnare.

L’insegnante andò dietro a Michael e chiese: "Che cosa stai facendo?" Michael coprì i disegni con il quaderno e disse, mentendo, che stava facendo i suoi compiti di matematica. L’insegnante si accorse che stava mentendo; così sollevò il quaderno e chiese: "Cosa sono quelli?"...

 

ICSMEM Cannobio e Valle Cannobina, laboratorio Comenius

In modo prepotente rispose "Sono dei disegni di alcuni personaggi che ho inventato". L’insegnante, arrabbiatissima, scrisse una nota sul diario a Michael. Michael strappò la pagina, la appallottolò e la lanciò nel cestino. L’insegnante si arrabbiò così tanto che lo mandò dal preside, dopo aver scritto una nuova nota.

Il preside gli disse di aspettare perché era impegnato per le classi. Michael nel frattempo prese i fogli sui quali aveva fatto i disegni, li appallottolò e aspettò il preside. Appena entrò, Michael, pentito raccontò tutto e mostrò i fogli che aveva appallottolato. Il preside chiese il motivo della sua reazione e lui disse che purtroppo sua nonna era stata portata all’ospedale perché si era sentita male. Parlarono a lungo di quello che era successo e il preside gli disse che quando era triste non doveva più arrabbiarsi ma era meglio se parlava dei suoi problemi con gli altri. Tornò in classe, chiese scusa all’insegnante e gli spiegò il perché del suo comportamento. Alla fine dell’ora tornò a casa. L’insegnante lo fermò gli tolse la nota e lo lasciò andare. La cosa si risolse, lui tornò a casa senza la nota e la nonna venne dimessa dall’ospedale.

 

 

Durante l’intervallo

 

Oulunsalo Kirkonkylä School , classe 3B

Alcuni ragazzi della terza corsero dall’insegnante per dirgli chwe dei compagni avevano gettato delle pigne a Keijo e che poi Keijo si era anche strappato la giacca. All’inizio dell’ora successiva, l’insegnante chiese a quei ragazzi, Tomi e Harri, di parlarle dell’incidente. Keijo raccontò che Tomi e Harri gli avevano gettato delle pigne. Ma i tragazzi di quinta dissero che anche Keijo aveva tirato delle pigne a loro.

L’insegnante chiese se fosse vero e Keijo assentì. Poi l’insegnante gli chiese della giacca: "Che cosa ha causato lo strappo? E’ stato fatto dai ragazzi di quinta o è stato un incidente?" Keijo disse che lo strappo si era fatto, mentre stava correndo via. Ed era accaduto sul campo da calcio. L’insegnante decise di rivolgergli domande più precise, così chiese se potevano raccontarle dove era veramente accaduto. Keijo rispose che era accaduto davanti alla porta, perché c’era un chiodo sul palo e la giacca si era strappata impigliandosi nel chiodo.

Ora Keijo si chiedeva come dire a sua mamma della giacca strappata e dellintero incidente…

 

ICSMEM Cannobio e Valle Cannobina, pluriclasse di Gurro

Dapprima abbiamo pensato di suggerire a Keijo di dire alla mamma che la giacca si era rotta durante una partita di calcio con i suoi amici, ma non eravamo sicure di questo.

Infatti, pensiamo che é sempre meglio dire la verità, specialmente alla propria madre, che lo capirà e che se anche lo sgriderà, alla fine lo perdonerà.

 

 

I banchi nuovi

 

Bolyai János Primary School, Érd, classe 3°

La classe ha avuto dei nuovi banchi, ma essi sono di misure diverse. Così, i posti devono essere occupati dai ragazzi in base alla loro altezza. A è alto, B è piccolo, ma essi sono vecchi amici e vogliono stare vicini. Se B si siede vicino ad A, B non riesce a vedere la lavagna. Se A si siede vicino a B, nella fila di fianco, gli altri dietro non riescono a vedere e il banco è troppo basso per lui. Questa è la sola ragione che rende difficile stare seduti vicino…

 

Flakkebjerg School, classe 3°

La soluzione è buona se:

Possono sedere vicini

Possono lavorare insieme

Possono sedere in modo confortevole

Noi suggeriamo che i due ragazzi abbiano un banco grande abbastanza per A e le sedie siano di altezza diversa. B avrà una sedia con un poggiapiedi.

Bisogna tener conto che:

La sedia di B deve essere sicura e solida

Si può usare un cuscino se la sedia non può essere della giusta altezza

Non si possono tenere gli zaini sullo schienale della sedia

Si deve fare attenzione ai bordi appuntiti

 

 

In biblioteca

 

Bolyai János Primary School, Érd, classi 6° e 7°

Molti ragazzi si recano nella biblioteca scolastica. Alcuni di loro provengono dalle classi dei più piccoli, altri da quelle dei più grandi. Tutti vogliono passare il tempo in modo piacevole. Alcuni cominciano a studiare, mentre altri ridono o chiacchierano. Si disturbano l’uno con l’altro. Dopo cominciano a discutere. Quelli che vogliono studiare, dicono "Silenzio, vogliamo studiare" e gli altri non badano loro. Alla fine, c’è una grossa disputa che arriva al litigio…

 

 Flakkebjerg School, classe 5°

1)Si possono stabilire regole su come comportarsi in biblioteca.

2)Se non c’è un insegnante presente, se ne può trovare uno.

3)Si possono dividere i due gruppi, in modo che chi vuole studiare possa stare in pace.

4)Se accade durante l’intervallo, si può organizzare un luogo dove sia permesso divertirsi.

 

 

Il compagno di banco

 

ICSMEM Cannobio e Valle Cannobina, classe 4C della scuola elementare

E’ stato cambiato il posto ai ragazzi (come facciamo ogni mese).

Alessia é vicino ad un ragazzo proprio vivace e permaloso.

Alcuni compagni lo provocano ed egli diventa furibondo con I compagni che gli sono vicino: insulta Alessia e la minaccia senza tener conto della maestra.

Alessia soffre e non vuole più andare a scuola…

 

Bolyai János Primary School, Érd

 

1)Alessia chiede all’insegnante di discutere la soluzione con la classe. Se non si può cambiare il posto, non dovrà rattristarsi, perché comunque si cambia ogni mese.

 

2)Chiede ai genitori di parlare all’insegnante e al ragazzo. Se lui non modifica il suo comportamento, chiederà all’insegnante di mettere il ragazzo vicino a qualcun’altro o andrà in un’altra scuola.

 

3)L’insegnante si rende conto della situazione e ne discute con la classe. I ragazzi smettono di provocare il compagno, che si calma e fa amicizia con Alessia. Ora é felice che ci sia una compagna sempre pronta ad aiutarlo.

 

 

La merenda

 

ICSMEM Cannobio e Valle Cannobina, classe 2C della scuola media

Ogni giorno, durante l’intervallo, una signora ci porta la merenda. Ogni giorno, tutti i ragazzi corrono per comprarla.

Patrick, che é molto piccolo, rimane spesso senza merenda, perché viene spinto e cacciato dai ragazzi più grandi, così non può mangiare niente.

Egli corre via piangendo e si lamenta di ciò con l’insegnante…

 

Bolyai János Primary School, Érd

Dopo aver ben meditato, si decide che i ragazzi staranno su due file, I più piccoli sulla destra, i più alti sulla sinistra. La signora servirà i ragazzi a turno: una a sinistra e uno a destra. Così ognuno potrà avere il suo spuntino.

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