RENATO MILLERI ( REMIL)

 

"l’intima compenetrazione del linguaggio e l’interpretare"

 

    Remil chiama i suoi versi “Prosa poetica” non si sa perché dà questa posizione alla sua arte; a mio avviso essa è un incontro (essendo anche un fotografo considerevole) tra le due forme in cui l’arte parla in nome della scienza e, il Nostro mette, l'artista della parola (LUI) di fronte alle esigenze dell'interpretare. Si scompone neanche perché non intende rivaleggiare per l'eleganza della fotografia e dello stile poetico con gli altri che si distinguono nell'arte della parola.

     Vorrei soltanto attraverso le sue poesie valermi della mia capacità di interpretare, raccontare la sua arte, che consiste nel mostrare nell'ambito del pensiero ciò che è.

     Far capire ciò che è significa scorgere col pensiero quel che tutti possiamo intendere.                                                         

II problema sarà spiegare cosa è il poetare e che cosa l’interpretare, che entrambi si fondono nell'elemento del linguaggio. La differenza fra il poetare e l’interpretare è stata espressa nel modo più efficace da Paul Valéry, il quale afferma che: “la parola del discorso quotidiano, e così pure quella del discorso scientifico e filosofico, indica qualcosa scomparendo come alcunché di transitorio dietro a ciò che mostra. La parola poetica, invece, giunge ad evidenziarsi essa stessa, restando per così dire in primo piano. L'una è come la moneta spicciola, che circola qui e là in cambio di qualcos'altro: l'altra, la parola poetica, è come l'oro autentico”.

Gadamer (L’Attualità del bello) afferma: “La riflessione deve muovere dalla consapevolezza che, nonostante l'evidenza di questa constatazione, esiste tuttavia una serie di passaggi che vengono ad interporsi tra la parola poetica e creatrice e la semplice parola significante. Proprio il nostro secolo è divenuto particolarmente familiare con l'intima compenetrazione di questi due modi del parlare”.

Gadamer parte dagli estremi: Da una parte sta la poesia lirica (a cui senza dubbio avrà pensato anche Paul Valéry), dall’altra il linguaggio poetico, che nella nostra epoca è un fenomeno sorprendente perché “la parola della scienza si insinua come elemento scientifico nella poesia”.

Asserisce Gadamer (op. cit.) Parlando del linguaggio narratico del romanzo: “la riflessione, la parola che riflette sulle cose e sugli eventi, ha da sempre diritto di cittadinanza, e non solo come discorso pronunciato dai personaggi, ma come intervento del narratore stesso, chiunque egli sia”.

Se la parola, quel linguaggio musicale perché poetico, si riflette sull’operato di Remil, sarà possibile comprendere da cosa questo dipende.

La vita nasce dal mare.

Il mare ha l'azzurro del cielo.

Il cielo si fonde nel mare.

La vita si spiega nel cielo.  

    Oppure il suo contrario  

IL PANNO VERDE

 

C'e' un sentimento

steso

su di un panno verde

spiegato sul tavolo

d'una cucina.

Lui non conosce stagioni

Nel primo caso non c'è nulla da interpretare e su cui non vi è nulla da cavillare, perché nella sua univocità, richiede soltanto obbedienza, oppure l'asserzione dal senso chiaramente stabilito. Richiede di essere interpretato, invece, “Il panno verde” il cui senso non sia stato chiaramente fissato, e quindi rimanendo ambiguo richiede di essere interpretato solo quel che è suscettibile di molteplici interpretazioni, solo ciò che è ambiguo.

Qualcuno si chiederà se sia in genere possibile interpretare quel che è ambiguo, oppure renderlo manifesto nella sua ambiguità. E’ proprio con quest’analisi che ci avviciniamo al Nostro, che è pago della sua ambiguità giacché, tra il rapporto tra interpretare e creare, trova la particolare connessione tra fotografare e poetare.

L'arte necessariamente richiede l’interpretazione poiché è caratterizzata da un’ambiguità inesauribile e niente potrà tradurla in conoscenza concettuale. Questo vale soprattutto per l'opera poetica, pur lasciando aperta la discussione di come si presenti all’interno della discussione stessa, di come si presenti la tensione tra immagine e concetto nel rapporto particolare tra poetare ed interpretare.

Gli elementi che dall’arte di Remil si sviluppano e prendono forma nella poesia sono puri segni, che soltanto in virtù del loro significato possono diventare elementi della creazione poetica; e la fotografia non si distacca dalla medesima creazione. Questo vuol affermare che entrambe hanno il loro autentico modo di essere.

Eterna Giulietta

dammi un secondo di te.

E' così difficile sentirsi amati

nelle luci delle metropoli.

La parola attraverso cui egli si esprime, e secondo cui egli crea, non si lascia mai svincolare del tutto dal suo significato. Questo non vuol dire che l'opera d'arte linguistica si riduca al semplice intendere, piuttosto ci accorgiamo che implica ogni volta la propria identità tra significato ed essere, così “come il sacramento è insieme essere e significato”.

      La forma della bellezza

ha colori indefinibili.

Arpeggi dell'anima

che solo tu conosci.

Come si nota ogni discorso significante rinvia le parole a non essere complessi di suoni, ma gesti significativi che vanno al di là dei cenni verso altro e da sé. La forma sonora della poesia acquisisce i suoi contorni soltanto quando se ne sia compreso il significato, per averlo dolorosamente acquisito con tutta la tensione che caratterizza un grande compito, perché la poesia, sempre, è vincolata alla sua lingua e che la sua traduzione rappresenta un’impossibilità insieme formidabile e penosa.

Nella lirica che segue l'unità di suono e significato, che si verifica in ogni parola, trova nel discorso poetico la sua più autentica attuazione.

 

LA SPINA NEL FIANCO

 

Mi son punto

prendendo una rosa.

Gocce di sangue

coprivano tasti

d'una vecchia Olivetti

dal cuore spento

non più palpitante

per nulla e nessuno.

Fogli di carta,

hamburgers.

La perfezione della bellezza

nel mio long playing

di sinfonie.

Un lampo di Mozart e un sorriso di Rossini.

Un palpito di Verdi e un impeto di Wagner.

Così

fuso in un mondo morente

ho preso la spina dal dito

e l'ho infilata nel mio fianco

per essere come te

per un solo instante

bella e perfetta rosa

che lungo il tuo stelo

fai conoscere il prezzo

della bellezza.

Per la sua linguisticità, questa poesia è un'opera d'arte poetica che ha in sé, a paragone di tutte le altre forme d'arte, e della fotografia in particolare, un’indeterminatezza specifica e palese. L'unità formale cui appartiene, come opera d'arte poetica, è inconfutabilmente presenza percettibile e non un semplice intendere.

Per il discorso fin qui fatto Remil fonda il primato della poesia sulle fotografie e le altre arti, in virtù del quale “è lei che fin dai tempi più remoti fissa il compito proprio della stessa arte figurativa”.

La poesia evoca coi suoi mezzi linguistici visione, presenza, esistenza: in ogni singolo che percepisca la parola poetica. In questo modo la poesia richiama l'artista figurativo al suo compito, e prende le veci di tutti poiché è essa invenzione d’immagini, che conseguono validità vincolante.

In questo senso ogni poesia, giacché creatrici d’immagini convalida la sua priorità soltanto nell'esser detta. Per questo è un elemento cui appartiene tanto il poetare quanto l'interpretare; anzi, è un elemento che implica in ogni poetare già sempre un interpretare.

 

Reno Bromuro

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