Di Francesco Massinelli
Sapeva di spunto quell’uva spremuta. E non conobbe la presa di spuma. Bevuta. Una bella spanna tannica, non ci accomuna. Mi ci rifaccio la bocca. Degusto. Lente, piccole bollicine. Olfazioni d’anidride carbonica. Vicine. E un sapore astringente. Allappante. Fruttato alla grande. In contrasto con l’odore della feccia dato, dall’acido solfidrico e dall’idrogeno solforato. Salato, amaro, acido, dolce. Sapori che si combinano al fronte. Al fronte della morte. Col sesso degradato a istinto mi vergogno di bere fino a diventar brillo. La sfrontatezza estinguo. Mi chiudo in settori speziati, nel cumulo dei raspi andati. È facile restare amici quanto meno ci si è amati.
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