Di Stefano Merialdi
Si era intorno al 60’
e il mondo era pieno, era saturo di tutto; era stanco d’ogni cosa, della
guerra in Vietnam, del bellicismo e
dei falsi consumismi e delle
religioni ipocrite , materiali e
false; e il mondo stava per esplodere; e voleva nuovi miti, e divinità; e un
nuovo Dio, pagano, ispirato; come Dionisio, alla ricerca di senzazioni, suoni e ritmi, mai uditi prima. Il Mondo stava per cadere,
all’ingiù a testa bassa; verso
la sentina dell’universo. E il 68’ era alle porte, e presto sarebbero
arrivati i figli dei fiori; e i giovani per la pace; contro la violenza
e la schiavitù della massa. E ci fu un uomo, che venne, dal nulla; e
sfidava il serpente, del cerchio navajos; ed aveva visioni di sciamani
e stregoni; quest’uomo, era Jimmy Morrison; the Doors. Jimmy Morrison,
era venuta dal nulla; della sua famiglia poco si sapeva,
e lui stesso, era restio a parlarne; perchè non c’era molto da dire; e
comunque tutto era stato detto, e molti non avrebbero capito, nè sentito. Ben
presto Jimmy, rimase orfano di entrambi; morti in un brutto incidente di
macchina, nel deserto del Nevada. Avevano investito degli indiani; e la figura
dei pellerossa, rimasero scolpite, nella mente di Morrison. Rimasto solo, Jimmy,
imparò quanto potè, in base ai suoi mezzi scarsi; forse qualche parente si
occupò un po' di lui; ma per poco, comunque. Per il resto Morrison, fu solo
e con lui, c’era solo la strada. On the road. Girovagò in lungo e in
largo; poi pensò d’iscriversi, ad un corso di regia; presentò vari provini,
con filmini girati da lui; in uno stile pazzesco
e Pop, alla Goddard. I maestri non li accolsero bene, o ne furono
allarmati; comunque Jimmy, conobbe alcuni amici, che lo avrebbero seguito in
futuro. Ragazzi, un pazzi , un po' artisti come lui. Dalla scuola, comunque,
sloggiò in qualsiasi caso, non gliene importava molto. Col cinema, aveva
chiuso. Ora, passava le giornate a scrivere, poesie; canzoni. Un giorno un
amico, ne ascoltò una , in spiaggia; eseguita da Morrison, con uno stile
particolarissimo; era suggestiva e
suadente. Lì per lì; con l’amico, Morrison pensò di mettere su un
complesino Rock; e mettere in musica, i suoi versi. Il gruppo, lo avrebbe
chiamato The Doors; le porte. Le porte erano quelle della mente, che andavano
purificate, lavate; e l’uomo con la mente libera; avrebbe visto se steso,
capito tutto; raggiunto, un identità. I Doors, cominciarono a riunirsi in una
casa d’un amica comune; qui facevano musica, componevano; scrivevano insieme.
Insieme a Morrison, c’era il suo amico batterista, un chitarrista e un altro
musicista in erba; erano tutti giovanissimi. Ma Morrison, sapeva quel che
voleva; e comunque aveva qualcosa di magico, di strano. Morrison , pensò di
buttare tutte le sue poesie e idee nelle canzoni, e insieme agli altri, le
trasformò in pezzi. Le musiche erano buone; ma era sopratutto la sua immagine
nella scena, il suo modo di gestire; il suo aspetto assorto
econcentrato, che esercitavano un magnetismo animale sul pubblico. Quando
si esibiva, di solito chiudeva gli occhi, roteava le braccia; cadeva
a terra, saltava e
piroettava; eppoi giocava col microfono, o beveva un cicchetto. Morrison era un
appassionato, di civiltà dei nativi d’America; ed era convinto di essere
protetto, dallo spirito sciamanico, d’uno stregone; che vedeva solo lui.
Quando poteva trascinava gli altri nel deserto; e qui faceva delle sedute
medianiche, cercando di contattare gli spiriti; di solito non ci riusciva; in
compenso, li vedeva solo lui. Continuava a parlare spesso, dei riti indiani, in
cui lo sciamano, mangiava il peyote, una specie di radice allucinogena; che gli
permetteva di vedere indietro nel tempo e di scavare, sino a capire il perchè
dei malanni. Morrison, si sentiva più uno stregone che un cantante; e cercava
di aprire anche lui la sua mente, ingurgitando porcherie psicogene; dapprima
anfetamine, poi cocaina ed infine,
droghe di brutto. Personalmente, era una persona calma, ponderata
e non aveva bisogno di stimoli artificiali; per lui era un esperienza,
come nei libri di Keruach; con i figli dei fiori,
e i giovani assetati di senzazioni forti. Tornato dal deserto, come
Giovanni il Battista; Morrison cominciò a far andare la macchina, per far
soldi. Il gruppo prese ad esibirsi, in vari localetti alla moda. Quasi sempre,
il suo apparire, provocava tumulti, tafferugli
e risse, tra sbirri e il pubblico. Per di più Morrison, se ne
infischiava di divieti e dei titolari dei locali; e ne combinava sempre
qualcuna. SI divertiva a provocare; anche in modo scandaloso. E il pubblico
tripudiava. Era una forza; una specia di dio pagano
e dionisico; nelle sue canzoni sincopate, c’era un po' di tutto; dalla
denuncia sociale, poesie , tratti polemici; anche riferimenti storici. La sua
fama trasgressiva cresceva, mentre da vari locali venivano buttati fuori. Ma
Morrison, sentiva che quella era la sua strada; ottenne di apparire in locali
sempre più grandi e importanti.
Nel tempo libero, era un vagabondo notturno, e passava tra un eccesso e
l’altro; tra sbronze, bevute e con gente eccentrica
e stramba. Ma era sempre Morrison; il re del Rock, vero selvaggio e
pagano. Contendendo la corona, all’impomatato
e rigoroso Elvis, completamente schiavo del sistema. Un po' per caso,
accettò di farsi fare un servizio fotografico; forse perchè la fotografa, gli
faceva anche altri servizietti, di altro genere. Da cui restano, le sue foto
famose. Il successo cresceva; Morrison era rimasto legato alla sua vecchia
ragazza; ma cominciò anche a fare il ganimede. I guai aumentavano. I suoi
atteggimenti sul palco, erano sempre più sfrenati e spontanei; e durante i
recital, succedeva di tutto. Il suo pubblico , erano gli hippy, ma non solo; e
di solito spesso, seguendo le sue canzoni, le ragazze facevano strip tis
improvvisati. La polizia si incacchiava; e succedeva il finimondo. Con risse,
sirene e tutti in gabbia. La sua vita privata, divenne sempre più sfrenata
e caotica; libera da ogni vincolo, e
condizionamento esterno. Lasciò la sua girls, del cuore,
e per un po' frequentò, una mora indiavolata; dedita a studi esoterici e
occulti; con pazze filosofie zen , nella testa. Morrison, ch’era sempre
attratto, dall’esoterico e dal
filosofico; ne fu attratto e compiaciuto. La sua esistenza, si faceva sempre più
randagia e sfrenata; spendeva
grosse somme; dava spettacoli stimolanti e dirompenti, in cui accadeva di tutto,
e tutto era possibile. Voleva amore; e che la gente, si liberasse dai tabù,
dalle trappole sociali; dai condizionamenti. Sul palco, cantava pezzi, ma
talvolta li arrangiava e ritoccava,
di proprio arbitrio. Non seguiva uno schema, e se ne fregava dei programmi
e delle scalette. Ogni suo spettacolo, era una battaglia con i
piedipiatti; con cui non andava, mai d’accordo; li sfotteva, li sorprendeva,
li spaventava. Questi , davano spintoni, arrestavano; e invieivano scoraggiati.
Dopo un pò, tornò , con la vecchia ragazza, che non aveva mai dimenticato. Era
l’unica che riusciva a capirlo; e a donargli un po' di ristori, di pace. Con
il gruppo, a volte le cose , si facevano tese; e Morrison, spesso,
s’infischiava, di impegni e turneè.
Diceva di tutto; e non era un pudico, come i Beatles. Ben presto, il gruppo,
cominciò , ad andarsene in malora; saltavano le scritture, e i Doors,
clamorosamente, non vennero invitati a Woodstock; la grande karmesse di musica
Pop, spontanea; che durò, vari giorni. Ma da cui i Doors, vennero tenuti,
scandalosamente interdetti. Ma Morrison s’infischiava, di piani
e progetti sistematici; lui cavalcava il serpente, dello sciamano; aveva
il potere. E questo era quanto basta. Le apparizioni cominciarono a scemare;
sopratutto i quattrini. Ma ogni volta che Morrison , calcava un palco, era un
pandemonio e un gotha, di giubilo
e casino. I fans , impazzivano. Man mano che il consenso intorno
a lui e il successo saliva
in ebollizione; anche la vita di Morrison all’interno del gruppo
e fuori, diventava sempre più caotica, ed imprevedibile. I suoi show sul
podio, si facevano via, via, in misura sempre più sfrenata e sregolata, senza più seguire alcun schema preciso, o un
programma stabilito; Jimmy, smaniava in pubblico, si contorceva , rotolava sul
pavimento, staccava il microfono, e ci giocherellava come una fionda,
mulinandolo sopra la testa, e agitandolo a mezz’aria come un bolas; scherzando
col pubblico, e menando mazzate in
testa agli sbirri. Ogni suo gesto, veniva marcato a vista, censurato, bloccato e nascosto al pubblico con mezzi
di fortuna degli agenti, che facevano da separè, con i loro corpi. I
benpensanti, levano gli scudi contro di lui, i critici facevano ostruzionismo; e
i bacchettoni e benpensanti,
tuonavano allo scandalo, e aprivano la caccia alle streghe, contro di lui,
e i suoi adepti e supporters. Ma Morrison, ormai consacrato popStar del Rock
e con ragione, dato il suo talento, oltre che per al sua personalità scatenata;
era ormai al di sopra di tutto, e nulla lo toccava; per quanto gliene importava,
avrebbe potuto sfilare nudo, in faccia al presidente ammiccando e sventolando un
palyboy, per quanto gliene importava. Il suo successo, era totale, assoluto e
consacrato, da nugoli di beat e hippy, che lo seguivano dappertutto; lo
imitavano, lo provocavano, lo incitavano a dare di più, o rompere tutti i
lacci; tutti i tabù. Spesso a Morrison, piaceva stuzzicare i giovani, gridando
ch’erano schiavi; dovevano darsi da fare, senza leggi, ne menate varie. AL
diavolo le regole; c’era il Rock, lui e
la gente. E bisognava tornare ad una libertà primigenia
e primitiva, arcaica ed assoluta; di
tempi immemorabili. RItrovare l’eden; o cavalcare il serpente. Che nella
mitologia indiana, voleva dire; aprire le porte della mente, raggiungere se
stessi, trovare qualcosa, un identità; una libertà assoluta. Morrison pensava,
si muoveva, viveva in modo sfrenato, accellerando
a manetta, e infischiandosene di tutto. Pensava a 360 gradi; voleva
fondare una religione, fare cose sfrenate; avere voglia di fare, cose folli, e
cose del genere. I suoi compagni, stavano a sentire, ammiccando, ridendo e dandogli pacche sulla schiena; avevano imparato che ormai,
era inutile cercare di cambiarlo e
porgli dei freni; Jmmy Morrison, era una specie di Dio pagano panico e dionisico;
un nuovo Bacco e i suoi fans, erano
le nuove baccanti. Con il suo flauto, incantava gli astanti,
e li portava nel suo mondo di ideali
e libertà sregolate e senza remore. I giovani capivano la sua
ribellione; ed erano con lui. Contro la censura, il qualunquismo
e alla grettezza dell’ordine costituito. Aveva trovato una nuova
amante; una tipa , patita di magia e
misticismo; e da cui, si ritrovò con un figlio, non previsto. Morrison cercò
di opporsi, ma l’amica fece di testa sua; comunque, il figlio illegittimo, non
lo vide più. Mentre si concentrava sulla musica, improvvisamente gli venne una
voglia impulsiva e sfrenata, di
rivedere al sua vecchia ragazza; corse a
casa sua, e decisero di rimanere insieme; nella sorte, buona o cattiva. Scovò
un appartamento, e lo divisero in comune. Intanto, i concerti , non andavano
troppo bene. A causa degli eccessi scandalosi in pubblico, molti recital e serate , erano saltate. E alcune radio rockettare;
cominciarono ad accantonare e snobbare i Dooors; in quanto troppo scomodi
e imprevedibili. Morrison, cominciava a scottare, e ad esercitare un
panico sinistro, su produttori e procuratori di spettacoli. Ma il suo pubblico
era con lui; il re del Rock. Lui e
solo lui; e al diavolo i Beatles. Con le loro cravattine e basettine , lustre e
imburrate. Morrison continuava la sua corsa folle, senza freni, se non quelli
del suo arbitrio; ormai veleggiava sulla trentina, e non era più tanto agile e
prestante , come prima. Beveva molto, ed era un rito e un clichè, vederlo con
la sua inseparabile bottiglia di burbon. Consumava anche altre sostanze, che
corrodevano la sua salute. Improvvisamente, capì che era finita. Così come
aveva abbandonato il cinema; allo stesso modo disse basta, con la musica. I suoi
amici lo scongiurarono, ma niente. S’era messo in testa, di ritirarsi a
Parigi; voleva pensare, scrivere un libro; fregarsene. Diede l’addio agli
amici e partì. Come aveva
annunciato, saltò sull’aereo per Parigi, portando la sua ragazza di sempre,
dei tempi degli inizi. Con lei, mise su casa
e si installò in un quartiere pittoresco della capitale; da dove
respirava melodie e motivi del continente, facendosi un idea della musica
europea, e in particolare quella britannica. La sua fama di ribelle e cantautore
pop Rock, lo precedeva e lo
seguiva; i giovani lo osannavano e
volevano imitarlo. Negli ultimi anni, s’era molto trascurato, ed aveva messo
su , un po' di pancetta. I capelli lunghi incorniciavano sempre il suo collo, a
cui aveva aggiunto, anche un barbone da predicatore mormone , o da santone
hippy. Era l’incarnazione paganeggiante, dello spirito hippy dei fiori; e il
suo discorso di pace e di amore, era rivolto al mondo intero. Ma le scene , si
erano chiuse per lui. Non
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