AUTUNNO A VIENNA
Di Marina Torossi Tevini
Foglie gialle nei parchi. Macchie di contrasto sui monumenti bianchi. E’ la stagione più bella per vedere Vienna.
Un veloce metro ci porta in centro. Due fermate e scendiamo.
Che Vienna? Mentre l’automobile, attraversando velocemente l’Austria orientale, ci portava da Graz a Vienna e correva nella nebbia, leggevo la recensione a un libro di Max Phillips: “La moglie dell’artista”. Pensavo…Vienna belle epoque. Vienna Biedermeier. La Vienna di Alma Mahler, che amò Klimt, sposò un famoso compositore di lieder, fu l’amante di Kokoscha (che quando lei lo lasciò costruì una bambola a grandezza naturale con i lineamenti di Alma), sposò l’architetto Gropius, e infine amò il poeta Wefel. (Oh perbacco!)
La figura di Alma Mahler che campeggia nella Vienna del primo Novecento mi apre un percorso mentale. Tralasceremo la Vienna imperiale, che peraltro campeggia sulla nostre testa con le enormi costruzioni della Hofburg, con le numerosissime fontane e con gli edifici pieni zeppi di statue, non andremo a Schonbrunn (ci siamo già stati altre volte) ci impediremo di attardarci troppo in ammirazione dei segni del potere.
Ci lasceremo invece un po’ penzolare attorno all’Albertina e, dopo aver rasentato la Capuziner kirche, ci dirigeremo verso Stephansdom e l’annessa Stephans Platz a guardare l’edificio di cristallo che riflette i pinnacoli del duomo. Poi percorreremo la Karnterstrasse…
La sera ci sorprende presto… Si accendono luci e fanali. Gli edifici si illuminano. Ci scaldiamo le dita con le caldarroste. Parliamo. Mangiamo cucina viennese, non tanto dissimile da quella triestina… Io gioco in casa tra strudel di spinaci e ricotta, crauti e porcellini vari.
Carrozze con cavalli lipizzani. Bianchi… Si potrebbe percorrere Vienna girando con una carrozza… Mi piacerebbe… (non saliamo su nessuna carrozza).
Dalla finestra del nostro albergo la vista su Vienna illuminata è splendida. E’ un peccato dormire. Dormiamo.
Di mattina nell’aria frizzante - e fortunatamente senza pioggia - andiamo a musei. Il Kunsthistorische Museum “non si può saltare”. Ma voliamo velocissimi da una stanza all’altra, muniti di un delizioso apparecchio sulle orecchie che racconta solo quello che vogliamo ed è molto meglio di una guida.
Poi… alla ricerca di Klimt e del suo Bacio. Nell’Historisches Museum der Stadt Wien hanno provvisoriamente chiuso il secondo piano, quindi ci dobbiamo accontentare di un po’ di plastici e planimetrie di Vienna (niente Bacio!) Ma al Belvedere - dove hanno spostato le collezioni del museo in restauro - troviamo una mostra molto bella con Bacio, Giuditta e un infinità di paesaggi di Klimt.
Ci concediamo un po’ di Vienna “ultimi anni” con i gasometri (bel riutilizzo di un residuo industriale trasformato in un godibilissimo centro commerciale).
I tram rossi ci portano lungo il Ring (perché a Trieste hanno tolto i tram?)
Incredibile come sia facile e veloce spostarsi senza automobile a Vienna! Incomincio quasi ad amare le metropoli (se si sanno gestire non sono male…) E i viennesi, quanto a saper vivere, mi sembra che possano insegnare…Tutto è comodo, e trovi sempre quello che cerchi. Non c’è neanche il tempo di desiderare (ad esempio… una sachertorte!)
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