RATIO
Di Margherita Daraio
T-r-a-t-t-a-t-o
(breve compendio sul piccione)
Ora.
Analizzando
il delirio mentale di chi si accinge, con vivo interesse, a enarrare per mezzo
di un trattato informatico, le relazioni, gli stili di vita o la magica
sensazione di chi si ritrova a sguazzare felicemente in un ammasso di guano di
piccione, riesco a trarre fuori solo un'inutilità di fondo che, a mio parere,
gioverebbe anche a un malato terminale all'ultimo stadio.
(sempre
secondo la mia solita teoria secondo la quale le cazzate inutili di gruppi come
Elio o i Gem sono tra le cose che ti rendono veramente felice)
Immagino
che ti aspetterai una sorta di lista della spesa, per mezzo della quale potrei
elencarti la serie infinita di caratteristiche proprie di questi candidi e bigi
animali, ma sinceramente la voglia, il tempo e la consapevolezza che in questo
creato infame si può fare di meglio, mi spingono a relazionarti un evento che
ha cambiato la mia vita in meglio.
Passeggiavo
tra le silenziose strade di un minuscolo centro abitato, gravido di pregiudizi,
privo di abitanti non mediati da una certa abitudinarietà costante, quando
suddenly posai le mie galosce, nonchè ciabatte da allegro pomeriggio estivo
dall'esaltante vitalità, sotto un immenso albero posto con precisione
matematica al centro di una lussureggiante piazza paesana.
Questo
casuale gesto fu ripetuto per i successivi sei giorni e, con puntualità degna
di orologio svizzero, dopo poco tempo dal momento in cui godevo dell'estasi
dell'ombra ritrovata, alla faccia di quel lancinante spiazzo infuocato
circondante tale albero, i simpatici escrementi di un ancor più gradevole dono
della natura animale contribuivano a infettarmi il frutto di una rapida
corneificazione. (n.d.r. la pelle)
E
il settimo giorno si riposò, penserai te.
Successe
così infatti, purtroppo non pensavo di essere stata scambiata, oltre che per un
cesso, anche per un letto di morte.
Non
curante di ciò che mi aveva rallegrato i giorni precedenti, la settima sera
un'inconsapevole creatura di sesso maschile si degnò di accompagnarmi a un
concerto dalle rigeneranti e terapeutiche proprietà.
Le
launeddas sarde quella sera sfoderarono le loro armi migliori, in effetti.
Probabilmente
si nutrirono a sorci e carogne di dinghi per giorni prima di renderci partecipe
di quella lamentosa e rinvigorente performance.
E
come dice il proverbio di tuo zio Rufus, 'le sfighe non arrivano mai da sole'.
Il
mio fisico da centometrista trovò refrigerio e meritato riposo sotto la
fantomatica sequoia dopo otto nanosecondi di romantico vagare per quei luoghi 'sì
spassosi e ricchi di sorridenti ometti stroncati dalla demenza senile.
Passai
in rassegna ogni singolo passo della mia esistenza in quegli attimi, vidi ogni
singolo tassello di diciassette anni passati a ignorare chi merita e a lodare
gli stronzi, vidi anche la madonna, ma mentre tentavo di contare quante pieghe
avesse la sua bianca mantella regalatale da San Girolamo durante un festino gay
tra cariche celesti, atterrarono precisamente tra la mia cavità orale e quella
auricolare destra, le graziose spoglie esanimi di colui che, i giorni precedenti
mi aveva fatto assaporare il furore di sciacquarmi i pantaloni per ore, senza
ottenere alcun risultato.
Tanta
lodevole idolatrazione nei confronti delle creaturine dal languido sguardo che
popolano il corpo inerme e statuario di Guido e le sue note musicali, credo sia
dovuta anche a questo.
RATIO . Breve compendio sulla
ragione umana. (E non solo)
E fin dai tempi andati
l’umana ragione è sempre stata un piccolo puntino nell’universo, verso il
quale soltanto poche stolte anime tendevano.
‘In
effetti’ , ecco che arriva il parere dell’altro nostro personaggio, il
Classic Medium Christian
‘Chi
me lo fa fare di rincorrere qualcosa di reale, ma impossibile da carpire per
l’individuo medio, per le poche decine di anni che passerò in quest’umana
forma, statami concesse per pura fortuna, (perché poi, ovviamente, potevo
nascere trota, tavolo e perfino Annuario di ricette di Suor Germana)?’
Si
illumina.’Non è molto più conveniente pensare che dopo ci sia Nostro Signore
Bontà Suprema che giudica opere, sottomissione e timor per lui e soprattutto mi
dà la gloriosissima possibilità di incontrare colui dalle convinzioni ferree,
nonché guardiano del purgante luogo? (n.d.r. Catone)’
Si
avvicina all’amico cristiano dalla fronte bassa e borbotta:
‘Tanto
anche se così non fosse e tutta l’umana massa si disgregasse insieme ai
celeberrimi atomi, non avrei da ammettere a nessuno che ho toppato tutto fin
dall’inizio… ‘
Attenzione,
un raro caso di Cristiano consapevole…
minchia,
ma allora cosa ci fa in questo dannato insieme?
Beh,
il punto è uno.
E
si risolve in pochi termini.
Cosa
porta il Cristiano ad affermare la veridicità delle proprie teorie?
Nulla,
no. Il raziocinio, come dice una buona percentuale di cattolici non va di pari
passo con la ‘fides’. Giustamente, il semplice atto della credenza
presuppone che non siano state esposte all’occhio vigile basi coerentemente
razionali.
E
su questo non si scappa, ‘Credo quia
absurdum est’ fu almeno un’ ammissione di comprensione dell’azione
della logica e della non logica nel mondo reale, da parte del cristiano, nonché
apologista Tertulliano. (a piccoli passettini, forse piano piano arriveremo a
far capire tutto anche a loro)
A
come la vedo io, quel ‘credo’ iniziale accostato ad ‘absurdum est’ è
solo un ‘vieni a me o manna dei popoli, illudi un consapevole che però vuol
pensare di vivere in eterno e fantasticare su ciò che alla fine non può sapere
con certezza’.
E
infatti, e infatti.
Pensate
bene.
Il
dubbio. Che cos’è il dubbio se non l’unico mezzo con il quale puoi
manifestare la tua posizione in una questione, il cui nocciolo ancora non è mai
stato svelato da nessun’anima mortale?
Chi
ti dice che il decantato dio non sia una donna, per esempio?
E
ancora, chi ti dà la sicurezza assoluta che al posto del solito dio dopo la
morte non ci sia un saltimbanco che distribuisce volantini, la cui scritta sul
frontale è ‘sei morto!’ o una
fetta di torta o Berlusconi o te che ti trasformi in dio e giochi a Tressette
con il re degli inferi o una gita guidata nell’universo o addirittura proprio
un bel niente?
Fatto
sta che non c’è proprio nulla da temere, il vostro soffio vitale è una
piccola porzione di quello che c’è stato e sempre sarà.
Pensate
che dopo la morte sentirete sensazioni diverse da quelle che avete sentito prima
di cominciare a vivere? Credo proprio di no, indi per cui affermo che non c’è
nulla da temere, visto che ci siete già passati.
Nel
periodo Napoleonico o nell’anno 0, voi, dove pensavate di essere?
Ve
lo dico io.
Nella
stessa situazione in cui sarete tra un centinaio d’anni.
Facile.
Retta cronologica
Schema
pratico.
Vita di un uomo
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