Di Francesco Massinelli
Era l’ora della porca paletta. Gli ellenisti si stringevano in cerchio e dicevano “porca paletta!”. L’avevano imparato dai persiani tale modo di stringersi per esser vispi, per far entrare nel loro animo un copioso afflato di stupefacente senso d’appartenenza. Nel loro essere avevano paura di perdere l’essere. Gliene avevano dette a bizzeffe, addirittura i fenici, riguardo a quel che succede se ci si allontana dall’egida degli avi: ricca di zelo, dignità e decoro. Li avevano avvertiti su quel che consta una folgore se non ci si dà al compimento di alcuni decreti della tradizione. Ma a voce, non con l’esempio della vita. L’esempio babilonese, egiziano-siriaco, iranico-persiano, agli occhi degli ellenisti, risultava come una sorta di scompenso psicotico da uso di sostanze, come il summit d’insane futilità nei monolocali del cielo che credevano di possedere. Tutto a scapito del senso di essere esseri veramente seri. Gli ellenisti erano potenziali illusi, futuri delusi, che attaccavano la libido su tutto, che si vedevano giocoforza tra il greco e il romano. Erano così impauriti da praticare quelle attività che più richiedevano coraggio. Accadde un giorno, proprio nell’ora della porca paletta, un fatto. Dal lessema radicale scaturito quasi per sbaglio da una limpida intuizione ascoltata da un minuscolo individuo in un luogo isolato, grazie ai prefissi e ai suffissi, ebbe origine una serie semantica. Una sorta di ripetizione litanica d’una pratica che si inscriveva in una concezione scoperta dell’esser stati d’improvviso sanati. Tra morfemi messi davanti e morfemi messi di dietro, un costrutto semplice, disinvolto, proruppe dalle bocche di quegli ellenisti in verbi estimativi transitivi nella loro forma più attiva. Forma attiva tale da stravolgere l’ora della porca paletta, che subì un innesto. A chi pensò di esserselo immaginato c’era un ellenista pronto a rincuorare e a dar prova del fatto avvenuto. Sette suoni vocalici sembravano non bastare per dire addio a quanto di anodino si trovavano vicino. L’ora della porca paletta era finita in un modo per cui c’era bisogno di un calendario nuovo.
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