AL DISPENSARIO

Di Francesco Massinelli

Mio fratello qualche volta è affascinante perchè deve andare via e non mi dice dove va. Se glielo chiedo lui mi dice "stai zitto". Io lo immagino vicino al giallo del grano mietuto e battuto a giugno, vicino a terre rivoltate da rinsolcare, in un viottolo da non dissodare. Lo immagino in una pianura a guardar nella lontana foschia, in mezzo agli schizzi di uno spumeggiante piovasco che gli arrivano come arruffati dal vento. Una riconoscenza mai supplita, coerente con i meno incruenti moti del mio cuore, nutro per lui. Nonostante i suoi impropèri verso me, che m'han lasciato sempre alla mercé di una strana iniquità che cova nei più insostenibili pretesti d'incolpar XY dei miei mali, discorro volentieri con lui. Mi plasma il suo modo di fare, povero d'arcigna pignoleria e ricco delle royalties di profitti veramente pingui. Mi plasmano i suoi occhi mai assuefatti all'oscurità, che brillano di vitalità anche quando lo sguardo è spento. Non ho mai saputo se definirlo onestamente disonesto o disonestamente onesto ma lui, il mio fratello, è riuscito a tirarmi sempre fuori dai guai.

 

      Francesco Massinelli

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