Volume 2

Bambole e frittate C'ero anch'io Chiodo Chissà, domani Testimone
Colpa Conoscenza  Goccia Il calabrone Il ragno
Madre Merito Mio Nuovo giorno Porto
Realtà Rimpianto Risentimento Scherzo Silenzio
Sta vita Uomo Vale L'infanzia Oggi, s'attende

Bambole e frittate

 

Disegni frittate odorose

con broccoli e spinaci,

metti il gatto di stoffa

a leccare il latte nel piattino,

fai finta d'esser mia moglie

e prepari la cola zione

alle tue bambole in cucina,

poi ad una ad una

le chiami per nome

dicendomi sottovoce

Io sono Linda e tu George,

giochiamo.

 

Cosi apprendo

che le bambole  hanno fatto i compiti

Patty e' la migliore della classe,

Maria va all'asilo

Sara e' pronta

per la lezione di ballo.

Mentre parli, tiri e spingi

con foga ed entusiasmo

ed ogni tua storia

e'  un nuovo fiore

che sfogli  e ritagli

come le tue frittate

di carta colorata.

 

Piu' tardi

aprendo la porta di casa

esclami: vado in ufficio

e stampandomi un bacio sulla guancia

strizzi un'occhio,

poi te ne vai, cosi per finta.

 

Mentre giochiamo

squilla il telefono,

correndo  mi dimentichi,

la vita chiama.

Va bene cosi ,

e' piu' che giusto

son contento.

 

In questo Universo cosi completo

e cosi parco, tanto giusto

quanto ingiusto

vivo quel che ho

con l'amore del semplice,

lascio agli altri il mal di vivere,

la fatua necessita' di Uomini senza principii,

e' troppo breve questo tempo che ci resta

questo mal dell'Uomo domesticato

per viverlo senza esserci.

C'ero anch'io

 

Nelle pagine

della tua innocenza

si svolgevano le storie

dei nostri sorrisi.

Senza affanno di tempo

costruimmo un nido nel futuro

all'ombra dei nostri passati,

raccogliendo quel che venne

con gioia e semplicita'.

Ringraziamo il domani

per quello che verra'

nulla e' certo se non l'amore

nulla resta

se non a dire,

c'ero anch'io e con affetto.

Chiodo

 

Costretto in forme d'oggi

non vere e mie

vagando in gironi danteschi

di sofferenza e perdizione,

Io abiuro!        

La vita di chi sta meglio.

La gente felice

che non aspetta

un giorno diverso.

Un morso di pane

che non abbia

il sapore di questo sale.

La faccia degli angeli

che sorridono

da pulpiti senza passione.

Un giorno nuovo

che ricomincia da ieri.

 

Che volete

da questo povero diavolo

che a meta' sta '

tra vivere e sopravvivere

il senno e la ragione

il dialogo e la noia.

Un chiodo gli si ficca nel cervello

spinge e scava con immensa pressione.

Venite

raccoglietemi questa noia

vendemmiate

la mia sofferenza crocifissa

distillate questo succo.

Venite, venite,

Prendete.

 

Appendo al mio chiodo

quest'abito di solitudine

le chiavi della mia passione

prendeteli,

ma il chiodo no

lasciatelo li

fisso e penetrante

come sempre

e' tutta li la mia ragione,

sorte,

e l'umano dire.

Chissà, domani

 

E' arrivata la mamma

con la borsa della spesa

ed i bambini intorno

con la faccia curiosa

gliela prendono dalle mani,

facendo in coro:

che c'e', che c'e che hai portato?

Ed ognuno scruta ognuno cerca,

e' quasi un gioco.

 

Lei tace, si siede e pensa:

Pino va bene a scuola

Mario ha tanti problemi

Silvia e Gianni: speriamo bene,

poi pensando al marito

ammalato in ospedale

stringe le spalle

e si fa' ancora piu' piccola

guardando il crocifisso.

Sospirando, immagina il futuro

e si chiede: ce la faro?

Domani, chissa' come sara'

Domani.

Testimone

 

A C costante

si propagano fronti d'onda

d'esigua sfera.

 

Ogni tempo

una storia

vaga a disperdere.

 

Occhi non nostri

decifrano,

giudicano.

 

Chissa' di quanto.

 

Congruo esistere

nell'ipotesi finale?

Rinasce ogni senso d'essere?

 

Dio

e' testimone

nel se'.

Colpa

 

Mr. gatto l'orologio, oscilla sornione

col suo sorriso a mezzaluna

e la coda, dritta come un dito

sembra ancora scandire il tempo

con un severo non si fa', non si fa'.

                       

Ma e' di poco conto la storia d'oggi

il gioco nel parco e' mutato d'improvviso,

la povera Christine la tua nemica,

eri gia' stanca

il rimprovero e' volato.

 

Ascolto il tuo respiro mentre riposi,

il tic tac dell'orologio

riempie ogni angolo della stanza buia,

la colpa di ieri

scandisce il tempo senza ferirti,

tu dormi il sonno degli angeli

ed hai ragione.

Conoscenza

 

Sei tu conoscenza

Che vieni col nome di figlia

Sei tu innocenza

Che vieni col candore di lei

Sei tu sorriso

Che sorgi dal suo viso

Sei tu infinito

Che vieni col rispetto di me

Sei tu gioia

Che vieni col sorriso della notte

Sei tu nome

Che vieni nella pienezza del tu

Sei tu angoscia

Che vieni col terrore di perderla

Sei tu Angelo

Che ne rivolti il mondo nel segno dell'Uomo

Sei tu,

Che ne livelli la parola

Ai confini dell’Io

Dove la rinuncia del me

Rivela l’anima mia.

Goccia

 

Dal verde collo

di bottiglia

una goccia

scorre,

lacrima del caso,

parte alla conquista

del fondo.

Inizia

lenta

da lumaca

ne traversa

la perlacea foresta

poi accelera

sprinta

giunge,

infine resta.

 

In ogni cosa c'e'

l'inizio della fine

in ogni cosa c'e'

l'ansia dell'arrivo

in ogni cosa vera

infine vivo.

Il calabrone

 

Soggiace

la mano

al lavorio dell'ago,

un punto ne sposa

un altro la trama rivela,

mentre ne ripassi il filo

al termine dell'intrigo,

poi sorridi.

 

E' il fare

leggiadro tuo

ospite sul tuo volto,

la luce dai tuoi capelli

tremola

alla gentile brezza,

il tuo profilo

ne genera l'orizzonte

dove sorridi e resti.

 

Ospiti la figlia

all'incipiente nono

sei la nutrice

e madre

del regno dell'Uomo.

 

Passo la mano

sul tuo ventre teso

e chiudo gli occhi.

S'appoggia la mente

al calabrone

ronza, passa, riposa

infine mi sto'

son pago anch'io,

resto nell'attesa.

Il ragno

 

Tra scale d'aria

meccanici movimenti

propellano il navigante

da  estremita protese.

 

Rigira e sfida

infine

il cerchio della morte,

indomito.

 

Incauti trasvolanti

soddisfano

bramate voglie.

 

La vita , detta

elementari necessita'

di vita o morte,

la legge

e' parte d'essere.

 

Un'ordine superiore

osserva

e giudica imparando.

Madre

 

Ogni ruga

Del tuo volto

E’ scrittura

D’inappagati desideri

E storie di stanche nenie

Devote

Al Dio che segui,

Che

Sbandierandone la gloria

Ne vivi la solitudine

Come rifugio.

 

Il tuo corpo sfiorito

A sostegno

Di quel che resta

E’ cariatide D’anni,

E

Mai sorridi,

Ne’piu’ la luce

Del divenire

Il volto accende

Come anche facevi

 

Un tempo

Ricordo,

Vestivi

I tuoi occhi

Dello sguardo

Della madre animale

E generosa

Che nulla chiede

E tutto da’,

Oggi anch’esso

E’ disperso

Nel lutto

Dei tuoi giorni

Senza gioia

E perse speranze

 

Lo so’,

Poco ti diedi

Da quando finite

Le fiabe di Pinocchio

Che mi leggevi,

Vissi

In altri piani d’essere

Per te astratti,

Volto solo

A guadagnarmi

La giovane Liberta’

Conquistata,

Mia colpa

 

Distante

Oggi

Dall’Atlantico

La tua voce ascolto

Scandita

A settimane

D’anni,

Fui

Parco d’amore

Ma la nipote

Piu’ bella

Ti diedi,

A cui sorridi

 

Nella vita

Di cui e’ poco sapere

Spesso mi chiedo

Chi prima

Andra'

Dall'altro lato.

Se resto dopo di te',

Allora,

Per chiamarti

Ti chiamero' pioggia

Per non bagnarmi

Ti chiamero' luce

Per non vederti

Ti chiamero' vento

Per non sentirti

Ti chiamero' voce

Per non udirti,

Ti chiamero' morte

Per solo allora

Persa,

Veramente riamarti.

Merito

 

Mi si chiami caso,

il prono allaccidente

che scombussola

la verita' dichiarata,

la scimmia che tempesta

inspirata non dal dubbio

ma dalla fortuna.

Chiamatemi caso

e ditelo anche “scimmia”

non merito banane

anche' non sono

il figlio del Re.

Mio

 

Mi vanto

d'esser mio

e di nessun altro,

fatto  di me

vissuto da me

mai chinato

a bandiera dei potenti.

 

Ebbi quel che ebbi

diedi quel che diedi,

solo fatto di me

a complemento dei miei

e di nessun altro

e cosi sia.

Nuovo giorno

 

Odore di colazione

e rumore di stoviglie

mi portano in cucina.

Una mano indaffarata

dipinge una frittata dorata

con uno spruzzo di kechup.

Le voci argentine delle mie donne

risuonano nella casa,

una tazza di caffe' fumante

riposa nel piattino.

L'odore di un nuovo giorno

bussa alle porte del mattino,

il sapore          

Humm cosi amico!

Porto

 

Nella tua risata

porto amico dell'anima mia

l'istante sublima

il giorno si ritira.

Realtà

 

Ieri

sono rimasto

bloccato

nel traffico

dell' I 95

Isabella,

ed oggi

nel parco,

ripetendo tua madre,

mi hai detto:

ero in ansia per te,

accendi il telefono

quando sei in macchina.

Adesso in cucina

mentre scrivo

mi vieni vicino

svestita,

poi

mi baci sulla guancia

e mettendomi in time out

dici:

non parlare Papa'

e te ne vai

( il bagno

e' gia' pronto).

Hai solo

tre anni e mezzo

Isabella,

ma

ti conosco

gia'

da tanto

tanto tempo.

Rimpianto

 

Il rimpianto e' un demone

che ti prende con cento mani

per toccarti

e cento occhi per scrutarti

e cento voci

per scoprire il tuo silenzio

ed a ccusarti.

Il rimpianto sa correre

con passi veloci come il vento

per ferirti con dita gelide

alle spalle

e mangiare il pane delle tue notti

lasciandoti solo.

Il rimpianto scaturisce

dai margini piu' alti dell'impensabile

per rotolare per le strade infinite

dell'esistenza e ritrovarti,

ha la faccia di un bambino

mai cresciuto

che ti tira e ti spinge

per le strade strette dell'anima

e che sempre e solo chiede di te.

 

Risentimento

 

Essere Atlante

E sorreggere il mondo

Con immane fatica

E ronzio d’orecchi,

Col sangue che pulsa

Con la violenza del fiume

Che rompe e dimena

Dilaga, sommerge e trascina

Milioni di miei gemiti

Al mondo.       

 

Voler mettere

L’Enciclopedia Universale

S'una capocchia di  spillo

Passare vent’anni

Per la cruna d’un ago

Non si puo’.

Strozza la gola

La vita malvissuta

Non c’e’ calma o riposo.

 

E l’animo strugge

E'  abisso vivo

E cosciente.

Scherzo

 

Un dente mi manca

Che lunga storia.

Dal dentista Napoletano

Comincio’

Che tutto trapano’,

Da li’ alla protesi

Poi passo’

E

L’ammazzo’.

Per anni

Poi,

Venti o piu’

Stette li’

Prostetico

Ma bello.

Poi un giorno

Un’osso d’Oliva

Ando’ per mezzo

E

L’incrino’.

Il gancio

Cadde,

Per poco l’ingoiai.

 

Poi venne l’infezione,

Addio gli dissi

Dopo un po’.

 

Ora mi trovo

Al mezzo

Della vicenda

Ma

Mia figlia

Non approva.

Lei pretende

D’esser Cleopatra

Ed Io Antonio,

Quando bacia,

Come bacato frutto

Mi rimira,

Io pretendo d’esser treno

E sbuffi

Dal buco lancio

Poi

Sorrido.

Ma

Lei  non approva.

Lei credeva

D’aver Valentino

Ma Adesso

Vede solo

Un bel buchino.

Silenzio

 

E il silenzio

ricordandoci

ci pone di fronte

alle nostre colpe

giunge

la coscienza al presente

spoglia la quiete d'un istante,

e' il guardiano

dell'abisso

il cerbero

che poi morde

e mai ti lascia.

Sta vita

 

Sta vita

e' comme o viente

ca' nun se sta',

vene, scioscia

e se ne va'.

Uomo

 

Osservo l'Uomo

quest'ago di bussola impazzita

ubriaco di piccolezza,

l'Uomo ha perso il suo fine.

 

Ricerca del minimo

si sperde nei riflessi

della poca acqua

approda al niente.

 

Uomo, picolo Uomo

non vedi, non senti?

Rinneghi il vivere

la gioa del quotidiano.

 

E' forse vile

sperare,

formare famiglia?

 

Ti asciughi

al dolore del mondo

non ti scaldi

al calore d'un figlio,

vivo.

Vale

 

Ama l’orpello la natura

Si riproduce nel frattale

Non c’e’ disegno nell’ordito

Nessuno punta il dito,

C’e’ selezione

Addizione , delezione

E moltiplicazione,

Vince infine

Il segno vale.

L'infanzia

 

Siamo Io e te
Geppetto e Pinocchia

i soli attori

al ciglio di questa strada,

svolgiamo copioni

immaginiamo storie

viviamo nella fantasia dell'altro.

                     

Ma il tempo passa,

avverto le sue mani rapaci

scavare gli istanti che ci separano

interrogandone i nostri volti.

 

Presto voltera' le pagine

delle nostre storie e sarai cresciuta,

di te quella di oggi

il mistero piu' bello,

forse rimarra' qualcosa

ripiegato nelle pagine del passato

come le foglie di quercia del giardino

che mettemmo tra le pagine

del vecchio vocabolario

dove scrivemmo

la tua parola piu' bella,

infanzia.

Oggi, s'attende

 

Rade

nuvole veleggiano

in un ciel

d'aria sottile.

Ascende

un sol gentile

asciuga, intenso

l'irriducibile pianto, amico.

 

Il cielo

appare,

occhio celeste

d'irriducibili trame,

incerti s'attende.

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