PICCOLI CIELI
Indice Poesie
PICCOLI CIELI
Anima
Le
foglie
che
adesso ricoprono la mia anima
serviranno un giorno per costruire
nidi di rondini
e ad una ad una, portate via,
lasceranno
intravedere
quel che oggi è.
E quello che è celato, apparirà.
Io
E
io...
sarò
con te
in
te
per
sempre.
E
mai mi stancherò di darti forza.
Certezza
della tua caverna solitaria sarò.
E
quando il tempo
ci
chiederà chi siamo,
tra
le rughe dei visi
un
sogno che non muore s'illuminerà:
due
io amici.
Insieme
Insieme
tesseremo fili di parole
e ne faremo trecce.
Il sole
quando
le vedrà vorrà baciarle.
Allora in quel momento
mille scintille si poseranno
lievi, lievi
sui
visi di chi soffre.
Sorrisi.
E
quei sorrisi
saranno così gagliardi
da illuminare il sole.
La roccia
II
mare raccoglie le sue onde più forti
e sulla roccia con ardore le infrange:
la vuole abbracciare, toccare, possedere.
Rumoreggia gioioso adesso il mare
e l'avvolge con spuma lucente,
che si espande, in schizzi splendenti,
in bagliori di spruzzi,
in mille gocce tra sprazzi di sole
e l’aria è tersa, pulita, vibrante.
La roccia,
avvolta
da questo grande mistero,
intenerisce.
Una
nuvola passa e non lo nota nessuno.
Il
pianista
Con
nostalgia
ricorda
quel che più non sarà!
Eppure ora vuol fermare
quegli
attimi intensi di passato!
Allora si siede e incomincia a suonare.
Lenta una nota
par che faccia un saltello
e
poi un'altra e un'altra ancora,
sono
gocce,
che
cadono su pensieri lontani,
su
scene vissute,
sul
dato e sul non dato.
Il
cuore adesso gli batte,
frenetiche
mani ora corron sui tasti.
Esplode
il tormento,
quell'attimo
che fu turbamento,
passione,
delirio,
preludio
di un cambiamento.
E'
tutto un vibrare,
ha
gli occhi chiusi,
ma
sta a guardare.
E
batte e ribatte sulla tastiera,
indietro
forse vorrebbe tornare.
Ma
improvvisa la musica
d'un
tratto s’addolcisce
e
ritorna di nuovo
quel
tocco lieve,
di
pausa e di suono.
E
la rugiada di infiniti tulipani,
adesso,
risana
l'anima dalle tue ferite.
Lentamente,
intorno a te tutto risplende
e diventi bagliore prorompente.
E' l'alba!
Il
mio pensiero
si intreccia al tuo.
Senza voltarci saliamo.
Ci chiama il paradiso.
Assorta,
distesa
sulla sabbia bagnata,
incido frasi d'amore
che
il mare porta con sé.
Alzo lo sguardo e mi accorgo:
una
bottiglia gioca
a galleggiare sui flutti.
Adesso si vede,
poi non si vede, ma
emerge, affonda, riaffiora , si tuffa.
Un'onda
la rotola sul bagnasciuga,
mi viene incontro, va via.
Ritorna, si allontana,
mi alzo e la rincorro,
sono lesta, l'afferro,
dentro contiene un messaggio:
è il mare che scrive:
«Ti amo di immenso amore».
Bello per sempre
Non
permetterò al tormento
d'imbruttirmi.
Ogni
attimo il tuo ricordo
sarà
luccichio sfavillante
di
luci montate nei giorni di festa:
respiro
d’aria salmastra
tra le onde spumeggianti;
sapore
di pane caldo con olio.
Sono forte, sai!
Sarai
per me bello per sempre!
Sono forte sai?
Balliamo
Mi
tieni stretta.
Che importa se piove!
Balliamo!
Presto,
scendiamo
così come siamo,
balliamo
in piazza tra panchine
e
lampioni abbracciati tra gocce di note,
siamo
io e te i nostri sogni.
Infreddoliti?
No,
non lo siamo.
Abbiamo
i vestiti appiccicati
e
noi felici balliamo.
No,
non è un sogno,
sono
ancora con te
stretta
nella piazza.
Non
siamo più soli,
c'è tanta altra gente pazza.
Che importa se piove!
Balliamo!
Goccia
su goccia
Goccia
su goccia mi sta bagnando.
Brividi intensi sotto la doccia.
Scivola l'acqua sulla mia schiena.
Mi cerca,
mi avvolge,
m’inonda,
mi riscalda.
Sensuale titilla anche il mio seno,
le cosce,
le braccia,
la faccia.
Vorrei…ma non si lascia acchiappare.
Non chiede niente per farmi volare.
Intanto scende e sa dove andare
Anche nell'anima vuole arrivare
Goccia su goccia mi sta lavando
Umile,
calda,
fresca
leggera
Ogni mattina ed ogni sera
Per confermarmi di essere vera
Poi perdo tempo e mi viene a cercare
E allora lo guardo e capisco tutto.
E' lui la mia doccia.
Lo voglio amare goccia su goccia.
Piano, piano, piano
Vorrei
andare lontano
stringendoti la mano.
Seguire la tua scia
se tu volassi via.
Rincorrerti nel vento
e strapparti dal tormento.
Vorrei andare lontano.
Ma piano piano piano
stringendoti la mano
Con grande tenerezza
senza alcuna timidezza.
Ricolma di passione tutta seduzione.
Stringendoti la mano
per andar via, lontano,
ma
piano piano piano.
Gabbiani
Rotoliamoci
sulla sabbia:
tra baci e abbracci e carezze
e l'acqua che leggera fra di noi
s’insinua, cerca…
si nasconde e poi ritrova.
Caldi e sudati e con l'aria
fresca birichina
spuma di mare s'innalza.
Così, come gabbiani voliamo.
Con
tanto amore ho costruito un aquilone
e ho usato dei legnetti assai leggeri,
poi come carta ho usato la velina.
T'ho messo una coda d'anelli colorati
e con un forte filo t'ho lanciato nel vento.
Adesso, ho stretto il forte filo nella mano
e tu sei là, libero, che voli.
Io da quaggiù non vedo, ma chissà
se
incontrando una colomba
te
ne innamorerai.
Dedicata a Gassman
Ascolta,
non andare...
Lascia
che ci si possa ricoprir di tue parole.
Atmosfera mentale,
cuori e sensazioni.
Lascia che ogni frase
possa penetrare facendo sgorgare
l'essenza di divino sfogo.
Lascia che tale rugiada
possa
mitigare l'arsura
di messi senz'acqua
e avvolti dalle tue parole lascia che,
svestendosi ci si possa
sentire impoveriti e miseri.
Lascia che si possano chiamare
le tue parole poesia
Ascolta, non andare.
Ma anche se devi
Lascia
che le tue parole possano
rimanere in noi tua poesia.
Dolce ricordo
Quando
il tuo sorriso diverrà poesia
e nei tuoi occhi
ci
sarà un brillare intenso di stelle
ed il tuo cuore
sarà
fagotto colmo di tenerezza allora,
solo allora, tu ricorderai.
Adesso ambigue e fugaci parvenze.
Quando sentirai il tuo animo
traboccare d'attesa
e quando il silenzio
non ti servirà più per l'immaginazione
allora, solo allora, tu vedrai.
Amore
mio
Gioioso,
col
tuo cuore cristallino,
mi sei corso incontro
…e lo sento ancor quel tintinnio di cuore.
Fra le tue braccia
dall'odore
di buono m'avvolgesti.
Lo
trovo ancora quel fresco odor di tenerezza.
Poi,
tra cielo e mare nacque il sole.
Così tutto fu infinito
...e lo vivo ancora quell'attimo, per sempre!
Riflesso luminoso
Non
seppi mai chi era e dove fosse.
Una sola volta mi parve di vedere
il suo sorriso riflesso luminoso
sull'ondeggiar di un'onda.
Chissà,
forse
era solo la mia immaginazione.
Forse lui non c'era, ma forse lui era
contemporaneamente uno e mille.
Una parola e mille pensieri,
mille ricordi e un desiderio,
un grande sogno e mille parole
un grande ricordo e assai desideri.
Eppure,
ogni
notte avevo la certezza che lui
fosse accanto a me.
Lo
sentivo talmente vicino
da percepire la sua voce...
Allora
in quell'attimo il silenzio diventava
musica dolce che ti avvolgeva
gentilmente spronandoti
sempre più nelle cose belle della vita
come l'amore, l'amicizia e la poesia.
Non
so!
Forse
era un principe o un cavaliere.
Forse
non era ne l'uno ne l'altro.
Nei suoi sogni un grande tendone,
nel suo cuore una rossa chitarra,
un po' uomo, timido vagabondo,
un po' bambino, pieno di coraggio.
Non
seppi mai chi era e dove fosse!
Una volta sola mi parve
di vedere il suo sorriso luminoso
riflesso
sull'ondeggiar di un'onda!...
Voce
O
Voce!
La tua voce.
Leggiadra saltellò davanti a me,
fresca e cristallina.
Improvvisa mi cingesti
e sentii ch’eri calore. Ma fuggisti.
Ritornasti veloce lambendomi l'orecchio
per
poi scivolare sinuosa girandomi sul collo
e poi risalire e poi fermarti, posarti,
un istante, solo un istante sulle mie labbra.
O Voce!
La tua voce.
Quanta
attesa e quanta trepidazione.
Ma quella voce interruppe il mio silenzio
E allora, la voce la mia voce
saltellò
davanti a te fresca e cristallina.
Poi ti abbracciò
e
tu ne percepisti il suo calore.
Ma la voce
la
mia voce non fuggì, non si spaventò.
Con
tenera passione ti si rotolò
per tutto il corpo, ti cercò,
ti attraversò, ti stupì, ti arricchì.
Poi la voce
la mia voce
divenuta
più gagliarda
si posò per sempre sulle tue labbra
che vogliose fusero la tua con la mia voce.
Coppa
di parole
Ho
bevuto da una coppa di parole.
Piena, era posata su di una tavola imbandita,
la cui tovaglia di lino era un ricamo
di pizzi e di merletti.
Invitante, troneggiava tra tutte le delizie
in bella mostra,
e io mi avvicinai piano, piano;
la presi tra le mani, come fosse viso d’uomo,
e lentamente la portai alle mie labbra.
Forse socchiusi gli occhi, non ricordo!
Poi, labbra su labbra, giocando con la lingua,
ne assaporai parola su parola...
E più gustavo la delizia, più giocavo.
Questo era solo un assaggio pensai, e riprovai.
Allora
bevvi un sorso tutto d'un fiato
e il capo portai indietro a mò di sfida. Attesi.
Sentii
un bruciore divampare,
e la mia mente diventar vaghezza.
Fuori
tutto era sfocato, tutto sfumato.
Dentro parole su parole correvano
frenetiche arrivando dappertutto:
ferivano,
accarezzavano,
stracciavano,
addolcivano.
E
mi sentii come se stessi per scoppiare e sudavo,
ed
ebbi sete, e bevvi ancora.
All'istante,
sentii un urlo disperato dentro me stessa.
L'animo
come si stesse lacerando,
il cuore sgretolando,
la mente dilaniando, poi...
ogni parola tacque...
e ciascuna di essa non si mosse.
Tutto fu immobile.
E piano, piano, lente, lente gocce di lacrime
caddero
dentro la coppa di parole,
che ancora stringevo tra le mani
come fosse viso di uomo.
Ricordo
Sfumature
di pensieri coglievi.
Variazioni di colori indefiniti.
Traduzioni di attimi cangianti.
Nel ricordo io... Mi accendo.
Abbraccio
Stretta,
accoccolata
fra le tue braccia,
nel calore che mi avvolge,
i nostri cuori festosi come
due tamburelli allegri
fanno musica al ballo dell'anima.
E' lì
Su
quella barca che ha lottato col mare
che ha vele rotte e timone spezzato.
E' lì,
su
quella massa di ruderi informi
che galleggiano ormai sparsi, distanti.
E' lì,
tra
i profumi dei fiori e i laghi stagnanti.
Tra finito e infinito. Dentro me.
Dio
Tea
Tra
i petali di una rosa gialla
s’era nascosto un bacio.
Paziente di essere scoperto
attendeva.
Quando
respirai il profumo del ricordo,
fu allora che lo trovai.
Sentendo il suo calore
ancor sulle mie labbra.
Nel silenzio
Per
un attimo,
riponi
le tue armi guerriero!
La tua bisaccia stanco viandante!
Il tuo pennino poeta!
Per un attimo
contempla
solo
la semplicità del tuo cuore.
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