Forbici alla gola
zampe di dolori
sotto gli occhi
di tua madre
che hanno visto
scontrarsi tutte le vite
L'ultimo sguardo
che rifiutò il domani
cadde su di te figlio
trapezista
rondine bizzarra
nel cielo affogato
dell'ultima primavera
Figlio vegetale
lontano dal rumore
degli applausi
le mie mani ferme
non possono chiamarti
sono croci nel vento
per un gesto
dei passanti
Il tuo cuore
è in questo circo
di farse e silenzi
ora giochi
con la vita
sul video della macchina
ormai grembo
sullo schermo
Il mio sorriso
in ogni clown
lontano dalla bocca
che mastica il tuo nome
una linea piatta
che vive di corrente
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Tratta dal volume "Voci dall'inferno"
Torna su
Occhi appannati
dei vecchi
nel mondo in bianco e nero
in fila per una squallida pensione
dietro sportelli tecnologici
tra lo spavento dei riflessi
di rughe che non entrano
negli occhiali di impiegate
col cuore perso nei miti addormentati
Poi tornano a casa
con le ascelle sudate
nelle fatiche di un braccio
coperchio di miserie da trasportare
in un portafoglio
agenda con foto di morti
col filo del richiamo
Ripongono al riparo
i biglietti per il cibo
nella morta periferia
impugnano una zappa
per pettinare insalate riconoscenti
con radici avvinghiate
a raggrinziti profilattici
doni sprecati a un progresso di anime
dietro teschi colorati
Si fa sera
giorno aggiunto alla speranza
uno in meno per l'abisso
in compagnia di una fumante ciotola
offerta agli Dei
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Tratta dal volume: "Silenzi che hanno parlato al vento"
Torna su
Cala la nebbia
come respiro congelato
sul mare calmo
inzuppato di mostri
a riposo
Svanisce il sogno
di due fidanzati
che coprono l'anima
nel fosso di sabbia
come pasto di volpe
per avvenire di fame
Nel mondo senza colori
solo parole che vagano
sotto i colpi degli occhi
per inchiodare
sbaragli di vite
Qualche silenzio atterrito
mira una luce lontana
che rincuora
sollecita
il senso dell'oltre
che neanche la morte
alla faccia più seria
degli uomini
non riesce a negare
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
A rischio la casa
dell'anima
finestra chiusa
sul mondo
...non posso curare
i giardini
e l'erba alta
si offre fune
ai miei piedi
impegnati in passi veloci
per sfuggire a miserie
a puzze sedotte dal vento
inseguiti da cani
che mi vedono
concorrente- nemico
ladro col pregio
di prensili mani
e con questue parole
nel gioco malvagio
di incantare l'udito
di un comune padrone
l'aspirazione
mi caccia dagli umani
e finisco nelle gare
dell'ozio
di adattate
convertite bestie a riposo
con penalità di bestemmie
che sicuramente
si alleano a debolezze
di fame
mi aprono denti
per fulmini al cielo
imprechi d'amore
bastardo
che non riesce
a riempire lo stomaco vuoto
e la solitudine che lenta
e leggera che al solito
prende ogni anima
che incontro gli va
stavolta mi insegue
per isolarmi
come un virus
dell'umanità
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Tratta dal volume: "Silenzi che hanno parlato al vento"
N.d.A.: linguaggio sperimentale veloce
Torna su
In questa vita
che mi fu donata
per l'egoismo
di vedersi continuati
con l'orgoglio del frutto
mi insegnarono Dio
ho portato il conto
dei coltelli alla schiena
l'ignoto
il premio finale
consegnato
da una o forse più mani
col rito di gesti
toccarsi la fronte
il petto
e picchiarsi le spalle
quattro punti
simulare una croce
che già ho portato
per strade
di amori
che mi condussero
a specchi
per contare le rughe
a corrompere gli occhi
a stirare la pelle
coperta-gabbia
di un cuore nel rantolo
mi attende un sicario
vestito da corvo
magari sotto un cielo sereno
quattro spruzzi
a imitare una pioggia
ma stavolta
.... in nome di Dio....
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Tratta dal volume: "Silenzi che hanno parlato al vento"
N.d.A.: linguaggio sperimentale-veloce
Torna su
Ha dato le ali a tante anime
più o meno buone
che hanno volato sui folti alberi
sui fiumi che non conoscono
vendette
Oggi stanco di volare con ali finte
appesantito dalle facce degli inganni
col motore che spruzza incenso
di vita andata
va a nascondersi veloce nel bosco
e li porta tutti a morire
sotto il cielo della Tailandia
che scompare
Oggi molti bambini
avranno un dollaro di meno
forse ruberanno un pasto
e affitteranno l'esile corpo
a se stessi
con la maledizione di una mamma
che li vede come un'ingombro
e guarderanno il cielo
in attesa di un'umiliazione
che non conoscono ma credono
li verrà a salvare
Oggi finalmente
il volo degli angeli artificiali
non catturerà anime perse
ma smaniosi i bambini
aggiusteranno i sogni
per il volo successivo
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Tratta dal volume: "Vite contromano"
N.d.A.:contro lo sfruttamento del turismo sessuale
Torna su
Nelle baracche
i malati
giocano
per il premio
dell'inferno
che peggio della vita
non può essere
Nel guato
tra il sole feroce
e l'arsura degli inferi
qualche buon cristiano
porge un bicchiere
d'acqua
Il leopardo e la giraffa
pregano San Francesco
per il buon umore
dei turisti
Al ritorno
forse un Americano
nominerà unico erede
il suo cane
Io
pongo alle storture
degli uomini
solo
.....amen......
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Penso
Occhi azzurri
come cieli
raccontati
flebile amore
deriso da comare
e immesso
nel lungo tempo
delle mancate attese
mi sottopongo
al massacro
incantano
le loro voci
seppur maligne
celebrano
il matrimonio dei nomi
giocano a unire
due cuori
che hanno trovato
porte chiuse
in ogni sogno
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Tratta dal volume: "Silenzi che hanno parlato al vento"
Torna su
Quando non riesci a rovesciare
un lunedì dietro le spalle
Quando fai quel biglietto solo andata
verso sogni tristi e poi ritorni sempre
Quando metti quell'amore maledetto nelle vene
Quando la gente si riprende anche il disprezzo
perchè ti considera il nulla generato dai vizi
Quando la notte copre i tuoi rancori
e poi ti vende al giorno
Quando la luna ti regala la tua ombra da seguire
come fosse un'altra vita e tu ci speri
Quando le nuvole
sono così basse da sembrare
un soffitto giusto per un cappio
Quando un fiore sembra il giusto testimone
dell'ultimo istante
Quando quel fiume ti sembra l'attore giusto
per mascherare il tuo pianto
Quando non hai più soldi per un altro silenzio finto
tua madre va al mercato dell'usato
per comprare un cuore che non sanguini più
un cuore d'acciaio ma non lo trova mai
sono tutti bucati di ricordi
-In te non c'è più luce e non potrai trovarti
-T i prego cerca nel dolore degli altri
quando esso ti apparirà
non penserai a te stesso
e gli altri ti cercheranno e ti troveranno
ti regaleranno,gli regalerai......un fiore
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Tratta dal volume: "Vite Contromano"
Torna su
Nel rodaggio degli anni
non voluti o cercati
fatti scivolare
nell'imbroglio della conta
tutti gli uomini
mettono una mano
come tegola alla fronte
e si arruolano al tramonto
fanno un'alleanza
con le forze mancanti
con le facce sopportate
con le incertezze di Dio
Accarezzano le periferie
di un grembo
che si chiamava amore
che ora quasi schifo e paura
è uno squarto di terra
dove seminarono istinti
e concime di idee
per ignari germogli
corrotti alle pieghe maldestre
Nel vizio dei padri
li chiamarono figli
e li videro specchi
ora sono distanti
e pagano ancora
per non somigliare
hanno gli errori davanti
i padri lo sanno
chiedono solo
un sorriso che
si concede all'imbroglio
una stretta di mano
mentre una sola
lenta.......
...si gela.....
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Come brindisi
per dure fatiche
ultimate
con vino d'annata
la vendetta
entra nella corruzione
del cuore pietrificato
per l'attesa
per l'ansia del tempo
che ossidava gli occhi
quasi sipario
per la sala deserta
di denti
per troppo tempo pronti
a mostrarsi
lucidi e responsabili
per la chiusura del dramma
dato come esempio
ma finalmente
una fila di formiche
scuote le vene
massaggia il sangue
eiacula in gioia
il rancore
in liquido il dolore
in luce il sorriso
l'anima si apre
agli erranti nebulosi
crociati pensieri
che sventolano
la bandiera della vendetta
dell'odio
ma il cuore abituato
all'attesa
nella pace si vende
alla noia
al silenzio
si uccide all'oblìo
senza un'amore
da odiare
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Ci sfidiamo
con l'ansia del tempo
nei giochi d'attesa
con mimiche studiate
per sorrisi proiettati
al futuro
da far credere
per i vuoti dell'altro
Ogni tanto
scoperchiamo il rancore
ghigliottiniamo espressioni
a sorpresa nei blitz
di colpi d'addio
Odiandoci
gustiamo il dolore
fingiamo
c'è uno solo che ama
ma ogni volta restaura l'orgoglio
Pagherà per ognuno
l'egoismo di aver voluto
in un petto conservare
due cuori
e offrirsi nel sogno sudato
per l'abbraccio in cuscino
che spezza al risveglio
il mattino
Parla l'anima
ai mille volti aggiustati
per il giudizio degli occhi
inseguiti da specchi
Sai amore
noi amiamo il peggio
l'uno dell'altro
che non vuole mostrarsi
Noi siamo nati
già uguali
per vivere due vite diverse
e come i parenti
nel Natale però di ogni giorno
...... ritrovarci
pensando all'addio
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
La notte è severa
se non si allea bene
ai sogni
e l'anima gira su se stessa
come una trottola precaria
Il cuore sputa il respiro
dei dolori
con affanno
La fronte un aeroporto
di zanzare claudicanti
aerei sovraccarichi di sangue
Gli occhi sotto le palpebre
solcate dalle rughe
rigagnoli scavati dalle ansie
Le ossa impalcature
di legno curvo
sotto il peso di troppi anni
La mente
stanze buie
senza nè porte nè finestre
dove si accoltellano gli amori
morti con violenza
Il giorno che seguirà
il flash di una foto
per la cronaca retorica
che vedranno
per scommettere sui numeri
di pezzi di carne sparsa
e facendo gli scongiuri
li andranno a giocare
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Tratta dal volume: "Normalità incondivisibili tra maschere clonate"
Torna su
E' bello passeggiare
d'autunno
in certi cimiteri
che sembrano immensi alberghi
con tanti letti all'aperto
con coperte di erba
di foglie
di marmo
Fanno tenerezza
i cipressi
con quel tentativo
di offrirsi imponenti
come scala verso il cielo
Il sonno
è di pace
e non irrompe il suono
di nessuna sveglia
I morti hanno lasciato
i loro orologi ai vivi
a loro non fanno più effetto
le lancette del tempo
Poi è bello ascoltare
le loro voci
fatte solo di scritte
e silenzi da interpretare
Si fa sera
si accappona la pelle
si sentono grosse mani gelide
sulle spalle
e il rumore forte dei respiri
Si torna a casa a pensare
i morti innocui fanno paura
e noi continuiamo a sentirci
più sicuri tra i coltelli
dei vivi
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Tratta dal volume: "Parole fredde"
Torna su
Nel grembo del vento
si lustrano i corpi
per uscire alle mostre
invece i brutti
riabilitati dall'autoerotismo
fatto passare
come amor proprio
non più come peccato
Nella lista dei sensi
si arruolano i volti
con carni di cera
con licenza di voglie
di pochi minuti
e soppressioni di spermatozoi
che evitano vite
per futuri d'enigma
Ma c'è ancora qualcuno
che programma la sorte
dei sensi
per vederli cresciuti
già adulti
soldati
addestrati nell'esaltazione
della sopraffazione
della nobile razza
e già eroi in una storia
ingozzata di carni
di morti sputati
in una terra
che trasforma
il grasso di vite
in una verde insalata
tra accaparrati confini
contesi da un occhio
dietro un mirino
ratificati da una penna
maldestra
intinta in un calamaio
di sangue ribelle
alle parole strappate
ad un Dio
con tracce soggettive
da interpretare
nella fede di comodo
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Noi poveri
col cuore come una spugna
che assorbe tutte le acque
inopportune
con la bocca che mastica
con consensi forzati
il vento di tutte le sciagure
siamo costretti ad ammazzarci
per contenderci una croce
che ci porti un pò più in là
del tempo reale
Una croce che tenga lontano
chi non vuol lasciarci dormire
distante dalla memoria
degli insulti
Noi poveri
o ci crediamo o no
siamo costretti a pregare
oh! Dio dacci la croce giusta
consegna a noi la custodia
dei nostri guai
lascia che un fiore
nato per caso
sui nostri sudici resti
non venga calpestato
da distratti passanti
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Tratta dal volume: "Vite contromano"
Torna su
Sorseggiando un decotto di fiori
allineò le foto
dei capricci degli anni migliori
che imbrogliarono vite sperate
e al passare dell'ultimo ritratto
le mani allentarono la presa
cadde il volto pagato col giallo
del tempo
e dal viso con la carta alle spalle
partì il rancore giunse alle gambe
furono le strade che condussero
al baratro
a tagli di vene
scritture di trame
malizie ed appigli
a interpretare col senno di poi
dopo
nel riflettere ancora abbastanza
è triste cercare nel nulla a ogni costo
dare le spalle al passato
pensando al futuro bloccato
nei pensieri di ieri
con l'amore che si fa male da solo
per estorcere sensi di colpa
ignorando l'orgoglio
mentre nel freddo del vuoto
bruciano le assuefazioni
tra le incertezze vacilla la vanità
....amore ti ho voluto punire
al prezzo del male
che ho fatto a me stessa
Mise come ultima scritta di lapide
la foto sull'album
girò la vuota tazzina
dell'ipotetico tè
di un pomeriggio apparente tranquillo
che stendeva il tappeto alla sera
per l'invito del sonno
con la speranza del sogno
.......di ieri...................
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Nel finto spasso di vite
di abulici pomeriggi
si svende il lascito
di secondi sommati
a gesti di polsi
a battiti di lancette
di palpebre
nell'orologio del tempo
che segue l'ombra
dell'anima
inseguita da nebbie
di efferati sbadigli
da nascondere a etiche
tristi
di volti programmati
Illusori appigli
cercati in puzzle di amori
sbaragli di vite
fermate su fogli
con titoli strani
che rifiutano il seguito
con sfregolii di penne
col ventre imbalsamato
d'inchiostro
sangue che nega
accaduti mentali
Il gelido niente
si da fuoco in anestetici
silenzi in compagnia
di armonie stecchite
dal gas nervino della noia
nel deserto campo
di battaglie costruite
per avventure di povere
sagome esplose
di riflessioni
nel nulla
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Un lungo formicaio di macchine
somari senza capricci
senza colpe
corrono veloci
per gare di campagne
ancora stordite dalla rabbia del gelo
Nell'avvenuto risveglio
vicino ma lontano
già al riparo dell'ingombro
di una morte risorta
la primavera dona
gli ultimi peli di coda
del predecessore
Piatti di plastica
come aborti di luna anemica
sul dorso del vento
vanno a posarsi e annullano
precoci ciclamini
Cellofano
bandiere senza colori nè patria
avvolgono e stuprano gemme
su rami inermi
e sventolano il degrado
Stanco di offrire luce
alle storture
il sole si inchina
nel riparo del tramonto
mentre alle mangiatoie di petrolio
lunghe file per le vitamine dei motori
ignari che lontano
nel deserto di idee
una bomba dilania per loro
ogni coscienza
...ogni memoria
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Era di Morcone
paese seduto in una valle stanca
sottomessa ai soprusi degli inganni
Spinto da incauti dispensieri
di gioie locali non bastate
e giustificate dal sorteggio della sorte
partì in cerca di un'altra vita
emigrò in Francia
esattamente a Parigi
Rovesciò il cappello
per farlo sembrare una barca
e lo poso sulla Senna
e gli disse
porta lontano i miei dolori
verso il mare d'Italia
Monsieur Fruscellà entrò nel sogno
trovò un'amore che parlava
una lingua dolce
che senza chiavi gli apriva il cuore
Si sentì chiamare monsieur, monsieur
pensò fosse la traduzione del suo nome
che gli sembrò un'incanto
Si convinse che tutti lo conoscesero
e lui si voltava per sorridere e salutare
con inchini
Un giorno stanco di annuire
con la testa un pò pensante
non rientrò da una distrazione
e fu travolto da un tram
E mentre l'anima lo abbandonava
.... monsieur, monsieur, monsieur Fruscellà
Fruscellà, Fruscellà..
Io pensai
non c'è patria in grado di convertire
destini già scritti
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Tratta dal volume: "Un temporale acclamato con nuvole dirottate"
Torna su
Seduti
tra zoppi tavoli
resi irregolari
da gesti improvvisi
su sedie scocciate
di ospitare ossa
da restaurare
fac-simile di uomini
guardano dietro vetri
platinati di fumo
e di catarro antico
che fanno da sipario
inefficiente
per nascondere le storie
distorte di ognino
con tracce di riscatti
incontrollati
Si affogano le noie diverse
con digestivi di erbe
mai viste
mai raccolte
L'unica fortuna
che vi entra
nel tempo
è il risparmio di contarsi
...... uno ....di meno...
senza l'obligo di un commento
trascurando ogni memoria
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Tratta dal volume: "Amori scaduti di un'essere qualunque"
Torna su
Per circostanze
che non stò quì a spiegare
cadde violento sull'asfalto
Un piccolo lago di sangue
facce bianche accorsero
Poi
un lenzuolo...bianco..
separò la vita dalla morte
Dei fiori a segnalare
l'ingresso all'altro mondo
... alcune croci fatte di gesti
diedero l'addio
e la sabbia ebbe il compito
di cancellare il timbro della morte
Il domani la normalità nell'alveare
che con meno uno andrà avanti
lo stesso senza accorgersene
Ugualmente rimase una macchia
scura sull'asfalto
e qualcuno dopo una settimana
sussurrò
che palle
ha firmato calcando la mano
e le casse del comune sono vuote
c'è da aspettare per il nuovo catrame
non si può contare sulla pioggia
che scivolerà via sul grasso
...aveva nel sangue molto colesterolo
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Tratta dal volume: "Scritture agricole e metropolitane"
Torna su
La libertà è anche anche conoscenza
e porta anche a scegliere
e nella scelta ci sono i dubbi
spesso i confronti
l'ombra dei giudizi
La libertà è piena di incroci
con altre vite
con cui ci si può scontrare
perciò la libertà
gli fece paura
Avvertì che il cuore
si lasciava trasportare
dagli amori
prima felici
e che poi lo facevano
cadere in tanti dubbi
e con essi la paura
del confronto
della vittoria
della sconfitta
Aveva vent'anni
si rifugiò tra le braccia
di sua madre molto bella
che ancora vagava
in tanti pensieri
di gioventù invecchiate
Si innamorò di sua madre
l'unica stella
capace di guidarlo
tagliando anche le nuvole
Le uniche braccia
porta sicura
per fermare i suoi fantasmi
L'unico seno
sorgente ininterrotta
che riporta gli adulti
all'infanzia
La sorgente per affetto
capì che la sua acqua
era diversa
e aveva paura di perdersi in mare
e la fece tornare
nelle sue viscere
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Tratta dal volume: "Normalità incondivisibili tra maschere clonate"
Torna su
Visto da lontano
mi parve un'officina
dove si fa l'ultima scelta
del salvabile
Privo di giardino
con qualche albero quà e là
come una follia provvisoria
Mi colpì una gazza
che passeggiava
sul tetto delle macchine
e come a voler narrare l'anima
del posto
distante dall'uccidere
dal salvare, dal creare
il tutto confermato
dai veloci passi
e dall'abulìa dei volti
come fuori da un tempo
che non li voleva
Entrammo nella hall
vidi due portieri
che nel dormiveglia
si omaggiavano la noia
Accompagnai mia madre
e nell'attesa la invogliai
a sedere su una panca
che sembrava una metafora
orientale del precario
ovvero della vita intesa
come sosta scomoda
per andare incontro al dolore
Finalmente
uscì un'infermiera
truccata
con la faccia promossa
dal suo gioco d'anche
...ci allungò un foglio
e riqualificò le sagome
con un numero d'attesa
per spronare la memoria
della conta fuori dalla noia
e alleggerire qualche destino
Alla fine mi dissi
oh! morte
quando mi chiamerai
fallo direttamente
non farmi passare
per l'inferno di quella
sala d'attesa
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Preghiere in nuvole
che hanno le ossa
secche nel vento
per i cuori asciutti
di noi madri
Datemi una scala
verso il cielo
con gradini di parole
per riprendere mio figlio
Desaparecidos
in questa Argentina
di lacrime
che se scendessero
darebbero una traccia
forse diventerebbero
filo di ombelico
A Dio
che ha visto tutto
oltre alla separazione
e la sparizione
nei gesti dei carnefici
rimprovero
solo il silenzio
più che la scomparsa
perchè in una qualsiasi fossa
ogni madre
ci può mettere un fiore
e due occhi
perchè il grande dolore
è non aver sentito
l'ultimo urlo del richiamo
mentre pregavo a voce alta
Come vulcano
saturo del calore
delle anime
la stria
erutta i morti
e cataloga le loro foto
sorridenti
in una bacheca
per le visite guidate
dal dolore
di turisti alternativi
alla vita
Sono
le madri
dei Desaparecidos
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Era il giorno diciassette di un giorno qualsiasi
Nella tenuta del barone Gatton De Gatton di Gattinara
ormai ceduta con storico mercanteggiare
che ancora oggi la nobiltà ne disputa
Il Marchese Delle Vedove
si affacciò alla finestra
e la stanza fu invasa dai profumi
di una primavera che sembrò subito invadente
Il Marchese si spaventò di quell'impeto
della natura a una vita nuova
mentre lui stanco,abulico
sempre a vegliare quel sogno morto
imbalsamato nel suo castello
Il sogno di rivederla come un tempo
la prima volta, sentire la sua voce
che gli ripuliva l'anima dalle tempeste
dalle ipocrisie scaltre dei blasoni
con le quali ogni giorno per mestiere, con fatica
si doveva confrontare, assoggettare
Veramente lei era nel suo letto ancora bella
in carne e ossa ma coi pensieri
in un angolo di cielo talmente povero
che non vi era alcuna stellae
e la luna semplice pietra levigata dal dolore
mentre il cuore anch'esso evaso
si era addormentato e la primavera non riusciva
più a destarlo
Il Marchese sbarrò gli occhi sopra le riflessioni
e capì che il suo danaro era fuori corso, per lei
...per lei sola
Stanco di dar vita a quella fredda statua
nella quale solo gli altri ci trovavano calore
Il Marchese fece sellare il suo cavallo
e si lanciò al galoppo verso il luogo
dove l'animale per dovere andò per forza
Il cavallo uscì dal lago che sembrò gradire
nel suo letto la compagnìa di quell'intruso
mentre tutt'intorno le strane voci degli animali
richiamati dalla ferocia degli impulsi dell'amore
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Tratta dal volume: "E..!!!.. le rose piangono al tramonto...!!.."
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LUMACO' (Lettera al mio asino)
Oh ! lumacò
quando ti comprai
avevo ancora i capelli
da pettinare con le dita
quando si avvicinava
la scadenza del foglio
di cambiale
e guardavo le ragazze
che mettevano paura
al sangue che nascondeva
le parole
ora tu sei vecchio e stanco
col deserto sulla pelle
e i tuoi denti accarezzano
soltanto i ceppi duri
della lupinella
mentre piombi di bava
ti inchinano alla terra
che corteggia le tue ossa
per un sonno sordo
alle mie bestemmie
che furono pretese
senza ricompense
Lumacò scusami
col tempo ti ho capito
ma il progresso avanza
animali nuovi sono venuti
col cuore di ferro
parlano in rumori
divorano petrolio
avanzano e rendono
fumo nero
il merlo la quaglia
scappano alla vista
Lumacò siamo vecchi entrambi
con due condanne simili
e distanti
tu per una mortadella
e io coi tuoi soldi
verso il decoro del silenzio
scusa se ti ho scritto
al tramonto
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
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Sulla neve
ogni impronta una storia
C'è il passo forzato
che sosta oscillante
tra l'impreco e il non
sapere dove andare
C'è l'impronta
di chi si sente braccato
dalle cose di ieri
C'è il passo schifato
di chi deve dividere
condividere
questo lenzuolo bianco
C'è il passo di chi si sente
incollato ad un vino
su una tovaglia
che incanta la fame
C'è il passo degli amori
che rallentano e si studiano
speranda cada un difetto
Ci sono i passi dei bimbi
in questo sogno confuso
che si scioglie da solo
C'è il passo delle prede
e dei predatori
come pennelli dell'anima
che scava su questa tela
tutta da riscrivere
Macchie di sangue da lontano
come rose fuori stagione
che chiamano la vita
a mettersi in fila
sotto una mano bendata
per uscire dal quadro
e perdersi nelle cose
di sempre
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Tratta dal volume: "...e...!!.le rose piangono al tramonto...!!"
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La prima festa di primavera
Siamo stanchi,troppi intrighi
sussurrarono gli impastatori di pagnotte
per guidare il popolo
Andiamo avanti questa bontà sta per finire
incitarono gli asciugatori di formaggi trafugati
seguiamo l'esempio dei lustratori
di cotiche di prosciutti
Siamo in ritardo asserì la donna
con la borsa con una fessura
per far respirare la gallina
fa caldo l'olio trasuda mentre il vino impazzisce
continuò il discorso il suo ammiratore
e questa è roba che deve finire sulle tavole
dei palati fini
Fate attenzione osservò il vigile dei traffici
c'è troppa gente distratta
e si possono rompere le uova
inoltre il pulman è in ritardo
l'insalata si sta seccando
Fratelli disse il prete
essi apprezzeranno
la burocrazia dorme e si sveglia di buon umore
questa bontà andrà in buone mani
che sia sempre pace per chi dona e per chi riceve
Il Signore tiene conto di ogni bontà
perciò ogni tanto date a me per conto suo questi doni
e come per miracolo due piume della gallina angusta
si posarono come angeli custodi
sulle spalle del messaggero di Dio
che proseguì
che il Signore sia lodato
con sincronia i presenti
...che sempre sia lodato
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Tratta dal volume: "Normalità incondivisibili tra maschere clonate"
Torna su
Rabbia e dolori
di uomini di pietra
tumulano amori
scompongono preghiere
lanciano parole
nell'imbuto del silenzio
Testimoni del ripetersi
di storie meschine
delle pene
garofani e poeti
che incantano
e flagellano
la corsa veloce
delle idee
Gesti inutili
e occhi di mestiere
ungono le gole
secche di di desideri
Vivere è un momento
il resto è la distanza
del lancio di una pietra
tempo di decenza
di appena un ricordo
La poesia è finita
e i batteri
sparecchiano
la tavola
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
PAESE (del mio sud della vita)
Latrano i cani
sulle scie di vendette antiche
Tra maschere di muschio
le pietre nascondono la storia
di uomini annodati alle fatiche
Montagne
cumuli di destini
che negarono ogni vetta
tra l'ululare dei lupi
e il rosario delle pecore
Vecchie croci
schifate dalla ruggine
bandiere di calvari
per soste di miserie
Giunge dal matese
la bora nelle rughe
di volti a mura
per la difesa
della pace dei morti
nel silenzio imbrogliato
Paese come tanti
con qualche dente in più
nella terra
per il rimbalzo
e il suono muto
di una zappa
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Passa il tempo
mentre noi andiamo a caccia
di noi stessi
per un'impronta da lasciare
Poi ci ci guardiamo indietro
per vedere come possono pensarci
Si cancellano le orme
coperte dai fiori dell'addio
ci perdiamo nel niente
delle certezze che avevamo
I dubbi spengono la poca luce
che si giocavano i pensieri
Ridono di gusto le ombre
chi ci hanno accompagnato
ci siamo illusi di esistere
Il vento avrà il compito
di ricomporci la faccia
per il dubbio di sguardi
se e come potranno vederci
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Tratta dal volume: "Parole fredde"
Torna su
Ho raccontato tutto
per corrompere il cuore
di chi non mi ha amato mai
e ho finito le parole
per chi ora mi ama
Ho dato il meglio di me stesso
per chi mi ha ignorato
ora mi è rimasto il peggio
per chi mi considera
Le mie poesie
sono nate tutte nel dolore
ora nella pace
mi è rimasto il silenzio
incomprensibile anche a me stesso
Nel rancore, nell'odio
avevo traguardi di vendette
ora nella pace
vedo la pacata... fine
Piccoli sono diventati
i lumi di ambizioni
come quello di eludere una zanzara
che mi sta dissanguando
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Tratta dal volume: "Parole fredde"
Torna su
Oh vita che non hai rispettato la fila
hai aiutato la morte meschina
che mi è passata davanti
per rubarmi l'unico amore che avevo
Voi altri che l'avete fatta passare
senza poter far niente
usate il silenzio
ma aprite uno spazio ai ricordi
aiuteranno ad annaffiare
il mio fiore che porto nell'anima
Fate un piccolo gesto
mettete una preghiera fra i denti
date voce a un soffio di vento
sotto le ali del mio angelo
Questa mia attesa
questo mio tempo sprecato
è un mulino che lascia passare
le acque per macinare il presente
Ho affidato il mio cuore essiccato
al mare di lacrime
che mi sono sfuggite
per giungerti tra i vapori del cielo
Piccolo fiore
un giorno verrò sull'isole della pace
e non sarai più sola
La morte sarà una iena
in una gabbia
che non potrà mangiarsi
il nostro eterno abbraccio
Piccolo fiore
io prendo ancora tempo
per fare le valigie
e metterci l'amore
di tutti quelli che ti conoscevano
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(Dedicata a Manuela e a tutti gli angeli che sono partiti in anticipo)
Tratta dal volume: "Parole fredde"
Torna su
con alleanze d'invettive mute
e non commensali gli invitati
Feci la voce grossa e raccolsi
l'omaggio degli stupidi
col viso rosa-nero come catrame
sperimentale sotto il peso dei passi
della dignità in diserzione
che mi aveva promosso a riferimento
per le salme ideologiche
Nella cupa aria del voluto destino
illuminato da comete di sorrisi
si irritarono i megalomani
videro interrotta, forse dispersa
la linfa vitale della ruffianeria
costretta negli alibi di farse
e interruppero la cena tra il finto stupore
di occhi delle signore
coperte da vestiti consigliati
eccitate dal dissenso
con le labbra gonfie
separate da tagli di lingua a ruota
bagnata dal represso astio
del cuore anarchico, stanco di ricerche
impigrito di presenzialismi blasonati
nelle prigioni dell'etica
A tale accadere i malati di ipocondria
avvertirono l'impotenza degli organi
confinati sotto la cinghia
immobili nel raccogliere i messaggi
di allusive trasgressioni
Ospite al di sopra delle parti
l'unico cornuto rinsavito, giustificò
lo scontato abbandono come prezzo evolutivo
e trasferì a Dio l'incerto compito
di vegliare le anime a disagio
e al diavolo quello di esagerare
il tutto per una partita pari
poi da risolvere
allo scontro di rimando
Poi
la musica pagata intervenne
per dare dignità al compenso
e le note azzerarono le posizioni prese
dall'umanità evoluta
che allentò per l'abbandono
i corrotti istinti
assorbiti dalla vacillante arte
che recitò nella mediocrità
lontana dall'allietare i cuori
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Stanotte non riesco proprio a dormire
guardo la luna
amica, nemica di ladri e puttane
e la maledico per avermi ispirato
amori sprecati
C'è n vento sottile
è il respiro sottile dei morti
ingannati da falsi confini
per l'eterno riposo.
Il cuore mi parte e si unisce
alla notte.
Io penso
domani vedrò figure
che occuperanno i miei spazi
sarò costretto a sentire parole
che tenteranno di levigarmi
la mente
a assaporare sorrisi che si scaveranno
degli agi
che si aggiusteranno un dolore
da tornaconto.
Spezzano i miei pensieri
il grido di gatti che fanno l'amore
in modo violento
mentre una nuvola copre
gli intrighi della luna.
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Tratta dal volume: "Vite contromano"
Torna su
A una donna con odio e rancore
che vorrei vedere, sentire implorare pietà ai miei piedi
con i suoi occhi secchi di pianto, dedico e vomito queste parole
Il disprezzo mi fa tremare la mano
le parole faticano a mettersi in fila.
Vorrei vederla col cuore che assomiglia a un'ala spezzata
e io pormi sempre più in là per vederla arrivare
come un serpente tagliato a metà.
Vorrei calpestare, sputare sopra ogni pietà.
Il mio odio spaventa la morte.
Per quanto tempo dovrò odiarti ancora amore mio??
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Tratta dal volume: "Piccoli rumori dell'anima"
Torna su
Ci sono milioni di uomini in galera
senza sbarre
senza secondini
senza catene
possono andare dove vogliono
ma non hanno i mezzi
possono dire tutto
ma senza essere ascoltati
sono facce cavie
per prototipi di specchi
che quelli che contano
useranno per vanità assurde
L'unica certezza
per liberarsi...
...sterile preghiere...
sulle scie di un racconto
a un uomo
invisibile, lontano
che dovette dileguarsi
verso il richiamo di un padre
in un cielo irraggiungibile
con le ali finte
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Tratta dal volume: "Scritture agricole e metropolitane"
Torna su
Si trasformano le facce
e faticano a somigliarsi
coi ricordi
Il cuore dice
faccio il mio mestiere
e non so quanto
potrò durare
mentre gli amori muoiono
sulle scie
ormai lontane
degli ormoni
Lamentano i cimiteri
per la carne è facile
ma dateci il tempo
di smaltire le ossa
Si appendono le mani
alla finestra della vita
per l'ultimo tremulo saluto
Si riempiono i registri
dei nuovi arrivati
e negli archivi pieni
scalzano le memorie
che nessuno più vuole
C'è già troppo dolore
per guardare avanti
e i nuovi nomi
già portano la croce
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Tratta dal volume: "Silenzi che hanno parlato al vento"
Torna su
Piccola vita
che crescevi dentro di me
poi d'un tratto
pezzo d'ingombro
che alimentavi le mie paure
Corda legata ad un cielo
opprimente, abbassato
che mi impediva quel salto nel vuoto
per farla finita
Un prezzo alto
di un piacere breve
figlio intruso
mi sbarazzai di te
e ti lasciai dai falchi
che mi imbrogliarono
facendo finta di cullare
la tua piccola morte
Ora mi servi piccolo fiore
a cui mancava l'ultimo sole
per sbocciare
e io ti lasciai in un luogo senza tempo
Non posso piangere sul tuo cimitero
che è dentro di me
e non vedrò mai
però sento le voci del tuo piccolo
scheletro
Vedo il fantasma del tuo piccolo volto
fermato a metà
Anima mia lo so che non merito pace
ma vorrei che il mio dolore ti giungesse lo stesso
In un luogo da designare
costruirò la tua piccola casa
per tenerti a riparo dai peccati del mondo
e mi trascinerò fino allo stremo
per venirti a trovare
per portarti i tuoi giochi rubati
Piccole ali non so se avete potuto volare
verso un cielo lontano
o siete cadute nel posto più brutto?
E' per questo dubbio
che non mi basta il dolore
e non c'è pena che io possa scontare
Non c'è volto che costruisco
che mi possa chiarire
come potresti essere adesso
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Tratta dal volume: "Parole fredde"
Torna su
I venditori di ricotta
dettano centimetri
per misure di fianchi
nel cielo rovesciato
di allodole
attese da spiedi
e con piume corte
per corone di vanto
sulle ali di spari
verso bersagli
di conta veloce
in eventi meteora
-Cuori nati con emozioni
già vecchie
disertano volti
di pelle marmorea
su schiene date a progetti
a parole che vendono
a macelli di occhi
a pagine lustre
per sciogliere solitudini
roventi
con mani pensate
in estraneo possesso
Dopo
appendete pure
il calendario dei culi
al muro di esche
e come spago liberato
dal peso
si attorciglia il plagio
dei nervi
definitivo solo nel giorno
che muore
con un...ma......
nel sempre più arrapato
domani
condito di secca saliva
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
N.d.A.: linguaggio sperimentale-veloce
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Non ti sbilanciare
disse il mago Faggiano al mago Alveola
mentre si apprestava a far volare la ragazza
Mossa da fili invisibili
tra il rumore del silenzio
con un velo bianco e sottile
ruotò nel cielo come una colomba in amore
Volarono anche gli occhi e i desideri del pubblico
tra le forme e le movenze
Poi forse nello sbaglio di una luce
che ingannò una tenda
apparve il filo che legava le ali
e millle nasi come mirini puntarono l'errore
e dalle voci mescolate uscì fuori qualche minaccia
Il presentatore invitò al contegno
ma il vecchio col berretto a strisce gridò
...cialtrone ..hai smascherato la mia infanzia
Il mago ripulì lo sconforto
apparso in un sudore freddo
e con voce bassa risalì
Signori miei, la magìa è come l'amore
ha nella durata il suo difetto
e nel rischio il suo fascino
poi non è realtà ma solo un'emozione
che offusca gli occhi per far vedere il mondo
come non è
Il pubblico capì che la vera magìa era nelle parole
appena finite di ascoltare e si sciolse in un applauso
per quell'uomo che senza arrendersi sosteneva
la filosofia di far sognare ad occhi aperti
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Tratta dal volume: "Scritture agricole e metropolitane"
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Nefasta figura
truccata d'incanto
per i miei occhi
traditi dall'anima
puttana
che al prezzo
somma il gioire
di vanità
e sfuggi come farfalla
di vita breve
che attira e confonde
sguardi su stupri
di fiori
e io
come bambino
ti inseguo e scompaio
seviziato dai sassi
del fiume
e tu all'altra sponda
azzeri una vita
riparti nel gioco
ma ricordati
c'è sempre
un falco in agguato
mangia il fiore
col ripieno che trova
e di ogni carne
non bada al colore
-Gioisco alla morte del bello
preferisco l'anima grigia
lontano da sbalzi di gioia
ormai per me porta
di sciacalli assassini
e per te amore bastardo
spero che arrivi prima il falco
che io al tumulto del fiume
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
N.d.A.: linguaggio sperimentale-veloce
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Tornano la sera
nei loro alveari
che profumano
di follie addomesticate
Davanti al portone
gettano l'ultimo sguardo
ai lampioni che ridono nevrotici
Portano la mano alla tasca
in cerca di una pastiglia
per incantare il silenzio
stritolato dalle abitudini
Si aggiustano le mascelle
per le riluttanze di un bacio
Allenano le palpebre
per il vuoto degli occhi
a lasciare passare
una favola
tra i vapori di una cena
scontata
da digerire
stancamente
...nel letto
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Tratta dal volume: "Scritture agricole e metropolitane"
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Raccolse le parole
degli addii del cuore
appese le idee
al soffitto dell'unico cielo
Infierì nel ricordo
la donna
nello spoglio
dietro il sipario della notte
e il sangue gelò
sulle tegole della schiena
Mansueto
il tempo si fece misurare
dai rimorsi
La solitudine
indicò la strada
per tornare
al punto
dal quale non riuscì
mai a partire
Si accorciò il traguardo
verso la parola
...fine...
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Tratta dal volume: "Silenzi che hanno parlato al vento"
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Questa pioggia sottile
come il filo dell'esca
di pesci addestrati all'inganno
cade su vite a risveglio
su morti che chiudono trame
lasciando scorere sull'ultimo fiato
i titoli di coda
sullo schermo del tramonto
appeso alle macerie
degli anni passati
in punta di piedi
col solo rumore di idee
sempre intente a vegliare
scapestrati amori del cuore
Si bagnano i piedi
distraggono, attirano
le mire degli occhi
fusi col vuoto voluto
per ospitare i soli inquilini
le stanche illusioni aggiustate
e finite al cielo col fiato invettive
ora pianto di nuvole nere
che ravviva germogli
confonde chi esce per strada
e guarda in alto quest'olio di nervi
che riduce l'attrito
tra vento e sconforto
sperando che indenne
lasci filtrare
questo messaggio
positivo
.....di Dio...................
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
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Con voce soave, suadente
l'avvocato Cagliavone
disse al sig. Cantone
in riguardo alla moglie
Ai complimenti forbiti
al cane,al guinzaglio
e che fermano al braccio
ci può essere pena che garantisco
ma alle allusioni
....ci devo pensare
mi devi mandare spesso la donna
e questi per fermare la gelosia
ottenere riscatto alle offese
fece del consiglio, un folle progetto
per la rivalsa
ma la commessa abituata a Varsavia
a guardare torri e orologi
a sognare palazzi
si lasciò andare e fu comploce, vittima
delle galanterie dell'avvocato maldestro
poi disse al marito
sei stato tu che mi hai offerto due vite
e mi hai lasciato la scelta
Se davvero mi ami
spendi pure tutti i tuoi averi
per la contesa con un'altro avvocato
L'uomo bruciò ogni cosa del patrimonio
per la bionda prosperosa
dagli occhi di ghiaccio
dal cuore distante
Finì per mendicare e ci riuscì
a guadagnare una corda
e vi legò la sua vita
ma stavolta senza contese
sotto il ponte.....di tutti....
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
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Nella pignata
al bollito di maiale
la vecchietta aggiunse le rape
Piccole bolle
come da bocca di naufrago
che lotta per rimanere in vita
uscivano ai lati del coperchio
che di tanto in tanto si sollevava
come crosta di terra
spinta da un animale alla scadenza
del letargo
Ai bordi
simile a bava di lumaca sazia
una piccola schiuma
si allungava e si ritirava
intenta a voler disegnare una geografia
soddisfacente e lontana da ogni guerra
Tenuto alla distanza giusta
il fuoco come un'atleta che chiude
una carriera, partecipava al gioco
con distacco e di tanto in tanto
una fiammella confermava la presenza
del calore più intento ad allearsi
all'anima e non alla cottura
Vorticava nel silenzio la melodia di una fanciulla
e nell'aria le delizie del suo cuore
accarezzavano le orecchie del gatto
che si trovava a metà tra il paradiso dei profumi
e il nettare dell'anima che si scioglieva in voce
Soave dormiva il bambino nella culla
con la bocca aggiustava le mascelle rosa
rapite dai sogni dietro le scie di un seno
Come cornice che racchiude occhi di pace
le finestre facevano vedere i coriandoli di neve
che lenta scendeva a volersi scusare
dei passi nel disagio di forme di vita
attanagliate dalla fame
incantate dalla pace
assorbite dal silenzio
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
Torna su
Custodie ambulanti
di impazienze, di nevrosi
tagliano in fila fette di ventre
di metropoli
con cataste di loculi
per vivi consenzienti
fuori dal gioco di numerati destini
A disagio le periferie
tra fogne e finto benessere
incantate, irritate da giganti cartelli
pubblicitari
che inneggiano stili di vita
distante e perversa nella perfezione auspicata
...una fattoria schivata, graziata dal tempo
un verde prato che culla un ridente, argentato ruscello
un colibrì che veglia la pace
Tra tante vite avariate nella gola del destino
di una sola mi soffermo a parlare
c'è uno che da due settimane
dal mattino alla sera gira quartieri
per consumare benzina
gli mancano cento punti a un regalo
ha ancora due giorni per consumare due pieni
e non far scadere il concorso
per la vincita di un keet da golf e una valigia
per il sogno illustrato sul cartello
che fa da paesaggio al balcone
del suo pianterreno
tra le note dei rumori
che frustano i suoi globuli
senza colore
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Tratta dal volume: "Voci dall'inferno"
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Sul volto
il rimbalzo degli anni migliori
poggiati come raffinate collane
le rughe al bianco collo
di desideri di aggrappi
di bocche
scivolate socchiuse
in risvegli di drammi
Nel tempo
che aveva trastullato i pensieri
per addolcire l'anarchia
dei battiti che mi bucarono
il petto
nel rivederla
si svegliò l'animale ricordo
L'affetto trasportato dagli occhi
su oggetti che presero vita
bruciò il nome
ma imbalsamò la figura
Il tempo
sconfitto o corrotto
conservava la fiamma al dolore
la bellezza intatta
al tormento di un'anima
con mai pace raggiunta
Dio che mai
si era mostrato al richiamo
di pene
mi strappò l'ultimo appello
fare di due vite
per l'ultima volta una sola
o nel bilancio di mani
con sguardo alle tenebre
poggiare una a terra
una al cielo
Sordo
ci mise in un cerchio
ci assegnò due strade
con traguardo in preghiere
monete per la sua banca
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