L'IMMENSITA'
DEL CIELO
Il
vento porta, ammassa, serra,
spazza
nubi nell’aria.
Betulle,
gazzelle
su gambe affilate,
piegano
le chiome
in
veloci sfruscii
di
luce inondati.
Spiana
l’erba
nel
coro strascicante del vento
che
viene da lidi lontani
con
novelle di luce
su
ciò che era della pioggia ieri,
domani
dell’azzurro
che
attende ogni cosa
rinnovata
sotto il sole.
Volume:
Pittura e poesia. Ed. Convivio letterario – Milano 1966
GIALLO
E ROSSO ALL’ALBA
L’alba
nasce dalle spoglie della notte.
Gialli
e rossi cespugli
gloriano
il sole che irrompe
con
le grida degli uccelli
e
si disseta di colori.
Non
fermare il volo dei rondoni a grida,
nel
cielo il giorno distende veli.
Sei
una ridda di rondoni.
L’occhio
ti segue e già torni
ed
io tendo l’orecchio col salice ricurvo
che
riceve e trasmette suoni
ad
acque lontane.
Non so che vita è vivere
come
di rondoni in volo.
Passi vanno verso una fonte pura
in
questo mattino di sole
che
denuda l’aria,
sfoglia
betulle e delinea limiti.
Il mattino mi avvolge
nel
suo accarezzare
ogni
cosa
ed
io abbraccio la vita
con
questo amore
che
mi fa di pochi pensieri.
Gli
uccelli volano
nella
luce del mattino
spinti
a cercare
un
seme
un
ramo
un
fiore
un
po’ d’acqua
sul
coperchio del pozzo
ch’io
bagno nell’arsura
per
loro.
Vorrei
essere
d’aria
luminosa
per
avvolgere
il
mondo intero
in
un abbraccio d’amore.
E’
MERAVIGLIA VIVERE
E’
meraviglioso vivere
quando
il sole tiepido
disseta
come miele
le
ferite accese
e
il mio canto non si arresta
con
lo sguardo.
PROFUMO
DI MIELE
Amore
mi affascini,
ali
di candore
in
quest’alba di luce,
libellule
danzanti
nel cielo.
Col
profumo di miele
nell’incavo
dell’estate
feconda,
le labbra disseto
alla
tua fonte perenne.
Per
mano andiamo
nei
giardini della vita,
cogli
il profumo
d’ogni
fiore in me,
essenza
di vita.
L’UMORE
MIO VARIABILE
L’umore
mio variabile
è
fibra elastica del tempo.
Si
misura e lascia traccia
su
questo solco d’ansie e detriti
da
cui si allargano vie
nel
magnifico trionfo della vita.
Il
rinnovarmi
è
respiro del mio essere.
IL
TUO CANTO E’ TORMENTO
Il
tuo canto è tormento,
tristezza
ti spinge
a
disegnare tra le righe.
Il
lampo spazia il cielo
e
cade nel nero più cupo.
Il
cielo non ha stelle.
Le
finestre illuminate
si
nutrono della notte.
I
grilli arano
Il
silenzio del prato.
Sogno
non sei verace
d’anima
libera,
come
una goccia
cade
e si frantuma
sei
imbevuto di cielo
or
ora di terra.
ALCHIMIA
Sfioro
le cose
senza
scoprirle.
Guardo
senza vedere.
Sono
priva di ogni misura:
un
canto senza parole,
un
grido senza voce.
Dov’è
l’amore!
Odio
me stessa
e
tutte
le
mie contraddizioni.
Amore
e gioia
vezzose
creature,
per
un sorriso
volete
una vita intera!
Vorrei
bruciare
l’ingratitudine,
l’egoismo
tutte
le impurità
per
trovare
anche
una sola piccola
pepita
d’oro puro.
SOLE
ROSSO
Le
bionde ispide spighe
ondulano
nel mare di gioia
al
sole più rosso di giugno.
Logge ricolme dell’oro della sera
all’ombre
indifese schiarano dolci asili.
Lentamente
va spegnendosi
la
fiaccola accesa,
il
canto dell’umano ascendere ai tuoi cieli.
Torna
la sera la luna di Venere vassalla
quando
si tinge di fuoco la magnolia.
Ti
ho attesa dove confabulano spiriti
testimoni
della sera,
ma
la tua luce non riscalda.
NON
HA VOLTO DI PERSONE
Non
ha volto di persone questa via.
Le
ville affiancate di reti e siepi
tra
gli alberi hanno balconi chiusi
al
cielo che le arrossa di tramonto.
Lo
spaventapasseri nell’orto
con
le gonne lunghe, il cappello
che
la pioggia inzuppava,
che
vegliava?
Gli
uccelli ai suoi piedi
garruli
sfrecciavano.
Nel
gioco del tramonto incantata è l’aria
al
palpitare del cielo.
GABBIANI SPIEGANO ALI AL TRAMONTO
Il
cielo si distende sul mare
carico
di profondità,
striato
di colori.
Cerco
la luce dove posa,
cerco
ciò che nell’anima
si
allarga come una ferita.
Un
bimbo si dimentica
con
le barche a galleggiare
mentre
i pensieri navigano
per
cieli e mari luminosi
e
rincorrono gabbiani
senza
un grido e una preda.
mostra
le braccine rotonde
ch’io
mi pregio di aver fatte
e
con parole tutte sue
racconta
che
andrà lassù a giocare
a
palla con gli angeli.
Il
sonno dei bimbi è vivere in cielo.
RAFFAELE
Raffaele
coglieva i fiori
nel
prato
di
bianco e azzurro
punteggiato
e
li stringeva nella manina
mentre
tra le siepi
muoveva
un fremito
di
tane nel risveglio.
Il
sonno poi lo ha rapito
col
gorgogliare del ruscello
tra
due gabbie abbandonate.
MA
IO NON CI SARO’
Verrà
ancora il sole
a
picchiettare di scintille il mare.
L’onde
a disegnare sull’arena
monti
a catena, le vette
di
schiuma argentate tra le alghe.
Ma
io non ci sarò
e
mi duole il lasciarti
nel
tumultuare incupito
come
in preghiera,
sotto
questa cupola di nubi vaganti.
Se non fossi
immortale,
ora
vorrei
morire.
Più
mi consola
ciò
che mi
circonda.
Ed
il mio
sguardo
va
all’immensità
del
cielo,
vorrei
perdermi
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