CENNI CRITICI SULLE SUE POESIE


«...giunge al travaglio dell'espressione artistica solo per interiore coercizione, ne ozi, in effetti, ne facilità di esistenza, ne tranquillità di ambiente sono nella sua vita o vi sono in quantità tale da consentire a lui quegli abbandoni spirituali e verbali che caratterizzano l'arte cosiddetta «fiore di serra». Mancano in questi versi, lacrime di alambicchi: come quelle di un famoso poeta antico, esse sanno d'uomo: «HOMINEM SAPIUNT»  Da «NOTE E MOTIVI» Enzo V. Marmorale


'<-.. I versi di Bromuro sono delicate notazioni di sentimenti semplici, ma fermamente e limpidamente espressi, che traggono la loro origine dalla vita quotidiana e dalle risonanze che l'autore avverte nel suo intimo a contatto della realtà che lo circonda, sono note che per lo più sembrano tenue e fugaci, ma risuonano a lungo nell'animo dell'attento lettore che sappia trascegliere e coglierne i motivi più profondi.»               Da «IL GIORNALE» 12.11.1955 Luigi Pepe


«... I canti di Bromuro sono intrisi di pacata delicatezza, si snodano liberi e cristallini. Le cose sono dette semplicemente ed efficacemente, senza complicazioni intellettualistiche.»
                                                                                      Da «ROMA» 8.8.1955 Francesco Bruno


«... La gamma dei Motivi poetici che ispirano Reno Bromuro è molto ampia e va da un realismo essenziale, che aderisce ai fatti e li penetra, come nella lirica «IN TRENO UN SERA» (... è morto un uomo! / Ed io più forte sentii / il desiderio / di saperti in attesa: / creatura di vita / per l'altra viva creatura), a una movenza melodica che corre piana, soffusa da un sentimento appena accennato come ne «LA VITA» (... vale soltanto, amore / nel timore del nulla in agguato / tenersi per mano ...).

Nel concludere questo profilo essenziale, devo confermare che, (...) si tratta sempre di poesia che attinge ad una profonda e sofferta ispirazione.
                                                                     Ennio Velardi: Profilo di poeta, YMCA 12.2.1967


«Poesia in cui alita e freme un lirismo non facile a riscontrarsi nei tanti libri che oggi infestano il mercato editoriale. Ciò perché l'autore sente intimamente l'allo valore e il recondito significato della poesia e ne fa lo scopo della propria vita densa di dolori, sacrifici, sogni e aneliti di conquista, che portano la sua anima in alto.»

                               Gino Spinelli de' Santelena Da «PENSIERO ED ARTE» Gennaio 1972


«...Bromuro si conferma poeta di una forza realistica impressionante. Il suo canto d'amore ma anche di denuncia e di rivolta, espresso non solo con la ineccepibile composizione dei versi ma anche con l'impeto della sincerità. Esponente di quella cultura centro meridionale (è nato a Paduli in provincia di Benevento) che, da sempre, è stata il fulcro della vita intellettuale del nostro Paese, Bromuro, in questi tempi di smarrimento ideologico e di falsi idoli tiene ben alta, come del resto ha sempre fatto, la bandiera della verità nella poesia.»
                                                                   Da «SETTIMANA A ROMA» Aldo Majolini


«...Questa di Reno Bromuro non è poesia che pone il limite di una determinata epoca o di un sistema, ma è l'incisione contemporanea dell'elemento essenziale cui determina e unifica molti elementi particolarmente contenutistici e viene sistemata in una visione artistica di questa irrequieta società».                                                  Da «IL CITTADINO» Gioacchino Chiparo


«... Bromuro prosegue ancora nel suo impegno di denuncia delle realtà sociali, reso più efficace dalla schiettezza e semplicità del verso che scorre facile con la cadenza del «parlato» e alieno da sovrastrutture retoriche, innalzandosi in vera e propria arte in certe immagini di verismo eccezionale...»                                                            Da «CORRIERE VENETO» 22.4.1975 D.S.F.


«... Il verso è sciolto, incalzante come gli avvenimenti, come le sole favole che ha imparato a conoscere: quelle dei mostri d'acciaio, dell'odio, del disprezzo della vita umana».
                                                              Da «COMUNITÀ NUOVA» - Maggio 1975 Gildo Matera


«...Versi tutti percorsi dai forti sentimenti di un'infanzia dolorosamente vissuta. E' questa di Bromuro una poesia distaccata da qualsiasi corrente, da qualsiasi moda, priva di scuola, ma concretamente sollecitata da una bruciante personale carica di consapevolezza che nulla concede all'effettistico».

                                   Da «NOTIZIARIO BIBLIOGRAFICO - ANSA» n.489 Roberto de Sio


«... Quella di Bromuro è una pesia che, staccandosi dal filone tradizionale, conserva quel misterioso ingrediente capace di farci soffrire e gioire avvicinandoci, accomunandoci all'anima del poeta».                                                                       Da «CONTROCAMPO»   Silvio Bellezza


«... Bolla a sangue i fautori della cosmica tragedia, raccogliendo in queste pagine, tutte le sue pene e le sue tristezze ... Le leggano soprattutto i giovani per trame utili e indispensabili insegnamenti».             Da «PENSIERO ED ARTE» - Aprile 1975 Gino Spinelli de' Santelena


«...Nell’anticonvenzionalità della trascrizione di sapore neorealista c'è la coralità delle molteplici facce del dolore... La sua è una speranza che nasce ogni giorno nel «silenzio», un silenzio che prepara la riconciliazione con la vita, con Dio».

                                                                     Da «NUOVI ORIZZONTI» - Aprile 75 Ugo Perniola


«...vi ho rintracciato una meravigliosa freschezza di immagini ed un «impegno» politico e sociale (nel senso più alto delle parole) che io non sospettavo, essendo rimasto, nella conoscenza della sua poesia, a «NOTE E MOTIVI» dell'ormai lontano 1955».

                          Luigi Pepe, direttore del «GIORNALE ITALIANO DI FILOLOGIA»

«...Ogni poesia è un fotogramma, un avvenimento scolpito nei versi; ma in ognuna c'è l'esaltazione dell'olocausto».
                                              Da «VOCE NUOVA DELLA REGIONE» Armando Rositani


«la poesia di Bromuro è moderna, i suoi versi a volte sferzanti fino quasi alla monotonia nel loro ripetersi; a volte musicali e teneri, possono destare rabbia o entusiasmo, ma non lasciano mai indifferente. Il lettore è trascinato dalla forza da cui il poeta stesso viene trascinato e alla fine, si ritrova librato nello stesso volo con cui il poeta s'innalza per gridare. «AMORE». Antonietta Lamorte: IL CANTO DI RENO BROMURO: «una voce nel deserto» (recensione a: CAMMINARE CANTANDO)


«Ogni raccolta di poesie di Reno Bromuro affronta il problema che il mondo attuale chiede, in grande libertà: vivere con i sentimenti che noi esprimiamo, in un tutto tondo vibrante d'amore per il prossimo, anche in quelle che, gelosamente, non ha messo in circolazione, per pudore.» Giuseppe Selvaggi:«PRESENTAZIONE DEL LIBRO SE M^ADDORMENTO» (Quadrato di IDEA 17.1.1986)


«Dal principio alla fine, questa raccolta di poesie (CAMMINARE CANTANDO) è un crescendo di forza e di speranza, e il poeta ne è talmente compenetrato da identificarsi, a poco a poco, con quella umanità da cui in principio sembra distaccato».

Paolo Diffidenti:  PRESENTAZIONE DEL LIBRO CAMMINARE CANTANDO» (Centro Letterario del Lazio: 8.2.1990)


«la poesia di Bromuro, da «OCCHI CHE NON CAPIVANO» a «SE M^ADDORMENTO», a, per non andare oltre, «CAMMINARE CANTANDO» è una poesia che, definirei, filmica. Si, perché ogni volta che la leggo vedo le immagini come se assistessi alla proiezione di un film. E, ogni volta, è una commozione ed emozioni irrefrenabili mi avvolgono facendomi vibrare col poeta».

Augusto Giordano giornalista GR2: Intervento al «6 PREMIO LETTERARIO - L'AUTORE DELL'ANNO - CITTA' DI PALESTRINA 1989» (20.8.1989)


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