Indice Poesie


Parole Vite Soffio Oblio Sguardi
Desiderio Guarda Poeta Radura Il giorno
Futuro Ricerca Verità Terre Attese
Spazi Cieca eufonia Ombra Parole ribelli Vita
Rumore I padroni del pensiero o dell'inviolato Cielo  Frammenti Mattino
Vento  Futuro Noi Presente


PAROLE

Le parole si afferrano di sfuggita

cadono leggere come piume

e quando si posano non fanno

rumore. A volte si disfano

decadono penosamente

marciscono come le ultime

foglie d'autunno.

 

Guardala quest'aurora :

la festa delle parole

che dicono salvezza

che dicono: glicine respira


 

VITE

Sii una sillaba
male pronunciata

Una metafora malriuscita

un canto adolescenziale.

Tanto chi sbaglia non paga

che chi la dura non la vince.

Guarda il mondo che forse

è tutto sbagliato, guardalo

se puoi da un altro lato

Tanto i conti non tornano

e il morbo impazza tra

le contrade e tra gli

spazi virtuali,

tra i fregi degli altari

ma che importa tutto questo

all'uomo questa scimmia

minacciata dal buco nell'ozono


    

SOFFIO

 

pallido

un soffio di vento

ci sfiora;

crepitano gli alberi

nel bosco

avvolgendo

di tenera estraneità

l'atmosfera

quando la gemma

fiorisce


 

 OBLIO

 

  Fatemi dimenticare città, nomi, desideri
di uomo: fatemi crescere e rifiorire
fate che io emerga solitario dal vuoto,
dal fondo dei pensieri più bui

 

 

Fatemi dimenticare il teatro

d'ombre della vita, la sua pena,

le lunghe transumanze d'idee

Gli anni trascorsi in vano

 

 

Fatemi risorgere vi prego

dalla sostanza oscura della vita

dal crogiolo  dell'informe

che ci accolse al di qua del tempo


 

SGUARDI

 

Guarda oltre la polvere

dei sentimenti che ti

tengono prigioniera

 

Di le parole che sai

poche e semplici

poche e profonde

 

schiudi il tuo cuore

alle trasparenze,

raccogli gli sparuti segni

 

Sì una parola pronunciata

a mezza bocca sii lieve

come una brezza marina

 

cammina e risali,

brucia le scorie

del passato che t'opprime,

scavalca il tuo riflesso

  d'ombre


DESIDERIO

 

A te

infinito

che mi avvolgi

e io sempre

a una infinita

distanza da te.

A te che incombi

fino a schiacciarmi

e io che non posso

raggiungerti

m a i.

Dedico il mio

silenzio.


GUARDA

 

 Guarda l'ombra lunga
che non ti si stacca dalle suole
e imbratta i soliti androni
le piazze e le aree sosta.
Non vedi: i mercanti
non hanno mai abbandonato
il loro tempio, ci hanno messo radici.
Nessuno cattura più
il sorriso sghembo delle aurore
la crudele allegria dei volti
lo sguardo profondo degli indigenti.
Ti ho visto aspettare con le
tue labbra di naufrago,
solcare fuggiasco questo oceano grigio.
Hai raccolto i frammenti più preziosi
ne hai fatto la carne viva per la tua parola.
Ma il verso che promette salvezza
non ferma la corsa del tempo
né la mano feroce dell'assassino
Il verso è solo una forma d'oblio
uno splendido naufragio.
Ci resta solo l'eco spenta
delle lontananze, l'intrico delle
metafore che non conoscono legge
e la forza sognante
di quest'assiduo soliloquio.


 

POETA

 

Ecco un tempo rubato alla vita,

una schiera d'istanti inseguiti

inutilmente, un incrocio

di destini che dicono strani.


RADURA

 

Questa dispersa radura di  parole

tra le parole, questa distesa

di  cose oltre le cose,

questo universo di

di soli che aprano ai soli

e a prospetti di tramonto.

Qui il ricordo si sfoglia finché

non resta che un altro  ricordo

e tutto il resto ne è offuscato. Vedi

la neve nera sulle pagine e i versi

queste sbarre tra noi e il mondo  

e ti senti dire: la lingua è

un carcere aperto

dove non esiste

fuori  nessuno.


 

IL GIORNO

 

Fuggono veloci i pensieri

s'attorcigliano come spirali

fino a confondersi tra loro.

 

Ogni cosa al suo posto

ci diciamo, la vita

faccia il suo corso

 

 

Meglio non guardare

per ora l'orizzonte

non vedere le nubi

che s'alzano maestose

 

Non è tempo.

Passeranno altre notti

ma il giorno verrà inaspettato

senza annuncio a sradicare

 

la radice antica dell'odio

che ci incatena sul fondo

che ci trattiene. 


 

FUTURO

 

La profezia si è spenta

la poesia è muta

la musica è un urlo

 

Dio non c'è nel nuovo caos

né lo spirito si libra più

su questi abissi di senso

nessuno a guidare l'esodo

verso le nuove forme.

a prometterci la terra

 

Siamo tutti sul palco

straccioni sporchi

insozzati del sangue

 

versato e ancora

e ridiamo


 

 RICERCA

 

Per quanto tempo

mi avete cercato

per quanto tempo

avete interrogato

la mia assenza

 

Vagavo

Ora che sono arrivato

non riconosco più

i volti, sbaglio i nomi 

 

Non vedo niente che mi

somigli in questa palude

dove tutto si è fermato.


 VERITA'

 

Non cerco altra

verità che quella

dei giorni, scarna

ed essenziale.

Non cerco un  senso

ma una trama sottile di ragno

che da sé lo produce.  

Spesso cado nel vuoto delle masse

informi, nella vastità crudele degli universi

di cui sono una  figura sbiadita.

Una pagina sbiadita

è il mio discorso

una speranza tradita

un fuoco ormai spento.

 

 

Salto il fosso

e non sprofondo più

tra le sabbie, leggo i segni

e mi dico:

"chi ci sparse la terra sull'ossa

e riprese tranquillo il cammino,

giunga anch'egli stremato alla fossa

con le nebbie del primo mattino"


TERRE

 

Vedo una terra oltre questa smisurata

palude, oltre questi fiumi avvelenati

oltre questa selva di parole mute.

Vedo una strada solitaria e ombrosa

che porta oltre il sangue e le piaghe

e le vittime immolate

E'

tra ali di folla rumorosa

è una risalita questa strada

è una ridda di voci, è un volto

nella nebbia.

 

E' il nome che è

è sorgente dove risale il leccio

a grandi rami.

E' equidistanza

d'aria e di asfissia.

E' la folla rumorosa che

non sa i nomi e dice mano

e dice cuore e onda

e dice luce e pergola.


ATTESE

 

Sotto la spessa coltre d'immagini

la terra è solcata da invisibili passi

al fondo delle acque esplodono conchiglie

 

eterna è la dolcezza del tempo, infinito

il suo miracolo di specchi. Attendi

calmo finché l'alba schiuda il suo occhio

 

e il crepuscolo spenga gli sguardi stanchi

attendi la morte della belva feroce, allora

il tempo sarà di nuovo suono e nascita.


SPAZI

 

Scopriamo spazi

che il cielo nasconde

scopriamo oblii

sepolti dai ricordo

e ci risvegliamo pensosi

e fluttuanti .


CIECA EUFONIA

 

Sono passate le comete

sul celeste lenzuolo

è scorso sangue

sul teatro del mondo

Ho scritto versi

che nessuno ha letto

ho guardato

in profondità

senza vedere nulla.

Cieca eufonia


 

 OMBRA

 

Ho seguito la mia ombra
attraverso fiumi in secca e prati bruciati,
l'ho cercata seguendo le orme

sulla neve, attraverso siepi di persone,

e il loro buio, la loro selva di parole,
nel peccato e nell'inutile pentimento.

Ho seguito la mia ombra
e l'ho trovata un giorno

incollata ad un muro
come un manifesto di pubblicità
ma il vento l'ha portata via
assieme al sale e alla sabbia
dell'ultima estate.


PAROLE RIBELLI

 

Non valicherò mai la cima del monte più alto,
né toccherò mai gli abissi del mare più profondo,
ma forse, in un attimo inatteso,
riuscirò ad unire due parole ribelli.


  

VITA

 

Voglio vivere in questo cono d'ombra
al riparo dalle luci della ribalta
Lascio gli altri bearsi nel rumore
e pascere nei campi dell'essere
io per me amo le vie raminghe e tortuose
e gli spazi sterminati delle distese interiori.
Mi basta una pozza d'acqua per placare
la sete e di più non chiedo al destino.
Mi basta la gioia degli sguardi
che danno e chiedono affetto

per illuminare i miei giorni di luce sorgiva.
A voi lascio la noia mortale dei
soliti discorsi da osteria delle dame
le chiacchiere semiserie da habitué
del dopolavoro epistemologico.
 Lo spettacolo vada pure avanti
io non sono della partita.
Vi saluto amici ultime controfigure
di quello sfinimento infinito
che chiamiamo occidente.


RUMORE

 

Del vostro rumore facciamo a meno
dei vostri giudizi senza capo né coda
abbiamo fatto in questi anni il pieno
Inutili orpelli  le vostre idee alla moda.

Delle vostre parole gonfie e ridondanti
non sopportiamo ormai più il lamento
e i discorsi sempre più pregnanti
ci riempiono di profondo sgomento.


Datevi vi prego o campioni del pensiero
all'arte antica e nobile dell'ippica
tutti vi saranno assai grati davvero
d'aver scampata l'ultima vostra filippica.


Non resta ora che prendere congedo
da questa sapienza un tanto al chilo
da questa scepsi tipo se non vedo non credo
il bandolo della matassa lo si trova anche all'asilo


I PADRONI DEL PENSIERO

O DELL'INVIOLATO

 

Si è vero l'universo non s'espande
è tutta una congiura della scienza
E' una balla sempre più grande
che del Big Bang non si può far senza


Io so che tutto è eterno e increato
come lo sa Severino tra filosofi il beato
che da anni fa dotte previsioni
sulla fine della Chiesa e delle nazioni

E lo sa Galimberti filosofo confidente
di anime in crisi sentimentale
quello che con gesto da sapiente
ti dice che la tecnica è un gran male


Che importa a noi della pena del mondo
noi preferiamo il vivere giocondo
e le chiacchiere erudite dei salotti
poi le feste, i balli mascherati e i botti

Siamo sempre noi i primi della classe
noi che sbrogliamo le più intricate matasse
noi che portiam la croce al merito sul petto
del pensiero, abbiam l'ingiuria a sommo diletto.


CIELO

 

Nessun cielo d'una notte senza respiro
giunge così profondo nell'eternità
nessun lago quando le nebbie si diradano
riflette una calma come quella dell'attimo.

gli orizzonti sono voraci
l'oscura montagna ha occhi di falco
il sole abbassa il suo uncino da macellaio


FRAMMENTI


 Le stelle si allontanano
vibrando echeggiano le galassie
tutto esplode
e tace

 

Intanto la notte s'avvia all'ora più sospesa
e il pensiero corre alla sorte dei platani che
silenziosa ci accompagna
alla realtà che si compone
d'ignote illusioni e a un tu
che non conosco, ombra
tra le ombre.

il viaggio attraverso i nomi
non deve nominare altre cose
nessuna parola sceglie il proprio
esilio. Oltre il cortile le case
sono piene di oggetti di una
terra lontana. La trama del
linguaggio ci riscatta dall'ansia
del tutto che sempre ci sfugge

la notte s'avvia all'ora più sospesa
pensai alla sorte dei platani che
silenziosa c' accompagna
alla realtà che si compone
d'ignote illusioni e a un tu
che no conosco ombra
tra le ombre. Non conosco
i nomi di chi passa nel corridoio

Non trovo i miei luoghi

ormai avvolti dalle nebbie

non trovo le parole

per dire la paura

non trovo barlumi

ad accendere le notti


 

MATTINO

 

Guarda il mattino, l'ultima stella

         si sta spegnendo

un punto bianco che trafigge il silenzio

 

 

Senti la quiete, l'estasi

tremante degli alberi

 

Ogni filo d'erba, un sussurro,

             ogni stilla di rugiada un tono chiaro

 

che annulla il confine tra gioia e disperazione


VENTO

 

Vento

tu mi schianti

impennandoti

fronte

tu t'immergi

nel rombo delle distanze

Eterna è l'attesa

infinita la cavalcata

tremuli gli sguardi

nel disco del sole  


FUTURO

 

Ingrossa il mare

incalzano le onde

sfumano in presagi

in lontananza

e l'attesa resta

avvolta nel vento.

Eppure nessun fuoco

spegna la radice

antica dell'albero

e il rumore non schiaccia

il grido delle anime

 

Passi, speranze

sangue e illusioni

cammini, passaggi, vie di fuga

immagini che si sovrappongono

e tacciono per sempre.


NOI  

Farsi invisibili

aggirarsi senza rumore

nello spazio come

un clandestino

a cercare respiri

a inseguire le ore

nel segreto 

della notte,

Dimenticare

la catena degli eventi

che afferra e ordina

i destini, dimenticare

le atroci dispute

che c 'hanno diviso

per essere semplicemente

noi.


PRESENTE

 

Non vedi, i magazzini sono vuoti, niente luce

non una parola di troppo per le strade.

Gli ultimi poeti urlano le loro verità nelle catacombe

bassi sulle acque volano i gabbiani

 

Introno a te s'oscurano gli affetti

muta la scena, nessuno shock

l'illumina più. E continui a

sederti  a tavola, a lavarti le  mani

 

Tutto ti scorre via senza traccia

diretto al più cupo silenzio.

Tutto tace dal bunker dell'anima

non una voce dal freddo polare

della coscienza. E il tempo

il tuo tempo annuncia crisi.

 


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