AL PARTIGIANO FRANCO CENTRO

 

 

Giovinetto,

ancor imberbe,

che la ferocia nazista

innalzò sull’altare

dei martiri

e degli eroi.

 

Tu eri il beniamino

dei tuoi compagni

combattenti

per la libertà

della patria italiana.

 

Un figlio eri;

un fratello,

un soldato fidato

per Lince:

tuo intrepido comandante

che trepidava,

pur, sapendoti

in pericolo.

 

Ma tu detestavi

il riposo

e da animosa staffetta

oltrepassavi

le linee nemiche,

sempre pronto

a portare ordine;

a dar informazioni.

 

Non avvertivi la stanchezza,

ignoravi la sosta,

ed il tuo giovanile cuore

non conosceva la paura.

 

Molti dei tuoi compagni,

avvisati, da te,

scamparono d’agguati,

ruppero

il cerchio nemico,

ed a te dovettero

la vita.

 

Persino,

il tuo amato genitore,

arrestato dai nazisti,

fu da te libero,

nel momento

più inatteso.

 

Ma l’intensa

tua giovinezza

fu stroncata

nell’attimo più bello,

il tuo sacrificio

fu sublime:

 

vincesti le torture,

non ti domò il dolore

a chi ti voleste delatore.

 

Chiedesti

che ti fucilassero

con la stella di partigiano

sul cuore

e come d’incanto,

prima che la morte

ti celaste gli occhi,

una stella vera

t’apparve sul petto

che il tuo sangue disegnò

e si tinse di rosso.

 

Giacesti immobile

sulla neve d’aprile

che avvolge

d’un tiepido calore

il tuo corpo

di valente coraggio.

 

Silvana Pagella 


La presente poesia non potrà essere pubblicata, o utilizzata in alcun altro modo, sia parzialmente che integralmente, senza il consenso dell'autrice.

Per avere informazioni su questa autrice, o per leggere altre sue eventuali pubblicazioni su Interactive People, fai clic Qui