EVITATO DA UN ETEREO AEREO
In
una città col nome in procinto,
dalla
notte non nera mai tanto
e
buia d’istinto,
con
le luci delle auto in un viale,
con
le lampadine dell’avvento
e
quelle del natale,
io
guido.
Coi
piedi calzati
su
colpetti veloci
quasi
affrettati,
passanti
fermi
da
freno a frizione,
lasciando
ogni tanto
l’acceleratore,
io
dirigo.
E
rombo con la bocca
emetto
spifferi
senza
dar per scontato
che
non guido l’aereo
ma
una piccola auto
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