RUBAMMO MORE ROSSE E BLU
Rubammo
more rosse e blu
dai
pensili muri quel novembre
di
sotterfugi e lapidari guizzi
tra
gelosie di scaduti amori.
Né
mai parlammo ad alcuno
delle
lische di canapa al petto
e
delle nudità che dicemmo
in
silenzio attrarci, solo le more
ne
seppero palpare gli aliti.
Eravamo
più indizi che fonte
di
succulenti segreti, le labbra,
taciuti
gli usufrutti, svelarono
gli
arditi imbratti alle genti
di
frutti mangiati con le mani.
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