ALLA MIA TERRA

 

 

 

 

L’accesso è sotto il pensile

giardino di san Francesco,

il tuo campanile mozzato

ancora maledice il fulmine

ma la mole n’è fierissima

del cielo che tocchi da lì.

Io mi riposo ai tuoi ulivi

secchi come femminucce,

fintanto che aspetto l’ora

di diventar famosa pietra.

Il mio tuffo nell’alveo fu

trauma, ancora non passa:

tra cocci d'anfore e anelli

per l'attracco dei romani,

non m'accorsi degli anni

che tu spassosa mi rubavi.

Francesco Papacicco  


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