MERIGGIO

 

O venticello mio sornione e caro,

che nel caldo meriggio ti trastulli

a sollevare in tondo le pagliuche,

come il fachiro fa col serpentello

che la lingua vibrando il capo estolle,

in pace fammi star con questo foglio.

Son già tre volte che lo porti via

ed io con te sorrido e poi l'afferro,

ma tu t'adiri e par che voglia dire:

"Lascia vagar col vento i tuoi pensieri,

quest'ora è fatta solo per amare

o per volare in alto tra le stelle,

che il ciel trapunteranno quanto prima".

O venticello,o venticello mio,

tu sei la gaia giovinezza eterna,

tu sei l'indomito destriero alato

che sulla terra,sull'azzurro mare

e tra le nubi il cavalier si porta

verso l'ignoto a conquistar l'ebbrezza

evanescente della vita. Quanto

- lo so! - vorresti ancor ch'io ti seguissi.

Ma tu lasciami andar coi miei pensieri

e questo foglio non portarmi via,

or che la pace spazia in tanto oblìo!

Rocco De Vitis  


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