NEL GIORNO IN CUI SEI NATA

 

 

 

 

Una terrazza sotto il sole,

ranuncoli violacei a mazzi

come croste di viva pittura

sul parapetto mozzafiato,

un’altalena di buonumore

e cuscini ampi per dormire,

il caffè traboccante d’onde

di prodigalità nel bianco latte,

un pudore che non ha misura

e che fascia severamente le pieghe,

pieghe sulla pelle e sul cuore

che un mobile antico sospira,

una terrazza sotto il sole

per noi anche quando diluvia, sei tu

madre, nel giorno in cui sei nata,

giorno che unisce le nostre carni

perché vivo è il passo sulla terra

e vegeto l’arrenderci all’abbraccio.

Noi, i tuoi commensali, i tuoi figli.

Francesco Papacicco  


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