CINQUE FANCIULLI

 

   

  

Un dolce prato ai margini del bosco,

le onde sussurranti del mare incantato,

un sole sfolgorante,

nella pienezza del meriggio estivo.

 

        Stesa  abbandonata una fanciulla sul prato, sui propri sogni,

        un vento leggero sembra accarezzarla,

darle sollievo dal sole infuocato.

Scompigliati i capelli s’intrattengono con i fiori,

mentre l’aria sembra riposarsi sotto la veste,

dando frescura alla fanciulla, riposandosi essa stessa.

 

Cinque fanciulli giocano fra gli alberi,

i sorrisi e le risa si spargono allegri,

nel bosco, nel prato.

 I cuori colmi di gioia, i corpi immersi

nel calore e nel gioco.

Le anime viventi

al di fuori del tempo.

 

Scorgono gli occhi vivi la fanciulla distesa

Scorgono i corpi ardenti il corpo femminile,

più forte ed intenso dello stesso sole.

Guardinghi si guardano fradi loro,

incoraggiandosi ad avanzare, a contemplare,

a prendere parte alla  festa della natura.

I cuori battono forte nel petto,

istinti sconosciuti salgono come lava nei corpi accaldati, 

la sublime visione li fa felici, incantati,

timorosi e desiderosi di portare la loro gioia,

timorosi e desiderosi di avvicinarsi al corpo solare.

Sognante la fanciulla, allegra nel sole e nel vento,

osserva la scena, attende il coraggio, apre il cuore.

Si muove lentamente, come in una danza,

ed ogni spostamento è una rivelazione misteriosa,

ogni gesto un tuffo nel cuore.

Scorgono i movimenti delle gambe, delle braccia,

l’incanto li sorprende innamorati,

immersi in mille sensazioni di intimità,

di amore, di liberazione.

Generosa la fanciulla indovina ma non manifesta,

come se fosse sola, si muove, si abbandona,

e libertà crescenti emergono dal corpo.

Si avvicinano i fanciulli, timorosi, lieti della loro energia,

consapevoli del sole che arde nei loro corpi.

Pregano Dio, ringraziano l’universo,

in se stessi sentono svegliarsi gli dei.

Si avvicinano lentamente, si dispongono in diversi luoghi,

chi vicino alle ginocchia svettanti,

chi sussurrando quasi al collo, alle orecchie,

chi, innamorato, è attratto dalle colline dei seni,

nascosti dalla veste, aperti dal vento,

chi verso la pancia ed il ventre, sente antichi e nuovi trasporti.

   Sospira la fanciulla, riposata, incoraggiante.

Come fiori le manine salutano la pelle rosata,

in nuovi giochi scorrono le dita,

incontrando giulivi

la pelle vellutata.

Fremono le carezze, sussultano i cuori ed i corpi,

chiedono aiuto al sole, al vento, onorati da questa vicinanza.

 Entusiasta la fanciulla dormiente,

nuovi impulsi sente espandersi in tutto il suo essere.

Tutta la sua natura canta, madre ed amante e compagna di giochi.

  Audaci i gesti, le mani, scorrono sotto la veste,

il calore ed il mistero si slanciano.

   Scorre via la veste, aiutata dal vento amico,

sorge splendente il corpo di donna,

esaltato dai fiori, dal sole, esaltato dalle mani piene di piacere e di gioia.

   Una danza rapisce i piccoli amanti,

un dio istruisce nell’amore divino

la fanciulla ed i piccoli esploratori.

    Si muove ora la fanciulla,

le braccia e le mani sembrano rincorrere i nuovi venuti,

le gambe sollecitano i movimenti,

si aprono gli occhi divertiti, accolgono generosamente

le braccia i piccoli uomini.

   Le risa e gli sguardi calmano ora i movimenti,

accoglie la fanciulla nel suo corpo i fanciulli esausti e rapiti,

le braccia li contengono, li proteggono, li calmano

mentre le loro anime fanno festa, in cielo e in terra.

Antonio Sbisà

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