SOLITUDINE
Appesa
all'albero delle reminiscenze,
ultima
foglia
sulle
arboree braccia
del
vermiglio autunno.
Sdegnosamente
contemplo
la
multiforme secca macchia
di
chi è già caduto al suolo,
irretito
nelle
trame amorose della vita.
Aliti
di vento
mi
sospingono avanti, indietro,
in
altalenanti, confusi vortici
tra
passato e futuro.
Tutto
induce a non lasciarti, ramo;
al
di sotto delle tue spoglie fronde,
non
c'è dimora che attenda,
né
ristoro dell'amica foglia,
ma
vuoto, morte, distanza.
Ferita
nel femminile orgoglio,
accetto
i solitari monologhi,
l'insicuro
trascorrere di
stagioni,
inetta,
confortata
dal tepore domestico,
sognante
solo tra le pagine.
Al
di fuori
cattiveria,
disumana
e invidiosa legge della sopravvivenza,
ipocrisia
imperante.
Dentro
le tue radici,
rimane
almeno
una consolante solitudine
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