SOLITUDINE

 

 

Appesa all'albero delle reminiscenze,

ultima foglia

sulle arboree braccia

del vermiglio autunno.

Sdegnosamente contemplo

la multiforme secca macchia

di chi è già caduto al suolo,

irretito

nelle trame amorose della vita.

Aliti di vento

 mi sospingono avanti, indietro,

in altalenanti, confusi vortici

tra passato e futuro.

Tutto induce a non lasciarti, ramo;

al di sotto delle tue spoglie fronde,

non c'è dimora che attenda,

né ristoro dell'amica foglia,

ma vuoto, morte, distanza.

Ferita nel femminile orgoglio,

accetto i solitari monologhi,

l'insicuro trascorrere di  stagioni,

inetta,

confortata dal tepore domestico,

sognante solo tra le pagine.

Al di fuori

cattiveria,

disumana e invidiosa legge della sopravvivenza,

ipocrisia imperante.

Dentro le tue radici,

rimane almeno

una consolante solitudine

Chiara Rubiano  


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