DA QUEL ROGO
Tu guardavi il cielo
e dove per altri era mistero
tu vedevi l’universo
e infiniti mondi,
e nella semplicità di un granello di sabbia
vedevi l’immenso splendore che si specchiava
con l’unico spirito divino possibile,
quello della reale misericordia,
quello che non faceva del potere
degno motivo di sua rappresentanza.
Hai creduto fino alla morte nell’uomo
e da quel rogo esala ancora
impassibile e fermo il tuo pensiero,
credere nella forza di un seme
che germoglia fra le terre arse
dall’ipocrisia e dall’intolleranza,
credere nella magia dell’armonia
che tutto quieta nella consapevolezza,
credere nella semplicità di un seme
nel quale specchiare il tutto del fluire universo,
uno sguardo diretto verso il cielo
senza l’apparenza a far da inganno.
Hai fatto del ricordo arte
traducendo il pensiero in immagine
e l’immagine dilatata si espandeva
verso l’infinito dello scibile,
e della tua morte facesti sigillo d’eternità,
pensiero irripetibile della causa eterna
della natura effetto senza limite,
hai creduto fino alla morte nell’uomo
hai creduto nella forza di un seme
che germoglia fra le terre arse
dal pregiudizio e dall’intolleranza.
Dedicata a Giordano Bruno.
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