QUANTI AMICI

 

 

Quanti amici

Ormai scomparsi nel silenzio del nulla.

Oltre morte,

Dove la vita va a schiantarsi sull’asfalto dell’oblio.

E tu

Culli nella mente

Un figlio dell’amore che rassomigli a me.

Quanta fame

In quella mammella arida e insecchita

Tra i denti di un bimbo già invecchiato anzitempo

Dalle rughe di un mondo disperato e lontano.

E tu

Culli nella mente

Un figlio dell’amore che rassomigli a me.

Il ratatatam

Di un’arma nel buio della notte

Sulla schiena di un uomo in fuga verso l’alba.

Un ‘alba gelata dal ghiaccio sulla barba bianca di neve.

E tu

Culli nella mente

Un figlio dell’amore che rassomigli a me.

Quanto paghi per non morire?

Il giusto prezzo è nel tuo ventre

Che cresce

Fino ad esplodere.

Rigonfio,

trasparente,

cerebrale.

Un seme sputato per un’ora di libidine sconcia

Venduto per tenero amore.

Bugia! Bugia!

Insana realtà.

No! Era amore

Mi potessero accoppare qui ora,

ora.

Hai leccato una goccia di resina

Sull’albero del mio corpo

E non basteranno le tue grida

A soffocare il primo vagito.

I miei sospiri sono le spine

Tolte a quel crocefisso appeso al muro

E sull’ultima morirai donna mia

Perché hai cullato nella mente,

un figlio dell’amore che rassomigli a me.

 

Stefano Scandolara

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