LANTERNA
Su
un vetro della finestra della mia stanza ricordo un’immagine
di una strada desolata nel buio di una notte d’inverno dove un
uomo camminava solo con i suoi pensieri illuminato dalla luce
fioca di una lanterna..quella strada la vidi come il riflesso
della condizione umana.L’immagine di una strada
Sola
e stanca sembra quasi una ‘quiete dopo la tempesta ’..una
apparente calma dopo il furore del mondo..guerre,stragi,omicidi
e dolori,e rimane solo il vento perso,che porta con sé il
ricordo di quelle ‘nefande cose umane ’ nei pensieri di un
uomo ‘stanco’ e provato da tanto dolore.Ulula un cane
rabbioso,un ululato che altro non è che l’eco delle malvagità
umane(rabbioso)che infonde raccapricciante orrore nel
cuore.Sbatte una insegna(simbolo di desolazione)di una locanda
dove prima si sentivano risa e giochi e allegria..ora solo il
rumore della desolazione e dell’ ‘assenza’ di voci.Rimane
solo un vecchio,simbolo dell’umanità intera e simbolo della
saggezza che pensa e pondera su tutto quello che ha vissuto e
capisce che tutto ciò che ha veduto,guerre e malvagità,lo
rendono cieco e si ritrova,alla fine della vita,con le mani
macchiate di onte(mani nel nero fango);vede solo un mondo
dilaniato da tempo dal dolore(mondo nel dolore antico). Tuttavia
intravede stordito nella strada sospesa nella nebbia(nebbia come
paura dell’uomo)una lanterna fonte di speranza in una strada
senza più nomi..i nomi della giustizia e della libertà.Tuttavia
è una lanterna che guarda stupita,come occhio sul mondo,gli
orrori dell’uomo(sul mondo stupita).Alla fine ritorno dal
ricordo e rido perché capisco che esiste la speranza.Se nella
mia precedente poesia(parco)non vi era la speranza ora la
comprendo e la accetto.
Sul
vetro del ricordo oltre guardo..
Vicolo
cieco e dorme la strada..
Solo
il respiro di un vento perso nei
Pensieri
di un uomo solo e stanco.
Ululato
di un cane rabbioso ..gelo che manda
In
cuore…sbatte e ribatte nella mente
Il
rumore di un insegna in una locanda
Deserta..ora
senza voci e muta e assente,
Il
passo solo di un vecchio nella solitudine della via..
Rimane
perso nel buio del suo cammino,
rimane
cieco ma vede il mondo nel dolore antico..
le
sue mani nel nero fango e piange supino..
Perso,intravede
sul fondo nebbioso per paura,
Sulla
strada senza più nomi una luce stranita..
Che
cade sui suoi occhi spenti per cura..
Fioca
una lanterna sul mondo stupita..
Sul vetro del ricordo ora rido..
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