FUGA

 

 

Sferragliare di rotaie

incrocianti sguardi sfuggenti,

a volte maliziosi

a volte compassionevoli.

E' un vagare senza meta,

quasi cercando un senso perduto,

inetto, sgualcito passo

nella giungla metropolitana.

Sospesa è la ragione

durante l' insulsa fuga

da quel tarlo interno

che, lentamente, si insinua, stride

in ogni singola vena,

in ogni linea del viso

ora sconsolato, fisso

su un deserto morale.

Non c'è posto per te, lume;

l'istinto guida i sensi,

lui dirige il passo.

Gocce di cuore,

lacrime di respiro, affannato

da quella ancora irrazionale fuga.

Ma da chi scappare,

se non dall'orco Amore,

dall' io inadatto,

dall'insicuro dialogo di sguardi,

foresta impraticabile

per un'anima paurosa del domani,

insoddisfatta dell'oggi.

Il passo si arresta:

turbine avvolge gente, menti, grida, rabbia.

Si può arrestare la furia dell'andare?

Solo il domani ne darà risposta,

la comprensione aiuterà le Erinni

a volger in dolce cammino

l'innaturale fuga.

Ogni risposta

giace per ora nel mare del dubbio,

cercando quella mano,

quella parola di stima, unica, soave

che potrà dirigere il passo.

Chiara Rubiano  


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