Uno Zio speciale

 

Questa lettera è dedicata ad uno zio speciale, il mio, anche se non c'è più, lui vive sempre dentro di me:

Vorrei dedicare questo spazio per ricordarti, sò bene che non serve scrivere di te, la tua vita e il tuo dolce sorriso non hanno alcun bisogno di carta e penna per restare indelebili, vivi e inalterati in me comunque, finché il sangue scorrerà ancora nelle mie vene, finché i miei polmoni si riempiranno di aria e gli occhi avranno modo si spaziare sul mondo, tu vivrai attraverso i battiti del mio cuore, i gesti e i pensieri...ci faremo beffa della morte, ne rideremo ancora insieme come un tempo, quando la sola idea di una fine ti rendeva irrequieto e per sdrammatizzare "usavamo" l'ironia, "usavamo" l'amore per riempire le assenze di chi prima di te aveva lasciato un posto vuoto, di chi, senza salutare, senza averne il tempo, ci aveva lasciati soli con le nostre paure e le tante frasi da dire.

Quando qualcuno se ne và, il primo grande dolore sono le parole mai dette, laceranti nostalgie, infinito bisogno di rubare ancora solo un'istante alla morte per poter sciorinare tutto ciò che altrimenti resterebbe inascoltato, sospeso nel vuoto dell'addio...e così che è accaduto, anche io ho parole non dette per te...ma non c'è più dolore per questo, ho imparato a parlarti lo stesso, attraverso una canzone, fra le pieghe di una poesia, osservando un tramonto e ascoltando il ticchettio della pioggia sull'asfalto; con la certezza assoluta di saperti lì ad ascoltare, lo sguardo attento di chi vuole coglierne le sfumature, di chi ama le parole, di chi vive di parole.

Te ne sei andato quando faceva troppo freddo, senza un sussurro, forse guardavi il cielo e non ti sei nemmeno accorto di volarci dentro...sorpresi e impotenti abbiamo dovuto lasciarti la mano, lasciarti l'anima, dovevi essere libero e così hai potuto spiccare il volo nell'immensità.

Non mi dimentico mai di volgere lo sguardo verso il blu, è diventata un'abitudine quando ti avevo accanto, adesso è un bisogno di cui non sò privarmi, ogni volta mi coglie quello strano brivido, quella sensazione di eterno che abitava in te e che ritrovo solo alzando gli occhi al cielo, immaginando che quella stella, la più vivida e brillante racchiuda la tua essenza, quello che non è più materia ma solo puro pensiero.

Grazie per le certezze che mi hai dato, per le cose che ho imparato vivendoti accanto, per quell'amore che mi hai lasciato in eredità e che forse spesso stenta ad uscire a liberarsi dalle catene, ma devi capirmi mi manchi tanto...imparerò a camminare senza la tua mano ma ci vuole tempo è così poco che sei partito, ma il patto stipulato lo ricordo bene, prima di prendere quel treno del "non ritorno", con te hai portato qualcosa di me, ma al contrario di altri, di sempre, ciò che hai portato via non dimentichi mai di restituirmelo un pezzo per volta, a piccole gocce, come una pioggia provvidenziale non manchi mai di rinnovare la tua presenza...e arriva un sorriso quando dentro non c'è, una carezza quando manca l'amore, un vento leggero quando fuori tutto ti opprime, una parola d'incoraggiamento usando vocaboli in codice, piccoli tributi soltanto nostri...come un fiore colorato tra le pagine di un libro dimenticato.

Oggi ho ricevuto un segnale dal cielo...

l'arcobaleno più bello che abbia mai visto ha colorato il cielo come un caleidoscopio,..."non si può toccare"...mi hai detto.."ma esiste... tu lo puoi vedere, così come l'amore, non lo puoi toccare ma esiste...ascolta le note che provengono dal cuore e racchiudile in uno scrigno...l'arcobaleno non perderà i suoi colori e tu non perderai il senso della vita, ne la strada per arrivare al cuore".

Grazie zio se ogni cosa che vivo è più VIVA della VITA.

 

Jessy