Depressione

 

 

"nostalgia dell'assoluto", già, forse è questo che si legge adesso nei miei occhi, ma penso che sia come tutte le domande senza risposta, semplicemente un pretesto per dare un nome a questo "male di vivere", come una domanda importante che resta sospesa, che attende da sempre la risposta giusta e risolutrice,... e non arriva, non può arrivare perché forse nemmeno esiste.

Mi trovo a galleggiare in un mare di indecisioni, dubbi e piccoli grandi dolori che invece di sfumare si rafforzano aiutati dai marosi, tutto diviene più grande e indefinito visto con gli occhi appannati e questo è un periodo nero, uno di quei momenti in cui ti chiudi la porta alle spalle e non hai il coraggio di riaprirla, fuori, là fuori tutto appare troppo grande e diverso...diverso da me, da ciò che sento e che vorrei, ma credo di aver smesso di sentire e di volere da un pò e non me ne sono resa conto prima, ciò che ho dentro si avvicina sempre più al buio totale e se prima ne avevo paura adesso non lo ricordo più; è come qualcosa con cui impari a convivere, non ti piace però ci sei dentro e così o trovi il coraggio di fuggire o impari a starci in mezzo con tutte le conseguenze immaginabili.

 

Non ho mai odiato, non credo di conoscere a fondo il significato di questa parola, però mi sono arrabbiata con il mondo intero e poi con me stessa per questa condizione aliena, adesso non provo più rabbia per nessuno e niente, tutto scomparso, questo credo sia peggio di tutte le soluzioni possibili ma è la realtà.

A volte ho come la sensazione di essere tornata indietro nel tempo, quando tutti i problemi dell'adolescenza ti piombano addosso e ti credi in balia dell'uragano, ma la differenza è palese, allora avevo solo 13 anni adesso ne ho 30 e quello che mi piomba addosso ha il peso concreto  della verità, il vissuto non possiede più alcun passaporto per la fantasia, le vie d'uscita appaiono sbarrate, le ali bruciate in nome di realtà che non possono più trasgredire alle regole.

Nemmeno io trasgredisco più da un pò e pensare che andare contro corrente è sempre stato un mio grande piacere, una sfida alla vita che non ti lascia mai un attimo di respiro ma per questo è veramente VITA...poco male, mi dico, ci sarà tempo...ma il tempo non ha consistenza e non si può contarci mai sul serio.

Non scrivo nemmeno più, questo è il dispiacere più grande, queste righe sono uscite fuori non per caso ma volute, e sono state dure da mettere insieme, cosa alquanto bizzarra per me, catastrofica direi, ma non voglio pensarci più...solo un messaggio per tutte quelle persone che come me si trovano a vivere questa situazione scomoda e avvilente, la depressione è una vera e propria malattia dalla quale si esce con la forza e la volontà che purtroppo non possediamo e che ci viene richiesta comunque da chi non capisce e non può sapere, e si può venirne fuori, certo, questo è sicuro e succederà anche a me, ma per il momento ogni piccolo male appare insormontabile.

Chiudo questa lettera e torno a vivere la vita reale così come posso viverla adesso, appesa ad un filo e in balia del vento, chiudo questa lettera e torno a chiudermi nei miei silenzi...

 

Jessy