GLI ALBUM DEI DOORS

The Doors è il primo album, uscito a marzo del '67 e inciso in soli 6 giorni; è quello dei classici Break on through, Light my fire e The End (proprio quest'ultima nata come breve canzone d'amore e successivamente allungata fino ad oltre 11 minuti). E' stato inserito tra i 30 (13°) migliori dischi del secolo; ce ne sono veramente pochi aventi tali capolavori della musica! Contiene anche due cover Alabama Song (whiskey bar), dei due genii tedeschi di inizio secolo Kurt Weill e Bertolt Brecht, e Backdoor Man di Willie Dixon, suonate comunque con tanta impronta Doors: Manzarek ricorda che come suonava Kurt Weill era praticamente impossibile suonare, " ti si intrecciavano le dita, era un grandissimo musicista!".





L'album Strange Days, uscì pochi mesi dopo The Doors, a Dicembre e riscosse lo stesso successo. Molte delle canzoni presenti erano già state scritte al momento di pubblicare "The Doors", vedi Moonlight Drive, When the music's over, Horse Latitudes (questa è una magnifica poesia scritta da Jim a 16 anni) e molte altre. Rimango comunque dell'idea che questo è agli stessi livelli del primo, canzoni come When the music's over, Love me two times e People are strange, per gli amanti della vera musica, sono difficili da dimenticare. Per la prima volta i Doors suonano con un bassista, diciamo per motivi tecnici: il Fender Rhodes Piano Bass di Manzarek non veniva inciso bene nei brani da studio, così venne chiamato Dough Lubhan.




Qualcosa cambiò tra Strange Days e Waiting For The Sun (Settembre '68). Alcune canzoni come Hello, I love you o Love Street sembrano più ballate jazz da café, ma sono state grandi hit, grazie ad un riff facilmente memorizzabile. C'è poi l'anti militarista The Unknown Soldier, canzone che i Doors difficilmente riuscivano a suonare nei concerti! In realtà si passa da un estremo all'altro, con il primo "episodio" de 'The celebration of the Lizard': 'Not to touch the Earth'. La psichedelia di questo brano lo rende unico nel suo genere, e, quando nei concerti Morrison reciterà tutte le poesie del suddetto "The Calebration of the Lizard", incoronerà definitivamente il suo alter-ego Re Lucertola, Lizard King appunto! Da ricordare un bel pezzo in stile 'latino', Spanish Caravan, che testimonia le lezioni di flamenco che Robby Krieger prese da ragazzino.




Con The Soft Parade (settembre 1969), i Doors cominciano a scoprire nuovi sound, con archi ed ottoni. Intanto comincia a trovare conferma l'amore del gruppo per il Blues, come lo dimostrano le canzoni Touch me, Wild Child, Runnin' Blue e The Shaman's Blues. Si ha inoltre il debutto alla voce di Krieger, in Runnin' Blue (anche se come seconda), e confermano la psichedelica mente di Morrison con The Shaman's Blues. Sono tutte canzoni molto semplici, molte scritte a quattro mani tra Morrison e Krieger, e proprio per questo cominciano a nascere discordie: nella canzone Tell all the people, scritta da Robby, Jim non voleva che la gente pensasse che fosse stato lui ad aver scritto il verso Can't you see me growing, get your guns: non voleva istigare rivolte violente! E così cominciarono a scrivere gli autori delle canzoni negli album (prima era sempre stato music & lyrics by The Doors). Ma i capolavori di poesia non mancano: Wild Child è una poesia dedicata ad un Danny Sugerman quattordicenne, curatore della posta dei fun e successivamente biografo dei Doors; The Soft Parade è in realtà un'unione di 5 poesie di Morrison. L'album però non riscuote il successo voluto. "Non capirono" dice lapidario Ray.

 



Nell'Aprile 1970, tornano finalmente i Doors di una volta! Forse l'album più bello per quanto riguarda la musica, in Morrison Hotel / Hard Rock Café, si mischiano tante musiche: il rock traovlgente (seppur non duro) di Land Ho! e Ship of fools il jazz di The Spy e Queen of the Highway, il blues, basti pensare a uno dei più bei brani della storia della musica: Roadhouse Blues e. Non solo! Tante altre canzoni saranno ricordate dai fans dei Doors (e della buona musica): Peace Frog, Blue Sunday, Queen of the Highway (un jazz dedicato ad una prostituta di L.A.)e Indian Summer. Si rafforza sempre più la collaborazione tra Jim e Robby. Di questo album, la canzone che preferisco è Land Ho!: amo definirla una "Cavalcata western" data l'andatura della batteria. Curiosità 1: una canzone richiama ad un album precedente: Waiting for the Sun; proprio in questo brano è presente una celeberrima frase di Morrison: "...this is the strangest life i've ever known...". Curiosità 2/3: Morrison Hotel è un hotel che Ray e Jim trovarono in giro per Santa Monica; viene coniato il termine Hard Rock Café, che darà il nome all'omonima e celeberrima catena di pub-ristoranti.

 


Giugno 1971. Esce L.A. Woman, dopo mesi di lavorazione e da mesi Morrison s'è ritirato a Parigi, stanco della vita da rockstar. Era dai tempi di Strange Days che i Doors non pubblicavano un album così grandioso. Tutte le canzoni sono dei capolavori: da Love Her Madly (Krieger, il singolo lanciato), alla ballata pop Hyacinth House . La psichedelica L'America, una miscela esplosiva di rock-blues in L.A. Woman (con quelle grandiose note in Honky Tonk, di Manzarek, accompagnate da Krieger in chitarra) e The Wasp sono la conferma di un ritorno ad altissimi livelli della band Californiana. E poi che dire di Riders on the Storm? Quelle note d'apertura, col mitico Fender Rhodes (primo pianoforte elettrico), come gocce di poggia che cadono dalle mani di uno dei più grandi tastieristi della storia della musica, e le parole, quasi sussurrate, di un Morrison rigenerato, fanno sognare gli amanti della musica. Inqiuetante è la foto interna alla copertina: Gesù Cristo crocefisso su di un palo della corrente. Guarda foto. "Questa è energia allo stato puro!", "un sound duro ed esplosivo! Sono tornati!" sono i commenti all'unisono dei critici!

Sono tornati i Doors! Purtroppo per poco: appena un mese dopo l'uscita di L.A. Woman, nella stessa palazzina dove morì Oscar Wilde, a Parigi, se ne andò James Douglas Morrison, per sempre, anche se non si sa ancora come. Leggende dicono che abbia simulato la sua morte per scappare dal mondo. Io invece ci credo. Credo che sia a Pére Lachaise, il cimitero degli artisti di Parigi e il resto forse, sono solo leggende su un mito che non morirà MAI.