[Minimo 7 - Dicembre 1998]
PARTE I: DAL GRAMMOFONO AL DVD
Dischi e cassette di diverse forme e dimensioni, sono divenuti dei supporti popolari per la registrazione di programmi musicali, video e informatici. A volte la qualità di uno o l'altro supporto, ma molto spesso le scelte di mercato hanno privilegiato un formato rispetto ad un altro. I conflitti tra i costruttori e le case discografiche (o tra le case cinematografiche) si sono rivelati talvolta dei potenti stimoli al miglioramento delle macchine e delle tecniche, ma in altri casi hanno creato delle situazioni di stallo, dove nessuno degli standard è riuscito ad affermarsi (è il caso del DAT, del DCC e dei Mini-Disc) o più supporti simili hanno finito per
coesìstere (le video-cassette Video 8 e VHS-C).
La storia dell'incisione sonora ha inizio nel 1677, quando Edison brevetta uno strumento, il fonografo (meccanico) capace di riprodurre dei suoni tracciando dei solchi su un cilindretto. Undici anni dopo il danese Poulsen inventa la registrazione magnetica su filo d'acciaio. Nel frattempo negli Stati Uniti, il tedesco Berliner inventa il disco con tracce a spirale, che pone ben presto fine alle ricerche sul filo metallico, per le mediocri qualità meccaniche e magnetìche di quest'ultimo. Nascono le prime case discografiche (tra cui "Gramophon Cie" poi divenuta "La voce del padrone") e nel 1908 viene lanciato in Francia il primo 78 giri. La puntina è costituita da un chiodo, da strisciare per terra di tanto in tanto per "affilare" la punta, l'altoparlante è una grossa tromba e la rotazione del disco è assicurata da un meccanismo a molla da caricare manualmente tramite una manovella.
Nel 1926 nasce in Inghilterra il "Phonovision", antenato del videodisco, mentre appare il primo film parlante "II cantante dì Jazz" la cui colonna sonora è incisa su un 33 giri che riproduce il suono mentre scorrono le immagini.
Nel 1934 la crisi economica e la concorrenza dello radio provocano una crisi dell'industria del disco,
mentre in Germania viene presentato il primo supporto magnetico in celluloide, che verrà ben presto utilizzato in campo cinematografico come pista sonora del film parlante.
Nel 1947 la casa discografica CBS inventa il microsolco a 33 giri. Due anni dopo la casa concorrente RCA lancia il microsolco 45 giri. I due supporti finiranno per coesistere. Dovremo attendere però 6 anni per avere il suono stereofonico.
Nasce la memoria informatica su disco magnetico e su nastro magnetico. Quest'ultimo, ancora avvolto in grosse bobine, si affianca al disco anche in campo audio, grazie alle sue proprietà di; avere una lunga durata di registrazione e di poter essere inciso direttamente dall'utente.
Ne! 1963 Philips inventa la cassetta audio (K7), che è quella che utilizziamo ancora ai nostri giorni, nonostante ì tentativi della concorrente Sony, riunita con altri costruttori giapponesi, di detronizzarla con la ELCASET, una cassetta leggermente più grande, ma dalla qualità decisamente superiore.
Agli inizi degli anni 70, i costruttori giapponesi della JVC lanciano sul mercato i primi videoregistratori a cassetta VHS e poiché non tutti i costruttori ne accettano lo standard, diversi sistemi si affiancano ad esso come il Betamax o il Video 2000, mentre bisognerà attendere gli anni SO per le prime videocamere VHS (con videoregistratore e batteria a spalla).
1969: Philips inizia le sue ricerche sul disco ottico, mentre aumentano le case (costruttori e discografici) che si interessano allo sviluppo del videodisco; nel 1974 al Vidicom di Cannes, non meno di 7 standard diversi vengono proposti, cosicché nessuno di essi finisce sul mercato. Intanto è pronto il primo CD audio, invenzione rivoluzionaria che associa la lettura laser e la trascrizione digitale dei dati, che offre una qualità di
riproduzione ineguagliabile. Nel 1982, dopo un accordo con la Sony, la rivale di sempre, anch'essa oltre che costruttore possente casa discografica, Philips landa il CD nel mercato. È un vero successo: in soli 3 anni la vendita dei CD sorpassa quella dei dischi in vinile, e tutte le case discografiche sono costrette ad adeguarsi al nuovo formato. Forte del successo, Philips e Pioneer definiscono lo standard del LaserDisc (da 12, 20 e 30 cm) anch'esso a lettura ottica ma con video analogico, che conoscerò un discreto successo, senza tuttavia "sfondare" a causa del mancato appoggio sia degli altri costruttori che di molte case cinematografiche. Si diffondono così nuovi formati come il CD-Video e il CD-I, sempre della Philips, che registrano filmati in digitale (grazie a nuove tecniche dì compressione dei fotogrammi) su 1 o 2 dischi da 12 cm. È dei nostri giorni il lancio di un nuovo formato universale per video e informatica denominato DVD (Digital Versatil Disc) sul quale dovrebbe esistere un accordo fra costruttori e case cinematografiche anche sui suoi sviluppi futuri. Si tratta di un disco da 12 cm (cioè uguale al CD audio) che grazie alle tracce più piccole e fitte, disposte su strati sovrapposti, è in grado di immagazzinare una quantità impressionante di dati (da 4,7 a 17 Gb !!!), contro i non pochi 700 Mb di un CD tradizionale.
Anche il futuro della cassetta e dei supporti registrabili in casa, dovrebbe essere digitale ma i soliti problemi legati al mercato ha impedito il decollo del DAT (a testine rotanti, della Sony), del DCC (a testine fisse della Philips, compatibile con le normali cassette audio), così come del disco magneto-ottico registrabile MiniDisc della Sony. Nel campo video tentano di sfondare il Mini-DV e dovrebbe apparire sul mercato tra non molto il D-VHS, compatibile con il VHS.
Non è escluso però che il futuro ci riservi delle sorprese; sistemi che utilizzano tecnologie completamente nuove. Dopo tutto il progresso non smette mai di stupirci.
(continua)
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