ACTA Associazione Cultural-Turistica Aulettisti 

 


38.118888; 13.363611

Piazza S.Domenico "Piazza Imperiale"
di Ino Vaiana
 
 
Quando si parla di piazza in genere si intende un luogo di incontro, di convergenza di "genti".
Vi venga in aiuto la nota dizione "Scendere in piazza" con la quale indichiamo la riunione di pi— persone che manifestano ad esempio sotto uno stesso ideale. Vi siete mai accorti percorrendo la via Roma, dalla Stazione Centrale verso via Cavour, che P.zza S.Domenico, posta all'altezza dell'UPIM, pi— che una piazza Š solo uno slargo sulla destra? Quasi un incidente di percorso. Eppure prima che il taglio della via Roma, avvenuto solo tra 1906 ed il 1909, ne scompaginasse l'aspetto e ne alterasse le dimensioni, era un nobile esempio di piazza settecentesca. A chi proveniva dalle esigue viuzze che vi conducevano, essa, dominata dal vasto scenario della chiesa e dalla svettante colonna, appariva stupefacente. Due signorili palazzi occupavano, ognuno per tutto un lato, la piazza, a sinistra e di fronte alla chiesa. Del Palazzo Montalbano (1737), a sinistra guardando la chiesa, non sussiste che una parte della facciata; essa conserva le possenti strutture del suo ordine gigante e la massiccia balaustrata d'attico; il secondo, cioŠ il Palazzo Pignatelli di Monteleone fu demolito e sostituito con l'attuale eclettico Palazzo Patern• (1904). La piazza fu aperta nell'anno 1724 quando fu necessario dare sfogo prospettico alla nuova chiesa di S.Domenico. Si demolirono, per far poso ad essa, vecchi edifici con luride taverne, fondachi, locande e prostiboli, non dimentichiamo infatti che ci troviamo in una zona al ridosso dell'antico porto. Il denaro occorrente per l'indennizzo delle espropriazioni fu fornito dall'imperatore austriaco Carlo VI che allora governava la Sicilia. L'architetto regio Tommaso Maria Napoli realizz• la nuova sistemazione urbanistica. Da Carlo VI la piazza prese l'appellativo di "Imperiale". S.DomenicoLa cronaca del tempo ci racconta che la colonna dedicata all'Immacolata, iniziata dall'arch. Napoli fu condotta al termine dall'arch.
Giovanni Amico che ne accorci• sensibilmente l'altezza. Al vertice di essa sta, sollevato dagli uomini, il simulacro bronzeo della Madonna. Ai suoi piedi erano le immagini bronzee dei sovrani committenti, Carlo VI e "gentil" consorte, Elisabetta di Brunswich, modellate da G.B. Ragusa. Pi— in basso sono quattro angeli realizzati dai fratelli Vitaliano e da Giuseppe Marino. Poco tempo durarono al loro posto le statue dei due sovrani. Sopravvenuto in Sicilia il dominio borbonico, Carlo III le fece rimuovere e fondere per realizzare, preso da spirito d'originalit…, il simulacro suo e della sua signora, Amalia di Sassonia. Incaric• per l'occasione Procopio Serpotta. Queste due statue non ebbero miglior fortuna delle prime. Nel 1848 allo scoppio dei "Vespri Siciliani", anche questi sovrani furono fatti a pezzi stavolta dal risentimento popolare. Recentemente una soluzione di sicuro pi— longeva delle precedenti Š stata trovata posizionando le statue dei pontefici Pio IX e Pio XII.
Per poter in un certo qual modo riassaporare e godere dell'antica magia della piazza vi consiglio di immergervi dentro il mercato della Vucciria dalla scalinata di via Roma, e giunti alla p.zzetta Caracciolo risalire la Discesa dei Maccarronai facendovi trasportare dal lento scorrere dei viandanti ed inebriare dai colori, dai profumi e dai suoni del mercato. Si aprir… al vostro cospetto una scenografia d'altri tempi. Una vera piazza barocca che incentra tutto il suo fascino sull'asse della colonna che tutto coordina e riporta al cielo.
Buona riscoperta

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Roberto Inzerillo roberto.inzerillo@gmx.net
& Walter Giocoso