Associazione Cultural-Turistica Aulettisti |
Prima proposta: la Cuba, la Cubula, villa Napoli, l'Uscibene, il Castello
a Mare, il villino Florio. Seconda proposta: il museo Pitrè, l'archivio
storico, la biblioteca comunale etc. etc.. la prima potrebbe essere un
itinerario turistico-monumentale di Palermo di grande fascino culturale
e storico, una visita dai molteplici aspetti con la particolare bellezza
dell'arte Arabo-Normanna dei primi monumenti elencati, col più moderno
stile liberty di uno dei villini più belli della nota famiglia Florio;
la seconda potrebbe essere un tuffo nel mare della cultura scientifica
e umanistica del museo etnoantropologico (unico in Europa) dedicato a Pitrè
o dei tanti testi antichi conservati nell'archivio storico e nella biblioteca
comunale. Ma la prima è invece, nella realtà palermitana,
proponibile solamente come simulazione da realtà virtuale, la seconda
sembra invece un'avventura adatta solo all'intelletto allenato di un accanito
giocatore di D&D. Infatti tutte le opere elencate, ignote ai più,
sono nascoste così bene alla vista curiosa dei turisti da sembrare
più tappe di una caccia al tesoro (di cui inoltre non sono reperibili
le regole) che luoghi di interesse turistico di una città attenta
al suo patrimonio culturale. La Cuba, splendido castello Normanno, è
all'interno di una caserma in corso Calatafimi e quindi non accessibile;
la Cubula e villa Napoli si trovano, in stato di totale abbandono, in via
Speciale senza alcun cartello che ne segnali la presenza e visibili solo
da lontano; l'Uscibene non è neanche visibile da lontano perchè
sito in un angolo remoto di una traversa di via Crocifisso di Pietratagliata;
il Castello a Mare quasi distrutto durante i bombardamenti ha visto compiersi
il suo destino lentamente ed oggi non restano che poche tracce dell'antica
roccaforte sommerse nei rifiuti in una stradina parallela a corso Umberto
I, lato mare.
Il museo Pitrè e l'archivio storico sono chiusi al pubblico e lasciati
alla vigile guardia dei topi e dell'umidità che si prodigano senza
sosta perchè nulla resti così come vi era stato lasciato,
solo poco migliore la situazione della biblioteca comunale accessibile
solo in parte e per il resto (di cui fa parte l'archivio) versa in condizioni
analoghe a quelle sopradescritte. Uno sprazzo di luce viene dal villino
Florio che è in attesa di appalto per potere, si spera tra tre anni,
accogliere il pubblico in veste di museo del liberty, ma che sinora è
stato abbandonato a se stesso con lo splendido risultato di rovinarne il
giardino, rendendo necessario l'abbattimento di molti alberi, e l'interno.
Mi rendo conto che in questi ultimi trent'anni tutti gli sforzi del nostro
assessorato ai beni culturali sono stati rivolti al teatro Massimo e che
l'immane lavoro, ancora non ultimato nonostante l'impegno profuso, ha tolto
alle precedenti amministrazioni la possibilità di occuparsi d'altro,
ma mi auguro fortemente che in un prossimo futuro, e con il pungolo costante
ed attento di tutti i cittadini e di noi giovani in particolare, sia possibile
recuperare queste opere, spesso uniche, che senza un intervento tempestivo
potrebbero perdersi definitivamente. Palermo è una città
d'arte, ricca di opere preziose ed importanti che noi abbiamo il dovere
di conservare per le generazioni a venire, sia perchè la memoria
storica di un popolo è la base del suo evolversi futuro in nome
della civiltà, sia perchè una città dalle pretese
europee come Palermo non può fare a meno del suo enorme patrimonio
culturale come base di rilancio turistico ed economico.
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Roberto Inzerillo roberto.inzerillo@gmx.net
& Walter Giocoso