ACTA Associazione Cultural-Turistica Aulettisti


38.103611; 13.380000

S. Giovanni dei Lebbrosi
                           Ponte dell'Ammiraglio
di Bartolo Megna

Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi Questa piccola chiesa e' probabilmente la piu' antica testimonianza dell'arte Normanna a Palermo, infatti la sua costruzione risale, anche se sarebbe meglio dire dovrebbe risalire, al 1071, essendo stata costruita ancora prima che i normanni riuscissero ad entrare a Palermo difesa dagli Arabi, difatti si pensa che dopo aver conquistato il castello "Yahia", di cui restano solo tracce dei pavimenti ai lati della chiesa, i normanni abbiano edificato questa chiesa, e che l'abbiano dedicata a San Giovanni solo d opo che fu occupata la citta'.
Nel corso dei secoli vi fu dapprima annesso un ospedale militare e poi un lebbrosario, cui si deve il nome attuale, in periodo barocco fu ricoperta da stucchi in modo da occluderne totalmente l'aspetto originario e venne poi recuperata all'inizio di questo secolo con l'aggiunta del campanile.
Architettonicamente si presenta con un corpo a tre navate divise da robusti pilastri con gli angoli spezzati da colonnine e che confluiscono alla zona absidale anch'essa in tre ordini leggermente sopraelevata, vi si trova inoltre un bel crocifisso ligneo dipinto risalente al XV secolo. L'interno e' spoglio e ben illuminato dalle finestre laterali, monofore, leggermente ogivali come anche gli archi interni. L'esterno e' semplice senza decori, se si eccettuano quelli alle finestre che appaiono come intarsiate .
L'ingresso e' preceduto da un piccolo porticato, se tale si puo' chiamare visto che consta di una sola colonna, su cui si regge il campanile che si fregia di una cupola rossa sullo stile di quelle, piu' note, di San Giovanni degli Eremiti, e che richiama quella posta a copertura del presbiterio.
E' sita in una traversa di Corso dei Mille a sinistra, uscendo dalla citta', appena superato il Ponte dell'Ammiraglio, costruzione anch'essa risalente a quel periodo storico, e' del 1132. Questo ponte deve il suo nome all'ammiraglio Giorgio Antiocheno che lo costrui' e la sua fama ad una vittoriosa battaglia dei Mille di Garibaldi nella loro marcia di ingresso alla citta'.
La sua struttura imponente e' giustificata dal fatto che inizialmente vi scorreva, prima di essere deviato nel letto che conosciamo, il fiume Oreto, quando ancora lo si poteva definire tale, ma nonostante la mole venne danneggiato da una piena e recuperato alla fine del VXIII secolo. e' a schiena d'asino e si poggia su 12 arcate tutte ogivali.


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& Walter Giocoso