testimoniano gli
scambi con istituzioni
di pari livello avviati con altri Paesi.
Tra le rarità ittiche si annovera il lemargo (un piccolo squalo), il capolepre, il wahoo e il curioso pesce-istrice, tipico
del Mar Rosso, che attesta con anticipo la tropicalizzazione delle nostre acque, problema di cui oggi si discute molto
ma che anche allora faceva sentire i primi effetti. I pesci a secco erano conservati con uno speciale trattamento chimico
che ne preservava le caratteristiche fisiche ed estetiche, con effetti di assoluto realismo. Un segreto che però
rimase privilegio dei pochi allievi di Doderlein e non è stato più tramandato: così, adesso, studiosi di tutto il mondo
si confrontano per individuare la tecnica e i materiali di conservazione, probabilmente simili a quelli usati dagli antichi
Egizi per l’imbalsamazione. Gli animali sembrano di cartapesta, e invece sono veri.
Le collezioni di rettili e anfibi, costituite negli ultimi trent’anni, comprendono vipere, tartarughe caretta e le lucertole
delle isole circumsiciliane, di particolare interesse per gli studi di sistematica ed evoluzione. Nel piano superiore sono
collocati mammiferi, uccelli e invertebrati marini. Tra i mammiferi, duecento esemplari di Asia, Africa e Americhe e
due esemplari di lupo. Questa specie si estinse nel 1936, e il museo ne conserva uno dei pochi esemplari pervenuti
sino ai nostri giorni.
Anche guardando la collezione ornitologica, è d’obbligo il richiamo a un passato in cui la biodiversità era più ricca e
varia. Tra i circa 1.700 esemplari di uccelli delle aree mediterranee troneggia il grifone, estinto nel 1966 e solo
recentemente reintrodotto con successo nel Parco dei Nebrodi, con quaranta esemplari. Oltre a questo avvoltoio, altre
specie estinte come la gallina prataiola, il gufo reale, la quaglia tridattila. E poi gli uccelli esotici, dalle curiose forme
e dagli sgargianti colori.
Per i molluschi è esposta parte della ricca documentazione delle collezioni Airoldi e Calcara, comprendenti conchiglie
marine e terrestri. Gli invertebrati marini, con più di cinquecento esemplari, conservati in alcol, offrono uno spaccato
esauriente dei principali gruppi zoologici che popolano il Mediterraneo. La collezione entomologica si avvale delle
raccolte Failla Tedaldi e De Stefani Perez, comprendente Coleotteri, Lepidotteri e Ortotteri.
Un’esposizione didattica mostra diversi insetti endemici dell’Isola e soprattutto caratteristici di ambienti della foce
del Belice e dei rilievi di Madonie e Nebrodi. Infine, gli apparati anatomici di mammiferi, uccelli e pesci, altro pezzo
forte della collezione storica Doderlein. Sono visibili apparati digerenti e branchiali, crani, scheletri delle specie conservate
nelle altre collezioni, tra cui una vetrina con le mandibole di squali.
L’allestimento risente fortemente di un’impronta tardo-ottocentesca, che seguiva il criterio dell’inventario della natura,
con i pezzi collocati secondo i principi della sistematica. Solo in tempi più recenti l’evoluzione dell’idea di allestimento
museale ha introdotto nuovi linguaggi espressivi. E così, accanto alla semplice collezione di pezzi, si sono
aggiunti la grafica, i disegni, gli sfondi, i pannelli riepilogativi, in grado di aumentare il valore didattico dell’esposizione
e la facilità di comprensione. Il diorama, un allestimento che prevede la creazione del contesto ecologico in cui
vive l’animale, realizzato con contributi di vari specialisti, è l’ultimo allestimento espositivo intrapreso dal museo.
Attualmente il museo è diretto dal professore Nicolò Parrinello. Il conservatore è il professore Maurizio Sarà.
Via Archirafi, 18. Palermo
www.museozoologia.net