Interpretazione delle immagini e dei
testi di Burzum
"Filosofem" è stato registrato nei Breidablik Tonstudio nel marzo
del 1993. La copertina mostra una donna, vestita da montanara, che suona uno
strano strumento popolare. I colori dominanti sono tutti chiari, a differenza
dei lavori precedenti di Burzum. Theodor Severin Kittelsen è l'autore di
tutti i disegni di "Filosofem". Rimando alla recensione di "Hvis
Lyset Tar Oss" per informazioni su questo pittore norvegese. I titoli
delle canzoni sono tutti in tedesco nonostante i testi cantati siano in
inglese e norvegese. Il libretto contiene le liriche ed alcuni commenti
scritti dal Conte Grishnackh. Nella versione allegata al vinile, tutti i testi
sono affiancati dalla traduzione in tedesco. Nel CD le note di Vikernes sono
soltanto in norvegese. La seconda stampa dell'album reca sul retro l'indirizzo
del Norsk Hedensk Front. In versione vinile, "Filosofem" si presenta
come un doppio LP. Il lato A è quello maggiormente legato al black e alle
canzoni. L'aspetto metafisico della composizione è dato dal testo. Semplice e
diretto, ha un significato ermetico che diventa chiaro una volta letto il
testo-commento del Conte sul libretto. Varg scrive di due luci: quella del
sole e quella della luna. Sebbene ambedue illuminino il mondo, in realtà
rendono visibili paesaggi fisicamente e spiritualmente diversi. Caldo,
colorato e chiaro il primo; freddo, di pochi colori e scuro il secondo.
L'essere umano si sente al sicuro nella luce del sole ma al calare delle
tenebre si ritira nella sua casa, al nascosto. Perché la luce lunare illumina
altre creature, che strisciano e si muovono furtivamente tra i boschi: la
forza oscura della natura. Quella più istintiva, celata anche nei meandri più
reconditi dell'animo umano. Solo chi ha il coraggio di affrontare la realtà
illuminata dalla luce lunare può trovare un mondo nel quale vivere ha un vero
senso. Questo testo è corredato da una bella illustrazione di Kittelsen che
raffigura la luna piena che fa capolino tra le cime degli alberi. Da questo
brano è stato tratto l'unico video dei Burzum, che ha avuto una discreta
diffusione anche in note emittenti televisive. La seconda traccia di "Filosofem"
si intitola "Jesus Tod" ("La morte di Gesù" - febbraio
1993). Si tratta di una canzone violenta, così come violento è il senso del
commento al testo. Vikernes scrive di un tempo in cui, nel nord, esisteva una
Potenza che dava forza e felicità alle persone che gli abitavano vicino. Si
trovava nei boschetti e nei laghi. Tutti lo sapevano e per non perderne i
benefici, offrivano sacrifici animali ed umani ricevendone in cambio vita e
possanza. Improvvisamente un morbo spirituale cominciò a diffondersi nei
cuori di tutte queste persone, i sacrifici vennero abbandonati e la Potenza si
ritirò dal mondo, dimenticata. Esiste ancora da qualche parte e sta all'uomo
libero dalle influenze passive del cristianesimo ritrovarla. L'illustrazione
scelta per simboleggiare queste parole rappresenta un cavallo bianco con gli
zoccoli immersi in un laghetto. Sull'acqua è riflessa la luna piena. "Erblicket
Die Töchter Des Firmaments" ("Vedendo le Figlie del
Firmamento" - gennaio 1993) Nel commento Vikernes narra degli antichi re
norvegesi che ancora oggi, di tanto in tanto, fanno capolino tra le onde a
bordo delle loro navi-tombe. Infatti, secondo il funerale vichingo, quando una
persona moriva il suo corpo veniva abbandonato alle acque a bordo di una nave,
alla quale veniva dato fuoco. Vikernes afferma che sui loro volti vi è un
espressione di tristezza perché non riescono a trovare un approdo nel quale
riposarsi da questo naufragio eterno. Non lo trovano perché sono stati
traditi dai loro discendenti, che li hanno dimenticati e che nemmeno più li
riconoscono. L'illustrazione di Kittelsen mostra una paurosa figura su una
nave travolta dalle onde del mare in burrasca. La traccia in questione è
molto simile a "Dunkelheit" sebbene abbia un incedere mastodontico.
Le note di tastiera servono a poco, non snelliscono l'effetto globale. Il
testo della canzone è in inglese e tratta del tormento dell'immortalità
senza pace. Ascoltare il brano con il testo davanti è un'esperienza
angosciante. Il lato B di "Filosofem" contiene le due parti di
"Gebrechlichkeit" ("Decrepitezza" - dicembre 1992). Sono
due tracce molto lunghe, quasi otto minuti a testa, e profondamente diverse
dal lato A. Infatti la canzone black propriamente intesa viene decostruita e
trasformata progressivamente in qualcosa di nuovo. "Gebrechlichkeit
.I." è una canzone di difficile ascolto, malata ed essenziale. Il Conte
Grishnackh ha voluto rappresentare il male peggiore portato dal cristianesimo.
Secondo lui, il pacifismo e la passività cristiana hanno svuotato di ogni
energia il fiero popolo nordico. Anziché morire in battaglia, le persone
hanno cominciato a morire comodamente sui propri letti. Negandosi il Valhalla
e rendendo la vita mediocre, senza una selezione del più forte e vigoroso.
L'immagine scelta per rappresentare questa tematica è quella di un letto
polveroso con al suo interno un cadavere ormai scheletrito. Tanti topi corrono
sul letto e sul pavimento. E' un'immagine forte, di grande tristezza. Comunica
povertà, debolezza che porta alla decrepitezza. Tanto più che con "Gebrechlichkeit
.II." non rimane che una musica fredda, gelida e distante.
Forse il brano ambient più alieno che il Conte Grishnackh abbia mai scritto.
Non c'è coinvolgimento, solo un'odiosa estraneità. Le due "Gebrechlichkeit"
sono forse uno dei momenti più concettuali dell'intera opera di Burzum. Nella
versione CD le due parti sono separate dalla lunga composizione "Rundgang
Um Die Traszendetale Säule Der Singularität" ("Ruotare attorno
alle Colonne Trascendentali della Singolarità" - marzo 1993). Nel LP
questa suite minimale è inserita in un vinile a parte, di colore blu ed
inciso su un solo lato.Il commento a "Rundgang..." cita una frase
del poeta norvegese Johan Sebastian Cammermeyer Welhaven (1807-1873): "Il
pozzo della regione non è più un abisso profondo, nel quale guardiamo fissi,
ma è un fiume vivente che scorre fertile lungo le terre del nord. Sì, alle
più alte visioni dell'essenza, questa vita può ora elevarsi nello sviluppo
del suo vero potere e peculiarità, elevati al padre di tutto, che si trova
nel Valhalla, a lui, il vero Dio...". Una frase senza dubbio ricca di
significati nazionali. Da parte sua, Varg Vikernes aggiunge delle note sotto
l'immagine di boscaioli che camminano in una foresta. Dodici persone cacciate
dagli uomini si sono ritrovate in Norvegia. Questi esseri superiori sono stati
banditi ma aspettano che il loro momento ritorni. Il loro capo ha visto che
della gente fiera li sta aspettando. Hanno visto che dei coraggiosi li hanno
invocati con un lampo nei cieli del nord. Il loro capo, Odino, e tutti loro,
le divinità nordiche, sono pronte per tornare e governare con giustizia ciò
che gli appartiene. E' una conclusione mistica, che non dimentica il periodo
del terrorismo satanico ma lo trasfigura come un atto di rivalutazione della
propria identità nazionale e religiosa.