DERIVATI

In alcune culture (principalmente nella fascia che va dal Marocco, attraverso il Nord-Africa e l'Asia Minore, e comprende le montagne del Caucaso, fino all'Himalaya, dall'Afghanistan al Nepal), si usa distaccare la resina dalle infiorescenze di canapa. Con la resina, più o meno pura (esente da altre parti vegetali), si ricava l'Hashish.
Principalmente ci sono due modi per ricavare l'hashish: dopo l'essiccazione dei fiori, questi vengono passati su di un setaccio (generalmente di seta), posto sopra a un recipiente. La resina, per lo sfregamento sulla seta, si distacca dai fiori, passa attraverso il tessuto e viene raccolta nel recipiente. Segue in genere una pressatura del materiale ricavato.
Oppure si sfregano delicatamente le palme delle mani sui fiori delle piante ancora vive, e si stacca poi la resina che è rimasta attaccata alle mani stesse. Questo metodo si usa soprattutto in Himalaya, ed è molto laborioso: in un giorno di lavoro è difficile ricavare più di 20- 30 grammi di resina. Il prodotto così ottenuto è detto Charas.
È possibile ricavare dalla canapa un estratto, che può essere usato anche a scopo ricreazionale, ma che soprattutto è stato utilizzato per millenni come medicinale per la maggior parte delle infermità dell'uomo.
L'estratto, come ogni altro estratto vegetale, si ricava facendo macerare in un solvente come l'alcool puro (95-96%) le foglie e i fiori essiccati e polverizzati per un periodo di tempo che può variare da 8-10 ore (riscaldando il tutto) a 5-28 giorni (a freddo). L'estrazione a freddo è da preferirsi. Una estrazione quasi completa si potrà avere con un volume di materiale in dieci volumi di alcool. Filtrare il tutto (insieme al solvente e alle sostanze disciolte non devono rimanere parti solide, i filtri di carta fanno un buon lavoro), fare poi evaporare il solvente (a bagnomaria: l'alcool evapora prima dell'acqua). Sarà più sicuro non usare fiamme libere: con una piastra elettrica non si correranno rischi di incendio a causa dei vapori di alcool. Quando tutto il solvente se ne sarà andato, sul fondo del recipiente rimarrà l'estratto (comune-mente chiamato "olio"), che sarà composto da un'alta percentuale di resina, fino al 60% e la sua composizione dipenderà da quella del materiale di partenza.
Un ottimo medicinale è l'estratto ricavato dai maschi, generalmente raccolti prima della maturazione (alle prime avvisaglie di fioritura) e quindi con una percentuale più alta di CBD (il precursore del THC), che ha notevoli pro-prietà antibiotiche e antibatteriche. Negli studi fatti in Cecoslovacchia dal 1952 al 1955 si rileva che "I derivati di canapa possono curare praticamente ogni infezione che possa essere trattata con tetramicina, e hanno un'azione migliore di quest'ultima".
La canapa può essere anche usata in preparazioni alimentari. Di queste, le più comuni sono il Bhang, in India, e il Majoun, in tutti i paesi musulmani.
Il bhang è ricavato dalle foglie femminili dopo che sono state tolte le infiorescenze (che costituiscono la Ganja, con o senza semi), e dalle foglie e infiorescenze delle piante maschio. La sua preparazione è laboriosa, e richiede diverse ore. Il prodotto finale è cremoso, e viene confezionato in palline che possono essere mangiate direttamente o aggiunte a cibi o bevande (di solito "lassi", yoghurt: "lassi bhang"). In India il bhang è venduto in negozi governativi. È detto essere un'eccellente tonico, e ottimo per la salute in generale. Il suo effetto di solito è "un'high" appena accennato, ma se preparato con le infiorescenze femminili (talvolta nei templi dedicati a Shiva, per il quale la ganja è sacra) può essere molto potente.
Il majoun è una specie di marmellata con spezie varie (talvolta anche oppio), frutta secca, zucchero, miele, foglie e infiorescenze femminili o hashish.

 

CICLI LUNARI

L'influenza delle fasi lunari sul ciclo di vita dei vegetali (e di tutti gli esseri viventi) non è mai stata presa in seria considerazione da parte della scienza "ufficiale". Ciò nonostante, chiunque coltivi la terra con metodi "biologici" può rendersi conto facilmente di tale influenza, e imparare quali siano i momenti migliori per le varie operazioni colturali.
In breve, potremo dire che in generale la luna crescente (da luna nuova a luna piena), favorisce le fasi di crescita, mentre quella calante favorisce quelle di assestamento.
Se possibile, ed essendo ideali anche le altre condizioni climatiche (temperatura dell'aria e del terreno, piovosità, ore di luce solare), sarà quindi consigliabile:
- con la luna crescente: semina e trapianto. La pianta in questa fase avrà una risposta più rapida e un più rapido accrescimento vegetativo
- con la luna calante: preparazione del terreno, concimazione, raccolta. Le sostanze nutritive, se inserite nel terreno in questa fase, vengono dilavate meno facilmente e il terreno stesso mantiene meglio la struttura creata.
Alla raccolta si avranno una più lenta essiccazione, con conseguente miglior aroma, una più lenta degradazione delle sostanze psicoattive e degli aromi, ed una maggiore resistenza alle muffe e funghi, con la possibilità quindi di una migliore e più duratura conservazione.

 

IBRIDAZIONE

La canapa è una pianta estremamente adattabile a differenti climi, e facilmente incrociabile con varietà diverse, provenienti da diverse parti del mondo. La creazione di varietà ibride (incrociando piante con un patrimonio genetico, e quindi caratteristiche, differenti), può essere vantaggiosa perché si potrà usufruire del "vigore ibrido" e perché, tramite sapiente selezione, potremo avere con facilità le caratteristiche desiderate dalle nostre piante di canapa.
Il vigore ibrido si ha incrociando due piante della stessa famiglia, ma con caratteristiche diverse: le piante della la generazione d'incroci saranno più grandi, più uniformi, più resistenti alle malattie e più produttive di entrambi i genitori di partenza (da cui avranno ereditato i caratteri dominanti). [fig. 23]

Fig.23


Nella seconda generazione (incrociando gli ibridi di prima generazione fra di loro), il vigore ibrido non è più presente, e si ha una grande differenziazione nelle caratteristiche delle singole nuove piante. Da qui si può partire, tramite selezione, per la creazione di una cv. stabile (di "linea pura"), con le qualità desiderate (ad es.: altezza, rapida maturazione, percentuale di fiori/foglie, potenza, resistenza alle malattie e alle condizioni climatiche, produzione di fibra, polpa o semi, ecc. ecc.). [fig.24]

Fig.24
L'ibridazione iniziale ha come risultato una varieta' uniforme nella generazione F1. L'incrocio degli individui F1 con se stessi da' come risultato una differenziazione delle nuove piante F2, con l'apparire di varieta' con nuove caratteristiche.


È anche possibile, per mantenere il "vigore ibrido" in ogni ciclo di coltivazione, selezionare le migliori piante della la generazione di ibridi e incrociarle ogni volta con cv. di caratteristiche diverse tra loro, aumentando così il patrimonio genetico, e con la possibilità di avere le caratteristiche desiderate sempre più risaltanti (ma il lavoro di selezione sarà sempre più difficile).