Il Gemellaggio tra Palena e Taverna (Cz)

nel nome di San Falco

 

TAVERNA

 

L'odierna cittadina, in provincia di Catanzaro, da cui dista solo 22 km, è situata alle pendici della Sila Piccola.
Conta c.a 3000 abitanti e comprende nel suo territorio le pittoresche località turistiche silane di Villaggio Mancuso e Villaggio Racise.
A Taverna nacque il più Grande Pittore Calabrese, Mattia Preti (Taverna 1613 - Malta 1699), di cui conserva numerose ed importantissime opere.
Le origini della cittadina si perdono nella leggenda e trovano riscontro nella "Chronica Trium Tabernarum", secondo cui la stessa, durante il dominio bizantino, era situata sulla costa ed era nota come Trischene o Tre Taverne. Solo dopo le scorribande ed i saccheggi dei Saraceni, gli abitanti sopravvissuti si trasferirono più in alto, ovvero nell'attuale sito, ciò avvenne intorno al IX° secolo.
Taverna, come tutte le città della Calabria, visse intensamente tutte le vicende storiche, acquisendo un ruolo ed una dignità anche dal punto di vista religioso. Le testimonianze monumentali più importanti sono le Chiese di S.Barbara, S.Domenico, S.Maria Maggiore, S.Martino e S.Caterina, nonchè altri Palazzi patrizi.
Resistono ancora al tempo i ruderi del Monastero Basiliano di S.Maria di Pésaca.

 

Taverna, Città d'arte
Beni architettonico-storico-culturali
Dalla breve introduzione storica ed in particolare dal riferimento alle notizie più o meno certe sulle origini di Taverna, emergono le caratteristiche insediative ed amministrative di quest'area della Calabria tra il X° e il XV° secolo.
Infatti, più che a Taverna come unico agglomerato urbano, sembra molto più corretto pensare ad un "territorio di Taverna", territorio abbastanza vasto che comprendeva numerosi "casali" (Sorbo, Maranise, Magisano, Fossato, Savuci, Albi, S.Giovanni, Bompignano, ecc.) rispetto ai quali Taverna, dall'alto del Monte Paramite, fungeva da polo accentratore, sia dal punto di vista amministrativo che da quello geografico (trovandosi quasi nel baricentro geometrico di quest'area).
Sempre all'interno di questo territorio assumevano un ruolo di primo piano nelle relazioni politiche, sociali e amministrative i monaci Basiliani distribuiti tra la Abbazia di Peseca e l'Ospizio da San Leo presso Sorbo San Basile.
Tenendo presente ciò, è sembrato interessante impostare il lavoro di ricerca e catalogazione dei beni architettonico-storico-archeologici del Comune di Taverna partendo da quegli elementi che, pur ridotti allo stato di rudere, costituiscono una traccia significativa di questa situazione: l'Abbazia di Peseca e "Tavarna vecchia" attualmente ricadenti nel territorio del comune di Albi.
Successivamente, quasi per ripercorrere lo spostamento della popolazione avvenuto nel XV° secolo, ci si è spostati a Bompignano, attuale quartiere di Taverna, per prendere in esame la chiesa di S.Maria un tempo eletta a colleggiata.
All'interno del nucleo attuale di Taverna si è poi preso in esame Palazzo Mazzacoco a testimonianza della presenza in Taverna nel XVII° sec. di un sedime di nobiltà.
Nel prosieguo del lavoro, oltre ad analizzare all'interno della cittadina altri elementi storicamente ed architettonicamente interessanti, si cercherà di ricostruire una mappa dei numerosi mulini ad acqua disseminati lungo il corso dell'Alli e del Litrello. Tali mulini sono stati infatti di fondamentale importanza fino a qualche decennio fa nell'ambito dell'economia cittadina, essendo utilizzati per la macina delle cast agne (di cui la zona è particolarmente ricca) al fine di produrre il saporito pane di castagna e le pasture per gli animali.
1) Abbazia di S.Maria Di Peseca:
I suoi resti si trovano qualche chilometro a nord di Albi, lungo la Statale dell'Ampollino, su un'area di proprietà dell'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali. Si tratta di un complesso (monastero più chiesa) fondato dai monaci basiliani nel 970.
Del monastero è ancora visibile la conformazione perimetrale con tracce di divisione interna e in alzato l'imposta di un'arcata in prossimità di un'apertura che doveva costituirne l'entrata. Della chiesa, che doveva sorgere sul pianoro antistante il monastero, rimane soltanto un muro alto circa 10 metri con due finestre dal coronamento romanico facente parte probabilmente dell'originario campanile. Il materiale edificatorio è costituito da pietrame grezzo della zona misto a rottami di coccio e non si notano tracce di pietre squadrate o di mattoni.
La ricostruzione dell'impianto originario del complesso è possibile grazie ad un manoscritto della fine del 600 conservato presso l'Archivio di Stato di Catanzaro.
Grazie alla sua posizione, uno sperone roccioso a strapiombo sulla confluenza tra il Fosso Peseca e il Litrello, l'Abbazia riuscì a resistere a tutte le lotte politiche e alle distruzioni, fino al terremoto del 1783 che ne sancì la fine. Oggi i resti dell'Abbazia sono utilizzati come ricovero per gli animali. Al fine della sua catalogazione si è proceduto ad una documentazione fotografica e ad una approfondita ricerca storica.
2) Taverna Vecchia:
Si tratta dei ruderi della prima Taberna risalente al X°-XI° sec. e distrutta nella metà del 1400.
È situata a sud di Albi e, percorrendo la strada che da Magisano sale verso Albi , è visibile la conformazione dell'area: due cucuzzoli di circa uguale altezza distanti tra loro 2 o 300 metri ed uniti a mo' di sella secondo la direzione nord-sud Come precedentemente detto è impossibile verificare la descrizione che il Galas fa di "Taberna" però, tramite questa e sulla base di indicazioni forniteci dal prof.Giuseppe Valentino che ha condotto a riguardo approfonditi studi, si è riuscito a riconoscere all'interno di quest'area i seguenti manufatti:
· a) La "Rocca"
Sorge sul cucuzzolo a nord (verso Albi). I suoi resti consistono in alcuni speroni di muri che racchiudono all'interno un paio di ambienti a pianta quadrangolare ed uno a pianta rettangolare coperto con volta a botte. Il materiale edificatorio è costituito da pietrame grezzo e non c'è traccia di pietre squadrate.
· b) Torre di guardia
Sorge sul cucuzzolo a sud. Non rimane che un cumolo di pietre altro un paio di metri con accanto tracce di muri. La cosa più significativa è che, salendo sul cumolo, ci si rende effettivamente conto della posizione baricentrica di "Taberna" rispetto al suo territorio: tutti i suoi casali sono visibili e appaiono disposti a raggiera rispetto all'osservatore.
· c) Chiesa di San Michele Arcangelo:
È situata a metà della sella tra la torre e la rocca. La sua identificazione non è certa anche se la presenza di una doppia pilastrata perimetrale fa pensare ad un impianto ad "aula" tipico nelle chiese del X°-XI° sec. I resti dei pilastri a pianta quadrata sono racchiusi da muri perimetrali che disegnano un ambiente a pianta rettangolare. Probabilmente tali muri risalgono ad epoca più recente. Anche in questo caso non compaiono pietre squadrate o mattoni.
· d) Passaggio sotterraneo:
Di fronte ai ruderi della chiesa di San Michele Arcangelo si trova un passaggio sotterraneo largo circa un metro, alto circa due e lungo circa cinque. Coperto con volta a botte è realizzato interamente con pietre del luogo non squadrate. Il passaggio conduce ad una cisterna d'acqua di forma circolare, il che lascerebbe intendere che si tratti di un canale sotterraneo. Ma, considerata la notevole altezza del cunicolo, sembra più probabile classificarlo come un percorso sotterraneo che serviva o da collegamento tra punti strategici (rocca-torre) della città o per raggiungere una sorgente sotterranea.
Per tutti i manufatti sopra descritti si è provveduto a fornire una documentazione fotografica e ad eseguire una ricerca relativa non ai singoli beni ma alla storia della prima "Taberna". Inoltre, della chiesa di San Michele Arcangelo e del passaggio sotterraneo, si è eseguito il rilievo metrico con conseguente riproduzione grafica.
3) Taverna Nuova:
L'attuale insediamento, sviluppatosi a partire dalla metà del 1400, ha conservato per certi aspetti i caratteri generali della prima città medievale. Gran parte delle costruzioni minori, collocate ai margini del nucleo urbano e condizionate nella disposizione della morfologia del terreno, risultano addossate le une alle altre determinando conseguentemente un tessuto urbano molto irregolare nel quale le strade si presentano strette e scoscese, intervallate spesso da gradinate e dove frequentemente il passaggio da un vicolo all'altro è possibile solo grazie ad una serie di strutture ad arco ricavate nei piani bassi delle costruzioni.
Dalla lettura in pianta e da sopralluoghi diretti si nota come la presenza delle chiese ha determinato la nascita dei vari quartieri (Santa Maria, S.Silvestro, Santa Barbara, S.Nicola, Portacise, S.Crispino) conferendo ad ognuno di essi il particolare aspetto di cellula isolata. L'attività edificatoria sviluppatasi nel tempo lungo i percorsi che collegavano le singole cellule ha fatto si che avvenisse un fenomeno di "saldatura" tra i vari nuclei. All'interno di questo tessuto urbano emergono alcuni edifici di particolare interesse architettonico, costruiti intorno al 1600 e appartenenti a famiglie nobili del tempo. Si tratta di palazzi (ad es. Palazzo Ricca, Palazzo Gironda-Veraldi, Palazzo Mazzacoco) più alti e più grandi delle altre costruzioni, spesso con cortili interni delimitati da porticati ad archi e con qualche accenno decorativo in facciata, ma nella sostanza semplici e realizzati con materiali "poveri" rispecchiando quella che dal punto di vista architettonico è una caratteristica comune a tutta la Calabria.
I manufatti da noi esaminati all'interno della attuale Taverna sono:
a) Chiesa di S.Maria Maggiore (ex S.Maria di Bompignano): La struttura originaria, che ne faceva il primo edificio sacro sorto sulla città nuova, nel sec. XV° è stata interamente rifatta. La chiesa presenta oggi un'ampia navata centrale ed una laterale destra collegata in pianta ad una cappella patronale. Il soffitto a capriata, che ha sostituito malamente quello seicentesco a cassettoni dipinti, falsa la lettura e la posizione dello stupendo altare maggiore in legno intagliato.
b) Palazzo Mazzacoco: Risale alla fine del 600 primi del 700. È ubicato nel quartiere di San Crispino (chiesa recentemente demolita) nelle adiacenze del nucleo di Bompignano e in prossimità di una vecchia mulattiera che conduceva a Catanzaro. Si sviluppa su tre livelli, il primo dei quali è completamente addossato ad una parete rocciosa che serve da fondazione per i piani superiori. La facciata presenta delle interessanti decorazioni in stile barocco ottenute comunque con l'uso di materiali "poveri" (intonaci o stucchi) così come il bugnato decorativo del portone. Pregevole è anche la lavorazione delle ringhiere in ferro battuto.
Di questi due manufatti si è eseguito il rilievo accompagnato da una documentazione fotografica e dalla ricerca storica.

 

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