PALAZZO DUCALE DI TAGLIACOZZO

( Immagine personale)

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Storia e Struttura

 

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XIV secolo

Il palazzo ducale di Tagliacozzo viene costruito all'inizio del '300 dalla famiglia Orsini. Il primo impianto del palazzo prevedeva un solo piano con un  portico aperto nella parte bassa.

Le finestre del primo piano sono bifore rettangolari, ma risulta evidente che le due di sinistra sono diverse da quelle di destra sia per stile che per gusto risultando più antiche di quelle di destra, che invece appaiono più semplici ed arrotondate nelle colonnine e negli spigoli.

La decorazione presente nelle finestre di destra (una semplice dentellatura), risulta uguale a quella del portale principale, per cui queste decorazioni si rifanno ad un unico artista.

Elementi tardo-gotici si riscontrano sparsi all'esterno (la mensola angolare su via Romana) o all'interno (portali, capitelli, mensole).

Per quel che si sa il palazzo sembra abbia retto bene alla prova del terremoto del 1349, che è stato molto forte e ha provocato in molti centri della Marsica autentici drammi con crolli e morti.

 

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XV secolo

 

All'inizio del XV secolo con l'ingrandimento della signoria degli Orsini alla contea di Albe oltre che su Tagliacozzo, quest'ultima diventa ancora più importante come centro politico. Di conseguenza gli Orsini proiettano sul palazzo ducale il loro desiderio di affermazione in ambito locale.

Dopo circa quarant'anni di oscillazioni politiche gli Orsini riescono a recuperare in pieno il controllo della contea di Tagliacozzo, allargato ora ufficialmente anche alla contea d'Albe. Questo dominio durerà fino al 1497, seppure interrotto più volte per i continui contrasti con la famiglia Colonna desiderosa di appropriarsi del territorio.

Con il ritorno stabile del potere orsino, questa famiglia cerca di rafforzare il suo potere avviando una nuova importante fase edilizia di ristrutturazione dei principali borghi delle contee di Tagliacozzo e Albe, a maggior ragione dopo i forti terremoti del 1456 e 1461 che hanno provocato nuovi e importanti danni ai diversi centri abitati della Marsica.

La nuova fase edilizia oltre che concentrarsi sulla ristrutturazione degli edifici danneggiati dai sismi si occupa anche di migliorare l'esistente a cominciare dal Palazzo ducale che dal 1450 circa fino alla fine del dominio orsino sarà interessato da un'intensa fase edilizia.

Questa seconda fase edilizia del palazzo ducale inizia nella seconda metà del '400, per iniziativa del conte di Tagliacozzo Roberto Orsini.

La nuova ristrutturazione del palazzo ducale, sotto l'attenta direzione di Roberto Orsini, si concentra nell'innalzamento di un nuovo piano del palazzo, rendendo indispensabile la costruzione di un grande muro a scarpa per ovviare alla scarsa struttura di sostegno del primo piano. Anche l'area esterna al palazzo viene allargata con l'annessione di nuovi spazi utilizzati per ingrandire i cortili.

Alla fine del secolo nel 1497 abbiamo infine la defenestrazione degli Orsini dal controllo del contea di Tagliacozzo e Albe, che avviene dopo l'ennesimo scontro con i diretti rivali, i Colonna. I Colonna divengono ora con Fabrizio Colonna, i nuovi conti di Tagliacozzo e Albe.

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XVI secolo

 

I Colonna all'inizio del XVI secolo rafforzano il loro controllo territoriale attraverso la nomina a duchi di Tagliacozzo da parte dei reali di Spagna, che ora controllano anche il sud Italia e hanno nella ricca famiglia romana un valido sostegno politico.

Il nuovo corso politico si registra bene nel palazzo ducale di Tagliacozzo attraverso la sostituzione degli stemmi araldici degli Orsini con quelli dei Colonna. Tra questi si nota il nuovo stemma dei Colonna ancora evidente sul portale d'ingresso del palazzo ducale.

 

 

Portale d'ingresso con sopra lo stemma (Immagini personali)

 

All'inizio del Cinquecento il palazzo ducale al termine di una lunga ristrutturazione durata anni, ha preso ormai le sembianze esterne che riscontriamo ancora oggi e in ciò colpisce la parte esterna nella differenza strutturale fra primo e secondo piano.

 

Palazzo ducale visto da dietro (Immagine personale)

 

Infatti le finestre del primo piano risultano di gusto tardo gotico e ciò lo si nota bene osservandone la forma e i dettagli.

 

Finestre del primo piano (Immagini personali)

 

Le finestre del secondo piano sono invece tutte di gusto rinascimentale con archi a tutto sesto e decorazioni di grande finezza e maestria, su cui si riscontrano: candelabre, festoni, formelle, cherubini e panoplie che sono le caratteristiche delle quattro finestre che affacciano su via del Teatro.

 

Finestre del secondo piano (Immagini personali)

 

Confronto fra una finestra del primo e secondo piano (Immagini personali)

 

Altre finestre decorate si possono ammirare nell'altro cortile e sul prospetto a valle della Corsia.

 

Finestra su un cortile interno di palazzo ducale (Immagini personali)

 

Sulla parte nobile del palazzo è presente anche un elegante balcone dal parapetto a cerchi intrecciati, che rappresenta bene il gusto rinascimentale dell'epoca.

 

Balconcino di Palazzo ducale (Immagine personale)

 

 

Al livello politico i Colonna tendono ad essere sempre meno interessati alla dimora di Tagliacozzo, privilegiando sempre più il castello di Avezzano che diventa via via la loro principale residenza nella Marsica. Tuttavia ancora per tutto il Cinquecento Palazzo ducale rimane centrale nelle vicissitudini politiche dell'epoca anche durante la fase di oblio dei Colonna che si protrae dal 1528 (anno della battaglia di Magliano dei Marsi), fino al 1560 circa, (anno del ritorno in grande della potenza colonnese). In questo arco temporale pur in modo meno intenso la Marsica rimane sotto il controllo dei Colonna e in questo periodo il palazzo ducale rimane ancora centrale nelle dinamiche locali.

 

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XVII secolo

 

Nel corso del XVII secolo complice la forte crisi economica e sociale presente in tutto il sud Italia e nonostante la continua  presenza dei Colonna in ambito marsicano, il loro potere non riesce ad incidere molto sull'aspetto socio-economico.

Tagliacozzo pur continuando ad essere il principale centro economico della Marsica occidentale, vede diminuire sempre più il suo peso politico a favore di Avezzano, per cui anche le varie ristrutturazioni o mantenimenti del palazzo ducale vengono sempre meno a favore di una maggiore cura del castello di Avezzano.

Purtroppo il grave stato d'indigenza che vive il territorio marsicano non permette in questo periodo l'avvio di una nuova fase edilizia, ma si hanno solo ristrutturazioni isolate di questo o quel bene storico. Ad un certo punto poi la situazione precipita con lo scoppio della violenta rivolta del 1647 presente in tutto il sud Italia contro il malgoverno spagnolo. La rivolta dura un anno, ma in questo periodo i Colonna come gli altri feudatari perdono il controllo dei loro territori. Poi con la reazione spagnola la situazione torna tranquilla nel 1648 e i Colonna possono riprendere il controllo del loro feudo.

Ma l'evoluzione fallimentare della rivolta porta ad un peggioramento del malessere sociale che diventa disperazione quando avviene l'epidemia di Peste nel 1656. A causa di ciò molte persone muoiono e il territorio s'impoverisce ulteriormente. Ci vorranno anni per una sua ripresa.

 

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XVIII secolo

 

All'inizio del XVIII secolo abbiamo due nuovi importanti terremoti, ovvero il terremoto dell'Aquila del 1703 e della Majella del 1706.

Entrambi i sismi sono molto violenti e provocano molteplici danni in molti centri della Marsica. Tuttavia sembra che il palazzo ducale ne esca bene dalle due prove e ciò consente l'integrità della sua struttura.

Nel corso del secolo i Colonna avviano una nuova fase edilizia in tutto il territorio del ducato per consentire una ristrutturazione dei beni danneggiati dai due sismi d'inizio secolo.

Allo stesso tempo però si procede ad una ristrutturazione anche dei beni storici non direttamente coinvolti nei sismi, tra cui il palazzo ducale di Tagliacozzo.

Su questo i Colonna procedono nel corso del secolo ad una nuova ristrutturazione andando ad inserire all'interno una nuova rampa di scale e a rifare il portale d'ingresso. Allo stesso tempo s'inseriscono anche nuovi particolari architettonici, come un grande camino presente in una delle sale interne.

Nel corso del '700 Tagliacozzo prosegue nella sua decadenza politica sempre più messa in ombra dall'ascesa del borgo di Avezzano, giudicato dai Colonna più centrale nelle dinamiche territoriali e più facilmente raggiungibile.

Alla fine del secolo abbiamo la prima invasione francese nel 1798 del regno di Napoli. Questa prima invasione dura poco tempo e ciò a causa delle varie rivolte sociali presenti in tutto il territorio del regno napoletano che spinge i Francesi ad andarsene nel 1800.

 

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XIX secolo

Dopo circa  cinque anni, nel 1806 i Francesi sono di nuovo a Napoli e dopo aver cacciato il vecchio sovrano borbonico si organizzano meglio nella gestione del territorio rispetto alla prima volta. Essi affidano il regno napoletano al fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte, che due anni dopo cede il posto al cognato Gioacchino Murat. In tutto il dominio francese dura dieci anni nei quali sono fatte importanti riforme.

Le prime riforme avvengono sotto la gestione di Giuseppe Bonaparte e tra esse ve ne sono alcune che pongono una cesura alla storia abruzzese come per  l'abolizione del feudalesimo.

Con questa riforma fatta nel 1806, nella Marsica si ha la fine del dominio dei Colonna e la nascita dei grandi comuni come quello di Tagliacozzo, che viene ad inglobare numerosi borghi. Tagliacozzo prima della fine del feudalesimo si trova in piena decadenza e pur rimanendo un centro importante della Marsica, deve ormai cedere il posto di capoluogo della Marsica ad Avezzano.

Con la fine del potere dei Colonna e l'ascesa di Avezzano, si assiste anche alla decadenza anche del palazzo ducale, che pur rimanendo un bene prezioso del paese, si trova ormai in una condizione di semiabbandono.

Con la fine del feudalesimo i Colonna pur non essendo più i responsabili territoriali, continuano a mantenere importanti proprietà nel vecchio territorio feudale come il Palazzo Ducale di Tagliacozzo. Di questo essi manterranno la proprietà fino a inizio '900.

Tornando al contesto politico vediamo come nel 1815 tornano i Borbone, che sostituiscono i Francesi, che si sono dovuti ritirare dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo.

Il ritorno dei Borbone nella nuova versione di re delle Due Sicilie, non porta alcun miglioramento della situazione politica, che anzi viene confermata con i primi provvedimenti fatti dal nuovo governo.

Al livello sociale Tagliacozzo vede un'accentuazione della decadenza politica che diventa anche economica per la diminuzione dei traffici commerciali. Ora è Avezzano il nuovo centro politico locale.

In questo quadro il palazzo ducale risulta quasi abbandonato e tale continuerà ad essere per tutto il secolo XIX.

Nella seconda metà dell'Ottocento iniziano i lavori del prosciugamento del lago Fucino da parte del banchiere Torlonia. I lavori durano fino al 1878 e in questo periodo il banchiere per agevolarsi nel controllo dei lavori trasferisce ad Avezzano i suoi uffici. Il trasferimento ad Avezzano di Torlonia porta questa a compenetrarsi sempre più come capoluogo della Marsica.

Quando poi Torlonia si trasferisce nel suo nuovo palazzo ad Avezzano diventa quasi automaticamente il nuovo signore della Marsica soprattutto dopo la sua nomina a Principe del Fucino, che è una nomina onorifica, ma nella mentalità delle genti è anche politica.

Per Tagliacozzo ciò significa un maggiore isolamento accentuato anche dal proliferare del brigantaggio specie dopo il passaggio dal regno borbonico al nuovo regno d'Italia.

Il nuovo regno d'Italia nasce dapprima con la rivoluzione del 1860 che abbatte lo stato borbonico sotto la direzione del generale Garibaldi, quindi si ha la consegna del sud Italia da parte di Garibaldi al re di Sardegna Vittorio Emanuele II con l'incontro di Teano. Quindi in ultimo si ha la proclamazione del regno d'Italia il 17-3-1861.

Dopo di ciò lo stato italiano si deve consolidare e ciò a spese del brigantaggio che infesta e domina le regioni del sud Italia. Nel 1860 dopo la fine dello stato borbonico, l'ultimo re Francesco II, rifugiatosi a Roma dal papa, organizza una resistenza allo stato italiano per recuperare il trono napoletano. Per ottenere ciò organizza un accordo fra lui e alcune grandi bande di briganti, che avrebbero dovuto essere la resistenza armata del regno borbonico ai Savoia.

All'inizio tale resistenza impensierisce il governo italiano che manda moltissimi poliziotti a combattere il fenomeno. Inizialmente l'accordo fra re Francesco e i briganti tiene mietendo alcuni successi  grazie al sostegno popolare fortemente influenzato dal clero locale.

Nella Marsica da sempre regione molto religiosa il clero locale domina i paesini di questo angolo d'Italia, ma allorquando i briganti stufi di combattere una guerra di altri, tornano alla loro vita dissoluta precedente arrecando danno alle popolazioni, questi li abbandonano passando dalla parte dei Savoia, che tramite il coraggio e il comportamento dei poliziotti riescono a convincere il popolo.

Ebbene dopo circa dieci anni di combattimento i briganti sono sconfitti e l'Italia riesce a consolidare il suo potere interno.

Nel frattempo nel Fucino i lavori di prosciugamento sono andati avanti, nonostante le vicende politiche, riuscendo mano a mano a prosciugare il grande lago. I lavori terminano nel 1878 e ciò che ne viene fuori è una grande distesa di terra ricca e coltivabile. Inizia così per la Marsica una nuova fase economica che vede le terre del Fucino trasformarsi in un grande centro agricolo sotto la direzione del principe Torlonia

In pratica le nuove terre emerse dal prosciugamento del lago portano alla nascita di una fiorente agricoltura i cui prodotti sono esportati nei mercati di tutto il centro Italia e non solo.

Successivamente la costruzione tra fine ottocento e inizio novecento della ferrovia, vede un accentuazione di questo nuovo mercato.

Torlonia per riuscire a vendere i prodotti delle terre fucensi, organizza una complessa realtà industriale, che tra alterne vicende diventa pienamente attiva solo alla fine del secolo XIX. Questa realtà purtroppo non riesce a dare lavori a tutti e solo alcuni centri marsicani riescono a beneficiarne.

Gran parte di questa gente decide di andare via per cercare fortuna all'estero, è la prima grande emigrazione.

Tagliacozzo alla fine del secolo è una cittadina abbastanza ricca dove anche se non beneficia delle trasformazioni in atto nel territorio, rimane una realtà artigianale di una certa rilevanza capace di fare da se. Purtroppo però anche qui non tutti riescono a beneficiarne e per questo vanno via.

In questo periodo Palazzo ducale è ancora della famiglia Colonna che però continua a lasciarlo in un grave stato di abbandono.

 

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XX secolo

 

Tagliacozzo a inizio '900

 

Tagliacozzo a inizio '900 (Immagini tratte dai video YOUTUBE "TAGLIACOZZO COME ERA" e "TAGLIACOZZO ANTICA - ALBUM FOTO")

 

A Tagliacozzo nasce la nuova stazione ferroviaria, e ciò interrompe l'isolamento della cittadina abruzzese.  Ciò comporta che il paese divenga stazione di sosta di molti prodotti, che aspettano di prendere il largo soprattutto verso Roma. Ciò porta ad un nuovo rilancio economico della cittadina.

Purtroppo questa ripresa economica non consente a tutti di sopravvivere, per cui molti decidono di andare via proseguendo l'esodo verso l'estero iniziato a fine '800.

 

- Il palazzo ducale a inizio '900

Palazzo ducale di Tagliacozzo a inizio '900 (Immagini tratte dal video YOUTUBE "Tagliacozzo in cartolina...d'epoca")

Palazzo ducale di Tagliacozzo a inizio '900 cortile della scuderia (Immagine da internet)

A inizio secolo il palazzo ducale continua a versare nell'abbandono e nell'incuria. Ciò è vero un peccato dato il buono stato strutturale e soprattutto la grandezza degli ambienti che sono in grado di ospitare vari tipi di manifestazioni. Tuttavia l'attuale proprietà dei Colonna continua a disinteressarsene.

 

 

- Il grande terremoto del 1915

Il 13 gennaio 1915 nella Marsica avviene una fortissima scossa sismica con epicentro nella zona di Gioia dei Marsi. La forte scossa sismica si manifesta con una forza di 7 Mw e distrugge la maggior parte dei paesi della Marsica provocando una vera ecatombe con la morte istantanea di circa 30.000 persone, nella sola Avezzano muoiono 10.000 persone. Il territorio è per la  maggior parte devastato dall'immane scossa.

 

 

- Effetto del sisma a Tagliacozzo

L'effetto del sisma a Tagliacozzo risulta molto diverso dal resto del territorio. Qui infatti la scossa non ha prodotto i crolli avvenuti nei paesi vicini alla cittadina, consentendo a questa di salvarsi mantenendo intatti tutti gli edifici, sia quelli recenti che quelli passati e con essi i cittadini al suo interno. E' probabile che la causa della salvezza di Tagliacozzo vada ricercata nella sua struttura geologica. In altre parole grazie al fatto che il paese è costruito su solida roccia, questa deve essere riuscita ad assorbire la scossa garantendo la salvezza di Tagliacozzo.

 

 

- Effetti del sisma sul Palazzo ducale

Da quanto appena detto ricaviamo che il sisma non ha prodotto danni all'antico palazzo ducale, mantenendolo intatto nella struttura.

 

 

- La 1 guerra mondiale

Il sisma di Gioia dei Marsi avviene nel 1915 a pochi mesi dall'entrata dell'Italia nel primo conflitto mondiale. Per diversi mesi la Marsica è stata interessata da un autentica ondata di solidarietà che ha consentito il salvataggio di numerose persone. Purtroppo però l'entrata in guerra dell'Italia costringe le forze armate stanziate nella zona a partire per il fronte lasciando il territorio privo di un valido aiuto. La popolazione si trova da sola a ricostruire dei ripari di fortuna. Anche molti giovani scampati al sisma sono costretti a partire per il fronte portando con se una scia di lutti futuri che si aggiungeranno a coloro morti sotto le macerie.

Il conflitto dura anni e sembra infinito, ma alla fine dopo 4 anni di lotte e sacrifici, l'Italia vince il conflitto e allarga il suo territorio. I Marsi al fronte fanno ritorno nelle proprie povere terre trovando al loro ritorno una situazione di grave sofferenza

 

 

- La Spagnola

Una gravissima pestilenza colpisce il mondo appena uscito dal conflitto mietendo molte vittime. Anche la Marsica soffre per il morbo e molte persone ne muoiono. Ma alla fine il virus sparisce e la situazione migliora.

 

 

- Tagliacozzo negli anni '20

Dopo la guerra in tutti i centri della Marsica si procede alla ricostruzione dei paesi, Tagliacozzo che si è salvato mantenendo intatti tutti i suoi edifici, diventa temporaneamente la sede di numerose organizzazioni e strutture pubbliche marsicane. Tra queste ricordiamo la Diocesi dei Marsi che si trasferisce a Tagliacozzo presso i locali del Palazzo Ducale fino al 1924, allorquando si trasferisce ad Avezzano presso la nuova chiesa di San Giuseppe, appena costruita.

 

 

- Palazzo ducale: Gli anni '20 e il cambio di proprietà di Palazzo Ducale

Come accennato sopra il Palazzo Ducale sopravvissuto integro al terremoto del 1915, viene riutilizzato dalla Diocesi dei Marsi come sede temporanea negli anni 1920-24. In questo periodo finalmente il palazzo torna ad essere centrale nella vita della Marsica dopo che per molto tempo versava in semiabbandono.

Sul piano della proprietà osserviamo come negli anni '20  l'ultima discendente del ramo dei Colonna, che possiede il palazzo ducale, sposa il principe Barberini-Corsini. Alla morte di costei avvenuta alla fine degli anni 20' i figli Barberini-Corsini ereditano il grande palazzo di Tagliacozzo.

I Barberini-Corsini però non manifestano alcun interesse verso il palazzo ducale, per cui decidono di venderlo dopo poco tempo. Il nuovo padrone del palazzo è un impresario abruzzese che si ritrova fra le mani un autentico tesoro. Egli a sua volta non sapendo come mantenerlo e usarlo lo vende alla G.I.L..

Siamo tuttavia negli anni '20 e in Italia ormai da anni governa il Fascismo di Mussolini e un bene storico e grande come il palazzo ducale fa gola a molti, per cui possederlo non è facile. La G.I.L. dopo un po' di tempo vende il palazzo alla Gioventù Italiana.

 

 

- La nuova proprietà fascista e il restauro degli anni '30

La nuova proprietà fascista desidera  usufruire di questo bene storico e avvia nuovi lavori di restauro nel palazzo.

Il restauro fascista si concentra nell'interno del palazzo, dove viene realizzato un nuovo scalone monumentale di collegamento fra primo e secondo piano. Purtroppo la realizzazione dello scalone porta alla distruzione di un alcune belle stanze affrescate.

 

 

 

- La seconda guerra mondiale

Nel 1940 l'Italia entra in guerra a fianco della Germania nazista, dopo un breve periodo di non belligeranza. La guerra si rivela nel tempo un vero disastro per l'Italia, che perde tutte le colonie, ritrovandosi in crisi economica, un esercito piegato da tanti anni di inutili guerre e alla fine invaso dagli Alleati. Risultato il Fascismo crolla, la monarchia dopo poco abdica a se stessa fuggendo via, e il paese viene infine invaso dai Tedeschi fino a Frosinone.

Inizia così il periodo peggiore. Nella Marsica i Tedeschi pongono la sede del comando nel centro Italia. Qui loro controllano il buon funzionamento della Linea Gustav, confine imposto dai tedeschi, fra l'Italia nazista e quella alleata. Nella Marsica è instaurato un durissimo regime di Polizia presente in tutti i paesi, compresa Tagliacozzo.

I tedeschi compiono fra l'Ott 1943 e il Giugno 1944 veri crimini contro l'inerme popolazione e spesso requisiscono uomini per il lavoro di costruzione di fabbricati o altre opere. Inoltre rastrellano anche genti ebraiche o parti di popolazione giudicate indegne di vivere. Per fortuna a questo governo malvagio si oppone la popolazione, che seppure fra mille difficoltà non esita nella Marsica a nascondere e aiutare i tanti ragazzi stranieri e antifascisti che lottano contro i Tedeschi occupanti.

Passano nel frattempo i mesi, e la situazione si rende ancora più insopportabile con le bombe alleate, che hanno lo scopo  d'indebolire i tedeschi, ma in realtà generano terrore nella popolazione con distruzione e morte.

Il 6 giugno 1944 proprio a ridosso della liberazione alleata della Marsica, avviene un grave episodio da parte tedesca. I Tedeschi ormai quasi in ritirata, decidono di compiere una strage, perchè  alcuni uomini avevano cercato di impedire la distruzione della locale centrale elettrica. Per cui prendono alcuni ostaggi e fissano un termine per la consegna dei responsabili. Don Gaetano saputo del fatto giunge subito sul posto e cerca di convincere i Nazisti a rinunciare. Alla fine vista l'inutilità delle sue parole si offre volontario al loro posto. I Tedeschi prendono Don Gaetano e lo uniscono agli altri.

Ma il mattino successivo il 7 giugno l'avanzata alleata è ormai arrivata e quindi l'esecuzione è interrotta. I Tedeschi ormai in rotta fuggono via. Gli ostaggi sono liberati. Finalmente nel giro di qualche giorno l'intera Marsica è liberata dai tedeschi, siamo al 12 giugno 1944. Circa un anno dopo la guerra finsce e inizia un nuovo capitolo di storia

 

 

- Tagliacozzo dalla fine della guerra agli anni '80.

Nel volgere di alcuni mesi Antifascisti e Alleati liberano completamente l'Italia dai Nazisti. Passano ancora alcuni mesi e la guerra finisce. Inizia un nuovo capitolo di storia per l'Italia e il mondo.

Nella Marsica già dopo la liberazione del 1944 riprendono gli attriti fra i contadini e il principe Torlonia per le terre del Fucino. I contadini rivendicano la proprietà delle terre che continuano ad  appartenere a Torlonia. La faccenda si trascina con alterne vicende per diversi anni fino a quando si arriva a diversi scontri il più tragico dei quali è l'eccidio di Celano con la morte di due persone che si trovavano in una manifestazione contro Torlonia. La faccenda viene cavalcata dalla stampa comunista e nel volgere di alcuni mesi Torlonia deve rinunciare alle terre del Fucino, che sono definitivamente assegnate ai contadini. Il tutto viene poi riconosciuto dalla legge Segni che assegna le terre fucensi ai contadini marsicani.

A parte la questione delle terre fucensi il secondo dopoguerra si caratterizza per la ricostruzione dei paesi distrutti o danneggiati dal conflitto. Tagliacozzo per sua fortuna non ha subito bombardamenti quindi il suo patrimonio storico rimane integro. Tuttavia la società del paese che è composta da artigiani e contadini fatica a riprendersi economicamente e molti di essi decidono di lasciare il paese in cerca di fortuna. E' la seconda grande emigrazione che si concentra verso i paesi europei e in un secondo momento verso la grandi città del nord. A causa di ciò il paese di Tagliacozzo inizia a veder diminuire la propria popolazione che passa dai 10235 abitanti del 1951 ai 7492 del 1971.

 

Piazza Obelisco di Tagliacozzo nel 1963. (Immagine da internet)

 

Tuttavia grazie alla caparbietà degli abitanti rimasti nel paese e ad una serie d'iniziative sociali e  industriali il paese inizia a riprendersi e già negli anni '60 l situazione risulta migliorata, ma non ancora abbastanza per interrompere il flusso migratorio. L'intera parte nord del paese si spopola e i preti e religiosi rimasti fanno fatica nel trattenere le giovani famiglie ancora presenti.

 

Piazza Obelisco di Tagliacozzo negli anni '70. (Immagine da internet)

 

Dal 1970 poi la costruzione delle autostrade A24 e A25  e la costruzione delle piste da sci consentono al paese d'intercettare un nuovo turismo di massa che proviene principalmente da Roma e con il quale si ha un ulteriore ripresa economica che si accentua negli anni '80, e consente a Tagliacozzo di divenire un importante centro turistico, che con il tempo diventa anche industriale con aziende presenti in diversi settori.

 

Il centro turistico di Marsia nei primi anni '80. (Immagine da internet)

 

Con il tempo il turismo a Tagliacozzo cresce e grazie al contesto territoriale che esplode al livello economico  negli anni 80 si riesce finalmente ad invertire la rotta anche dell'emigrazione che piano piano riporta il paese a popolarsi partendo dai 6430 abitanti presenti in loco nel 1981 per risalire nei decenni successivi.

 

 

- Palazzo Ducale dal 1950 al 1980

Palazzo ducale nei primi anni 80. (Immagine da internet)

 

Dopo la seconda guerra mondiale il Palazzo Ducale di Tagliacozzo risulta del tutto integro, sopravvivendo anche alla seconda guerra mondiale. Purtroppo la struttura soffre di un perenne abbandono segno anche della posizione in cui si trova. Il palazzo ducale trovandosi nella parte nord del paese, che risulta la più povera del borgo e in completo abbandono da parte delle famiglie rimaste è influenzato dal contesto e ciò contribuisce all'abbandono del bene storico.

Inoltre sul piano della proprietà il palazzo risulta ancora tra i beni del disciolto partito fascista e quindi sul piano legale si pone anche una questione giuridica che deve essere affrontata.

Questo stato di abbandono termina infine almeno sulla carta nel 1979 allorquando la Regione Abruzzo diventa la nuova proprietaria di Palazzo Ducale, grazie all'applicazione della legge nazionale che trasferisce agli enti locali i beni di proprietà del disciolto Partito Fascista.

Da questo momento la regione Abruzzo, dopo essere entrata in possesso dell'immobile, procede ad organizzare un nuovo restauro. Dopo cinque anni nel 1984 la Giunta Regionale pone in essere l'iniziativa di restaurare il palazzo Ducale, che essendo di estremo interesse architettonico, storico ed artistico è vincolato ai sensi della Legge 1089/39.

 

 

- Ristrutturazione degli anni 80 e 90 del XX secolo

La ristrutturazione del palazzo parte nel 1985 e prosegue fino al marzo 1999. Sotto il controllo della Soprintendenza, il restauro si concentra nel consolidamento strutturale del palazzo a cominciare dai solai e dalle strutture murarie (pareti e volte), fino ad arrivare alla realizzazione di nuovi solai lignei a cassettone.

Poco tempo dopo la fine dei lavori, il 16 luglio 1999 viene stipulato un accordo di Programma,  a seguito di delibera regionale n. 314 del 24.02.1999,  tra la Regione Abruzzo, la Soprintendenza ai BAAAS di L'Aquila ed il Comune di Tagliacozzo per il coordinamento delle azioni ed adempimenti finalizzati al completamento del recupero del Palazzo Ducale ed alla valorizzazione dei suoi aspetti di interesse artistico, architettonico e storico, nonchè all'utilizzo del palazzo.

 

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XXI secolo

 

- Accordo per la prosecuzione del restauro del Palazzo Ducale

L'interesse della Giunta Regionale verso il Palazzo Ducale è andato avanti con l'obbiettivo di estendere il restauro a tutti gli spazi interni ed esterni dei cortili, di modo da poterlo rivivere e usufruirne successivamente.

Ciò detto la Giunta Regionale dell'epoca ha portato avanti un suo piano e lo ha concretizzato prima con la stesura, da parte del Servizio Tecnico, del progetto preliminare dei lavori necessari e poi con l'approvazione da parte della Giunta Regionale stessa del suddetto piano di ulteriore restauro.

Il piano di restauro è infine divenuto concreto prima con la delibera n. 1686/C del 20 dicembre 2000 e poi tramite l'approvazione del Verbale del Consiglio Regionale n. 30/3 del 7 febbraio 2001.

Tra il piano di restauro e la sua attuazione è passato ancora diverso tempo ma alla fine si è partiti con i lavori.

 

 

- Ristrutturazione degli anni 2000

Dopo il lungo lavoro di preparazione tecnica attuato tra il 2000 e il 2001 si è giunti alla vera e propria realizzazione dei lavori partiti nel 2001 e conclusi nel 2008. In pratica il nuovo restauro è la continuazione del precedente avvenuto negli anni 80 e 90 del XX secolo.

Il nuovo restauro ha visto il recupero del piano seminterrato, dell'alloggio del custode e del cortile.

Nello specifico gli interventi si sono concentrati riguardo al seminterrato nel restauro del tetto e dell'intonacatura esterna, mentre nell'alloggio del custode si è lavorato sulle murature, gli intonaci e i solai in legno.

Per il cortile si è proceduto a rifare il pavimento, realizzandolo con materiale di pietra locale, e nel fare due rampe in pendenza per l'accessibilità di persone con ridotta mobilità.

Oltre a ciò sono stati realizzati anche i nuovi impianti idrico, sanitario ed elettrico, l'allarme antincendio, le luci di emergenza, la rete wi-fi, la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane nel cortile. Inoltre sono state eseguite le prove di carico necessarie a verificarne e confermarne l'agibilità.

Nel 2008 con la fine del secondo ciclo di restauro degli anni 2000, dopo il primo degli anni 80 e 90 si osserva come il complesso architettonico sia stato recuperato per circa il 70 % della sua superficie. Al completamento dei lavori mancano ancora diverse parti come la cappellina, il loggiato e altre zone non meno importanti. Inoltre con l'ultimo restauro sono venuti alla luce alcuni ambienti destinati a carceri durante il XVII e XVIII secolo.

In questi infatti hanno rivisto la luce brevi iscrizioni dei detenuti, di grande valore documentaristico, come questa: «Dom Cappelle carcerato innocente alli 30 di agusto 1689» (dalla brochure redatta a cura della Giunta regionale nel 2008, a seguito del restauro del “primo lotto funzionale”).

 

 

- Il periodo 2011-12

Nel 2011, il comune di Tagliacozzo ottiene la piena accessibilità ai locali restaurati, tramite un accordo tra la Soprintendenza e la Regione, che ne detiene la proprietà demaniale dal 1979.

L'obbiettivo del comune è poter usufruire dei locali restaurati per ospitare alcuni uffici di rappresentanza del comune e poter disporre di spazi espositivi per mostre temporanee». Altro obbiettivo del comune è permettere il ritorno a Tagliacozzo dei numerosi affreschi strappati dalle mura del Palazzo ducale negli anni Ottanta e trasferiti al castello di Celano» per preservarli da eventuali cedimenti.

Nel documento del comune si riporta che i lavori di restauro avvenuti nel 2001-08, che sono stati finanziati in parte dalla Soprintendenza e in parte dalla Regione hanno interessato quasi il settanta per cento dell’edificio e la spesa è stata di un milione e 200mila euro. Si stima inoltre la cifra di circa altri due milioni di euro per portare a compimento il restauro di cappella e loggiato.

Purtroppo però pochi mesi dopo questo accordo avviene un incidente, che rimette tutto in discussione.

Nell'ottobre 2012 si haa il crollo di un muro interno, poichè i solai del secondo piano non erano stati dotati di una struttura portante. Il crollo del muro si riversa sui locali del piano inferiore, che in parte ospitano la scuola primaria, poi trasferita a Sante Marie, e in parte gli uffici della Provincia e della scuola di formazione professionale.

Per qualche tempo questo incidente crea turbamento nelle istituzioni locali, ma la validità del percorso di recupero architettonico avvenuto nel Palazzo Ducale, viene poi riconfermata dalla Soprintendenza, che dichiara i locali del palazzo restaurati fin qui essere agibili.

Tuttavia si specifica che il palazzo va completato nel suo restauro in quelle parti non ancora ristrutturate come il loggiato e la cappellina ecc.

Questa terza e ultima parte dei lavori del Palazzo Ducale diventa materia di discussione fra gli enti locali, che superati i problemi del 2012, si vanno organizzando per portare a termine il recupero dell'antico palazzo, grazie anche ai fondi appositamente messi a disposizione dalla regione Abruzzo.

 

- Tagliacozzo nel nuovo secolo

Piazza Obelisco nel 2011. (Immagine personale)

 

Il paese di Tagliacozzo nei primi anni 2000 prosegue felice la sua crescita economica che lo porta a divenire uno dei principali teatri turistici della Marsica, ma soprattutto un borgo ambito nelle mete turistiche che rappresenta in pieno con i suoi edifici le varie fasi storiche della regione della Marsica. La crescita del paese si ha soprattutto sia grazie al turismo sia invernale che estivo che per lo sviluppo delle aziende locali che sono in continua crescita. Purtroppo con la crisi mondiale del 2008 questa espansione economica s'interrompe e si ha una flessione che prosegue all'incirca fino al 2016 allorquando una nuova fase espansiva interrompe la crisi in atto.

 

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STRUTTURA

 

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Impianto costruttivo

Impianto del palazzo ducale. (Immagine da Googlemap)

 

Il Palazzo Ducale è un complesso architettonico di grande valore storico e artistico avviato a costruzione  nel XIV secolo e completato nella seconda metà del XV secolo. La struttura del palazzo comprende una superficie di 4.000 m2 interni calpestabili comprendendo due piani, che al livello architettonico sono molto diversi. In generale l'impianto del palazzo è irregolare e presenta tre prospetti distinti:

 

1) Lato principale del palazzo, con gli appartamenti ducali, che si affaccia sulla strada aprendosi all'accesso principale.

Palazzo ducale lato principale. (Immagine personale)

 

 

2) Porta San Rocco: Questa porta medievale costruita indifferentemente dal palazzo ducale, sembra essere un elemento divisorio tra la parte nobile e la parte dedicata ai soldati e alle scuderie.

Porta San Rocco. (Immagine personale)

 

 

3) Il secondo lato si affaccia sul cortile e risulta diviso dalla strada da un muro di cinta. Sull'ingresso principale abbiamo raffigurato lo stemma dei Colonna.

 

Ingresso principale al Palazzo Ducale. (Immagine principale)

 

 

4) Il terzo lato è quello comunicante con il lungo fabbricato detto "La corsia" adattato a quartiere dei soldatti detti Birri, che aveva funzione di scuderia.

Facciata  del fabbricato detto La Corsia che si apre sulla strada. (Immagine personale)

 

Questo edificio, adibito a scuderia, è collegato al corso principale solo tangenzialmente.  L'edificio si protende fin quasi le mura, all’altezza di Porta San Rocco, e qui finisce con un fronte molto decorato e con un ampio portone a tutto sesto».

 

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5) Locali della scuderia

Questa parte del palazzo è la continuazione della parte della Corsia e rappresenta la vecchia scuderia del palazzo ducale. Oggi questa parte è stata completamente ristrutturata ed è la zona dove si tengono le mostre d'arte temporanee.

Cortile della scuderia. (Immagine personale)

 

 

Basandoci sulla divisione del palazzo ducale fin qui accennata andiamo ad esaminare più da vicino le varie parti della struttura.

 

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1) La parte nobile

Zona del palazzo con gli appartamenti ducali. (Immagine personale)

 

La struttura che stiamo esaminando riguarda la parte del palazzo con gli appartamenti nobili, dove si concentrano le stanze affrescate. Purtroppo questa parte del palazzo è quella non ancora visitabile in quanto non ancora restaurata. Tuttavia pur in presenza di scarse notizie cerchiamo ugualmente di dare una descrizione sommaria della struttura.

 

 

- La facciata del palazzo nobile

Sul lato esterno che da sulla strada ammiriamo la facciata del palazzo nobile strutturata secondo il gusto rinascimentale. Si notano infatti le due finestre principali del primo e secondo piano decorate secondo il gusto rinascimentale.

Balconcino di Palazzo ducale (Immagine personale)

 

Spicca poi al primo piano l'elegante balconcino dal parapetto a cerchi intrecciati. In più punti del palazzo al livello generale spiccano  gli stemmi, il motto e gli altri simboli della famiglia Colonna, che ritroviamo anche sul lato nobile.

 

 

- Interni del piano nobile

Potendo entrare all'interno del palazzo nobile troviamo diversi elementi del periodo orsino soprattutto stemmi della famiglia romana. Questi sono posti all' esterno e nelle parti interne della residenza, come ad esempio il grande stemma sistemato sulla cappa di un camino, oppure altri stemmi, che si ritrovano sul soffitto ligneo di una stanza del primo piano, oppure ancora altri due di più piccole dimensioni, presenti nelle parti decorative di una piccola finestra che si affaccia sul loggiato.

Tutti gli altri ambienti del palazzo richiamano al livello decorativo il periodo dei Colonna, con gli stemmi, il motto e gli altri simboli.

Chiaramente gli stemmi e i simboli delle due famiglie non sono l'elemento di principale interesse, ma sono secondari. La parte più interessante riguarda i diversi ambienti affrescati, che sono una delle caratteristiche principali del palazzo. Gli affreschi li ritroviamo in diverse stanze e spazi, ma sono presenti anche lungo gli scaloni, il loggiato e la piccola cappella gentilizia, che si mostra densamente affrescata.

Questi sono posti all' esterno e nelle parti interne della residenza, come ad esempio il grande stemma sistemato sulla cappa di un camino, oppure altri stemmi, che si ritrovano sul soffitto ligneo di una stanza del primo piano, oppure ancora altri due di più piccole dimensioni, presenti nelle parti decorative di una piccola finestra che si affaccia sul loggiato.

Tutti gli altri ambienti del palazzo richiamano al livello decorativo il periodo dei Colonna, con gli stemmi, il motto e gli altri simboli.

 

 

A) Il Loggiato :

Il loggiato è sostenuto da sei colonne con capitelli decorati da foglie di gusto tardo-gotico, ma l'ariosità del vano e altri particolari mostrano un gusto decorativo maggiormente rinascimentale. In questo ambiente troviamo molti affreschi, molti dei quali di epoca orsina. Attualmente la loggia è chiusa da una vetrata che ne oscura l'ambiente per proteggere gli affreschi presenti al suo interno.

 

B) La Cappellina :

Stanza della cappellina. (Immagine da https://ilfaro24.it)

 

Nella cappellina si rinvengono figure di santi, inseriti in una decorazione vegetale a girali, che si concludono con fiori variopinti. Molti degli affreschi presenti qui sono di epoca orsina.

 

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2) Porta San Rocco

PORTA SAN ROCCO

 

 

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3-4) Ingresso principale e palazzo della Corsia

Il lungo affaccio della zona dei soldati e delle scuderie. (Immagine personale)

 

 

- Ingresso e cortile principale

Ingresso principale. (Immagine personale)

 

Superata Porta San Rocco troviamo l'ingresso principale al palazzo su cui rileviamo lo stemma della famiglia Colonna.

 

Stemma della famiglia Colonna. (Immagine personale)

 

Cortile principale. (Immagine personale)

 

Entrati nel cortile saliamo per lo scalone e troviamo un grande spazio aperto che in epoca antica si doveva presentare ricco di elementi che denotassero lo status del principe.

 

- Il palazzo della Corsia

Lato della Corsia di Palazzo Ducale. (Immagine personale)

Come detto precedentemente questo lato del palazzo ducale era in epoca antica dedicato ai soldati presenti nella struttura. Al livello architettonico come si nota bene dalla foto sopra, la forte differenza tra le finestre del primo e del secondo piano.

 

Nel primo piano si riscontrano finestre che richiamano al gusto tardo gotico, e difatti queste sono state fatte nel XIV secolo quando il palazzo comprendeva solo il primo piano.

Finestre del primo piano (Immagini personali)

Immagine del lato della Corsia. (Immagine personale)

 

Finestra di forma tardo gotica del primo piano. (Immagine personale)

 

Le finestre del secondo piano sono invece tutte di gusto rinascimentale con archi a tutto sesto e decorazioni di grande finezza e maestria: candelabri, festoni, formelle, cherubini e panoplie sono le caretteristiche delle quattro finestre che affacciano su via del Teatro.

Finestre del secondo piano (Immagini personali)

 

Queste finestre chiaramente richiamano al secondo periodo di costruzione del palazzo ducale, ovvero alla seconda metà del XV secolo in piena età rinascimentale.

 

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5) Le scuderie

Proseguendo sulla strada incontriamo l'ingresso agli antichi locali che ospitavano le scuderie. Queste erano presenti al pian terreno mentre al primo piano pare che vi fossero altri ambienti deputati agli alloggiamenti dei soldati.

 

Cortile della scuderia. (Immagine personale)

 

Oggi l'ambiente è stato completamente ristrutturato e i locali del primo piano ospitano mostre d'arte temporanee.

Come è visibile nella foto sopra superato l'ingresso si entra nell'atrio delle scuderie su cui abbiamo anche l'affaccio con il palazzo della Corsia. Nell'atrio si continuano ad osservare le differenze stilistiche delle finestre tra primo e secondo piano che sulla parte di affaccio del palazzo della Corsia. Sugli edifici vicini abbiamo solo un primo piano con le finestre di chiara epoca rinascimentale.

Questi edifici infatti che compongono le scuderie e altri ambienti per soldati, sono stati costruiti nel secondo ciclo dei lavori del XV secolo, per cui non appartengono al periodo d'inizio trecento e quindi non hanno le finestre tardo gotiche.

 

Edificio quattrocentesco che ospitava gli ambienti dei soldati e delle scuderie. (Immagine personale)

 

 

Finestra di epoca rinascimentale. (Immagine personale)

 

Questi edifici infatti che compongono le scuderie e altri ambienti per soldati, sono stati costruiti nel secondo ciclo dei lavori del XV secolo, per cui non appartengono al periodo d'inizio trecento e quindi non hanno le finestre tardo gotiche.

 

Finestre rinascimentali presenti nel cortile interno delle scuderie. (Immagini personali)

 

Finestre rinascimentali presenti nel cortile interno delle scuderie. (Immagini personali)

 

 

A questo punto dal cortile entriamo all'interno dell'edificio, da dove tralasciando l'ambiente del pian terreno ci muoviamo verso il primo piano tramite una scala interna un po' ripida.

 

Scala interna nell'ambiente delle scuderie. (Immagine personale)

 

Entrando al primo piano troviamo un ambiente completamente restaurato dove è presente una mostra d'arte temporanea. L'ambiente restaurato presenta caratteri originali come la porta d'ingresso, il camino e il finestrone che da sull'atrio delle scuderie. Il colpo d'occhio è sorprendente per il lavoro fatto e la capacità di ripristinare una struttura così antica adattata ai bisogni attuali.

L'ambiente che visioniamo è composto da due sale grandi, entrambe occupate dalla mostra d'arte temporanea dell'epoca.

 

1 stanza del primo piano con la mostra d'arte temporanea. (Immagini personali)

 

Nella prima sala troviamo gli stipiti delle porte come elementi originali, ma l'elemento principe è rappresentato dall'antico camino che offre uno spaccato di epoca passata.

 

Camino originale. (Immagine personale)

 

Abbandoniamo quindi la prima sala ed entriamo nella seconda stanza, anch'essa molto grande e occupata dagli elementi della mostra d'arte. Qui ciò che spicca è la porta d'ingresso con le sue decorazioni originali e la finestra che restaurata ce la fa vedere come si presentava in origine.

 

 

2 stanza del primo piano con la mostra d'arte temporanea. (Immagini personali)

 

Mostra d'arte temporanea allestita nei locali del palazzo. (Immagine personale)

 

Finestra della seconda stanza con elementi originali dell'epoca. (Immagine originale)

 

 

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BIBLIOGRAFIA:

 

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2) http://www.fucino.altervista.org/pagina-875327.html

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31) Testo di Ireneo Bellotta " I CASTELLI D'ABRUZZO" - Newton Compton Editori

 

 

 

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TAGLIACOZZO

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TORRI E CASTELLI DELLA MARSICA