STORIA DELLA DIOCESI DEI MARSI

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EPOCA ROMANA: I-V secolo d.C.

 

 

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I secolo d.c: Secondo la tradizione il primo vescovo dei Marsi ed evengelizzatore della zona sarebbe stato San Marco, che era discepolo di San Pietro.

 

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III sec d.c: Un altro importante vescovo dei primi secoli è San Rufino che si adopera in modo intenso per evangelizzare la Marsica insieme al figlio Cesidio.

 

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IV-V sec d.c: Altri importanti vescovi marsi secondo la tradizione sono Eutichio, Elpidio e Vaticano.

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EPOCA MEDIEVALE: V sec d.C. - 1504

 

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VI sec d.c: Primo vescovo accertato dei Marsi è Giovanni, che viene citato in due occasioni. La prima volta ci appare la sua firma in una sentenza di Papa Vigilio contro Teodoro di Cesarea. La seconda volta è citato per la sua presenza a Costantinopoli con lo stesso papa in occasione del concilio ecumenico. La sua firma risulta in calce in uno dei decreti con i Tre Capitoli.

 

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608: Viene eletto papa il marsicano Bonifacio IV

 

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926: Berardo il francioso, nipote di Carlo Magno, diventa conte dei Marsi e fonda la dinastia Berardi

 

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950 circa la contea dei Marsi attraverso un'abile politica si distacca dal ducato di Spoleto a cui apparteneva e diventa indipendente sotto la guida della famiglia Berardi.

 

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962-68: Viene confermata, dal vescovo Rottario, come sede ufficiale della Diocesi dei Marsi, la città di Marsia (ex Marruvium) attuale capoluogo della Marsica.

- A Marsia sui resti del decaduto foro italico romano, viene costruita la cattedrale di Santa Sabina, ora rudere dopo il terremoto del 1915.

 

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968-94: Diventa vescovo dei Marsi Alberico Berardi, della famiglia comitale dei Marsi. Secondo la storia egli visse con una dubbia condotta morale.

968-94: Alberico cerca di impossessarsi dell'abbazia di Montecassino  facendo accecare l'abate.

 

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994: Alberico lascia l'incarico di vescovo marsi. Gli succede come nuovo vescovo dei Marsi Quinigi, figlio dello stesso Alberico.

 

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1032-71: E' vescovo dei Marsi un certo Pandolfo

 

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1049: A causa di rivalità interne alla famiglia comitale, Attone Berardi fonda una propria diocesi con sede a Santa Maria in Valle a Carsoli.

1049-56: Nella diocesi dei Marsi ci sono quindi due diocesi, una la prima con sede a Marsia e l'altra a Carsoli.

 

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1057: Un sinodo romano mette fine allo scisma nella chiesa marsicana e riconosce Pandolfo come unico vescovo dei Marsi.

- Attone Berardi viene trasferito a Chieti

9 dicembre: Papa Stefano IX traccia i nuovi confini della diocesi, che comprendono anche la regione di Carsoli. La sede episcopale è posta a Civita Marsicana (l'attuale San Benedetto dei Marsi) presso la chiesa di Santa Sabina.

 

La chiesa di Santa Sabina in un ritratto d'epoca. (Immagine da Internet)

 

La chiesa di Santa Sabina sarà la sede ufficiale della Diocesi dei Marsi fino al XVI secolo, allorquando la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pescina sostituirà quella di Santa Sabina presso l'attuale San Benedetto dei Marsi.

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1059: I Normanni conquistano il Principato di Capua.

1059: I Conti dei Marsi notano con preoccupazione la risalita dei Normanni, poichè essi hanno l'obbiettivo della creazione di un forte regno nel sud Italia e vogliono per questo inglobare al loro interno anche la Contea dei Marsi.

1059-76: Come azione preventiva per difendere i loro beni dai terribili "uomini del nord", i Berardi creano chiese e devolvono parti del loro territorio alle abbazie di Montecassino e Farfa.

Questa azione preventiva permetteva ai Berardi di controllare indirettamente i propri averi esercitando una forte influenza sulle due strutture.

Le abbazie di Farfa e Montecassino con l'accumolo di questi beni si ritrovano ad amministrare un patrimonio ingente che fa di esse delle piccole grandi "banche" delle famiglie aristocratiche senza però esercitare tale ruolo.

1059: Pandolfo Berardi membro della famiglia comitale, fa tumulare ad Oretino presso la nuova chiesa di San Giovanni Capodacqua i resti ossei di tre riconosciuti Santi Martiri, ovvero Simplicio, Costanzo e Vittoriano.

- Questa iniziativa ha il fine di creare da un lato un terzo polo religioso nella Marsica dopo quelli di San Benedetto dei Marsi con la chiesa di Santa Sabina, e di Carsoli con la chiesa di Santa Maria, e dall'altro quello di accrescere la funzione e l'importanza di Oretino per farla divenire in prospettiva il centro più importante di tutta la Contea dei Marsi.

- I Berardi nel loro territorio fucense oltre a questo nuovo polo religioso dispongono anche di un altro paese con Santi Martiri ovvero Trasacco, dove riposano le spoglie dei Santi Rufino e Cesidio, presso la chiesa-basilica di San Rufino e San Cesidio.

- I Santi Martiri sono riconosciuti tali e vedono in Simplicio il martire romano del 29 luglio, in Costanzo il martire perugino del 29 gennaio e in Vittoriano il San Vittorino di Amiterno martire il 12 maggio. Di quest'ultimo poi è documentato il culto a Celano fin dal IX secolo

 

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1067-73: I Normanni intervengono in una decisione interna della contea marsicana.

- Il comandante normanno Guglielmo di Pontchamfrè riesce ad impedire a Teodino Berardi, figlio del conte Berardo V di trasportare la proprietà del monastero cassinese di S. Maria di Rosciolo a quello di S. Maria di Luco (PDR, 461).

 

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1070: Berardo V Conte dei Marsi concede in via definitiva il territorio di Luco con la sua chiesa di S. Maria, il monastero e la Rocca che si vede sopra il monastero all'abbazia di Montecassino.

- Con questa concessione i Cassinesi hanno in Luco uno dei territori più importanti e grandi, che amministrano, senza che esso sia confinante con il territorio soggetto all'abbazia in via diretta (Chron. Mon. Casin., III, 17, 383; Reg. Mon. Casin., II, n. 28).

- Ora i confini del nuovo territorio soggetto ai cassinesi sono appartenenti a toponimi quasi del tutto spariti. Tuttavia i ricordi dei vecchietti del paese di Luco, i documenti dell'Archivio Comunale ed una pianta del 1752 hanno permesso di capire quali fossero questi confini: ebbene si vede che questi confini partissero dall'imbocco dell'Incile claudiano fino all'attuale altura della Pennerina, per passare per la località Cunicella, passante per il piano del Termine. Ancora i confini passano per l'altura detta Tritermini, quindi si prosegue per la Serra Longamine, formata dai monti Orbetta, Bello , Romanella, Alto e Longagna. Quindi si scende per la valle di Collelongo e a metà della Vallelonga si raggiunge il Fucino in località Padule, territorio di Trasacco.

- Il passaggio di Luco dai Berardi ai monaci benedettini porta alla creazione di una vera e propria signoria, sotto il governo dell'abate di Montecassino che domina dalla rocca, costruita in precedenza da Rainaldo Conte dei Marsi verso la fine del X secolo (Sennis 1994, 62).

1070 circa: Il paese di Oretino diventa sempre più importante poichè qui si concentrano molti terreni e beni che vengono a far parte dell'Abbazia di Farfa

1070 circa: Intorno a questa data viene fatta edificare da Berardo V la prima torre cintata da mura presente nel paese di Oretino (Celano). Essa sovrasta la grande corte monastica formata da 4 chiese, San Benedetto, Santa Maria, S.Severino e in ultimo la chiesa di S. Flaviano, nonchè il piccolo borgo di Oretino, e molti terreni presenti sulla riva fucense appartenenti a Farfa.

 

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1072: Il territorio luchese soggetto all'amministrazione dell'abbazia di Montecassino è accresciuto grazie alla beneficenza di alcuni nobili, che donano altri territori ai monaci.

Vengono infatti inseriti nel territorio luchese il castello di Meta, nella Valle Roveto, la chiesa di S. Padre del luogo che è detto "Forme" la chiesa di San Donato con il relativo paese, la Valle Fredda "...et ecclesia sancti Patris in loco, ubi Forme vocantur, et ecclesia sancti Donati supra ipsas Formas cum omnibus, que ad easdem ecclesias pertinent, insuper et universis, que ad prefatos nobiles iure hereditario pertinebant tam in ipsius Formis quam et in Valle frigida" (Chron. Mon. Casin., III, 39, 416).

Le suddette località sono localizzabili come territorio, della chiesa di S. Padre nella zona della discenderia maggiore dell'Emissario romano del Fucino vicino il nucleo industriale di Avezzano. Poi abbiamo il territorio posto fra l'Emissario e l'inghiottitoio della Petogna ("Forme"). Si ha poi la sovrastante montagna della "Pennerina" sul valico a quota 927 (San Donato) e quindi la "Valle Fredda" di Capristrello, posta all'imbocco del Piano del Termine confinante con Luco.

Nel XIII secolo inoltre l'area ha cambiato nome diventando "ad Formas" come Penne (Grossi 1995b, 30).

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1076: I Normanni giungono nella Marsica dalla Val di Comino e dalla media Valle del Liri con l'intento di conquistarla (Clementi 1994, 175).

1076: Berardo V affronta in battaglia Giordano, figlio di Riccardo Principe di Capua.

- La battaglia fra i due si conclude con una sconfitta per Berardo, che si ritrova a doverlo omaggiare facendolo sostare a Celano

1076: Berardo V si sente umiliato dai Normanni e considera responsabile del loro arrivo il fratello Pandolfo, vescovo dei Marsi.

1076: Berardo V fa arrestare Pandolfo.

1076: I Normanni saputo dell'episodio tornano nella Marsica e riaffrontano in una nuova battaglia Berardo V, che viene nuovamente sconfitto e costretto a liberare il fratello.

- Tuttavia i Normanni nonostante le due vittorie, capiscono fin da subito che il potere dei Berardi nella Marsica è molto più forte e radicato di quanto immaginassero, visto l'abile e forte sistema militare presente nella contea marsa. Per cui almeno in questa prima fase retrocedono dal tentativo di conquista immediata e si ritirano.

1076: I conti marsi Teutino e la moglie Oria donano all'Abbazia di Farfa diverse proprietà presenti ad Oretino (Celano). (Chron.Farf. II, 163,5).

1076: Il paese di Oretino cambia nome in Celano.

- Da Colapietra 1978 si sa che durante il 1076 scompare il termine di Oretino per indicare l'area dove sorge il borgo sul Monte Tino con il suo castello e le chiese dipendenti.

Inoltre la nuova importanza di Celano è confermata dalla presenza di consiglieri e maestri celanesi nelle donazioni dei figli di Berardo V e del 1096 di quelle di Berardo VI e della madre Gemma alla chiesa di San Cesidio di Trasacco, dove essi sono residenti.

 

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1080: Visto l'appropinquarsi dei Normanni in Abruzzo, molti nobili decidono di devolvere parte molti loro beni alla chiesa.

1080-90: I Berardi pur rintuzzando i tentativi espansionistici dei Normanni si rendono conto della loro forza e decidono di tentare di legarsi al mondo normanno attraverso un matrimonio.

- Il matrimonio è quello di Rainaldo, figlio del conte Berardo V e di Aldegrina, figlia di Pandolfo principe normanno.

1080-90: Allo stesso tempo proseguono le donazioni dei Berardi ai monaci di Montecassino, in ciò vi è anche la convenienza che due esponenti della famiglia comitale diventano abbati dell'abbazia stessa.

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1084 novembre: Rainaldo, figlio del conte Berardo V dona a S. Maria di Luco, sede della prepositura dell'abbazia di Montecassino, un mulino presente a Capistrello, in quanto l'abbazia fucense si trova sprovvista di una mola per le granaglie.

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1089 1 maggio: Gentile Berardi, della famiglia comitale marsicana, conferma il monastero di S. Maria di Luco in possesso all'abbazia di Montecassino e fa dono ulteriore a questa della chiesa di S. Nicola di Balsorano ( Reg. Mon. Casin., II, n.6).

Maggio: Gentile Berardi insieme ai nipoti Trasmondo e Berardo conferma le precedenti disposizioni in favore dell'abbazia di Montecassino, aggiungendo però a queste le chiese di S. Stefano di Roccavivi ("Rigo vivo"), S. Maria, S. Restituta in Morrea e S. Maria di Collelongo.

- In base a tale disposizione le chiese elencate vengono a far parte del territorio dell'abbazia di Montecassino tramite la prepositura di Luco, che altro non è che la principale succursale dell'abbazia di Montecassino nel territorio marsicano (Chron. Mon. Casin., IV, 6-8, 471; Reg. Mon. Casin., II, nn. 6 e 14).

 

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1113: Diventa vescovo dei Marsi, Berardo Berardi appartenente alla famiglia comitale marsa

San Berardo dei Marsi. (Immagine da Internet)

 

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1115 25 febbraio: Il vescovo Berardo dei Marsi ottiene da Papa Pasquale II la definizione dei confini della diocesi e delle chiese soggette alla cattedrale. Ciò impedisce a diverse chiese locali di rendersi indipendenti.

 

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1115-30: L'energica azione del Vescovo Berardi risana i mali della Diocesi dei Marsi rilanciando in pieno questa diocesi storica. Durante il suo episcopato la Diocesi dei Marsi raggiunge l'apogeo della propria azione politica, rilanciandosi in pieno dopo un lungo periodo di oblio.

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1130: Berardo Berardi, vescovo dei Marsi si ammala gravemente. La possibilità che egli possa riprendersi sono poche. Berardo aveva da vivo la fama di una persona giusta e grande e questo ne faceva per chi lo conosceva una persona a cui guardare come esempio di giustizia. In molti lo consideravano già santo in vita.

Ebbene dall'opera di Ughelli 1643, Cap I, si ha notizia che i canonici di Celano avrebbero fatto un tentativo di favorire la morte di Berardo Berardi, in seguito San Berardo, e ciò al fine di poterne avere il corpo seppellito nella grande chiesa celanese di S. Giovanni Capodacqua. Ciò sarebbe un segno per potenziare nell'ambito territoriale della diocesi marsa il potere di Celano sulle altre sedi locali.

 

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1140: La pressione normanna sulla contea marsa è ormai troppo forte e i Marsi non riescono più a opporsi a loro.

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1143: I conti dei Marsi Berardo VII e Rainaldo II si sottomettono definitivamente al re Ruggero II d'Altavilla (Ann. Ceccanenses, 276-302; 283).

- La contea dei Marsi cessa di esistere come organismo statale ed entra come territorio nel regno di Sicilia.

- La Marsica dei Berardi diviene il confine settentrionale del regno di Sicilia con i territori dello Stato della Chiesa.

-  Ruggero II, per contrastare il forte potere locale della vecchia famiglia comitale, divide al livello amministrativo, la vecchia contea dei Marsi in tre parti affidate a tre diversi rami familiari dei Berardi.

- Nascono le contee di Carsoli, Albe, e Celano affidate rispettivamente ai figli di Oderisio quella di Carsoli, a Berardo VII quella di Albe e a Rainaldo II quella di Celano.

- Con la nomina di Rainaldo II Berardi come 1 conte di Celano, nasce la Contea di Celano.

 

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1150: Rainaldo tenta in alcuni modi di far trasferire la sede della Diocesi dei Marsi da San Benedetto dei Marsi a Celano

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1151: Papa Eugenio III interviene con durezza, condannando le pretese di Rainaldo di spostare la sede della Diocesi dei Marsi a Celano (Ughelli 1643, I).

 

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1163-66: Fra Annibale conte di Celano e i vescovi marsi si riaccendono le ostilità per il controllo dei territori marsicani.

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1170: I conflitti fra Annibale e i vescovi marsi sono tali che i Normanni intervengono direttamente per mettere pace fra le due parti.

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1178: I Normanni obbligano il conte di Celano Annibale a restituire al Vescovo dei Marsi, il controllo dei molini, i canali d'irrigazione, i pascoli e i bacini di pesca della Valle di Carrito (Phoeb., II Catalogus, 18).

 

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1180: Annibale continua nella politica di cercare di disturbo verso la chiesa locale, al fine ultimo di spostare la sede della Diocesi dei Marsi a Celano.

 

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1188: Papa Clemente III emana una Bolla, inviata al Vescovo dei Marsi Eliano.

- Il papa nella bolla riconferma la chiesa di Santa Sabina di San Benedetto dei Marsi, quale sede della Diocesi dei Marsi. Nella stessa egli conferma ad Eliano i confini della diocesi dei Marsi, già precedentemente definiti nel 1115 con il vescovo San Berardo della famiglia Berardi.

Nella bolla inoltre s'invita i canonici di Celano a rispettare l'autorità del vescovo, pena la scomunica.

- Nella bolla vengono citate le chiese celanesi di S. Giovanni, San Marcello, Sant'Angelo in Arcu, San Basilio in Turre, Santa Maria in Palude, Santa Maria in Porciano, San Lorenzo in Cuna e San Gregorio in Pensula. (Di Pietro 1969, 314).

- Oltre a ciò nella bolla sono considerate anche le chiese dipendenti dall'Abbazia di Montecassino presenti nel territorio di Celano, ovvero la chiesa di San Vittorino e la chiesa di San Benedetto in Tilia, San Habundi in Arcu e la chiesa di San Adriano dipendente dall'Abbazia di Farfa (Chron.Farfa., II, 282).

- Da questa bolla emerge poi la grande importanza, che continua ad avere, la chiesa di San Cesidio di Trasacco nell'ambito della Diocesi dei Marsi

 

1188: Il conte di Albe, Pietro I, dota la chiesa di S. Cesidio in Trasacco, di possessi sulle rive lacustri.

 

 

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1189: Muore Annibale Berardi conte di Celano. Gli succede il cugino Pietro I conte di Albe.

- Pietro riunendo in se le contee di Celano ed Albe torna ad avere il controllo quasi completo del territorio della vecchia contea marsa. Tuttavia le due contee pur avendo nella persona di Pietro il punto di riferimento politico rimangono divise sul piano amministrativo

- Celano diventa a partire da questo momento il centro più importante della Marsica.

1189: Pietro I cambia il territorio amministrativo delle due contee di Albe e Celano.

- Celano annette a livello ammistrativo i paesi di Trasacco, Luco, Villavallelonga e Collelongo

 

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1198 1 aprile: Pietro I riconosce alla chiesa di San Cesidio di Trasacco il diritto alla pesca nelle acque del Fucino.

 

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1213: Tommaso Berardi, conte di Albe, e per sua scelta anche conte di Celano è nipote di Riccardo conte di Celano, sposa Giuditta del Molise, ereditando da lei la grossa contea del Molise.

1213: Tommaso dopo il matrimonio con Giuditta si firma Tommaso conte di Celano, Albe e Molise.

1213: Tommaso riconferma alla chiesa di San Cesidio di Trasacco tutti i diritti di pesca nel lago avuti in una precedente donazione. Inoltre nel documento vengono precisati anche i confini terrestri di pertinenza della chiesa: viene citata la girata detta "Cretaro", il "Monte Ardito", la "Fossa detta Lapidaria", la località " Alluny".

- Nell'ordinanza di conferma alla chiesa di San Cesidio, egli si firma "Celani, Albe et Molisi comes" e ciò senza avere il diritto ufficiale di essere conte di Celano, essendo tale titolo di pertinenza con lo zio Riccardo (Arch.Coll. Trasacco, doc. VII).

1213: Riccardo di Celano condanna duramente l'atto del nipote firmato per la chiesa di San Cesidio, essendo tale territorio non di sua competenza.

 

 

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1220-50: La chiesa di Trasacco viene completamente ristrutturata con pianta basilicare a tre navate, abside circolare, campanile quadrato affiancato sulla navata laterale destra, con decorazioni scultoree interne (Ambone) e il bellissimo "Portale delle Donne" di scuola benedettina degli inizi del duecento.

 

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1221 circa: Muore il conte di Celano Riccardo Berardi. Gli succede il nipote Tommaso, già conte di Alba Fucens.

 

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1222: Ci sono diversi tentativi attuati dal papa per riportare nella giusta dimensione le forti ambizioni del conte Tommaso di Celano.

- Tommaso riceve diverse offerte e suppliche per cambiare i suoi piani. Tommaso risponde di no a tutte le offerte.

1222: Federico II decide d'intervenire direttamente e duramente contro il conte celanese.

1222: Scoppia la guerra fra Federico II e il conte di Celano.

1222: Tommaso nonostante l'inferiorità numerica riesce a tener testa alle truppe imperiali

1222: Federico II decide di essere più energico contro Tommaso e attacca duramente e direttamente Celano e altre sedi del territorio di Tommaso.

1222-23: In questa fase l'intera Marsica viene coinvolta nella guerra fra i due contendenti.

1222-23: Le scorrerie degli imperiali e dell'esercito di Tommaso sono continue.

1222-23: In una occasione Tommaso riesce ad evadere dall'accerchiamento di Federico e con alcuni uomini si vendica tramite scorrerie, di alcuni paesi della Marsica, che a suo dire si sono resi colpevoli di aver agevolato Federico II.

- L'esasperazione delle genti marse in questa fase è molto forte.

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1223: Vittoria definitiva di Federico II su Tommaso e sui sogni di gloria della sua famiglia.

- Celano è espugnata e distrutta dalle truppe imperiali e i suoi cittadini vengono deportati in massa e smistati tra Malta e la Sicilia.

- Tommaso sconfitto viene privato da Federico II di tutti i suoi beni e costretto a riparare a Roma.

 

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1225: San Tommaso di Celano visita Celano e la Marsica, ovvero la sua patria distrutta dalle guerre degli anni prima.

- In questa circostanza abbiamo raccontate dallo stesso Tommaso gli episodi del mantello dato ad una vecchietta povera e infreddolita "in palatio Episcopi Marsicani.., apud Celanum (2 Cel. 86: Anal. Franc. X, 182) e della morte del Cavaliere di Celano ("miles quidam") durante una sua predicazione "ad Celanum" (3Cel.: Anal. Franc. X, 288), quest'ultima rappresentata negli affreschi giotteschi della basilica superiore di Assisi (Odoardi 1982)

 

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1252: I Berardi tornano a controllare la contea di Celano e di Albe e la manterranno fino al 1423

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1256: Il conte di Celano Ruggero I Berardi costruisce la chiesa di San Francesco sotto il monte Tino.

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1258: Manfredi fa spargere la voce che Corradino sia morto. Così poco dopo si autoproclama nuovo re di Sicilia

 

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1262: I papi che si succedono dopo la morte di Federico II, provano a detronizzare gli Svevi del regno siciliano. Per questo cercano strenuamente un canditato adatto a questo scopo.

Papa Urbano IV individua tale canditato in Carlo Valois-Angiò. Il papa offre a questi la corona siciliana. Carlo dopo un 'iniziale diffidenza accetta l'offerta papale

 

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1263 29 marzo: Papa Urbano IV scomunica Manfredi e lo dichiara decaduto dalla corona di Sicilia

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1265

1265 28 giugno: A Roma Carlo d'Angiò è indicato dal papa come prossimo re di Sicilia.

- Carlo si rende conto che per avere stabile quella corona deve battere Manfredi, inviso al papa. Carlo si prepara per affrontare in battaglia Manfredi. Egli conta che i vari castelli e paesi si schierino dalla sua parte; invece come era già accaduto in Lombardia e nell'Emilia Romagna, trova le porte chiuse ovunque.

1265: Il conte di Tagliacozzo Andrea De Ponte e gli altri baroni, conti e militi insieme alle varie università del giustizierato d'Abruzzo fanno giuramento di fedeltà a Carlo d'Angiò nelle mani dei fratelli di Carlo, Odone e Andrea Brancaleone in qualità di inviati del fratello.

1265: Manfredi saputo del tradimento dei vari nobili, inizia a vendicarsi di essi attraverso taglieggiamenti e ritorsioni varie.

- In questa occasione ad esempio le case di Pereto, che sono appena fuori le mura vengono distrutte. I peretani riescono a fare in tempo a salvare bestie e masserizie che erano state rinchiuse nel castello poco prima.

1265: Carlo nel frattempo riceve i rinforzi dalle principali famiglie romane e dai Depontibus. Con esse muove contro Manfredi posizionandosi presso Arsoli, dove spera di attaccarlo l'indomani.

1265: Manfredi tuttavia, saputo dell'arrivo delle forze guelfe di Toscana, Lombardia ed Emilia, decide di retrocedere a Napoli

1265: A questo punto Carlo decide di tornare a Roma

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1266

6 gennaio: Carlo d'Angiò è nominato a Roma dal Papa Clemente IV, nuovo re di Sicilia.

gennaio: Carlo I si affretta ad invadere il Regno di Napoli.

- in poco tempo occupa i castelli di Arce, di S. Gennaro, di Rocca Rinalda, il monastero di Montecassino, che riconsegna all'abate ed ai monaci, Capua e le altre terre fino a Benevento, nella valle del Calore.

10 febbraio: Carlo I viene raggiunto a Roma dal grosso del suo esercito e inizia a muoversi per incontrare in battaglia Manfredi di Svevia.

Febbraio: Molti sostenitori della prima ora di Manfredi lo tradiscono e si schierano con Carlo I

Febbraio: Manfredi vedendosi abbandonato da una parte dei suoi decide di ripiegare andando a Benevento.

26 Febbraio: Battaglia di Benevento

Manfredi raggiunge Benevento e qui incontra le truppe di Carlo I. Qui abbiamo la battaglia finale tra Manfredi e Carlo. La battaglia è cruenta, e alla fine vincono le truppe di Carlo. Manfredi muore in battaglia. Carlo I diventa così anche praticamente re di Sicilia.

- In questa battaglia, presenti nel quinto squadrone della terza schiera, insieme ai romani, lombardi e toscani, combattono anche i cavalieri e i fanti di Pereto e degli altri paesi soggeti ai Depontibus.

- Andrea Depontibus dimostra in questo modo la sua fedeltà e disponibilità a Carlo I anche in altre circostanze.

1266: Ruggero I dopo la battaglia di Benevento offre le sue contee a Carlo I, comprese le rocche di Leporanica e S. Stefano di Sessanio.

1266: Carlo I, dopo aver visto con quanta semplicità essi abbiano tradito Manfredi, non si fida dei feudatari del suo nuovo regno e inizia ad adottare una politica repressiva che dopo poco tempo sfocia in un governo dispotico.

- Gli atti, che ne seguono sono i seguenti: non viene più convocato il parlamento, i funzionari governativi vengono scelti tra gente del seguito del re, fatta eccezione per gli esattori d'imposta, e il commercio passa in gestione dai commercianti del regno ai mercanti toscani.

 

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1267

1267: Aumenta la tassazione fiscale nel regno siciliano e ciò per finanziare l'apparato militare e amministrativo angioino

1267: Carlo I mantiene l'esenzione per il clero come concordato con il papa Clemente IV.

1267:i I nobili del regno si lamentano del cattivo governo angioino e provano a rovesciarlo cercando di restaurare la vecchia autorità sveva, nella persona del giovane Corradino, figlio di Corrado IV

1267: Corradino accetta di tornare in Italia per reclamare i suoi diritti al trono siciliano

1267: Corradino inizia a pianificare il suo viaggio in Italia, pensando d'invadere la Toscana per poi salpare per la Sicilia da cui risalire per la penisola e riprendersi il regno.

1267: Papa Clemente IV per contrastare il ghibellino nomina Carlo paciere della Toscana.

- Facendo così il papa permette a Carlo di controllare la Toscana fatta eccezione tranne per Siena e Pisa rimaste fedeli alla causa ghibellina.

agosto-settembre: Corrado Capece organizza rivolte in Sicilia contro Carlo I.

21 ottobre: Corradino arriva in Italia giungendo a Verona, dove è accolto festosamente. Poco tempo dopo raggiunge Pavia dove si ferma per qualche tempo.

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1268:

Gennaio: Corradino, appena quindicenne, lascia Pavia e si reca a Vado Ligure, Qui s'imbarca con il suo seguito alla volta di Pisa.

Gennaio: Corradino raggiunge Pisa e qui si ferma per alcuni mesi, in attesa del resto del suo esercito.

2 febbraio:  Lucera (città della Puglia) diventa un'enclave ghibellina all'interno del regno siciliano. Lucera è difesa strenuamente da una guarnigione musulmana fedele a Corradino. Essi la difendono valorosamente dagli angioini, che non vogliono alcun tipo di enclave sveva nei loro territori. Corradino fa sapere loro di volerli raggiungere per sostenerli e combattere insieme a loro.

2 maggio: L'esercito di Corradino arriva a Pisa

Giugno: Corradino si mette in marcia da Pisa verso Lucerna

21 luglio: Corradino raggiunge con il suo esercito Roma. Qui staziona qualche giorno e poi riparte verso Lucerca attraversando la via Valeria tramite i passi abruzzesi.

Agosto: Mano a mano che Corradino si avvicina in Abruzzo i vari feudi locali, sapendo la posta in gioco, si posizionano chi a sostegno di una parte e chi a sostegno dell'altra. Come ad esempio avviene per Tagliacozzo e Alba Fucens, dove nel caso della prima troviamo la famiglia De Pontibus, signora di Tagliacozzo, che sostiene Carlo I. Mentre invece nel caso della seconda abbiamo i i signori di Albe che sostengono Corradino.

Agosto: Corradino arriva in Abruzzo e si dirige verso Alba Fucens.

23 agosto: Corradino giunge nei pressi di Tagliacozzo e qui incontra gli uomini di Carlo I d'Angiò ad attenderlo e con cui entra subito in conflitto.

Nei pressi di Tagliacozzo, e più precisamente nei Piani Palentini nella zona fra Scurcola Marsicana e Albe avviene la famosa battaglia fra Corradino di Svevia e Carlo I.

La battaglia fra i due è da subito cruenta, all'inizio la sorte sembra andare a vantaggio di Corradino, poco dopo però le cose cambiano e Carlo I stravince contro l'esercito di Corradino.

Corradino si salva a stento e insieme al cugino Federico che lo accompagna fugge con pochi uomini al seguito verso Roma. Arrivati qui chiedono aiuto, ma nessuno glielo concede e così decidono di raggiungere Nettuno per imbarcarsi e fuggire via.

Tuttavia Corradino viene riconosciuto e arrestato. Poco dopo è trasferito a Napoli dove viene giustiziato. Così ha fine la dinastia Sveva.

27 agosto: Gli angioini  riescono ad espugnare Lucera.

agosto-settembre: Carlo I arrabbiato con quei feudi che hanno dato sostegno a Corradino, si vendica distruggendoli. Tra essi ci sono anche diversi feudi abruzzesi tra cui spicca Alba Fucens e Pietraquaria appartenenti ai Berardi.

- I Berardi vengono privati di tutti i loro feudi (Alba Fucens - Celano - Molise)

- Carlo I distrugge i paesi di Alba Fucens e Pietraquaria. Gli abitanti di Alba Fucens trovano rifugio nei villaggi vicini o addirittura ne creano di nuovi.

settembre: Carlo I sostituisce i feudatari ribelli con nobili francesi e trasferisce la capitale da Palermo a Napoli.

settembre-ottobre: Nella Marsica Carlo I insedia i monaci cistercensi presso Scurcola Marsicana, dove viene edificata a memoria della grande battaglia, una imponente abbazia, denominata Santa Maria della Vittoria.

- I monaci ottengono il controllo dell'attività pescatoria nelle acque del lago Fucino.

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1324: Si conosce che la chiesa di San Cesidio è inserita nel plebanatu di San Cristina di Aielli, e sappiamo che l'abate di San Cesidio è Berardo e paga per la chiesa 24 tarini.

 

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1328: I celestini di Casareni di San Marco di Aielli si trasferiscono presso il nuovo monastero di San Marco alla foce in costruzione, presso l'interno delle Gole di Celano al di sopra la Fonte degli Innamorati a contatto con la chiesa di Santa Maria intra Fauces

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1330 circa: Pietro I conte di Celano dal 1322 circa, fa costruire la nuova chiesa di San Francesco con annesso convento presso le nuove mura di Celano.

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1345: I francescani vanno ad abitare il nuovo convento di San Francesco di Celano.

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1370-85: Ruggero II conte di Celano avvia i lavori di costruzione di nuove chiese locali come San Pietro In Apianico, San Marcello in Leone di Peschia, San Pietro a Rovere vicino il mastio sommitale, San Antonio in San Sebastiano dei Marsi, Santa Maria di Ovindoli presso la parte vecchia del paese.

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1392: Pietro II inizia la costruzione della nuova chiesa di San Michele Archangelo con annesso monastero

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1396: I monaci celestini del monastero di San Marco alle Foci si trasferiscono presso il monastero di San Michele Archangelo di Celano.

- Questo monastero risulta subordinato all'abbazia di Santo Spirito di Sulmona. A esso fanno riferimento diverse chiese locali.

 

 

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1394: La contea di Tagliacozzo è dominio della famiglia Orsini

 

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1400 circa: Gli Orsini divengono conti di Albe

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1387-1417: Scisma d'Occidente: La chiesa romana si divide in due fazioni. La fazione romana presente a Roma e un'altra presente ad Avignone. Le due sedi corrispondono in questo momento a due modi d'interpretare la figura e la politica papale. A queste due fazioni fanno riferimento diversi paesi europei in costrasto fra di loro per altri motivi politici

1387-1417: Nella Marsica si creano due fronti opposti:  uno devoto alla fazione di Roma con Giacomo Romano e Gentili Maccafini e uno di fede avignonese con punti di riferimento nelle figure di Pietro Albertini e Giuliano Tomasi.

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1423: Muore Pietro l'ultimo conte Berardi di Celano. La contea passa alla sorella Giovanna

che però la perde temporaneamente a favore della famiglia Colonna

 

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1430 circa: Giovanna torna in possesso della Contea di Celano

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1431-62: Giovanna Berardi coadiuvata dai mariti gestisce molto bene la contea di Celano che con lei migliora sia urbanamente che economicamente.

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1430-1504: Gli Orsini e i Colonna si litigano con grandi battaglie la Marsica Occidentale

 

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1463: La contea di Celano passa sotto il controllo della famiglia Piccolomini

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EPOCA MODERNA: 1504-1915

 

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1504: Il regno di Napoli diventa spagnolo e viene abbassato al grado di vicereame. I Colonna sono elevati a duchi di Tagliacozzo e Baroni della Valle Roveto e di Carsoli. Da questo momento e per i successivi tre secoli i Colonna domineranno la scena politica della Marsica, facendosi ben volere dalla popolazione.

 

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1580: Il vescovo Matteo Colli ottiene con la bolla di papa Gregorio XIII lo spostamento della sede della diocesi dei Marsi da Marsia a Pescina. Contemporaneamente il vescovo Colli per garantire una sede alla nuova alla diocesi dei Marsi presso Pescina, fa costruire la nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie.

1580-96: Il vescovo Colli a Pescina istituisce il seminario diocesano

 

Coocattedrale di Santa Maria delle Grazie di Pescina (cattedrale dei Marsi dal 1580 al 1924)

(Immagine personale)

 

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1596: Fine della costruzione della nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie a Pescina. Con essa vengono anche realizzati la casa vescovile

 

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1613: La chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pescina ottiene il definitivo riconoscimento ufficiale di "Cattedrale" da Papa Paolo V

1613: Il vescovo Peretti consacra Santa Maria delle Grazie a cattedrale dei Marsi

1613-28: Viene indetto dal vescovo Peretti il secondo sinodo diocesano.

 

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1656: Una grave pestilenza colpisce in modo forte l'intero territorio italiano compreso il sud Italia dove si diffonde in poco tempo. In Abruzzo la pestilenza colpisce duramente nella sola Marsica in un anno di peste si hanno circa 4.000 morti.

I religiosi per dare le unzioni ai malati devono armarsi di cannule lunghe. Tra i malati e morti compaiono molti religiosi. La Diocesi dei Marsi in questa circostanza agisce come può per dare sostegno ai malati e alle persone sane soprattutto nel conforto religioso.

 

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1664-80: Il vescovo Petra pubblica postume le Historiae Marsorum libri tres dell'abate Muzio Febonio, prima opera di carattere storico sulle origini e i vescovi della diocesi marsicana.

 

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1703 e 1706: In Abruzzo si verificano due forti terremoti che sconvolgono il territorio regionale, il primo è il sisma dell'Aquila del 1703 e il secondo il sisma della Majella del 1706. I sismi sono molto forti e si risentono molto bene anche nella Marsica dove provocano molti danni e crolli. Qui sono molte le chiese che crollano per i due terremoti.

Carta dei confini della Diocesi dei Marsi del 1735. (Immagine da Wikiedia)

 

1710-40: Ricostruzione e restauro delle chiese distrutte o danneggiate dai terremoti d'inizio '700 secondo il gusto tardo barocco.

 

1760-76: Il vescovo Mattei trasferisce il palazzo episcopale da Pescina a Celano, a causa della cattive condizioni della sede di Pescina.

- Questo crea forti malumori nella comunità pescinese nei confronti di Celano.

 

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1800-15: La chiesa locale si schiera per il ritorno dei Borbone ed è contro il nuovo regime francese di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat.

 

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1860-62: Il clero locale della Marsica si schiera apertamente contro l'unità italiana e si dichiara favorevole ai Borbone. I preti dei piccoli paesi della Marsica, autentica istituzione locale convincono molte persone ad imbracciare le armi per rivoltarsi al nuovo stato di cose. Inoltre il clero locale si schiera per l'alleanza fra monarchia borbonica e briganti. Questi spingono il popolo ad appoggiare i briganti. Dopo poco tempo l'alleanza fallisce e il popolo arriva ad appoggiare la polizia locale, appoggiando di lato il nuovo stato italiano. Il clero viene un po' messo da parte dall'indubbia vittoria che sta riportando il nuovo stato italiano nello sconfggere i briganti.

 

1870: Il brigantaggio viene definitivamente sconfitto dalla polizia italiana.

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1878: Terminano i lavori di prosciugamento del Lago Fucino da parte del banchiere Torlonia

 

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1890: La condizione economica nella Marsica è ancora molto lontana dagli standard del nord Italia. CIò spinge molti giovani a cercare fortuna all'estero. E' l'inizio della prima grande emigrazione di massa.

 

1890-1900: Di fronte a tanta giovane gente che parte il clero locale cerca di dare conforto a coloro che rimangono e cercare di dare una mano anche a coloro che partono.

 

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1900-14: La Marsica d'inizio '900 è un'area a grande devozione religiosa. In ogni paese della Marsica le feste religiose sono vissute con grande partecipazione emotiva.

Dipinto di una festa religiosa molto sentita di Civita d'Antino d'inizio '900.

 

1900-14: Nella Marsica si pensa che sarebbe il caso di trasferire la sede vescovile da Pescina ad Avezzano a causa della crescente centralità politica che viene acquisendo la cittadina marsicana. Ciò segnerebbe una centralità definitiva di questa nei confronti del resto dei centri marsicani. Ciò provoca forti malumori a Pescina, dove la comunità pescinese vuole mantenere in Pescina la sede.

 

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1914: Inizia la 1 guerra mondiale

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EPOCA CONTEMPORANEA: 1915-OGGI

 

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1915 13 gennaio: Terremoto di Avezzano. Il grave sisma colpisce indistintamente tutta la Marsica portando morte e distruzione ovunque. Paesi come Pescina, San Benedetto dei Marsi, Magliano dei Marsi, Collarmele, Lecce nei Marsi, sono completamente distrutti. L'intera Valle Roveto è gravemente danneggiata riportando numerosi morti e tanti altri territori e frazioni della Marsica sono rasi al suolo.

Resti di Avezzano dopo il terremoto del 1915. (Immagini da Internet)

 

La sola Avezzano conta la totale distruzione dei suoi edifici e la morte di 10.000 persone su un totale di circa 13.000 unità residenti.

 

14 gennaio-maggio: Viene avviata la prima fase di emergenza per un lieve ritorno alla normalità

1915: Il vescovo e tutti gli ecclesiali sostengono come possono la popolazione colpita dal gravissimo sisma.

1915: L'Italia entra nella  1 guerra mondiale a fianco al blocco dell'Intesa

1915: La grave distruzione degli uffici della Diocesi dei Marsi a Pescina spinge il vescovo a trasferire temporaneamente la sede della Diocesi dei Marsi a Tagliacozzo.

 

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1915-18: Con la grande guerra la ricostruzione materiale e sociale procede lenta e molte persone sopravvissute all'immane tragedia rimangono sfollate e con scarse risorse per andare avanti.

 

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1918: Fine della guerra mondiale

1918: Riprende la ricostruzione della Marsica

1918-19: Il grave morbo della Spagnola colpisce duramente i paesi marsicani producendo numerosi morti

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1920-29: Avezzano e il resto della Marsica sia pure lentamente iniziano a essere ricostruite.

- Avezzano è confermato il centro principale della Marsica, quello dove vengono man mano ricostruite tutte le precedenti istituzioni.

- In questo clima di ricostruzione s'inserisce l'opera egregia del vescovo Bagnoli scampato al terremoto poichè si trovava a Roma al momento del sisma.

L'opera di Bagnoli si muove di concerto con quello delle altre autorità. Contemporaneamente si fa strada l'idea di trasferire ad Avezzano la sede vescovile per dare maggiore centralità alla cittadina e maggiore slancio all'opera di ricostruzione.

1920-23: La discussione circa il trasferimento della sede vescovile da Pescina ad Avezzano accende lo scontro fra le due realtà che seppur distrutte, non vogliono cedere su questo punto.

Alla fine la spunta Avezzano, cui va il trasferimento della sede vescovile.

1920: Il vescovo Bagnoli in attesa della costruzione della prima chiesa ad Avezzano, vista anche la distruzione delle strutture religiose a Pescina, sposta provvisoriamente la sede della Diocesi dei Marsi presso i locali del Palazzo Ducale di Tagliacozzo

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1922: Il Fascismo sale al potere in Italia

 

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1923: Duro scontro fra i pescinesi e gli avezzanesi circa il trasferimento della Diocesi dei Marsi ad Avezzano

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1924 16 gennaio: Papa Pio XI concede il trasferimento della sede vescovile da Pescina ad Avezzano.

1924: La sede della Diocesi dei Marsi è spostata dal Palazzo Ducale di Tagliacozzo presso la nuova chiesa di San Giuseppe in Avezzano in attesa della costruzione della nuova cattedrale di San Bartolomeo.

1924: Vengono avviati i lavori di costruzione della nuova cattedrale di Avezzano dedicata a San Bartolomeo.

 

 

Costruzione della cattedrale di San Bartolomeo negli anni '30

(Fonte da abruzzo24ore.tv)

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1937: Viene inaugurata la nuova cattedrale di San Bartolomeo di Avezzano, nuova sede della Diocesi dei Marsi.

 

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1939: Inizia la 2 guerra mondiale

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1940: L'Italia entra in guerra a fianco della Germania

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1943: Crollo del vecchio stato italiano. La Germania invade l'Italia. Gli alleati insieme agli antifascisti iniziano a liberare l'Italia

1943: La guerra fra tedeschi e alleati provoca immani tragedie proprio in Abruzzo e in special modo nella Marsica che si trova vicina alla linea di confine Gustav e ospita il centro di comando tedesco per il Sud Italia a Massa D'Albe

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1944: Battaglia di Montecassino: Alleati e antifascisti cercano di forzare la linea Gustav e liberare il Centro Italia nella morsa tedesca.

aprile-maggio: Gli alleati per indebolire i tedeschi bombardano la Marsica, in questo momento sede del comando tedesco negli Appennini.

- Avezzano viene duramente bombardata dagli Alleati. Anche la cattedrale di Avezzano viene leggermente danneggiata dai bombardamenti

 

Bombardamento alleato su Avezzano del 19-3-1944. (Immagine da Wikipedia)

 

Strada di Avezzano nel 1944 bombardata dagli Alleati in una delle tante azioni contro la città.

 (Immagine da https://www.terremarsicane.it/settembre-43-giugno-44-quando-non-fummo-piu-padroni-di-niente/)

 

 

- La cattedrale per fortuna subisce solo pochi danni dai bombardamenti alleati. A fine guerra i danni vengono riparati e la struttura può continuare il suo cammino di guida e accoglienza.

 

giugno 44: Gli alleati e gli antifascisti liberano il Centro Italia dal gioco nazista.

11 giugno: La Marsica è liberata dai Tedeschi

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1945 aprile: L'Italia è liberata definitivamente dai nazisti

agosto: Termina la 2 guerra mondiale

1945-60: La ricostruzione della Marsica procede veloce allo stesso modo della Diocesi dei Marsi.

- La Marsica viene rilanciandosi economicamente attraverso la costituzione di nuove opere pubbliche e private che creano nuova occupazione e nuove possibilità di crescita.

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1946: L'Italia diventa  una repubblica

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1947-51: La chiesa locale cerca di fare da elemento moderatore nella controversia tra i Torlonia e i contadini riguardo le terre fucensi.

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1950: Lo Stato interviene nella diatriba tra contadini e Torlonia tramite il varo della riforma agraria

 

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1951: Vengono confiscate le terre del Fucino ai Torlonia e rigirate ai contadini.

- I contadini sono i nuovi proprietari delle terre del Fucino

1951-70: Viene completata con la costruzione di una serie d'infrastrutture stradali, l'opera di ricostruzione post sismica della Marsica

1951-70: La chiesa nota con preoccupazione lo spopolamento del territorio marsicano

 

1960: Avezzano si compenetra sempre di più nel suo ruolo guida della Marsica, anche sul piano religioso dove il vescovo dei Marsi rimane una delle figure più importanti dell'intera zona.

Piazza Duomo di Avezzano con lo sfondo della Cattedrale nel 1960. (Immagine da Internet)

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1972: La diocesi dei Marsi entra a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi dell'Aquila come diocesi suffraganea

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1980-90: Nonostante lo spopolamento la Marsica vive un nuovo decollo industriale

 

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1985 25 marzo: Papa Giovanni Paolo II visita Avezzano e Telespazio. La visita di Giovanni Paolo II fa da cassa di risonanza per tutto il centro Italia nel mostrare Avezzano e la Marsica come un territorio ricco, in ascesa economica, sociale e amministrativa.

 

Dipinto posto presso il Santuario della Madonna di Pietraquaria in ricordo della visita del Papa Giovanni Paolo II ad Avezzano nel 1985 (Immagine personale)

 

Questo papa a differenza di tanti altri è sempre stato attaccato alla Marsica dove viene spesso in privato per vivere la montagna, da grande amatore quale era. Egli ama molto sciare e non si contano le numerose visite private fatte a Ovindoli per poter sciare in tranquillità. La Marsica deve molto a questo papa che ha saputo dare nell'animo di chi lo ha conosciuto o solo incontrato una grande forza d'animo.

 

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1986 30 settembre: In forza del decreto Cum procedere della congregazione per i Vescovi, la diocesi ha assunto il nome attuale, pur mantenendo la denominazione latina di Dioecesis Marsorum, diocesi dei Marsi.

1986: Storica visita di Papa Giovanni Paolo II ai Piani di Pezza presso Rocca di Mezzo per l'incontro con 13.000 scout dell'Agesci

Giovanni Paolo II nell'importante incontro del 1986 presso i Piani di Pezza (Rocca di Mezzo)

(Immagine da https://www.ilcentro.it/abruzzo/papa-giovanni-paolo-ii-ai-piani-di-pezza-l-incontro-con-13-000-scout-agesci-1.730208?utm_medium=migrazione)

 

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1992: Viene creato presso il castello di Celano, in collaborazione con la Diocesi dei Marsi, il nuovo museo d'Arte Sacra della Marsica

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2000-10: La Diocesi dei Marsi s'impegna, attraverso varie iniziative, nello sviluppo del territorio,  come con l'aiuto a famiglie disagiate economicamente, o vittime di fenomeni importanti come l'usura.

 

 

La cattedrale di Avezzano (2012)

(foto personale)

 

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Bibliografia

 

1) www.trasacco.terremarsicane.it

2) http://www.fucino.altervista.org/pagina-875327.html

3) LA STORIA D'ITALIA A FUMETTI di Enzo Biagi

4) http://santanatolia.it/storia/capitolo-iv

5) http://www.comune.avezzano.aq.it/index.php?id_sezione=427

6) http://www.pereto.terremarsicane.it

7) http://www.celano.terremarsicane.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=26

8) http://www.icastelli.it

9) www.lucodeimarsi.terremarsicane.it

10) Articolo scientifico : "Tracce archeologiche di un terremoto tardo-antico nella Piana del Fucino (Italia centrale) di F. Galadini, E. Falcucci, A. Campanelli, E. Ceccaroni.

11) www.terremarsicane.it/marsica/?qnode/187

13) V.D’Ercole, L’italia prima di Roma, Pescara 1998

14) Van Wonterghem, I Peligni e il loro territorio prima della conquista romana

16) www.spaziovidio.it

17) www.wikipedia.org

18) Santellocco A.F. (2004) - MARSI STORIA E LEGGENDA - TOVTA MARSA (Luco dei Marsi)

19) http://www.pereto.info/contemporanea.htm

20) http://www.fucino.altervista.org/pagina-875327.html

21) http://www.itisavezzano.it/pagine/b00012.asp

22) http://www.santemarie.terremarsicane.it/

23) http://www.terremarsicane.it/category/luco-dei-marsi/

24) http://www.tagliacozzo.terremarsicane.it

25) www.civitellaroveto.org

26) www.civitellaroveto.terremarsicane.it

27) Marco Bianchini - Edilizia storica della Marsica occidentale - Editrice Dedalo di Roma

28) http://www.santemarie.terremarsicane.it/

29) www.albafucens.info,

30) www.mondomedievali.net

31) Testo di Ireneo Bellotta " I CASTELLI D'ABRUZZO" - Newton Compton Editori

32) www.avezzano/terremarsicane.it

33) www.comune.avezzano.aq.it

 

 

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DIOCESI DEI MARSI