IN STUDIO MILENA GABANELLI
Buonasera. C'è un argomento che nel corso degli anni ci è stato
richiesto con insistenza da un significativo numero di telespettatori:
cosa mangiamo. Dopo i polli alla diossina di tre anni fa e la mucca
pazza, i consumi si sono spostati su altri tipi di carne. La domanda è:
quest'altra carne sarà sicura? Volendo vivere tranquilli, sarebbe
meglio non sapere. Però poi quando saltano fuori le magagne non bisogna
dire che la stampa ne parla sempre dopo. Volete sapere? Bene la nostra
Sabrina Giannini si è messa in moto un anno è mezzo fa, partendo dal
piano residui, cioè da quei controlli che per legge tutti gli stati
Europei devono fare sui prodotti di origine animale per verificare l'uso
di sostanze lecite e illecite.
Roma, 26 ottobre 2000
AGOSTINO MACRÌ -
Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria - Istituto Superiore di Sanità
A mio avviso la carne, il latte e i prodotti di origine animale prodotti
in Italia e anche importati sono sicuri perché tutto quello che noi
consumiamo è prodotto secondo norme che sono sancite a livello europeo,
l'Italia essendo nell'Unione Europea rispetta queste leggi e quindi
vanno considerate sicure.
Torino, 19 dicembre 2000
AUTRICE
Nell'ufficio della Sanità Pubblica piemontese oggi è un giorno
particolare. E' arrivato il risultato di un'analisi fatta un mese prima
su un vitellone ed è stata trovata traccia di una sostanza proibita.
GANDOLFO BARBARINO (al
telefono) - Responsabile Piano residui - Sanità pubblica servizi
veterinari Regione Piemonte
Allora è un maschio, boldenone alfa…. Quindi bisogna andare a fare il
sequestro, le solite cose.
AUTRICE
Raggiungo l'allevamento con i NAS dei Carabinieri che sequestreranno gli
animali dell'azienda. Non potranno essere venduti finché non si farà
un'altra analisi sui vitelloni. Analisi che potrebbe confermare oppure
no la presenza del boldenone. IL boldenone è una sostanza
anabolizzante, che può essere impiegata per aumentare il peso degli
animali da carne. Per gonfiarli insomma.
Nell'azienda sono già arrivati i veterinari del Servizio Sanitario
Nazionale che faranno i prelievi di sangue sugli animali. Sono tutti
autorizzati a stare lì, tutti tranne la sottoscritta, ovviamente.
ALLEVATORE -
proprietario dell'allevamento:
Io la coscienza l'ho a posto.
AUTRICE
Guardi potrebbe essere ovunque, è per riprendere l'analisi, potrebbe
essere ovunque.
ALLEVATORE -
proprietario dell'allevamento:
Non mi interessa.
ALTRO ALLEVATORE
La televisione come ha fatto con mucca pazza che ci ha mandati sotto
terra fa per tutto.
D - Qual è il problema,
se non avete niente da nascondere. Mi dica perché non posso riprendere?
ALLEVATORE
Perché è una cosa privata, vada via o chiamo i Carabinieri.
D - Dottore, pare che
l'allevatore non sia d'accordo. Cosa si fa in questi casi?
VETERINARIO
Ma non so cosa dirle, è la prima volta che c'è la televisione che mi
vuole riprendere mentre faccio questo lavoro. Se l'allevatore non
vuole…
AUTRICE
Le analisi hanno confermato la presenza di boldenone. Ma chi acquista
carne di vitellone non ha forse il diritto di sapere cosa può esserci
dietro la fettina o almeno di conoscere i risultati dei controlli
nazionali?
Cosa dice a tal proposito il regolamento della Comunità Europea?
PAOLA TESTORI COGGI -
Direttore sicurezza alimentare Dipartimento salute e protezione
consumatori - Commissione Europea
Questa direttiva prevede che gli stati membri devono rendere pubblici i
risultati dei loro Piani Residui. Ce ne sono alcuni che lo rendono
pubblico addirittura sul loro sito internet. Ne cito alcuni: l'Irlanda,
il Portogallo, la Germania, la Svezia, la Francia, la Finlandia su
richiesta.
Quindi se lei vuole vedere il Piano italiano lo deve richiedere al
Ministero.
D - Quindi non c'è sul
sito?
PAOLA TESTORI COGGI -
Direttore sicurezza alimentare Dipartimento salute e protezione
consumatori - Commissione Europea
Sul sito sono andata a vedere recentemente e non c'è.
AUTRICE
Non c'è. Non risulta pubblicato da nessuna parte. A noi italiani viene
negato il diritto, sancito per legge, di vedere i risultati dei
controlli sugli alimenti di origine animale. Come minimo dovrebbero
inviarli a chi ne fa richiesta. Allora li ho richiesti per ben tre
volte, ma sto ancora aspettando .
I dati pubblicati dalla Comunità Europea non sono i più aggiornati e
vanno poco nel dettaglio. Più che altro cercano di dare un'idea
comparativa tra i diversi stati della Comunità.
A vedere i risultati di tutti i Paesi sembrerebbe che il fenomeno
dell'uso delle sostanze illecite sia molto limitato. Ma oltre il dato
rassicurante la realtà è un'altra.
Torino, 20 dicembre 2000
AUTRICE
Questi flaconi sono stati sequestrati in un allevamento di sanati. I
sanati sono i vitelli a carne bianca.
La sanità pubblica piemontese li farà analizzare da un istituto
universitario. Il sospetto è che i flaconi contengano i ben noti
cocktail, ovvero l'insieme di sostanze miscelate che hanno un effetto
anabolizzante.
GANDOLFO BARBARINO -
Responsabile Piano residui - Sanita' Pubblica Servizi veterinari Regione
Piemonte
Questi sono prodotti regolarmente in commercio ma dentro ci sono altre
cose.
MARCO VINCENTI -
Istituto di chimica analitica Università degli Studi di Torino
Sono uno liquido e uno un po' più pastoso…
Non è tantissimo, ne avete altro eventualmente? No eh. E' tutto qui il
sequestro.
AUTRICE
Il Professor Vincenti analizzerà le sostanze contenute nel flacone
anonimo.
Torino, 19 gennaio 2001
AUTRICE
In poche settimane il risultato dell'indagine è pronto.
D - Quindi è una sostanza clandestina?
MARCO VINCENTI -
Istituto di chimica analitica Università degli Studi di Torino
È probabilmente un formulato clandestino o semiclandestino.
Il formulato stesso che contiene diversi eccipienti di cui non si
conoscono le funzioni probabilmente hanno la funzione di ingannare le
possibili analisi.
E' un cortisonico. Le funzioni sono quelle di tipo anabolizzante e fa
anche una forte ritenzione idrica è presumibilmente nel sanato
somministrato prima della macellazione possa aumentare artificiosamente
il peso, potrebbe avere questi due effetti combinati.
AUTRICE
Cortisone dunque. E' questa la sostanza che veniva usata nel cocktail
somministrato ai vitelli.
AGOSTINO MACRÌ -
Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria - Istituto Superiore di Sanità
Esistono tutte le metodiche anche per gli ormoni.
Il problema che si pone è che sul mercato illegale compaiono alle volte
nuovi ormoni, nuovi betagonisti. E appena ce ne accorgiamo sviluppiamo
nuove metodiche. Questa qui è una guerra fra guardie e ladri e noi
dobbiamo fare questo tipo di lavoro.
PALAZZO DI GIUSTIZIA DI
MILANO
AUTRICE
Al Palazzo di giustizia di Milano è in corso la prima udienza del
processo contro alcune persone coinvolte in un commercio di prodotti
proibiti destinati agli allevamenti.
Il farmacista italiano che aveva inventato il cocktail era riuscito a
calibrare a dosi basse diversi tipi di ormoni e anabolizzanti in modo da
sfuggire ai controlli ufficiali.
L'Istituto Superiore di Sanità avrebbe dovuto analizzare la miscela e
comunicarla tempestivamente ai laboratori. Che senso ha fare i controlli
se non si sa cosa cercare?
Ma l'Istituto Superiore di Sanità soltanto tre anni dopo il sequestro
ha comunicato i risultati della sua analisi.
E' incredibile che sia passato tanto tempo.
Tempo durante il quale il cocktail è probabilmente stato utilizzato per
gonfiare gli animali, ma nessuno se n'è potuto accorgere perché i
laboratori non sapevano rintracciare quelle sostanze modificate.
E' evidente che i professionisti al servizio dell'illegalità sono
sempre un passo avanti rispetto ai laboratori della sanità pubblica.
Trovano nuove molecole, le modificano e le fanno circolare, con accluse
le modalità d'uso. Da seguire attentamente.
ALLEVATORE ANONIMO
(Pentito)
Tre, quattro anni fa mi avevano consigliato, mi avevano detto che per
essere sicuro c'era un sostanza che si poteva fare il venerdì
pomeriggio.
Visto che l'USL (Azienda
Sanitaria Nazionale, ndr) il venerdì pomeriggio sono chiuse, già.
Che il lunedì, anche se venivano a farti un controllo non c'erano
problemi.
D - Come mai ha smesso?
ALLEVATORE
Ho smesso perché mi sono vergognato…
AUTRICE
E' un allevatore piemontese che parla. Un pentito che ha usato questi
prodotti per un breve periodo, prima di smettere.
Fece queste stesse affermazioni sulla Gazzetta di Alba, scatenando l'ira
di tutti gli addetti al settore.
Aveva rotto il tabù del silenzio.
ALLEVATORE
L'intermediario che mi ha detto: fai questo per un mese, poi li
togliamo…
Io allora una volta alla settimana facevo questa sostanza. Quando poi si
decideva che erano pronti per venderli, smettevo. Loro dopo una
settimana te li tolgono, quindi anche se veniva un controllo non ti
beccavano.
D - Quindi c'era
qualcuno di esperto che la consigliava?
ALLEVATORE
Assolutamente sì, sì.
D - Mi faccia capire, ma
queste persone che spingevano perché lei "toccasse" i vitelli
che ruolo avevano all'interno della filiera?
ALLEVATORE
Normalmente sono gli intermediari.
D - Ma intermediari tra
chi? Tra l'allevatore e il macellaio?
ALLEVATORE
Il macellatore.
AUTRICE
Dalle parole dell'allevatore piemontese l'abitudine di
"toccare" i vitelloni, come si dice da queste parti,
sembrerebbe diffusa.
Ho cercato allora conferme da un trasportatore di bestiame che vive in
Lombardia. E' importante specificare che lui non sapeva che io fossi una
giornalista, e che stessi registrando il nostro colloquio.
TRASPORTATORE DI
BESTIAME ANONIMO:
Nel settore dell'estrogeno i beta bloccanti sono sette, otto. E poi dopo
arrivano al cortisone.
D - Che serve a cosa?
TRASPORTATORE
Per ingrassare, se lei fa tre punture di cortisone diventa gonfio.
D - È diffuso?
TRASPORTATORE
Beh, in tanti posti sì, negli allevamenti intensivi sì.
D - Mi sono chiesta come
fanno a trovarle queste cose?
TRASPORTATORE
Si trovano… E' un business, l'hanno in mano ancora i veterinari, non i
veterinari, i dottori, sempre nel settore chimico. Perché chi fa il
prodotto non è l'allevatore, sono…
D - Sono specialisti?
TRASPORTATORE
E sì.
D - Ci sono persone che vendono sostanze proibite e lo fanno come
mestiere?
ALLEVATORE
Sì. Molte volte vendono anche medicinali per curare i vitelli… sulle
piazze e sui mercati. Poi la gente sa chi sono. Una volta che sai chi è
non hai più problemi, basta telefonare.
AUTRICE
Di recente in Olanda sono stati trovati cocktail di tredici sostanze
diverse. I canali di spaccio illegali sono ramificati in tutta Europa ,
da quando, fin dagli anni '80, la Comunità europea ha deciso di non
usare questi prodotti scatenando una guerra commerciale con gli Stati
Uniti, dove invece è consentito l'uso di sei ormoni e betagonisti.
E questo è un sito statunitense che vende ormoni e affini, per l'uomo
muscoloso e ovviamente per gli animali. Negli Stati Uniti è legale.
L'acquisto viene fatto via internet e la spedizione arriva ovunque. È
chiaro: non serve prescrizione.
Bastano 79 dollari.
ALLEVATORE
Quindi bisogna programmare. Tu programmi: allora lo devi togliere tra un
mese e mezzo, comincia a farlo. Poi d'accordo con il macellatore decidi
la data di toglierlo in modo che tu sai quando usare per l'ultima volta
questo prodotto. Dopo non lo fai più e lui quel giorno lì te lo toglie
e tu sei a posto.
TRASPORTATORE
Dopo tre giorni toglie la sospensione, lo manda al macello e non è
trovabile.
D - Però ci sono i
controlli dei veterinari…
TRASPORTATORE
Ma non si trova, se lei macella il toro dopo tre giorni.
(In strada interviste a
passanti)
D - Come deve essere per
lei la carne?
SIGNORA
Rossa e senza fili di grasso, bella presentabile e anche gustosa.
ALLEVATORE
Il vitello grasso ha normalmente dietro, di fianco alla cosa due
cuscinetti di grasso, è normale che ci siano. Il vitello grasso finito
deve essere così. Toccandoli, quei vitelli, non ci sono più, non è più
grasso, il grasso non esiste, pochissimo.
D - Chi acquista
dall'allevatore…
SIGNORA 2
Scelgo una parte che sia magra.
SIGNORA 3
Scelgo la carne che apparentemente mi ispiri, generalmente senza grasso.
ALLEVATORE
Sa che poi serve il supermercato, o la mensa, o l'ospedale, o i macelli
sa che quella carne lì, è sicuro che quella carne lì non è grassa ed
è e bella rosa… Non ha problemi che quella lì non la vendo perché
magari è un po' grassa, l'altra magari è un po' scura.
TRASPORTATORE
Se invece lei va in un allevamento intensivo e se lei li vede tutti
uguali, vada tranquilla che sono stati trattati.
ALLEVATORE
Io sopra ci guadagnavo 30 chili per chili per vitello, mediamente,
comunque c'è un guadagno netto di 200 mila lire per vitello (parla di
vitelloni, ndr)
D - Diciamo che con
questo sistema il vitello arrivava al macello 30 chili in più….
ALLEVATORE
30 chili in più e la carne non era grassa.
AUTRICE
Noi consumatori in buona fede crediamo alle garanzie pubblicizzate dalle
varie e dalle grandi distribuzioni, crediamo all'autocontrollo e alle
verifiche e analisi che promettono di fare sui loro fornitori. Perfino i
consorzi di tutela spesso tutelano gli interessi dei produttori.
D- Vi è capitato che
qualcuno vi segnalasse irregolarità di un loro fornitore?
GANDOLFO BARBARINO -
Responsabile Piano residui - Sanità Pubblica Servizi veterinari Regione
Piemonte
Più che un fornitore diciamo che qui in Piemonte diciamo che c'è un
Consorzio che agisce secondo noi in modo corretto e infatti nell'ambito
del loro autocontrollo hanno individuato dei casi di positività -
proprio l'impiego dei cortisonici - e hanno escluso i loro allevatori.
D- E sono gli unici che
voi sappiate?
GANDOLFO BARBARINO -
Responsabile Piano residui - Sanità Pubblica Servizi veterinari Regione
Piemonte
E purtroppo tra i vari marchi di tutela e garanzia dei consorzi di
produzione è l'unica situazione che conosco.
IN STUDIO MILENA
GABANELLI
Sentendo queste dichiarazioni chi usa gli anabolizzanti gonfia gli
animali fino a 30 chili in più e la carne viene pagata meglio. Ma a
condizionare il mercato è proprio il gusto dei consumatori. Un sistema
perverso dove chi alleva in modo onesto rischia di fallire, mentre chi
usa sistemi fraudolenti si arricchisce. E per questo nessuno è mai
andato in galera, perché prima di arrivare alla colpevolezza accertata
si passa da un sistema che garantisce ben tre analisi, tempi lunghi e
cavilli legali, e tutto di solito finisce con una sanzione
amministrativa. Meglio pagare quella che perdere la corsa per il
mercato. E noi intanto compriamo la tenera carne bianca di vitello, che
in gergo piemontese si chiama "sanato".
AUTRICE
L'allevamento intensivo nella sua forma più estrema: quello dei vitelli
a carne bianca legati alla catena. A pochi giorni di vita vengono divisi
dalla madre e legati alla catena per sei mesi. Viene loro negato lo
spazio e la vita di relazione di cui l'animale ha vitale bisogno. Sei
mesi di privazioni prima di diventare tenera carne bianca. Perché la
carne non diventi rossa, come dovrebbe essere, vengono nutriti con una
dieta povera di ferro. Latte reidratato e integratori.
In natura non sarebbe così.
(interviste a passanti)
CONSUMATRICE
Mi piace il vitello, perché mi sembra un po' più sicura, perché è più
giovane, è più tenera. Il colore è chiaro per cui mi va bene.
D - Secondo lei perché
è chiara?
CONSUMATRICE
Perché è giovane.
AUTRICE
Chi è del settore conosce i limiti di questa carne eppure con la crisi
della BSE la carne di bovino più richiesta è proprio quella di
vitello.
Colloquio con il
tecnico d'allevamento olandese
D - Ma il Olanda è
permesso l'allevamento dei sanati?
TECNICO OLANDESE
Sì.
D - Con la catena?
TECNICO OLANDESE
No, con la catena è già da un paio di anni che è vietata. Sarebbe
anche qui.
AUTRICE
Già, sarebbe anche qui. Eppure esistono ancora troppi allevamenti di
vitelli a carne bianca, soprattutto in Veneto e in Piemonte, che
continuano ad usare la catena, anche se esiste una decisione della
Comunità Europea che già dal '98 obbliga ad allevare i vitelli in un
box. Il nostro governo ha fatto finta di niente.
Ma tutelando gli interessi di questi allevatori non si tutela la nostra
salute, perché in un sistema di questo tipo il benessere dell'animale
si rispecchia nella sua carne. Nella salubrità della sua carne.
TECNICO OLANDESE
Per trasformarli in box di legno costa 450 mila lire (260 Euro circa)
per vitello…
D - Cosa rende un
vitello in un ciclo.
TECNICO OLANDESE
Loro prendono 110 mila per ciclo.
AUTRICE
La voce che avete sentito è del tecnico d'allevamento. Una figura di
tramite tra il proprietario dei vitelli e gli allevatori in soccida.
Nel sistema della soccida il proprietario degli animali non alleva
direttamente gli animali ma di fatto controlla tutto: il mangime,
l'acquisto e la vendita. I grandi proprietari di vitelli a carne bianca
evitano così di sporcarsi troppo le mani guadagnando molti soldi e se
poi accade un inconveniente è più facile limitare i danni scaricando
una parte delle responsabilità sull'allevatore.
Parla l'ex allevatore in soccida di vitelli a carne bianca.
ALLEVATORE
Mi hanno portato in allevamento delle taniche etichettate, era un gruppo
vitaminico. Sigillate. E mi hanno detto di metterlo nei miscelatori,
insieme al latte. Io l'ho messo e purtroppo mi hanno preso, che era
clembuterolo (il clembuterolo è un anabolizzante, quindi proibito, ndr).
Loro i primi tempi hanno negato completamente, per loro erano vitamine.
D - E lei non aveva
alcun sospetto?
ALLEVATORE
No, dentro c'erano veramente di vitamine. Era una vita che usavo le
vitamine. Vitamine c'erano senz'altro, ma anche qualcos'altro dentro,
come hanno trovato nel vitello poi.
D - Mentre fuori lei non
aveva notato niente?
ALLEVATORE
Niente. Fuori c'era la scritta gruppo vitaminico A, B, …
D - E per quanti cicli
d'allevamento lei ha dato queste sostanze?
ALLEVATORE
Tre, quattro cicli di sicuro.
D - Per quanti vitelli?
ALLEVATORE
Mah, allora ne avevo 400 vitelli circa.
D - Non aveva un modo
per scaricare la responsabilità, in fondo gli alimenti non li dava lei.
ALLEVATORE
Il contratto di soccida sono tutti uguali, ce n'è uno solo. Il
responsabile è sempre l'allevatore.
D - Sono stati
condannati anche i proprietari o solo lei?
ALLEVATORE
I proprietari penso proprio di no.
AUTRICE
Una delle aziende piemontesi che adopera questo sistema della soccida
per i vitelli a carne bianca ha la sede alle porte di Torino ma gli
allevamenti sono nelle zone di Cuneo. I vitelli di questa azienda sono
stati più volte trovati positivi agli anabolizzanti, un lungo
curriculum.
D - Come fa a dire che
è sicura visto che non conosciamo l'entità del commercio clandestino
degli ormoni ?
AGOSTINO MACRÌ -
Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria - Istituto Superiore di Sanità:
Lei vuole farmi dire cose che non voglio dire!
Sappiamo che c'è un uso illegale di ormoni. Non sappiamo l'entità,
speriamo che sia molto modesta. Sappiamo che esiste una ricerca
farmacologica per creare queste sostanze che noi non utilizziamo perché
abbiamo dei dubbi che possano creare dei problemi ai consumatori.
Però quando vengono impiegati l'allevatore fa in modo da assicurare
l'assenza della sostanza nel prodotto finito. Quindi quando io vado a
comprare la carne io sono sicuro che non c'è quella sostanza dentro.
AUTRICE
Sarebbe più opportuno cercare dei mezzi per capire la reale entità del
fenomeno. Mentre l'Unione Europea e il Ministero della Salute stanno a
guardare, la Sanità Pubblica piemontese ha cercato di scoprire cosa c'è
sotto la punta dell'iceberg.
Macello di Torino, 11
maggio 2001
BARTOLOMEO BIOLATTI -
Università degli Studi di Torino - Facoltà di medicina veterinaria
Responsabile scientifico della ricerca finanziata dalla Regione Piemonte
Qui c'è il pene e un pezzo di uretra pelvica. Gli ormoni sessuali.
Questi (testicoli) vanno in atrofia, diminuiscono di volume e le cellule
della linea seminale scompaiono.
Succede anche nell'uomo quelli che fanno body building, diventano
impotenti. Impotenti no, hanno una azospeermia, difetti degli
spermatozoi.
AUTRICE
Vengono raccolti al macello gli organi sessuali bersaglio, cioè quelli
che si modificano se vengono impiegate le sostanze ormonali e
anabolizzanti.
La maggior parte dei 1000 bovini analizzati non a caso sono soggetti
giovani, i quali, non avendo ancora raggiunta la maturità sessuale, non
dovrebbero avere anomalie.
BARTOLOMEO BIOLATTI -
Università degli Studi di Torino - Facoltà di medicina veterinaria
Responsabile scientifico della ricerca finanziata dalla Regione Piemonte
Se una grossa partita di animali presenta una mammella differenziata noi
abbiamo la forte convinzione che sia stato utilizzato l'ormone sessuale
a scopo anabolizzante.
Animali di cinque mesi eh, sono come bambini.
AUTRICE
Con un esame è possibile vedere gli effetti di un trattamento illecito
anche se dalle analisi di laboratorio precedentemente fatte sull'animale
non era risultata alcuna traccia di anabolizzante.
Si prelevano anche timi e per una ragione ben precisa.
BARTOLOMEO BIOLATTI - Università degli Studi di Torino - Facoltà di
medicina veterinaria Responsabile scientifico della ricerca finanziata
dalla Regione Piemonte
Il timo risente dell'effetto dei cortisonici.
Il cortisone viene impiegato insieme agli anabolizzanti anche se non è
un anabolizzante. Ha alcuni effetti benefici sugli animali. Intanto
viene dato a fine del ciclo, quando l'animale è stanco: il cortisone fa
star bene, mette appetito, l'animale mangia di più.
Però alcuni allevatori sostengono che ha un effetto anche sul colore
delle carni.
18 dicembre 2001
AUTRICE
Il risultato è una allarmante fotografia della realtà.
Il 70 per cento dei timi dei vitelloni presentava alterazioni, una
conferma dell'uso del cortisone. Il 30 per cento dei soggetti giovani,
quindi un animale su tre, aveva alterazioni agli organi sessuali.
BARTOLOMEO BIOLATTI - Università degli Studi di Torino - Facoltà di
medicina veterinaria Responsabile scientifico della ricerca finanziata
dalla Regione Piemonte
Qui è il grafico dove si evidenzia che la categoria più a rischio è
quella dei vitelli.
Si trovano uteri in vitelli impuberi che sono ciclici. Hanno il corpo
luteo, il follicolo, ovulano.
D - Posso fare
l'avvocato del diavolo, come fa a sapere che quest'altro vitello non è
stato trattato?
BARTOLOMEO BIOLATTI -
Università degli Studi di Torino - Facoltà di medicina veterinaria
Responsabile scientifico della ricerca finanziata dalla Regione Piemonte
Beh, perché è una vitello che abbiamo allevato noi. Noi quando
facciamo gli esperimenti abbiamo lo tesso numero di trattati lo stesso
numero del controllo (il gruppo di controllo serve per avere soggetti
"puri" di cui si deve avere il totale controllo, ndr).
Questo è un vitello di cinque mesi che presenta un discreto sviluppo
della mammella rispetto a questo che è un soggetto normale, non
trattato e la mammella è molto più ridotta.
Ecco questo per farle vedere le alterazioni macroscopiche. Questa è
un'ovaia di un soggetto normale e questa di uno trattato con ormoni.
Quindi gli ormoni sessuali oltre a dare un effetto sul muscolo provocano
un grave effetto sull'apparato genitale. Può dare un ingrossamento
dell'ovaio o addirittura può provocare una atrofia. Dipende dall'ormone
che viene inoculato, dalle associazioni, dai dosaggi. Se mettono tanto
androgeno le ovaie si riducono, se aumentano gli estrogeni le ovaie
diventano come queste, a grappolo d'uva.
AUTRICE
La ricerca rigorosamente scientifica ha dimostrato cosa c'è sotto la
punta dell'iceberg.
Se il 30 per cento degli animali presentava alterazioni agli organi
sessuali vuol dire che il 30 per cento dei soggetti esaminati - salvo
rare eccezioni - era stato trattato con anabolizzanti.
Un 30 per cento che va confrontato con lo 0,22 per cento, ovvero il dato
ufficiale dei soggetti trovati positivi in tutta Italia nel '99. Una
notevole differenza.
BARTOLOMEO BIOLATTI -
Università degli Studi di Torino - Facoltà di medicina veterinaria
Responsabile scientifico della ricerca finanziata dalla Regione Piemonte
Secondo noi dà delle informazioni molto importanti è un'arma a
disposizione del servizio sanitario pubblico ha a disposizione ed è un
peccato non usarla.
FRANCO BERRINO
Epidemiologo dei tumori Istituto dei Tumori di Milano
Queste sostanze sono classificate fin dagli inizi degli anni settanta
dalla agenzia internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
per la ricerca sul cancro come probabilmente cancerogene per l'uomo e
questo sulla base di numerosissime segnalazioni di tumori del fegato,
tumori maligni del fegato e tumori benigni del fegato che sono risorti
nelle persone che sono trattate con questi ormoni ad esempio negli
atleti, oppure nelle persone trattate per ragioni mediche con questi
ormoni. Classificati probabilmente cancerogeni invece che certamente
cancerogeni perché in realtà non è mai stato fatto un vero è proprio
studio epidemiologico.
AUTRICE
L'Unione Europea, perché in fondo è nato qui quel piano residui che ha
chiari limiti, un piano che dà agli alimenti una patente per far
circolare le merci e una patente di salubrità non sempre dimostrabile.
Per il commercio è meglio che le cose non cambino, evidentemente la
salute dei consumatori è seconda agli interessi economici.
PAOLA TESTORI COGGI -
Direttore sicurezza alimentare Dipartimento salute e protezione
consumatori - Commissione Europea
Se lei addiziona i nostri interventi in materia veterinaria più le
azioni più generali in materia di protezione del consumatore arriviamo
allo 0,14 per cento del bilancio comunitario.
IN STUDIO MILENA GABANELLI
Negli Stati Uniti l'uso degli anabolizzanti è consentito, e la
somministrazione avviene sotto il controllo veterinario, da noi e nel
resto d'Europa è vietato, ma si fa lo stesso in modo clandestino e
selvaggio. Abbiamo visto che questi trattamenti, che alla fine non
lasciano traccia, provocano alterazioni nell'animale. Potrebbe succedere
la stessa cosa ad un uomo che si nutre di questa carne per un lungo
periodo? Per saperlo con certezza bisognerebbe investire tempo e denaro
in una ricerca. E Oggi solo lo 0,14% del bilancio comunitario viene
speso a scopo sanitario.
Nel frattempo però se ci assale il tormento possiamo sempre mangiare
del pesce, un petto di pollo, una braciola di maiale, un uovo al
tegamino.
(Interviste in un
mercato ittico)
D - Lei sa come vengono
nutriti i pesci d'allevamento?
SIGNORA 1
Non lo so.
SIGNORA 2
Con pastoni, come ai conigli.
D - Secondo lei ci sono
gli antibiotici?
SIGNORA 1
Gli antibiotici? Boh
SIGNORE
Dovrei sapere cosa sono gli antibiotici.
D - Nell'uovo pensa che
ci siano gli antibiotici?
SIGNORA 3
Credo di no, spero di no.
SIGNORE 2
Perché dovrebbero dargli i farmaci?
AUTRICE
Perché non sarebbe possibile l'allevamento industriale. Cioè quel
sistema di allevamento intensivo che per abbassare i prezzi deve
aumentare la produzione. E ovviamente diminuire gli spazi. In spazi
sovraffollati gli animali si muovono meno, bruciano meno energie e
ingrassano prima. Il ciclo di produzione è continuo. Un Pollo da carne
vive 40 giorni, al massimo 60 giorni.
La carne di un pollo allevato in modo naturale raggiunge la maturità
vivendo il doppio.
Le mucche riescono a produrre anche 40 litri di latte al giorno, ma le
loro mammelle si ammalano spesso di mastite. Che si cura con i farmaci.
In un allevamento sovraffollato se si ammala un solo animale la
diffusione del contagio è immediata e provoca grossi danni economici
all'allevatore.
Per questo, e di norma, i farmaci vengono somministrati a scopo
preventivo. Anche attraverso i mangimi, che calibrano nutrimento,
antibatterici e additivi. Come questo aroma dal sapore di panettone che
viene miscelato al pastone dei suini per stimolare il loro appetito.
SIGNORA 3
Scusi gli antibiotici li prendo se ne ho bisogno, ma se non ne ho
bisogno non vedo perché devo prenderli!
IN STUDIO MILENA
GABANELLI
Evidentemente, e a nostra insaputa, assumiamo qualche residuo di
antibiotico, visto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità lancia
questo allarme: "se non si fa qualcosa di serio fra breve saremo
nell'era post - antibiotica". Il problema si chiama farmaco -
resistenza, e cioè malattie infettive che oggi sono curabili con gli
antibiotici potrebbero non esserlo più perché i batteri si abituano
agli antibiotici più utilizzati, li riconoscono e imparano a
neutralizzarli.
Più della metà degli antibiotici usati in Europa, 100mila tonnellate ,
sono impiegati negli allevamenti industriali, ed è proprio
l'antibiotico a scopo preventivo che permette di aumentare la produzione
e consente quindi di abbassare i prezzi. L'unica alternativa alimentare
sarebbe il sistema che si basa sull'agricoltura biologica, perché li'
non è consentito alcun residuo di farmaco negli alimenti di origine
animale. Ma costa decisamente di più.
IMMAGINI DELL'ASILO NIDO DI
CASSINA DE' PECCHI (MI) LA CUI MENSA PREVEDE UN MENU' BIOLOGICO.
AUTRICE
Ma il sistema dominante è l'altro, quello condiviso da tutti i paesi
della Comunità Europea.
Impianto di macellazione per conigli e avicoli a Macello (provincia di
Torino)
In questo macello per conigli e polli possiamo capire come funziona
questo regolamento.
Gli allevatori devono segnalare la lista di trattamenti farmacologici in
una dichiarazione che accompagna gli animali al macello.
IL veterinario ispettore del macello, che è del Servizio Sanitario
Nazionale, controlla che siano trattamenti leciti e che siano stati
rispettati i tempi di carenza, quelli previsti per dare il tempo
all'animale di smaltire il farmaco dall'organismo prima di essere
macellato.
FABRIZIO GRIFONI -
Veterinario ispettore del macello, Servizio Sanitario Nazionale
Hanno tutti un trattamento (farmacologico, ndr) dichiarato.
Dopo circa 21 giorni dalla nascita iniziano un periodo di trattamento
come profilassi. Tra polli e conigli i polli sono sicuramente i più
trattati.
Sono tutti antibiotici comunque: amoxicillina, ossitetraciclina…
Sono tutti trattamenti che il veterinario ha registrato. Sono in un
capannone dove sono 20 mila e il veterinario ha fatto una ricetta unica.
AUTRICE
Alcuni farmaci possono essere trovati negli alimenti purché non si
superino i limiti, di altri invece non deve restare traccia.
Per controllare che tutto venga fatto secondo le regole ci controlli
fatti a campione, in allevamento (sui liquidi biologici degli animali),
e al macello, su fegato, reni o sul muscolo.
Una trafila burocratica eseguita dal veterinario ispettore che invierà
poi il campione al laboratorio. In questo caso sarà per individuare la
presenza di sulfamidici.
A proposito: se l'analisi rilevasse che nel coniglio c'è un residuo di
sulfamidico oltre il limite del consentito, beh, troppo tardi, il resto
della partita di animali è già arrivata sulle tavole. Il mercato non
può attendere le risposte alle analisi fatte dai laboratori perché
arrivano dopo qualche settimana.
GANDOLFO BARBARINO -
Responsabile Piano residui - Sanita' Pubblica Servizi veterinari Regione
Piemonte
Ecco si può fare un controllo prima e dopo l'episodio.
AUTRICE
L'episodio di cui si parla è una sanzione fatta a un allevatore che non
aveva dichiarato di avere usato farmaci per i suoi conigli. Prima di
quella sanzione quasi nessuno dichiarava i trattamenti, dopo la sanzione
tutti hanno iniziato a dichiarare l'uso di farmaci.
Strano, perché l'impiego di farmaci è comunque consentito per legge,
quindi l'atteggiamento è incomprensibile.
In realtà è molto diffusa - tra gli allevatori - l'abitudine di
somministrare i farmaci agli animali facendo a meno della ricetta
veterinaria. Che è obbligatoria per legge. Forse per risparmiare i
soldi del veterinario, chissà.
D - Quindi con questo
dato ci sarebbe una sola ricetta per allevamento all'anno?
GANDOLFO BARBARINO -
Responsabile Piano residui - Sanita' Pubblica Servizi veterinari Regione
Piemonte
Per allevamento all'anno. Questo dato fa flettere perché sta a indicare
che c'è un uso del farmaco veterinario non controllato dal servizio
pubblico.
AUTRICE
Poche ricette e animali che scoppiano di salute.
In realtà esiste un vasto mercato del farmaco veterinario venduto sotto
banco. E per un allevatore che ha bisogno di un antibiotico talvolta è
possibile anche acquistare farmaci ad uso umano e poi invece utilizzarlo
sugli animali. Basta una ricetta ripetibile e si può andare avanti
all'infinito ad acquistare farmaci, purché il farmacista non timbri mai
la ricetta. Ho provato anch'io ad acquistare con una ricetta ripetibile
addirittura del cortisone. Entrambe le farmacie non mi hanno timbrato la
ricetta.
Eccomi con il mio cortisone e la ricetta ancora senza alcun timbro
Con questo sistema potrei riempirmi un camion di eritromicina, di
penicillina, tutti farmaci molto usati negli animali d'allevamento.
Ma nel settore ne servono quantità industriali.
TEN. COL. ALBERTO
BELLOTTI - Comandante Comando Carabinieri per la Sanità Gruppo A.S.
Milano
Questo materiale fa parte di un sequestro operato nell'ambito di una
attività investigativa che ha coinvolto i NAS di Milano e di Brescia
insieme alla Guardia Civil spagnola. In effetti la Guardia Civil
spagnola si era accorta di un traffico di materie prime, sostanze
anabolizzanti e antibiotici, che coinvolgeva personaggi spagnoli e
personaggi italiani. In particolare gli spagnoli e gli italiani
acquistavano in Italia le materie prime le portavano illegalmente in
Spagna dove i laboratori si a legali che clandestini elaboravano dei
medicinali che venivano poi usati in allevamenti italiani e spagnoli, in
quanto le sostanze venivano poi illegalmente trasportate in Italia. Una
parte rimaneva in Italia e una parte raggiungeva altri paesi dell'Unione
Europea.
AUTRICE
Gli antibiotici viaggiavano in fusti che riportavano l'etichetta:
spirulina cubana, un integratore.
TEN. COL. ALBERTO
BELLOTTI - Comandante Comando Carabinieri per la Sanità Gruppo A.S.
Milano
Questo riteniamo che venisse somministrato in modo puro o nel mangime o
nell'acqua.
D - In quali allevamenti
sono state trovate queste sostanze?
TEN. COL. ALBERTO BELLOTTI - Comandante Comando Carabinieri per la
Sanità Gruppo A.S. Milano
In particolare suini, ma anche polli.
L'indagine è in corso, speriamo ci consenta di identificare le sostanze
sono state date agli animali. Dall'esame dei liquidi biologici che sono
stati prelevati e dall'esame di laboratorio dovrebbe anche uscire se
sono stati somministrati anabolizzanti.
D - Sembrerebbe quasi
che nessuna usa farmaci, in realtà visti come sono gli allevamenti
intensivi lei mi conferma che si devono usare i farmaci?
AGOSTINO MACRÌ -
Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria - Istituto Superiore di Sanità
Sì, diciamo che ovviamente è necessario perché gli animali anche
degli allevamenti tradizionali si ammalano, anche per il loro benessere
e per ottenere delle produzioni sane bisogna adoperare dei farmaci.
Questi farmaci si usano solo se sono in una lista positiva e sotto
controllo veterinario che deve avere visitato gli animali per essere
sicuro che questo avvenga.
Purtroppo però negli allevamenti il farmaco è un costo quindi sappiamo
che esistono canali illegali - i veterinari non c'entrano niente - ma
portano direttamente il farmaco in azienda ad alcuni allevatori (non
sappiamo quanti siano) che usano illegalmente farmaci ma anche
betagonisti. Ripeto, poi il trattamento viene fatto in modo tale che poi
alla fine non ne esce nulla.
GANDOLFO BARBARINO - Responsabile Piano residui - Sanita' Pubblica
Servizi veterinari Regione Piemonte
Il problema è complicato dal fatto che i laboratori devono avere delle
metodiche in grado di quantificare il residuo cosa che attualmente non
c'è, cioè c'è soltanto per alcune categorie di farmaci e non per
tutte.
D - Come mai non
arrivano le metodiche ai laboratori?
AGOSTINO MACRÌ - Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria -
Istituto Superiore di Sanità
No, questo non è vero assolutamente. Le metodiche per controllare la
presenza di farmaci e di residui di farmaci esistono, non sono ancora
complete in tutto e per tutto, queste metodiche in realtà sono
disponibili.
AUTRICE
Infatti: non sono ancora complete in tutto e per tutto.
Sembra quasi che gli spacciatori di farmaci lo sappiamo, sappiano cioè
che i laboratori che fanno i controlli hanno dei limiti.
Partiamo proprio dall' ossitetraciclina trovata dai NAS in molti
allevamenti è un antibiotico che, se usato per le bovine che producono
latte, può sfuggire al controllo.
Ecco spiegato come: la legge ammette un residuo massimo di
ossitetraciclina purché non superi il livello 100, ma lo strumento per
fare il test sul latte riesce a individuare il residuo soltanto se si
pone tra 200 e 400. In altri termini se l'antibiotico in questione che
si trova nel latte supera il limite consentito dalla legge, arrivando a
180 per esempio, il test non è in grado di individuarlo. Ma il latte,
ufficialmente, passa al controllo come sano. Avviene il cosiddetto falso
negativo. E' falso dichiararlo idoneo al consumo insomma.
E questa streptomicina non dovrebbe trovarsi nel latte quando supera il
livello 200. Eppure anche se il livello di streptomicina nel latte
raggiungesse il livello 1500 il latte sarebbe comunque destinato al
consumo. Un altro falso. La stessa cosa accade per altre sostanze. E per
altri alimenti. Le tetracicline nell'uovo, per esempio. Non tutti i
laboratori pubblici sono in grado di fare le analisi per trovarle.
Perché i laboratori hanno queste zone d'ombra? Perché non vengono
potenziati? Quanti alimenti conditi con antibiotici oltre misura
arrivano al consumatore?
AGOSTINO MACRÌ -
Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria - Istituto Superiore di Sanità:
Non vorrei che venisse generalizzato questo fenomeno.
D - Beh, bisogna dire
alla gente che la carne non è perché è lì è sicura…
AGOSTINO MACRÌ -
Direttore Laboratorio Medicina Veterinaria - Istituto Superiore di Sanità:
È sicura! Io ribadisco, la carne che si compra è sicura. Anche perché
le analisi che facciamo dimostrano che non ci sono residui di queste
sostanze.
STUDIO MILENA
Ma i dati sul piano residui, ovvero sui controlli, il Ministero della
Salute non li pubblica e non ce li invia allora li abbiamo chiesti
direttamente ad una decina di regioni. E ne valeva la pena. Perché
adesso possiamo dire che i prodotti di origine animale in Italia, sono
sicuri.
AUTRICE
Lo dicono per cominciare i dati della Sicilia: nel 2000 è stato trovato
del cortisone nei maiali e nel '99 anabolizzanti nei vitelli, ma
arrivavano dalla Francia.
In Campania - nel biennio 1999 e 2000- un solo pollo è stato trovato
farcito di nicarbazina.
L'Emilia Romagna - dove si allevano milioni di polli - in tre anni ha
trovato un pollo positivo agli antibiotici e uno ai sulfamidici.
Pochissimi i problemi sui suini.
In Puglia, Basilicata, Umbria- tra pesci, cavalli, equini e suini i
positivi per farmaci, anabolizzanti e contaminanti ambientali si contano
su una mano.
In Veneto e Lombardia, costellate di allevamenti di galline ovaiole,
bovine da latte, suini e polli i positivi sono pochissimi.
In Sardegna in due anni è stato trovato soprattutto del cadmio, un
metallo.
Ma la regione dov'è ideale nutrirsi è il Lazio: in due anni, sui
controlli eseguiti su tutti gli animali e alimenti, le positività sono
state: zero.
Tutte le regioni hanno in comune un fatto: ci sono categorie di animali
molto più controllate di altre.
Sono all'Istituto Zooprofilattico di Brescia. Con due fegati di suino
prelevati in due diversi punti vendita.
Li ho fatti analizzare per verificare se contenessero delle sostanze
clembuterolo simili, una categoria di anabolizzanti che il piano
nazionale residui non ricerca nel suino. La cosa è strana perché la
ricerca nei bovini, invece, viene fatta.
Su ottanta chili di carne consumata pro capite ogni anno, ventisei sono
di bovino ma ogni italiano mangia ventotto chili di suino, quindi due in
più.
GANDOLFO BARBARINO -
Responsabile Piano residui, Sanità pubblica servizi veterinari Regione
Piemonte
Se facciamo quindi un rapporto tra consumi e controlli c'è una
sproporzione. Dovremmo controllare più le carni suine che quelle
bovine, se ci basiamo sui consumi pro capite.
Noi in Piemonte macelliamo il due per cento di polli. Vengono previsti a
livello nazionale seimila campioni, noi ne programmiamo quasi mille.
Quindi andiamo al di là della programmazione nazionale perché ci
rendiamo conto che anche su queste specie animali bisogna centrare un
po' di più i controlli e allargare le verifiche, perché hanno una
importanza notevole dal punto di vista dei consumi.
AUTRICE
E' vero che chi lo ritiene opportuno può anche fare di più di quanto
chiede il Piano Nazionale Residui: può fare controlli mirati, analisi
sui sospetti, intervenire nei fine settimana. Insomma può.
E lo prova il fatto che la Regione Lombardia, quest'anno, saputo dal
Piemonte che c'era un largo uso di boldenone - l'anabolizzante - ha
stretto i controlli e trovato più di 200 casi positivi.
Il Veneto, altra regione ricca di allevamenti di bovini da carne, sempre
nel 2001, ha trovato due soli vitelli con betagonisti.
Siccome si trova se si cerca, le regioni con più animali positivi a
farmaci o anabolizzanti potrebbero paradossalmente essere quelle dove
gli alimenti sono più sicuri. Almeno i più controllati.
Ancora io, sempre all'Istituto Zooprofilattico di Brescia. Ho fatto
analizzare questi fegatini di pollo per la ricerca di antibiotici.
Il risultato dell'analisi è confortante, nessuna traccia. Ma, ripeto,
questo dato non significa nulla. E' sui grandi numeri che si devono
trarre le conclusioni.
In tutta Italia, si fanno soltanto 6000 campioni sui polli nonostante i
600 milioni di tonnellate di polli macellati. Ma è sulle uova che si
arriva all'incredibile: sono 220 le uova consumate all'anno da ogni
italiano,12 miliardi tra quelle consumate fresche e nei prodotti
alimentari. Il numero di controlli in tutta Italia è: 906.
Forse no, non è un caso se il Veneto, gran produttore di uova, nel 2001
non registra un solo caso di positività per antibiotici.
E' evidente: i risultati delle analisi danno un quadro incompleto della
situazione a causa della iniqua ripartizione dei controlli. Non
riusciamo proprio a capirne la ragione.
Era mia intenzione chiederla al dottor Romano Marabelli, direttore del
servizio alimenti e salute veterinaria Alimenti e Nutrizione del
Ministero della Salute, il responsabile tecnico numero uno del settore
alimenti. Ma non mi ha rilasciato l'intervista.
IN STUDIO MILENA
GABANELLI
Da anni il consumo di carne bovina è calato, e ancor di più con la
crisi della BSE, ma sui bovini sono concentrati il 60% dei controlli, i
consumi di carne bianca sono aumentati vertiginosamente, oggi gli
italiani mangiano più carne di maiale, ma solo il 20% dei controlli
viene fatto sui suini. Su 10 milioni di tonnellate di latte consumato, i
controlli sono meno di 1000. Ci sarà sicuramente una ragione, che però
a noi consumatori non e' dato conoscere. Conosciamo bene invece la
pubblicità.
Viene letta da tre persone la seguente:
COMUNICAZIONI A TUTELA
DEL CONSUMATORE
AUTORITA' GARANTE
DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
UOMO
La società Ges.co. S.r.l. ha diffuso sulla stampa quotidiana,
nel mese di giugno 1999, un messaggio ritenuto dall'Autorità:
PUBBLICITA' INGANNEVOLE, con il quale promuoveva la produzione
avicola del gruppo AMADORI.
DONNA
Il messaggio lasciava intendere che il pollame del gruppo Amadori fosse
allevato con metodi tradizionali. Esso raffigurava, su uno sfondo
agreste, il titolare dell'impresa che prendeva da un sacchetto una
manciata di chicchi di cereali, affermando nel contempo: "Conosco i
miei polli. I miei polli li conosco bene, perché allevarli è il mio
lavoro da tutta la vita. E da quarant'anni li allevo a terra dando loro
gli stessi cereali che una volta si cercavano da soli in campagna".
DONNA 2
"In realtà il pollame del gruppo Amadori viene allevato a terra in
capannoni di limitata capacità e la sua alimentazione non mostra
caratteristiche differenti da quelle presenti nei metodi comunemente
adottati nel settore industriale di riferimento".
L'Autorità ha disposto
la pubblicazione della presente dichiarazione rettificativa.
(Provvedimento adottato nell'Adunanza del 16 dicembre 1999, ai sensi del
d. lgs. 74/92)
* * *
AUTRICE
Quello che è stato letto da queste persone è il testo di un
provvedimento per pubblicità ingannevole pronunciato nel '99
dall'Autorità Garante della concorrenza e del mercato.
Amadori è stato obbligato dall'Authority a pubblicare questo testo -
che è una rettifica - ma soltanto una volta e su un quotidiano, questo
perché è da un lettore di quel quotidiano che era partita la denuncia
all'Antitrust. Secondo l'Authority, lasciava intendere che il pollame
del gruppo Amadori fosse allevato con metodi tradizionali.
E' vero che l'ambiente è agreste, qui sulle colline della Romagna ma i
polli vedono l'ambiente quando entrano ed escono dall'allevamento
stratificato.
IN STUDIO MILENA
GABANELLI
E sarà ancora più buona a partire dal 2006, visto che la Commissione
Europea ha proposto di vietare l'uso di antibiotici che favoriscono la
crescita, peraltro già vietati in tutto il nord Europa. E nel frattempo
cosa mangiamo? Visto che siamo un paese che tende all'obesità, potremmo
cominciare a mangiare un po' di meno…come dice il proverbio, "il
poco non ha mai fatto male a nessuno"