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Il Centro Incontri delle Arti rappresenta l'ultimo presidio della civiltà in una zona, monte Echia, purtroppo abbandonata dalle istituzioni, da sempre Pasquale della Monaco si batte per la difesa delle Rampe di Pizzofalcone, del castello Lamont Young e il piazzale del monte Echia

 
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Monte Echia

Monte Echia è uno sperone roccioso, interamente in tufo, ubicato nella parte meridionale della città di Napoli con direzione nord-sud.

È delimitato a sud da un pontile che lo collega all'isolotto di Megaride che può essere considerato una prosecuzione del promontorio. Il lato est affaccia sul borgo di Santa Lucia mentre il lato ovest sulla conca di Chiaja.

Su di esso venne fondato il centro abitato di Partenope, difeso su tre lati dal mare.

Il villaggio era collegato con la spiaggia e il porto da una sola via di accesso, comodo approdo alle foci del fiume Sebeto, protetto dal colle stesso. Questo primo nucleo abitativo, baluardo militare, è stato abbandonato alla metà del VI secolo a.C.. Insediamento satellite di una ben più ampia città, ha ripreso a vivere con la fondazione di Neapolis, nel 474 a.C., con il nome di Palepoli.

Inglobato nel castrum lucullanum (villa di Lucullo che si estendeva fino all'isola di Megaride) in Età Imperiale, ospitò i famosi giardini luculliani, pieni di piante esotiche e rare specie avicole.

L'antico nome del monte, Platamon (sopravvissuto nel toponimo della via che corre alla sua base, via Chiatamone), significa "rupe scavata da grotte". All'interno di monte Echia si aprono infatti innumerevoli cavità, abitate sin dalla preistoria e fino all'età classica. Successivamente divennero sede di riti mitriaci, di cenobiti nel Medioevo e di orge nel XVI secolo. Queste ultime destarono enorme scandalo, spingendo il viceré Pedro de Toledo alla loro ostruzione [1].

Al medesimo viceré Don Pedro si deve l'ampliamento cinquecentesco che per la prima volta inglobò all'interno delle mura il monte Echia, ancora in epoca aragonese fortezza militare siti Perillos, propaggine esterna della città.

In seguito alla frana verificatasi la sera del 28 gennaio 1868, il Genio militare compì diverse perizie, volte ad accertare se l’evento catastrofico fosse stato determinato da un’errata costruzione dei muri di sostegno della scarpata; in quella occasione fu redatta, dall’ingegnere Alfonso Guerra, la prima pianta delle grotte del Monte Echia, per documentare l’esistenza di cavità alle quali si aveva accesso dagli edifici collocati lungo via Santa Lucia e via Chiatamone.

Alla fine del XIX secolo, con la costruzione di via Caracciolo e la colmata a mare, lo sperone del monte nei pressi di via Chiatamone fu ridimensionato.

Attualmente monte Echia fa parte del quartiere San Ferdinando.

Fra gli edifici più importanti vi sono da segnalare la scuola militare della Nunziatella, il teatro Politeama e palazzo Serra di Cassano sede dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

E da questo monte che aveva origine la sorgente di un’acqua bicarbonato-alcalino-ferrugginosa di origine vulcanica, nota ai napoletani di un tempo come “acqua di mummare” dal nome delle anforette utilizzate per raccoglierla e venderla ai vari banchi della città.




Villa Ebe "Castello Lamont Young"

 

Villa Ebe (anche nota come Castello di Pizzofalcone) è una palazzina neogotica che sorge sul fianco occidentale del Monte Echia a Napoli, in cima alle antiche rampe di Pizzofalcone.

 

Fu costruita nel 1922, secondo il gusto e lo stile vittoriano dell'architetto ed urbanista Lamont Young, che la progettò come sua residenza personale e che la abitò fino alla scomparsa, avvenuta per suicidio proprio nella villa. Il nome è mutuato da quello dell'allora giovane moglie di Young, che continuò a dimorarvi fino al 1970; in seguito, i suoi eredi ne alienarono la proprietà al comune di Napoli. Nel 2000 un incendio doloso la danneggiò profondamente devastandone le sale interne e distruggendo completamente l'incantevole scala elicoidale.

 

 

Il sito da anni langue abbandonato e finora non ha ancora preso slancio il progetto di rivalorizzazione approvato nel 2005, ma finora mai avviato. Tale progetto immagina la villa trasformata in grande museo interattivo, sede di mostre e convegni, dedicato all'architettura liberty; si prevede, inoltre, la risistemazione della panoramica terrazza (che gode di una vista a 360° sul prospiciente golfo) e l'installazione su di essa di un moderno periscopio, secondo il modello della Torre di Tavira a Cadice. Nel luglio 2008 la Regione Campania ha approvato un finanziamento con fondi europei dei lavori di ristrutturazione e riutilizzo del sito per un totale di 3.350.000 euro.

 

 

Video Villa Ebe

 

monte echia

Monte Echia da Via Santa Lucia



palepolis

Resti del Castrum Lucullanum



pizzofalcone

Golfo di Napoli dal Piazzale di Monte Echia



castello


Villa Ebe - Castello Lamont Young

targa


Targa Villa Ebe -
Realizzata dal Laboratorio Ceramiche
Centro Incontri delle arti

fellini

Interni Villa Ebe  "Omaggio a Fellini" Regia Pasquale della Monaco



castello fiamme

Villa Ebe durante l'incendio del 2000

interni distrutti

Interni Villa Ebe dopo l'incendio

interni distrutti 2


Interni Villa Ebe dopo l'incendio