IMBARCAZIONI DA MARE


Il Bragòsso è stata la barca da pesca più diffusa sull'alto Adriatico per tutto l'Ottocento e la prima metà del Novecento. Fino all'avvento del motore, con il quale ha cercato di convivere per un po' di tempo, si era dimostrata perfetta per la pesca in quell'area, caratterizzata da bassi fondali, brezze moderate e mare poco agitato. Misurava dai 9 ai 16 metri, largo un quarto della sua lunghezza, aveva il fondo piatto con una leggera insellatura longitudinale accentuata verso le estremità.

Aveva la poppa squadrata, prua bombata, aste ricurve a mezzaluna verticali. Le fiancate erano parallele, perpendicolari nella parte alta più curve verso il fondo al quale si univano formando uno spigolo. Senza slanci il bragòsso aveva una grande coperta sgombra utilizzata per riordinare le reti e per la cernita del pescato. L’ampiezza del fondo costante per quasi tutta la barca riduceva notevolmente il pescaggio (circa 45 cm su 10 ton), cosa estremamente utile nell'alto Adriatico caratterizzato da coste basse e sabbiose e porti frequentemente interrati. Per contrastare lo scarroccio nelle andature di bolina si è aumentato enormemente la superficie del timone che, lungo più di 4 metri proseguiva ben oltre il fondo, e poteva essere sollevato o abbassato a seconda del fondale disponibile, scorrendo su lunghe ferramenta, come una normale deriva mobile.
Il bragòsso era basso, senza sovrastrutture, interamente pontato, con due boccaporti principali e due minori a prua.

Armato con due alberi, quello di maestra rigorosamente ad un terzo dello scafo e quello di trinchetta a circa 3/4 partendo da poppa, inclinato in avanti di 10/15 gradi, senza manovre fisse a parte una sartia, (sàrcia) sulla sinistra. Portava due vele a forma di trapezio, dette al terzo per il punto del pennone sul quale veniva armata la drizza.


Il Topo (
vedi piccolo dizionario) è un'imbarcazione lagunare e costiera a fondo piatto, lunga tra i 6 e i 14 m. Ha fianco tondo, poppa tonda con asta curva verticale, prua curva distesa in avanti.

Ne esistono molte varianti pontate o aperte denominate a seconda delle zone della laguna o degli impieghi anche: battello a pìsso, mùsso o musséto, topéto, tòpo mistieréto, tòpo venessiàn, batèlo col fìlo.
Era utilizzato per il trasporto e la pesca, sia a remi sia a vela al terzo.
Attualmente, motorizzata (mototopo) o con la poppa tagliata a specchio (tòpa), è la barca da trasporto lagunare più diffusa.


Trabàcolo: nota imbarcazione da trasporto lunga attorno ai venti metri, a due alberi e bompresso, diffusa su tutto l'alto Adriatico. Era realizzato secondo i canoni classici della costruzione navale con ordinate su chiglia, diversamente dalle altre barche della stessa area anche di simili dimensioni, che erano costruite con fondo piatto (bragòsso, tartana, ecc.).

Il trabàcolo era armato con vele al terzo (solo gradatamente a cominciare da quella di poppa verranno sostituite con vele auriche), con manovre fisse in fune d'acciaio e con griselle sulle sartie. Era di forme piene e rientranti nell'opera morta, fini e svasate nell'opera viva.
Aveva asta di poppa diritta con timone scorrevole, asta di prua curva e rientrante nella parte alta, sormontata da un vello di pecora scolpito (chiamato perùca, pelizón, scùfia).
Altra caratteristica del trabàcolo sono i due grandi occhi scolpiti e colorati posti ai lati dell'asta di prua (da non confondere con gli occhi di cubia posti più in basso).
Erede senza dubbio dei piccoli bastimenti da carico come la cocca veneta, era impiegato per il trasporto di legname e di pietra da costruzione tra la Jugoslavia e l'Italia. Ne esisteva una versione più piccola utilizzata in Romagna per la pesca detta barchétto.
Ne sono sopravvissuti solo pochi esemplari utilizzati per diporto.