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Mondo
Parallelo
"Ah,
la prof. ha ragione. Se continuo così finirò per
abbassarmi la media" dissi ad Alberto, uscendo da scuola. Era la terza
volta che commettevo una miriade di errori di distrazione in una prova
di matematica! Tutti dicevano che quando succedeva così era
perché io entravo in un mondo tutto mio, un mondo parallelo. E
questo era vero. Là conoscevo un sacco di personaggi strambi,
m'immedesimavo in eroici cavalieri medievali o in grandi cosmonauti e
molto altro, ma di certo recarmi là non mi permetteva di
prendere nove nei test! Però era più forte di me…
Io mi chiamo Carlo, ho i capelli castani e gli occhi scuri e mi sono
creato un mondo personale fuori di questa dimensione… o questo è
quello che mi piace credere! Gli altri dicono invece che sono distratto
e penso sempre a tutto ciò che non riguarda quello che sto
facendo.
Quella mattina, alla prima ora, c'era il compito in classe di
matematica. Sapevo già che, anche contro la mia più buona
volontà, il mio mondo parallelo mi avrebbe risucchiato. Quello
che stupì tutta la classe fu quando entrò un uomo alto,
magro e col pizzetto. I suoi capelli erano castani molto chiari ed
erano raccolti in una lunga coda. Indossava abiti neri firmati ed un
paio di occhiali da sole con il telaio in oro. "Salve ragazzi" disse
con voce falsa "Sono il vostro supplente di matematica. La vostra
professoressa si è ammalata ed io resterò con voi un bel
po'" un ghigno malvagio comparve sul suo volto "Anche se oggi la vostra
prof. manca, non vuol dire che salterete il test" "Figurati!" sussurrai
ad Alberto "Anzi, ho preparato qualche scheda aggiuntiva: la vostra
professoressa era troppo buona, vi faceva lavorare troppo poco!". Il
prof. ci consegnò cinque fogli fronte-retro pieni di esercizi.
Inorridii. Quando suonò la campanella di fine ora ero a
metà della seconda facciata del terzo foglio. Anche se avevo
un'altra ora, pensavo di non farcela. Il mio ritmo di lavoro era
decrescente e, stanco e confuso, caddi nel mio mondo parallelo. Stavo
volando su di un caccia e molti strani tipi che galleggiavano nello
spazio mi salutavano con la mano, quando un uomo vestito tutto di nero
con un gran mantello, un cilindro nero ed una mascherina bianca mi
fermò. "Conquisterò la tua mente!" disse ma in quel
momento il prof. mi urlò in un orecchio: "Vuoi stare attento a
quello che fai?! Tre per due cinque?! Ma siamo matti?!".
Al ritorno da scuola avevo una spaginata di compiti supplementari di
matematica. Però c'era una cosa strana. Nel mio mondo parallelo,
i personaggi o gli oggetti non avevano mai emesso alcun suono, invece
quello strano uomo in nero sì…
Il giorno dopo, durante l'ora di matematica, il prof.
scarabocchiò qualche frase su di un blocchetto per gli appunti
quando la bidella lo chiamò e gli comunicò che doveva
andare in presidenza. Il blocchetto gli cadde e non se ne accorse. Ci
diede un sacco di espressioni da risolvere in sua assenza ma io, non
appena tracciai i segni iniziali della prima operazione, entrai senza
volerlo nel mio mondo parallelo. La cosa che mi colpì fu che
tutto era cambiato: il luogo era una foresta tropicale caldissima dove
alcuni zanzaroni enormi svolazzavano nell'aria. Io ero vestito da
esploratore. Poco distante da me vidi un piccolo notes. Mi diressi
verso quei foglietti di carta scarabocchiata e lessi distintamente:
"Piano in contropiede n° 2: appropriarsi del DNA psichico della
vittima, creare una finta attrazione in un punto dell'immaginazione per
poi attaccare indisturbato". Che significava? Cos'era il DNA psichico?
Chi voleva attaccare la mia immaginazione: l'uomo in nero con la
mascherina, ne ero certo.
In quel momento fui sbalzato fuori del mondo parallelo e poco dopo il
prof. entrò in aula. Quando pronunciò le parole: "Vediamo
le espressioni", fui felice di sentir suonare la campanella! Ma la mia
gioia terminò ben presto, quando uscendo vidi quello che era
scritto sul notes caduto al prof.: "Piano in contropiede n° 2…".
Allora il mio professore di matematica voleva appropriarsi della mia
mente? Pazzesco, non ci credevo neppure io. E poi, perché il
blocchetto del prof. era rimasto invariato quando sono stato assorbito
nella dimensione parallela? Non ci capivo niente, ma sapevo bene che
nessuno mi avrebbe creduto, se non avesse visto con i suoi occhi. A
quel punto cercai una soluzione in Internet. Anche se non ci credevo
fino in fondo, era l'unico luogo dove potevo trovare risposta… forse.
Quando però digitai le parole "Conquistatori di menti", il
motore di ricerca mi trovò un'inutile sfilza di siti di
psichiatri o dotti folli, così decisi di andare in biblioteca.
Lì chiesi all'impiegata se aveva qualcosa che faceva per me.
"Vai a veder in quella saletta… ci dovrebbe essere qualche testo…"
disse. Trovai un libro scritto dal Dottor. Stokken (!) e lessi: "Anche
se il congresso degli scienziati non mi crede, io sono convinto che da
poco si siano create forme di vita supplementari. Queste, da me
definite Imaginox, avrebbero il potere di entrare nella psiche umana
fino ai segreti più remoti ed ai pensieri dimenticati e di
acquisire con qualche ignoto processo il controllo della mente della
vittima. Anche se queste sono solamente teorie, molte persone cadute in
trance, quando intervistate, hanno mormorato sommessamente:
"Toglietemelo dalla testa… toglietemelo..." Forse erano deliranti per
la pazzia, ma non ne sarei così convinto. Questi esseri, detti
Imaginox, cercano menti giovani e molto sviluppate: sognatori, artisti
e la maggior parte dei ragazzi dovrebbe fare molta attenzione. Gli
Imaginox fuori della mente appaiono come persone normali ma, una volta
acquisita la dote di potersi muovere a piacere nella psiche altrui,
sono capaci di assumere qualunque forma essi desiderano". Dopo quanto
avevo letto, ero terrorizzato. Io, che nella mia mente avevo creato
imperi invincibili, armi fenomenali, creature magiche e sistemi
interstellari da brivido, ero stato attaccato da un Imaginox.
La mattina dopo, a scuola, fui trattenuto in aula per punizione: nel
compito in classe avevo preso otto ma il prof. disse che voleva
discutere il mio voto. La cosa strana è che coloro che erano
risultati insufficienti non si erano fermati, ma erano usciti, mentre
io… forse voleva attaccarmi quando non ci vedeva nessuno per
conquistare il mio DNA psichico. Senza alcun ritegno, gridai a
squarciagola: "Non le permetterò di rubarmi la testa!!" il prof.
levò lo sguardo dal foglio e mi scrutò, per poi alzarsi
in piedi. Nel frattempo arrivò la bidella a chiedere cosa fosse
successo. "Tutto a posto, vada pure" disse il professore "No invece che
non è tutto a posto! Questo mostro "mangiamente" mi vuole far
diventare un essere senza capacità di ragionare e di
coordinarsi, conquistandomi la psiche e rendendomi poco più che
una pianta! Le sembra che vada tutto bene?" I due si scambiarono
un'occhiata e poi la bidella uscì. "Le ha penetrato la mente con
lo sguardo, vero? È un suo malvagio potere, giusto?" In quel
momento, tutto quello in cui speravo era un no ed al massimo un compito
di punizione, ma il sì che pronunciò mi fece gelare il
sangue nelle vene. "Vedo con piacere, caro Carlo, che hai avuto
l'occasione di leggere il libro del dottor Stokken. Sai che fine ha
fatto quell'imbranato ciarlatano? Dentro la sua mente ci si è
fatto la villa un mio compagno Imaginox che di nome fa Supremo-man". A
quelle parole iniziai a non capire più nulla: Supremo-man era un
eroe dei fumetti, come poteva essere anche un Imaginox? "Com'è
possibile?" chiesi con un filo di voce, ancorandomi con le mani alla
sedia. "Vedi, caro Carlo, Stokken aveva ragione a dire che esistiamo da
poco… noi siamo le vostre idee ribelli, i vostri progetti insorti…
insomma, perché voi potete modificare noi e non il contrario? Ti
faccio un esempio: so che ami scrivere racconti e se non ho capito
male, uno dei tuoi ultimi personaggi si chiama Febo ed è un
cavaliere, giusto?" chiese l'Imaginox "Esatto… ma lui che c'entra?"
"Metti che tu voglia dare al tuo racconto un protagonista che non
è bello, forte e coraggioso come tuttora quel cavaliere
è, ma basso, tarchiato e dalla vista fioca: tu potresti subito
trasformarlo facendogli perdere i suoi bei tratti. A te piacerebbe un
simile trattamento? Credo proprio di no!" annuii silenzioso
"Però…" notai "Le idee non sono vive… insomma, non sono capaci
di decidere, di camminare…" "Sì che lo sono!" m'interruppe il
prof. "Le idee sono state bandite da questo mondo duemila e mezzo anni
fa quando vollero l'uguaglianza con le persone materiali e questa fu
loro negata. Esse si ribellarono e, sconfitte, furono rinchiuse in
un'altra dimensione. Ora le idee sono riuscite a perforare la barriera
dimensionale grazie a te" m'informò "A me?!!!" sbottai
"Sì! Tu, sei mesi fa, hai inventato una miriade di personaggi
per incominciare il tuo nuovo racconto, così nella dimensione
delle idee non c'era proprio più spazio! Questa quindi è
esplosa e tutte le idee sono tornate libere. Grazie!" scherzò
con un antipatico sorrisetto sul viso "Me la pagherai!!!" urlai "A
sì? Vediamo: se sei grande come il tuo coraggio, devo tremare!"
disse l'Imaginox, teletrasportandoci nella mia mente. Mi trovai
davanti all'uomo in nero con la mascherina. "Dimenticavo di dirti…
l'esempio di Febo mi è venuto in mente perché Febo sono
io!!!!" rimasi di sasso. L'uomo in mascherina si modellò fino ad
apparire come il mio cavaliere immaginario: i capelli chiari, gli occhi
di ghiaccio, i tratti affilati di un vampiro, la spada magica alla
cintura… era proprio lui! "Ma Febo, spiegami, cosa ti ho fatto? Non sei
né grasso né brutto né strabico, cosa c'è
che non va?" gli chiesi "Certo, ho una spada fortissima, sono bello, ho
dei poteri eccezionali, la maga, mia compagna di avventure, si è
gia innamorata di me… fin qui siamo a posto, ma non mi garba che tu mi
abbia fatto diventare un vampiro. E poi, nelle schede coi dati relativi
ai personaggi, prima mi avevi descritto alto un metro e novantuno,
mentre dopo, correggendo i dati, mi hai abbassato ad un metro e
ottantatre!" mi rispose lui "Io ti ho creato buono e nobile, che
è la cosa più importante. L'essere vampiro, ma di quelli
buoni, ti permetterà di vincere il male e l'altezza non conta
molto in un eroe. E poi, di la verità, essere alti uno e
ottantatre non è poco!" Egli digrignò i denti e
sfoderò la spada, attaccandomi. Io, come un idiota qualunque,
cercavo di colpirlo con qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani,
ma l'avevo creato troppo potente per me. Fortuna che riuscivo a
guarirmi le ferite all'istante grazie alla miracolosa medicina che
avevo inventato nel mio mondo parallelo! Se solo avessi potuto mettere
mano alla tastiera e modificare Febo… o sarebbe solo bastato spegnere
il computer, evidentemente rimasto acceso sulla schermata del racconto
di Febo. Corsi più veloce che potei verso la centrale elettrica
interdimensionale universale che avevo costruito molto tempo prima e la
raggiunsi quando ormai le provette della miracolosa medicina stavano
per esaurirsi. A quel punto sperai con tutto il cuore che Febo non
fosse tanto veloce da raggiungermi in fretta. "Dannazione!" esclamai:
la leva che avrebbe sottratto ad ogni apparecchio tutta l'energia
elettrica era durissima da tirare e nel mio mondo non avevo inventato
il lubrificante. Tirai con tutte le mie forze, mentre Febo, fradicio di
sudore e che a malapena si reggeva in piedi appariva alla porta della
centrale. "Ma che ti è successo?" chiesi sbigottito "Mentre
correvo come il vento, mi sono sentito pesante e non sono più
riuscito a muovermi velocemente…". Allora capii: l'Imaginox non aveva
ancora estrapolato il mio DNA mentale, quindi tutto ciò che era
nella mia mente lo potevo controllare ancora io! Mi stavo comportando
come fossi stato nel mondo reale ma invece mi bastò pensare di
essere corazzato con un'armatura fantascientifica che questo avvenne! A
quel punto Febo rimase terrorizzato: aveva capito che fino a
quando il DNA mentale non fosse stato fra le mani dell'Imaginox tutto
era possibile. Con il pensiero, tirai la leva della centrale elettrica:
Febo perse così il suo aspetto e divenne un puntino luminoso.
Poi creai un'enorme sfera trasparente e la alzai nel cielo. Le
attaccai un aspiratore che risucchiò in una dimensione di
prigionia tutte, e dico tutte le idee ribelli che gironzolavano per la
Terra e per l'Universo intero. A quel punto chiusi la dimensione. "Ci
ho anche messo un ingranditore istantaneo a pressione, così non
uscirete mai!". Feci "ciao" con la mano alle idee rabbiose mentre la
sfera si allontanava verso chissà dove e poi uscii dal mondo
parallelo.
Anche se avevo salvato il mondo intero da una terribile catastrofe, una
bella punizione perché ero arrivato a casa da scuola alle due e
venti non me la tolse nessuno!
Carlo Costanzelli
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