L’Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due
momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio (la
parola equinozio deriva dal latino “aequus nox”, notte uguale).
L’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno
e quello di primavera l’esatto opposto: è l’inizio della metà
luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio. E’ il primo giorno
della primavera, la stagione della rinascita, la Natura si risveglia e
la Terra comincia a coprirsi di colori, è il tempo del ritorno della
vegetazione, gli uccelli costruiscono i nidi e si accoppiano. Ecco perché
questa data è associata presso varie culture a concetti come fertilità,
resurrezione, inizio.
Astronomicamente l’equinozio di primavera (chiamato anche Vernale)
è il momento in cui il sole si trova al di sopra dell’equatore
celeste e, come molti eventi astronomici, era per gli antichi di massima
importanza, al punto che grandiosi monumenti furono costruiti a sottolineare
il mistero del passaggio equinoziale. Nello Yucatan settentrionale (Chichen
Itza-Messico) si erge per circa trenta metri d’altezza il Tempio Maja di
Cuculcan (Il Serpente Piumato), formato da quattro scalinate di 91 gradini
ciascuna, che sommati alla piattaforma superiore fanno un totale di 365,
pari ai giorni dell’anno solare. Questo edificio formato da giganteschi
blocchi monolitici, è stato costruito in modo tale che nei giorni
dell’Equinozio trame triangolari di luci e ombre si combinino per creare
l’immagine di un enorme Serpente che ondeggia sulla scalinata Nord.
Come inizio l’Equinozio di Primavera è il Grado Zero dello Zodiaco,
il principio di un nuovo ciclo con l’Ariete, inoltre ogni era zodiacale
prende il nome del segno in cui cade il punto equinoziale nel suo cammino
a ritroso lungo le costellazioni (circa 2000 anni per ogni segno zodiacale).
L’Equinozio primaverile rappresenta così una sorta di capodanno:
per gli antichi persiani esso (Tahvil) segnava l’inizio di un nuovo anno
(Nowruz) e anche nella Roma arcaica l’anno iniziava a primavera, nel mese
di Marzo sacro a Marte, padre dei due gemelli fondatori della città.
In molte tradizioni ricorreva addirittura
la nascita del mondo, come nel mithraismo, la vecchia religione persiana.
Il mito narra che Mithra sacrificò il toro cosmico, da cui nacquero
tutte le piante e tutti gli animali, e poi suggellò la sua amicizia
con il Sole offrendogli la carne del toro in un banchetto sacrificale.
Le antiche tradizioni ci offrono tutta una serie di miti legati alla primavera,
che hanno al loro centro l'idea di un sacrificio a cui succede una creazione-rinascita-nascita.
Un mito che mostra bene l'idea di un sacrificio
e di una successiva rinascita è quello frigio di Attis e Cibele:
Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della dea Cibele e da questa
amato, voleva abbandonarla per sposare una donna mortale. Cibele lo fece
impazzire ed egli si evirò morendo dissanguato. Dal suo sangue nacquero
viole e mammole. Gli dei, non potendolo resuscitare, lo trasformarono in
un pino sempreverde.
Dopo l'Equinozio, si svolgevano nel mondo
ellenico le Adonìe, feste della resurrezione di Adone, bellissimo
giovane amato dalla dea Afrodite che venne ucciso da un cinghiale (forse
il dio Ares ingelosito).
Adone
era in realtà il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si
rivolgevano chiamandolo "Adon" (Signore). Egli dimorava sei mesi all'anno
negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dell'equatore celeste
(autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce
quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l'equivalente dell'Afrodite greca.
Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritorna nel mondo dopo aver
trascorso sei mesi nel regno dei morti.
Tutti questi miti ci mostrano l'unione
di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo) e un simbolismo
terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio
fra una divinità maschile, celeste o solare, ed una femminile, legata
alla terra o alla luna. La primavera era infatti la stagione per accoppiamenti
rituali, nozze sacre in cui il Dio e la Dea (personificati spesso da un
sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiano per propiziare la fertilità.
Come festa solare, appartengono all'Equinozio
i temi del fuoco e della luce. Luce e fertilità sono sopravvissuti
nel folklore europeo, in cui è rimasta la tradizione di accendere
i fuochi di Pasqua sulle cime di alte colline: più a lungo restano
accesi, più sarà fruttifera la terra. I miti primaverili
della fertilità sono presenti anche nel Nord dell’Europa. La parola
Est, la direzione a cui è collegato l'Equinozio primaverile, deriva
da Eostre (o Ostara, "la stella dell'est" cioè Venere) la dea sassone
della fertilità, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar.
Come molte delle antiche festività
Pagane, l’Equinozio di Primavera fu cristianizzato: la prima domenica dopo
la prima luna piena che segue l’Equinozio, i cristiani celebrano la Pasqua
(Eostre ha dato il suo nome alla Pasqua nella lingua inglese: Easter) commemorando
la resurrezione di Cristo.
La simbologia della Pasqua deriva così
da antiche tradizioni pagane: a Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità
e animale sacro in molte tradizioni. I Britanni associavano la lepre alle
divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un
animale divinatorio.
Si dice che i disegni sulla superficie
della luna piena raffigurino una lepre, ricordo questo dell'associazione
dell'animale con divinità lunari. Questa raffigurazione della "lepre
nella luna" appare nelle tradizioni cinesi, europee, africane e indiane.
Nella tradizione buddhista le leggende narrano di come una lepre si sacrificasse
per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine
il Buddha impresse l'immagine dell'animale sulla luna. In Cina la lepre
lunare ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di immortalità.
Gli Indiani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato
la Terra. Nell'antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità
lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche
la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre
era raffigurata con una testa di lepre.
La lepre di Eostre che deponeva l'uovo
della nuova vita per annunciare la rinascita dell'anno è diventata
l'odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di
fertilità. L'attuale uovo di Pasqua ha così origini pre-cristiane,
essendo un antichissimo simbolo di vita, di creazione e di rinascita. La
nascita del mondo da un uovo cosmico è un'idea universalmente diffusa
e veniva celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di
primavera, quando la Natura risorge.
In
numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è
il primo essere ad emergere dal Caos: è l'"Uovo del mondo" covato
da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. Un mito dell'India narra che
nella notte dei tempi tutto era immerso nelle tenebre e sepolto in un sonno
profondo. L'Assoluto volle creare il cosmo dalla propria sostanza, così
creò le acque e vi depose a galleggiare un uovo splendente il quale
generò al proprio interno Brahma il Creatore, che divise poi l'uovo
stesso in due parti, formando la terra e il cielo.