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UOMO E ANIMALE
IL MITO DELLA TRASFORMAZIONE
In ogni cultura è presente una mitologia della trasformazione zooantropica
anche se in forme residuali di favole, folklore e cinema.
L’animale del quale l’uomo assume l’aspetto varia da cultura a cultura.
In Occidente e nel vicino Oriente, nella tradizione cristiana e nei residui
folklorici europei, la trasformazione in animale, nel caso specifico la Licantropia,
ha connotazioni negative mentre in altre culture la metamorfosi non suscita
reazioni di repulsione. La motivazione può essere individuata nella
relatività dei temi animali in riferimento agli ambienti: nelle tradizioni
dei popoli europei di ceppo indogermanico, il LUPO è il prototipo
dell’animale feroce e distruttore perché i pastori di greggi e mandrie
e i primi abitatori di villaggi preistorici europei devono difendersi da
esso. Predatore, minaccia continua per il gruppo nomade o semisedentario,
il LUPO diventa così da subito il protagonista delle mitologie di
trasformazione malefica della tradizione favolistica e popolare occidentale.
Presso i Greci, Licaone ( il cui nome è connesso con “lupo”),figlio
di Pelasgio, avendo offerto carne umana a Zeus, sarebbe stato trasformato
in Lupo. Mangiare carne umana significa adeguarsi alla condizione di lupo,
agire come l’animale predatore. Questo mito appare connesso ai sacrifici
umani offerti a Zeus sul monte Liceo ( “monte di lupi”?) in Arcadia: i presenti,
dopo essersi cibati di carne umana, si trasformavano in lupi per nove o dieci
anni, tornando uomini solo se durante questo periodo non si fossero nutriti
di nuovo di carne umana.
La metamorfosi animale assume i tratti della LICANTROPIA in un arco etnico
molto ampio e documentato nelle tradizioni eurasiatiche relative al lupo-mannaro
( forma del basso latino “lupus hominarius”, lupo mangiatore di uomini o
lupo simile all’uomo), al werwolf ( in inglese, tedesco e in tutte le lingue
germaniche in cui “wer”=uomo, latino “vir”)), al loup-garou ( in francese,
forse con equivalenza tra garou e wer, uomo), al warouls o warous ( nell’antico
francese), al vlŭkodlakŭ ( in antico slavo), al volkodlak (sloveno), al vŭlkolak
(bulgaro), al wilkolak (polacco), al volkolak (russo).
E’ però da osservare come l’assunzione di un determinato tema animale
“dominante” in un ‘area culturale non escluda necessariamente altri temi
di trasformazione. Ancora in Grecia appaiono trasformazioni in serpenti,
api, uccelli, cavalli, cani, formiche, in lince, in maiale, scimmia e mucca.
A seconda dell’habitat zoologico in cui una cultura si sviluppa nascono così temi zoomorfi differenti.
In Africa la IENA, animale che mangia le carogne, è vista come portatrice
di potere malefico, tanto che in Abissinia i buda, stregoni, si trasformerebbero
in iene per bere il sangue di altri uomini contagiandoli, in Nubia sono invece
le donne anziane a diventare, durante la notte, iene. Altri temi comuni in
africa sono il LEONE e il LEOPARDO. La trasformazione in Leone costituisce
anche acquisizione di potenza. Nello Zambesi lo stregone aveva il potere
di trasformarsi in leone bevendo una pozione magica mentre in Africa centrale
alcune donne che si dipingono di terra bianca sanno mutarsi in leone.
Vi è poi un’area molto ampia in cui appare la trasformazione in VOLPE
e ORSO ( territorio culturale subartico e siberiano), con un’estensione fino
all’Asia centrale, dove inizia la zona in cui il tema zoologico prevalente
è rappresentato dalla TIGRE. I tre temi concorrono in area cino-mongolica.
Non necessariamente l’uomo e la donna che assumono aspetto di volpe agiscono
in maniera malvagia. In Giappone le volpi selvatiche Ninko possono prendere
la forma di fanciulle, sposare un uomo e portare fortuna alle case in cui
sono ben trattate.
Molte volte la trasformazione in animale è legata all’estasi sciamanica.
Lo Stregone regredisce ad un mondo primordiale in cui emergono istinti animaleschi
e primitivi. Si tratta di un’esperienza di regressione ad una condizione
pre-umana e pre-evolutiva, ad una “uscita da sé”.
In alcuni casi storicamente documentati anche nel mondo antico, questa esperienza
di trasformazione in animale assume caratteri collettivi ( Luperci di area
latino-italica e Berserker del mondo germanico) ed è all’origine della
formazione di gruppi iniziatici e società segrete.
Altre volte la trasformazione avviene a seguito di una maledizione o come
conseguenza punitiva del comportamento umano, rappresentando una regressione
ad un livello selvatico di esistenza. Nella mitologia greca la divinità
punisce l’uomo riducendolo a bestia, ossia togliendogli la ragione.
Può anche avvenire nei riguardi dell’uomo morto, sia come reincarnazione
che come metamorfosi. L’esperienza primitiva alla base di questa credenza
è l’osservazione del rapporto cadavere-animale, per esempio i vermi
cadaverici nei quali uscendo dalla tomba si è metamorfosizzato il
defunto.
Nella mitologia e nelle narrazioni di trasformazione di uomo in animale,
essa avveniva vestendone la pelle e secondo Bonifacio di Magonza ( VIII sec
d.C. ) i Germani vestendo pelli di lupo si trasformavano.
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