JUN Fan Li
Credo sia giunto il momento di parlare di colui che, per primo, aprì
la strada alla conoscenza delle arti marziali cinesi, Jun Fan Li, ovvero,
Bruce Lee.
Su di lui si sono riversati proverbiali fiumi di inchiostro, ma non sempre
con quella obbiettività e con quella intelligenza che sarebbe stata
necessaria. Lee, in vita non amava le mezze misure e questa sua filosofia
(dottrina che lo segue anche da morto) rispecchia i sentimenti che i più
provano per lui, o lo si ama o lo si detesta; per assurdo, una tribù
della Malesia lo adora e lo crede ancora vivo, mentre nelle comunità
cinesi più tradizionaliste, ancor oggi, è un personaggio da
tenere a distanza più che un esempio da imitare.
Per quello che mi riguarda, i miti e modelli sono schemi adolescenziali e
alla “veneranda” età di 37 anni (purtroppo, il tempo ha bussato alla
mia porta e ha rubato i miei 20 anni) credo di essere sufficientemente
maturo per non sminuire e sopravalutare niente e nessuno, ragion per cui,
il mio modo di raccontare sarà basato su fatti certi e non su adulterate
fantasie.
Mr. Li HOI Chuen, attore d’opera cantonese, si trova (accompagnato da sua
moglie, al nono mese di gravidanza) a San Francisco per una tournee.
Il 27 novembre 1940 (anno del drago) attorno alle 2 di notte, (ora del drago)
Gracie Li da alla luce il loro quarto figlio, un maschietto originariamente
chiamato, Li Yuen Kam (protettore di S. Francisco), a causa della morte di
un figlio nato in precedenza, i Li danno un secondo nome al bimbo, Li Jun
Fan (piccola fenice), in tal modo, gli spirito maligni, secondo le antiche
credenze popolari, avrebbero scambiato il figlio per una femminuccia e lo
avrebbero lasciato in pace. Un’infermiera mette sul suo certificato di nascita
un nome americano: Bruce Lee.
Tre mesi dopo, i coniugi Li tornano ad Hong Kong, dove il neonato appare
in “Golden Gate Girl” il suo primo film, a questo seguiranno 15 film cantonesi
melodrammatici, lavora con registi e star dell’epoca molto rinomati in oriente,
il nome d’arte di Li sarà Li Siao Lung (Li il Piccolo Drago), soprannome
datogli da ragazzo per il suo carattere irrequieto e vivace.
Benché di famiglia benestante e già avviato alla carriera artistica,
Jun Fan frequenta la parte malfamata della città, partecipa a risse
tra le bande rivali, si fa molti nemici e preoccupa seriamente i genitori.
Le risse si fanno sempre più dure, finché il giovane Li rimane
ferito, decide allora di dedicarsi allo studio del Kung Fu stile Wing Chun,
scelto per la grande praticità con il solo obiettivo di sconfiggere
il nemico nel più breve tempo possibile.La carriera cinematografica
di Li Siao Lung procede bene ma in un ‘ennesima rissa da strada, Li
è arrestato dalla polizia, Jun Fan è il quartogenito di cinque
figli ma nessuno di loro ha dato tanti problemi quanto lo scatenatissimo
Lee, che, a dispetto della sua condizione economica dignitosa, si comporta
come un delinquente da strada, i genitori temendo di essere disonorati da
quel figlio scapestrato (bisogna aggiungere che molti amici di Jun Fan ruotano
ai margini della legalità e più tardi entreranno a far parte
delle Triadi, inoltre il rischio di essere ucciso da alcuni giovani
criminali con cui è guerra dichiarata, è molto alto) decidono
di mandare Bruce in America,Lee lascia Hong Kong nel 1958, Peter Li, fratello
minore di Bruce ricorda, quando mio fratello partì, mio padre disse:
ha 18 anni e 100 dollari in tasca,spero che ce la faccia,spero proprio che
ce la faccia. Lee arrivato negli U.S.A. riadotta il suo nome americano Bruce
Lee, studia Filosofia all’università (nel 1963, all’università
di Washington, Bruce conosce Linda Emery, si sposeranno un anno dopo e avranno
due figli, Brandon e Shannon) e si mantiene lavorando come inserviente, dando
lezioni di ballo e di Kung Fu. ( Bruce, ad Hong Kong, vinse il torneo di
school boxing e il campionato di cha-cha-cha).
Di tanto in tanto, Lee misura il proprio Kung Fu affrontando rappresentanti
di stili diversi manifestando apertamente il proprio disprezzo per le arti
marziali giapponesi. Nel frattempo, la comunità cinese è furiosa
ed intima a Bruce la chiusura della scuola ma visto il suo rifiuto (collettività
molto chiusa che nasconde gelosamente i segreti del Kung Fu, non accetta
il fatto che Bruce insegni ai non cinesi) ci si accorda per un combattimento,
se Lee dovesse perdere dovrà chiudere la scuola, se invece dovesse
vincere potrà continuare ad insegnare. Lee stende il rappresentante
mandato dalla comunità cinese,combattendo nello stile tradizionale
Wing Chun e ,tanto per cambiare, i nemici di Lee si moltiplicano.
La filosofia di combattimento cambiò, Bruce abbandona la posizione
statica, tipica della arti marziali tradizionali di allora, adottando la
mobilità saltellante della boxe occidentale, dal pugilato inoltre
estrapolò i diretti, montanti e ganci. Lee,ribattezza il suo stile,fino
ad allora chiamato Wing Chun, in “Jun Fan Gung fu “ (il Kung Fu della Piccola
Fenice) più tardi chiamerà il suo metodo “Jeet Kune Do”
(La Via Per Intercettare Il Pugno)
I molti impegni cinematografici impediranno a Lee di continuare ad insegnare,
negli anni che verranno Bruce dovrà affrontare diversi combattimenti,
Bob Wall (campione del mondo di Karate degli anni 70) assistette a sanguinosi
combattimenti fra Lee e diversi sfidanti, Wall soleva dire: era come quei
pistoleri del far west, i cinesi gli si paravano davanti e battevano per
tre volte il piede, (questo gesto era un chiaro segno di sfida) Lee cercava
di andarsene ma il più delle volte non era possibile e quei malcapitati
se ne pentivano amaramente, Bruce, non ha mai perso.
Jhonn Rhee il maggior esponente del Tae Kwon Do coreano ricorda: mi rifiutavo
di salire sul ring con Bruce, era velocissimo e sapevo che se mi avesse colpito,
potente com’era, avrei perso i sensi.
La sera del 20 luglio 1973, Lee si reca a casa dell’attrice Betty Ting per
discutere sulla produzione di un nuovo film, Bruce ha un malore e cade in
stato comatoso, l’ambulanza lo trasporta al Queen Elisabeth Hospital, morirà
poco dopo.
Riguardo alla sua morte sono nate molte dicerie, fantasticherie e forse verità,
il reperto medico ha concluso che la morte è da attribuire ad una
reazione allergica al farmaco assunto a casa dell’attrice Ting e fino a quando
nessuno dimostrerà il contrario, i sospetti e le insinuazioni lasciano
il tempo che trovano.
APPUNTI
Bruce allenò star americane come: Steve Mc Queen, Lee Marvin, James
Coburn, James Garner, Franciscus, insegnando loro il suo personale stile
di combattimento, il Jeet Kune Do.
L’ideatore del telefilm Kung Fu, fu proprio Bruce ma gli fu negata la parte
e gli fu preferito David Carradine, la motivazione fu che i tratti
somatici di Lee erano “troppo cinesi”, cosa che fece arrabbiare Lee moltissimo.
Se questi test medici non funzioneranno, ho la sensazione che presto non
ci sarà più Bruce Lee (Lee a sua moglie dopo il primo malore
avuto sul set di Enter the Dragon, poco prima di morire)
In un’intervista su Black Belt, conosciutissima rivista di arti marziali
americana Lee disse; il 90% degli stili asiatici sono un gran casino, sono
belle da vedere ma sono totalmente inefficaci, se si applicassero i metodi
classici nella vita reale, si prenderebbero un mucchio di botte.
Concludo questa biografia riportando le parole scritte da Linda Lee nel suo libro: “The man I knew”
Conobbi Bruce nel 1963, lui aveva sei anni più di me, che ero diciassettenne.
Cominciammo ad uscire e a frequentarci intensamente, ed ero anche sua allieva
ai corsi di Kung Fu. Decidemmo di sposarci l’anno dopo, Bruce non aveva un
lavoro fisso e si manteneva con la palestra, ma era fiducioso, e determinato
a diventare una Star. Dopo la palestra, con gli amici spesso si usciva a
cena, Bruce parlava, parlava, parlava e mi faceva ridere fino a sentirmi
male, era la persona, in assoluto, più spiritosa che abbia mai conosciuto.Quando
ci sposammo, mia madre si oppose duramente, mi arrabbiai moltissimo, ma ora
che ho una figlia che ha l’età che io avevo allora, posso capirla.