Geometrie di libertà
di Alberto Masala

Alberto Masala, Geometrie di libertà
Colloqui conLuca Panzavolta e Antonio Barocci
 
Illustrazioni di copertina di Anton Roca
© Mental Permanent Factory
 
Editrice Zona, 2003
pp. 96 - Euro 10,00

"C'è un territorio, una condizione spesso irreversibile, in cui il profondo tende a riprodursi per diventare creazione, strumento per praticare autonomia e tensione di liberazione, imprendibilità. E' il percorso dell' utopia, che non ha limiti né confini esattamente come non ne ha la spiritualità, che non circoscrive il territorio ma lo amplifica, lo estende testimoniandolo, a volte lo fa esplodere."
(Alberto Masala, Geometrie di libertà, p.28)
La voce di un neo global ante-litteram, un testo leggibile e immediato,
in naturale relazione con chi si interroga sul perché ,
dove e come fare arte oggi.

--------------------

Geometrie di Libertà comprende due interviste ad Alberto Masala sul tema dell'arte e dell'etica nell'azione culturale, realizzate a dieci anni di distanza l'una dall'altra. Un'agile chiacchierata con due giovani intervistatori: 1992 - il primo, Luca Panzavolta, a cui si deve l'idea del titolo, era uno studente che Roberto Barbanti, docente di estetica all'Università di Paris VIII (Saint Denis), inviò da Masala per un'intervista sul suo percorso nella pratica dell'arte; 2002 - il secondo, Antonio Barocci, è un giovane scrittore che ri-interroga Masala sulle stesse questioni, dando una nuova e più attuale conformazione al dialogo.
Lo scrittore, traduttore, artista sardo Alberto Masala è autore di numerose pubblicazioni, è stato tradotto negli Stati Uniti e in Francia, e appare in molte antologie italiane e straniere (Germania, Ungheria, Spagna, Albania, Bosnia). Ha tradotto - oltre a scritti di Judith Malina e Serge Pey - la recentissima raccolta di inediti di Jack Kerouac L'ultima parola, pubblicata da Il Maestrale. Agisce prevalentemente in un contesto internazionale, in rapporto con artisti di diverse provenienze, ed è fondatore di minores, movimento poetico per la dignità delle culture. Tra le sue molte, significative esperienze, vi è certamente - a Bologna - la direzione artistica del NOWALL: uno spazio al centro della città, in via delle Moline, attrezzato con mezzi di fortuna e completamente autofinanziato, che aveva tra i suoi obiettivi quello di proporre arte e ricerca fuori dagli schemi convenzionali. La vita del NOWALL durò tre anni esatti, dal 3 marzo 1985 al 3 marzo 1988, e fu densa di eventi di ogni livello: piccole e grandi performance, esposizioni, interventi, con frequenti scambi all'interno del network europeo TransEuropeHalles, un circuito underground che univa decine e decine di realtà in tutto il continente. Il NOWALL portò a Bologna tantissimi artisti: "A noi non importava entrare nel sistema dell'arte - scrive Masala - ma mostrare l'utopia realizzata, anche solo per un breve tempo". "L'utopia" di cui parla Masala è quella del gesto artistico non asservito, che si colloca spontaneamente, concretamente nell'agire quotidiano di chi lo compie; è la visione di un mondo in cui l'arte è strumento cosciente e testimonianza di ogni differenza. Con quella che egli stesso definisce la sua "coscienza da indio" (Masala è un sardo dell'interno), l'artista affronta con i suoi interlocutori Barocci e Panzavolta il tema dell'ecologia dell'azione intellettuale. Con un linguaggio assolutamente accessibile e colloquiale, lontano dal gergo degli "addetti ai lavori", i tre protagonisti di Geometrie di Libertà tentano, in questo volumetto agile e necessario, una riflessione sempre più attuale, attorno al perché, come e dove fare arte oggi.

  Torna  alla prima pagina