- "C'è
un territorio, una condizione spesso
irreversibile, in cui il profondo tende a
riprodursi per diventare creazione, strumento per
praticare autonomia e tensione di liberazione,
imprendibilità. E' il percorso dell' utopia, che
non ha limiti né confini esattamente come non ne
ha la spiritualità, che non circoscrive il
territorio ma lo amplifica, lo estende
testimoniandolo, a volte lo fa esplodere."
(Alberto
Masala, Geometrie di libertà, p.28)
- La
voce di un neo global ante-litteram, un testo
leggibile e immediato,
- in
naturale relazione con chi si interroga sul perché
,
- dove e
come fare arte oggi.
--------------------
- Geometrie
di Libertà comprende due interviste ad
Alberto Masala sul tema dell'arte e dell'etica
nell'azione culturale, realizzate a dieci anni di
distanza l'una dall'altra. Un'agile chiacchierata
con due giovani intervistatori: 1992 - il primo,
Luca Panzavolta, a cui si deve l'idea del titolo,
era uno studente che Roberto Barbanti, docente di
estetica all'Università di Paris VIII (Saint
Denis), inviò da Masala per un'intervista sul
suo percorso nella pratica dell'arte; 2002 - il
secondo, Antonio Barocci, è un giovane scrittore
che ri-interroga Masala sulle stesse questioni,
dando una nuova e più attuale conformazione al
dialogo.
- Lo
scrittore, traduttore, artista sardo Alberto
Masala è autore di numerose pubblicazioni, è
stato tradotto negli Stati Uniti e in Francia, e
appare in molte antologie italiane e straniere (Germania,
Ungheria, Spagna, Albania, Bosnia). Ha tradotto -
oltre a scritti di Judith Malina e Serge Pey - la
recentissima raccolta di inediti di Jack Kerouac
L'ultima parola, pubblicata da Il Maestrale.
Agisce prevalentemente in un contesto
internazionale, in rapporto con artisti di
diverse provenienze, ed è fondatore di minores,
movimento poetico per la dignità delle culture.
Tra le sue molte, significative esperienze, vi è
certamente - a Bologna - la direzione artistica
del NOWALL: uno spazio al centro della città, in
via delle Moline, attrezzato con mezzi di fortuna
e completamente autofinanziato, che aveva tra i
suoi obiettivi quello di proporre arte e ricerca
fuori dagli schemi convenzionali. La vita del
NOWALL durò tre anni esatti, dal 3 marzo 1985 al
3 marzo 1988, e fu densa di eventi di ogni
livello: piccole e grandi performance,
esposizioni, interventi, con frequenti scambi
all'interno del network europeo
TransEuropeHalles, un circuito underground che
univa decine e decine di realtà in tutto il
continente. Il NOWALL portò a Bologna tantissimi
artisti: "A noi non importava entrare nel
sistema dell'arte - scrive Masala - ma mostrare
l'utopia realizzata, anche solo per un breve
tempo". "L'utopia" di cui parla
Masala è quella del gesto artistico non
asservito, che si colloca spontaneamente,
concretamente nell'agire quotidiano di chi lo
compie; è la visione di un mondo in cui l'arte
è strumento cosciente e testimonianza di ogni
differenza. Con quella che egli stesso definisce
la sua "coscienza da indio" (Masala è
un sardo dell'interno), l'artista affronta con i
suoi interlocutori Barocci e Panzavolta il tema
dell'ecologia dell'azione intellettuale. Con un
linguaggio assolutamente accessibile e
colloquiale, lontano dal gergo degli "addetti
ai lavori", i tre protagonisti di Geometrie
di Libertà tentano, in questo volumetto
agile e necessario, una riflessione sempre più
attuale, attorno al perché, come e dove fare
arte oggi.
|