Editing:un aiuto, non un’intrusione nella creatività dell' autore  
di Christiana de Caldas Brito

 

L’editing prima di tutto dovrebbe essere un aiuto, non un’intrusione nella creatività di un autore. Un buon editing potrebbe eliminare quello che priva un testo del suo ritmo, quello che “graffia” una frase, che non favorisce lo scorrere della lettura.
Se io non riesco a comunicare il mio pensiero con chiarezza, l’editing dovrebbe evidenziare questa mia lacuna. Il pericolo di ogni editing non è solo quello di alterare cosa dice uno scrittore, ma di alterare il come lo dice. Per un scrittore, soprattutto se straniero, gli errori di italiano vanno eliminati, ma solo quando le correzioni non alterano la creatività dello scrittore. Le correzioni non devono interferire nella poetica dello scrittore o nella caratterizzazione di un suo personaggio.
Come può un autore difendere la propria scrittura da un appiattimento editoriale, da un’omologazione di un editing che travisa la sua creatività? Se io scrivo legata a ricordi di un’altra cultura e ad una lingua diversa che ha lasciato tracce indelebili nella mia mente, come faccio ad impedire che tutto questo sia presente nella mia scrittura? Umiltà e dignità debbono camminare di pari passo nella difesa della propria individualità letteraria. Umiltà perché noi, scrittori stranieri, abbiamo molto da imparare se scriviamo nella lingua italiana. Dignità per riconoscere che il nostro contributo letterario è prodotto da vissuti diversi che hanno come base musica, colori, suoni e ritmo diversi.
Linguisticamente non voglio essere una scrittrice “ben educata”. La grammatica non può essere una madre castrante che mi dà regole invalicabili di buon comportamento letterario. Vorrei scrivere bene in italiano senza tradire la mia mente lusofonica. Un buon editing sarà quello che rispetterà la mia forma mentis anche quando scrivo in italiano. La lingua sarà filtrata dalla mia sensibilità che si è formata altrove.
Nel suo intervento, il Professor Armando Gnisci operativamente mostra una sua attività di editing. Secondo me, tre sono le qualità dell’editing del Professor Gnisci, (e le ho sperimentate anch’io, non direi sulla mia pelle, ma sulla mia carta…): rispetto del pensiero dello scrittore; sintonia creativa con il testo letto; delicatezza nei suggerimenti che aumentano la fluidità del testo.


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